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Il convento medievale

Agli inizi del 7oo c’era un grande convento di suore, parte di clausura e parte no, in tutto vi erano 36 donne di cui solo sette giovani, di queste sette 3 erano di clausura e 4 no. Nell’ambito del convento vi era un asilo, un grande orto curato a mezzadria da una famiglia di persone timorate di dio e devotissime e una scuola di cucito e ricamo per fanciulle di buona famiglia…

Ogni suora si portava dietro il suo vissuto e solo il confessore, un vecchio francescano ex missionario sapeva forse tutto…ma come tutti i grandi edifici belli ed imponenti da fuori anche il convento nascondeva alcune pecche…e queste vorremmo raccontarvi.

Nella famiglia prima citata giunse all’improvviso un nipote minorato mentale figlio del più giovane fratello del capo famiglia, morto all’improvviso e rimasto solo, si trattava di Stefano, un ragazzo grande nelle membra e di corpo, ma con la testa di un ragazzino di 5 massimo 6 anni. La famiglia lo dovette tenere chiuso in casa perché il ragazzino confessò allo zio che a casa sua, come il padre usciva per il lavoro, arrivavano strani uomini che facendogli piccoli regalini, caramelle, gelati, cioccolatini, giocattoli, lo usavano sia inculandolo che adoperando il suo cazzo per farsi sfondare il culo…o facendogli bocchini…a volte erano anche donne…o ragazzine curiosissime….

Aveva infatti un cazzo mostruoso, oltre 26cm, grosso in proporzione, sempre duro, inoltre farsi manipolare gli piaceva assai visto che non aveva ancora imparato farsi le seghe da solo. Il povero zio era costretto a portarselo sempre con sé, per evitare che facesse vedere a troppe persone, maschi o femmine che fossero,il suo bestione.
Una mattina mentre lo zio lavorava nell’orto del convento e Stefano lo aiutava nei lavori pesanti, il ragazzino preso dal bisogno di fare pipì, si girò verso un albero e tirò fuori il bestione, già in parte intostato e prese a pisciare descrivendo un lungo arco di orina. Suor Teresa, una ieratica figura, decisamente bella, ritenuta una santa, nonostante la giovane età, per tentazione diabolica guardò in giardino giusto in tempo per assistere alla funzione del gigantesco tubo.
Lei sapeva che si trattava di un fanciullino come testa ma certo non poteva sapere che il suo cazzo era veramente asinino…si ritirò turbata, molto turbata…
Si recò in chiesa a pregare pensando poi di chiudersi in cella per l’auto flagellazione…suor Teresa, la sua freddezza i scioglieva come neve al sole quando rivedeva con la fantasia. L’immagine del “diavolo” lei da giovanetta lo aveva conosciuto, ma non così grande…non seppe resistere, scese nell’orto per raccogliere verdure per la cucina, ne riempì una grossa cesta e chiese aiuto per portarla in cucina, il vecchio era impegnato e chiese al nipote di aiutare suor Teresa, il ragazzone si prestò felice, sollevò facilmente la cesta e segui la suora, appena al coperto suor Teresa tolse da una tasca interna un dolcetto che le buone suore facevano per accogliere le pie donne quando le venivano a trovare. Stefano reagì come era stato condizionato a fare sempre quando gli offrivano qualcosa, lo prese felice e chiese alla suora se volesse vedere il suo fratellino…così dicendo cominciò a sbottonare la patta…
Suor Teresa, che stava arrovellandosi sul come farglielo tirar fuori, fu presa in contropiede, farfugliò una risposta – “si, se vuoi…tu..”

Stefano finì di sbottonarsi, tirò fuori il manganello che prese ad ingrossarsi ed ad indurirsi, poi con semplicità si rivolse alla suora pregandola di toccarglielo, di fargli qualcosa, dato che la cosa gli piace tanto…suor Teresa si sentì morire, dio quanto era grosso, dio, non aveva la forza per resistere Stefano glielo offriva con insistenza.
Suor Teresa si abbassò , spalancò la bocca e cercò di prenderlo tutto…con gran fatica lo fece entrare e prese a leccarlo e succhiarlo..la figa gli tirava, ma non sapeva come fare..si strusciava il più violentemente possibile, pompava come invasata.
Stefano si lasciava fare e continuava a mugolare di gioia..fino ad urlare di piacere quando sborrò una quantità enorme di sborra in gola a suor Teresa, la quale ingoiò tutto, poi promise al ragazzo che lo avrebbe ricercato.

Il ragazzo tornò dallo zio, senza parlarne, la bocca di suor Teresa gli era piaciuta tanto, tantissimo e furbescamente preferì tacere per paura di essere rinchiuso in casa, d’altra parte il nonno non lo poteva neanche tenere chiuso in casa dato che tutte le donne della famiglia e la cameriera cominciavano ad ammiccare fra di loro quando si parlava di Stefano. Se lo riportò all’orto e gli chiese di non avvicinarsi al convento, ma a Stefano urgeva trovare uno che si interessasse al suo esigentissimo fratellino, per cui si avvicinò e sfoderò il suo randello enorme , duro, irresistibile…suor Teresa era già attenta e appena lo vide cedette subito al desiderio, ma in quel momento la suora fu raggiunta dalla consorella suor Anna, una ragazzona sanguigna e soda a cui digiuni e veglie facevano poco.
Suor Teresa cercò di distrarla ma essa attratta come una calamità si fermò a guardare il mostro, poi guardò suor Teresa, la vide ormai travolta dalla libidine, ruppe gli indugi…”se non ti va vattene, io non perderò l’occasione, un randello così non lo ho mai visto…”.
Suor Teresa confessò di averlo già provato, andarono a prenderlo e si ritirarono nella cantina. Ambedue con molti contorcimenti riuscirono a liberare la loro tope calde e a turno, fatto stendere il ritardato mentale sulla schiena, si impalarono a turno sul mostruoso uccello, e siccome il fanciullino affermava che la cosa gli piaceva molto ma voleva anche che gli riempissero il buco del culo, suor Anna estrasse dalle pieghe della veste una spazzola con un lungo tondo manico di lucido legno e con tranquillità gliela infilò tutta nel culo grande e slabbrato.

Stefano reagì indurendo ancora di più il mostro, facendo sempre più impazzire suor Teresa che lo stava cavalcando…nel frattempo lo zio preoccupato lo stava cercando. Quando li trovò prima si preoccupò e temette di essere cacciato, poi decise di prendere la palla al balzo…
Girò suor Anna contro il muro, poi con un attrezzo che non la cedeva troppo a quello del nipotino, prese a sfondarla in fica, per finire con una inculata solenne con sborrata dentro la pancia della suora.

Suor Teresa, finalmente ben riempita da Stefano si trovò d’accordo con l’ortolano, Luigi, e stabilirono che ogni volta che fosse stato possibile si sarebbero incontrati tutti e quattro in quella cantina disabitata…per il loro grande reciproco piacere, ma tutto questo gran traffico non poteva passare totalmente inosservato, una suora, la suora guardiana, suor Angela, di oltre 50 anni, ma che era continuamente impegnata non a flagellarsi ma piuttosto a sditalinarsi, che trovava molto piacevole intrattenere con la bocca e le mani l’unica novizia non di clausura, suor Maria, e che era stata fatta entrare in convento dai familiari perché in casa era terribile, non solo si era fatta i fratelli e i cugini, ma aveva sedotto una sorellina e la donna di servizio, intuì che le due consorelle aveva trovato un giro molto molto piacevole e senza tanti indugi chiese a pagamento del suo silenzio con la madre superiora di poter partecipare e non solo lei ma anche la amica novizia.

A suor Teresa e a suor Anna la cosa non fece molto piacere, ma dovettero accettare, in compenso la guardiana garantiva l’uso di un locale più comodo che attrezzarono con molta cura. Luigi accettò per se e per Stefano, anche se chiese che tutto si facesse con molta discrezione per evitare guai a tutti. L’accordo fu facilmente raggiunto e Stefano e Luigi andarono al loro primo incontro ben decisi a trarre il massimo del piacere dall’occasione, trovarono solo suor Anna che li volle contemporaneamente, credette di impazzire, il grosso cazzo di Luigi gli entrò tanto a fondo in gola che rischiò di soffocare e quando sborrò suor Anna dovette a malincuore accettare che una parte della sborra le colasse fuori.
Intanto Stefano grazie alla sua esperienza le apriva una vera galleria nel culo, cosicché nonostante le timide proteste di suor Anna anche Luigi riuscì a sfondarla nel culo, anche se le procurò dolore e perdite di sangue.

Dopo questo risultato suor Anna ricordò loro che le suore affamate dalle lunghe astinenze erano quattro e loro solo due, anche se il cazzo di Luigi dove entrava lasciava il segno…dette loro appuntamento per la sera del giorno dopo. La mattina in un fugace incontro con suor Teresa Stefano le tranquillizzò, sarebbero stati all’altezza dell’orgia. La sera. Aveva pensato a tutto lui…subito dopo l’ultima chiavata, suor tesa, sior Anna, suor Angela e suor Maria scesero in cantina ed aprirono l’uscio, entrò prima il buon Luigi, poi Stefano con il suo bestione già fuori e con gran sorpresa delle suore anche il loro economo, Andrea e il parroco don Fausto.

Stefano non esitò prese suor Teresa e le chiese di succhiarlo, Luigi si prese suor Anna, l’economo suor Angela e a don Fausto toccò la più fresca e carina, suor Maria.
Tolto don Fausto che stanco delle grazie avvizzite delle sue sorelle che gli facevano da perpetue, non si lasciò scappare suor Maria e se la usò in tutti modi possibili e conosciuti, gli altri tre si scambiavano spesso la donna fino a quando il bestione di Stefano non si ficcò per intero dentro suor Anna e da quel momento fu lei a non voler cambiare più…
Luigi e Andrea riuscirono anche a far fare un 69 a suor Teresa e suor Angela, mentre loro le inculavano con foga usufruendo spesso di slinguate assassine che salivano dalle fighe ai cazzi…

La notte trascorse tranquilla in tutto il convento, meno che nella cantina dove dopo due ore di certi giochi 8 corpi si intrecciavano ancora nelle pose più lascive…chissà cosa sarebbe ancora successo se il convento, posto vicino a una strada di grande comunicazione fosse rimasto in pace, prima o poi si sarebbe sparsa la voce delle orge che vi si svolgevano e sarebbe caduto nel più completo discredito, invece fu investito da eserciti di re cristianissimi che si scannavano fra loro, immolando tanti e tanti altrettanto cristiani sudditi.

Fu investito non rende l’idea, era una notte di pioggia e temporali, la soldataglia sbandata cercava un rifugio più accogliente della stalle dove erano stare acquartierare da uffciali che invece avevano trovato alloggio nella cascina e dove dopo aver messo a tacere a forza di legnate il padre ed il nonno, si erano coricati in numero sempre variabile nel letto della madre, delle sue due figlie, del figlio dodicenne e della cameriera.
Tutti al momento della partenza dei signori ufficiali tirarono un sospiro di sollievo, erano tutti vivi, poco importava se il nonno e il padre avrebbero impiegato giorni a rimettersi dalle legnate, la madre lamentava dolori alle mascelle per aver dovuto succhiare troppi cazzi, e i bruciori violenti al culo spanato…nelle stesse condizioni il ragazzetto, con l’aggravante che il suo culetto da fanciullino era ormai definitivamente aperto come quello di un vecchio culattone…

Definitivamente deflorate e scopate in tutti i modi le figlie e la cameriera, che ebbe anche la sfortuna di rimanere in cinta…
Come detto in circa 300 soldati, abbattuto il portone entrarono e si sistemarono dovunque poterono trovare posto, circa 250 trovarono giusto ringraziare il buon dio dell’asilo sicuro che aveva concesso loro, ma una 50 di veri delinquenti pensarono di spogliare le povere suore di ogni loro avere, si distribuirono silenziosi per il convento e trovarono l’ingresso della clausura, pensando che i tesori fossero la dentro forzarono l’uscio e si misero a rovistare dappertutto, ma non cera veramente niente di interessante, ciò invece di calmarli li imbestialì vieppiù.

Irruppero in chiesa e lì trovarono le suore una vicina all’altra che pregavano, le più anziane avevano messo al centro le tre giovani, la madre superiora si avanzò decisa invitandoli a ritirarsi, minacciando di riferire tutto al vescovo.
Credeva di spaventarli, invece temettero serie sanzioni e con estrema ferocia uccisero in chiesa scannandole come pecorelle 13 innocenti, mentre sulle tre giovani si abbatterono come cani in calore, le svestirono le misero in posizione e presero a sfogare i loro bassi istinti in tutti i modi più schifosi. Due non sopravvissero alla ferocia delle violenze, una più morta che viva confessò che in convento vi erano altre 20 suore, nascoste in cantina, forse…
Dieci delinquenti si fermarono a depredare la chiesa mentre gli altri, avuta l’informazione che cercavano, spezzarono il collo alla poverina come se fosse stata una gallinella e si lanciarono verso la cantina. Trovarono le suore. Le vecchie si fecero avanti implorando di aver salva la vita in nome di dio, furono scannate sul posto, 12 morirono così…
Le altre fra cui quelle a noi ben note…si svestirono prontamente e offrirono i loro corpi alla soldataglia, evidentemente pensarono meglio puttane che morte, i delinquenti le godettero in tutti i modi, ma forse perché già stanchi della precedente orgia si fermarono privi di energia sessuale prima di distruggerle.

Suor Teresa prese l’iniziativa, propose ai soldati di portarsele via con loro sarebbero state le vivandiere del reparto ed inoltre si sarebbero assicurati prestazioni sessuali ogni volta che ne avessero avuto voglia, lì non potevano certo rimanere, i soldati le accettarono con gioia e alla mattina uscirono tacendo a tutti lo scempio fatto, solo chiesero permesso agli ufficiali di portare con loro quelle povere vittime che erano chiuse in convento per colpa dei soprusi delle loro famiglie.

Tutto si risolse per il meglio perché il primo ufficiale fu colpito dalla ex suor Teresa, e posta come condizione che la giovane donna fosse sua proprietà esclusiva acconsentiva che le altre fossero al seguito del reparto. Solo il giorno dopo agli occhi dei sopravissuti si spalancò la tragedia del monastero e delle sue sante suore..così si consolidò la fama di santità del monastero che il vescovo benedì in forma solenne facendo entrare 10 nuove suore provenienti da un altro monastero della diocesi, cosa successe a queste e a Stefano ed al padre che erano sopravvissuti la storia tace…

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