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Nudi in montagna

Al tempo di questo mio racconto ero fidanzata con Francensco, un bel ragazzo moro di 21 anni che in quei mesi mi faceva veramente impazzire. Io, che ero più giovane di lui di soli 2 anni, avevo già iniziato ad insistere con i miei genitori molto tempo prima dell’estate per poter partire con lui in vacanza, almeno durante il mese di agosto nei giorni in cui Francesco poteva prendere le ferie.
Essendo il suo un lavoro a turni non poteva stare a casa nelle canoniche due settimane centrali ma gli toccarono l’ultima di luglio e la prima di agosto.
Decidemmo così la meta: quell’anno saremmo andati nella Val Seriana, un posto carino e fresco che non distava troppo dai nostri genitori, così da convincerli più facilmente a lasciarci andare via da soli.
Fu così che infatti riuscimmo a partire insieme, ma l’estate si rivelò più calda del previsto.
Nonostante la Val Seriana abbia montagne che arrivano anche all’altezza di 1900 m, quelle più vicine alle città in realtà sono molto più basse e considerando che quell’estate le temperature erano più alte della media, il fresco ch e pregustavamo di prendere in realtà non lo sentimmo mai.
Anzi, ci furono giornate come quella che vi vado a raccontare ora in cui si poteva stare comodamente in maglietta a maniche corte e se ci si muoveva parecchio camminando a lungo sui sentieri si poteva anche arrivare a sentire caldo.
Quella giornata avevamo anche preparato dei panini casomai passeggiando sulle montagne sopra Clusone ci sarebbe venuta voglia di fermarci a mangiare direttamente lassù vicino a qualche bel ruscello. E così avvenne infatti, verso mezzogiorno ci venne fame e preparammo una veloce tavola stendendo la coperta sul verde e tirando fuori bicchieri e posate di plastica.
Mangiammo tranquillamente parlando del più e del meno, mi ricordo che la temperatura era veramente alta e complice il sole che a quell’ora batteva forte il caldo si faceva veramente fastidioso.
Fu così che per scherzo feci il gesto di tirarmi su la maglietta, come a dire “fa talmente tanto caldo che mi spoglierei!” ma la mia fu solo una battuta, non intendevo farlo di certo. Francensco, invece, diventò subito serio e guardandosi in giro e non vedendo nessuno mi disse “dai fallo veramente!”. Io lo fissai per un attimo e poi risposi qualcosa del tipo “sei pazzo?” ma Francesco ormai si era immaginato ciò che a breve mi avrebbe descritto.
“Ma dai fallo! Guarda non c’è in giro nessuno! Sai che bello sarebbe fare l’amore qua fra il verde e le montagne?”
Io mi ricordo che inizialmente ero scandalizzata da quella proposta, ma vedere Francesco prendere l’iniziativa mi fece cambiare idea. “Ok se non lo vuoi fare tu per prima lo faccio io!” Si alzò in piedi e si spogliò velocemente lasciandosi guardare nudo con il pene decisamente non eretto. La mia prima reazione fù nello scoppiare a ridere; avevo già fatto sesso con lui ma solo dopo un bel po’ di preliminari quindi non l’avevo mai visto…non pronto a fare quello che doveva fare.
Lui per un attimo rimase serio ma poi rise anche e mi prese le mani alzandomi per spogliarmi. Io feci resistenza e per scherzo gli diedi un calcio per allontanarlo, lui mi afferrò un gamba lasciandomi in equilibrio su un solo piede e mi ricordo che ridendo disse “Adesso sei mia!” Ormai la situazione si stava facendo sempre più ridicola, io saltellavo nel bel mezzo di una montagna solitaria con il mio uomo nudo davanti a me pronto a fare sesso. Mi tolse subito un calzino e appena mi lasciò andare la gamba mi prese l’altra e mi tolse anche l’altro lasciandomi a piedi nudi sull’erba. Io gli diedi le spalle e feci per scappare via ma lui mi strinse subito da dietro, ridendo come un matto mi sbottonò i jeans e me li abbassò, mi tirò sù la maglietta e mi abbassò gli slip. Mi ricordo che sentire l’aria fresca della montagna direttamente addosso mi fece provare un brivido di piacere, Francesco ne approfittò per togliermi le spallette del reggiseno e lasciarmi così con il seno all’aria. I miei capezzoli si irrigidirono subito e mi venne naturale portare la mano sul pene di Francesco che nel frattempo era rimasto molle. Mi girai guardandolo negli occhi e lui mi sorrise, mi portò una mano sui seni stuzzicandomi un capezzolo e poi scese sul mio monte di venere fino a infilarmi un dito nella vagina che trovò decisamente asciutta.
Ormai quella situazione mi aveva catturata ma non ero ancora eccitata a sufficienza per avere un rapporto. D’altra parte anche lui non lo era, quindi come se ci fossimo messi d’accordo solo con gli sguardi ci mettemmo nella posizione del 69.
Fu abbastanza strano perchè mi ritrovai io sotto e lui mettendosi sopra di me mi appoggiò i testicoli sul naso, ricordo che in quel momento non ne fui entusiasta ma stando lui sopra mi poteva stimolare meglio il clitoride e quando me ne accorsi non potei che essere felice. Le leccate che mi dava dall’alto al basso mi facevano impazzire, non avevo mai provato a subire del sesso orale così e anche doverlo prendere “dall’alto” mi intrigava parecchio.
Dovette alzarsi leggermente dopo poco perchè ormai cominciava ad allungarsi e se mi rimaneva troppo vicino al volto rischiavo di avercelo troppo in gola. Quella posizione mi ricordava tanto i video delle pornostar che avevo visto da giovane, mi sentivo molto porca in quel momento e il fatto di essere all’aperto a fare sesso sicuramente aumentava la mia eccitazione.
Rimanemmo in quella posizione per qualche minuto dopodichè lui si alzò e mi penetrò nella classica posizione del missionario. Iniziò subito a spingere forte, ormai non ci facevamo neanche più caso che qualcuno potesse passare di lì e vederci. Ebbi subito un orgasmo che mi sentivo già da prima mentre mi leccava, nel momento in cui mi diede i primi colpi venni subito. Lui uscì da me e sorridendomi mi disse indicandosi il pene ormai completamente eretto “Allora? Ridi ancora adesso?” E’ chiaro che la mia battuta di prima un po’ l’aveva colpito, io per risposte glielo presi in mano e me lo reinserii dentro, stringendogli le gambe attorno alla vita. Lui ricominciò a sbattermi forte e dopo che io venni un’altra volta, uscì da me e venne anche lui sull’erba lì vicino.
Ci sdraiammo per qualche minuto accarezzandoci a vicenda, quell’esperienza ci aveva soddisfatto entrambi ma di fatto fu anche l’ultima volta che lo facemmo in pubblico. Non sono mai stata un’esibizionista e non lo sono neanche tutt’oggi.
“Il ruscello dov’è quaggiù a sinistra?” mi chiese Francesco interrompendo i miei pensieri. “Sì perchè?” chiesi io. “Potremmo andare a sciacquarci prima di rimetterci in cammino”. L’idea non era male, ma l’acqua sicuramente sarebbe stata gelida. Quando glielo feci notare ribattè circa così “Ma sì mica ci dobbiamo nuotare dentro! E poi ho una voglia matta di vederti camminare nuda in mezzo al verde…” Francesco era così, un po’ pazzerello ma era proprio per quello che mi piaceva. Accettai, neanche io so perchè, ma accettai. Lasciamo tutte le nostre cose lì e ci incamminanno per scendere un po’ più in basso dove il giorno prima ci sembrava di aver visto un tipico ruscello di montagna.
Percorremmo pochi metri in discesa e una volta oltrepassati un piccolo bosco ci trovammo davanti a noi una coppia.
A giudicare dalle borse per terra e dalla tovaglia stesa si sarebbe detto che avevano avuto la stessa nostra idea, un pick nick a pranzo e poi via ancora a camminare. Il problema fu che li scoprimmo entrambi nudi con le mani sui genitali dei rispettivi partner. Mi ricordo ancora quell’attimo di imbarazzo che ci fece fermare tutti. Io sbarrai gli occhi nel vederli e anche Francesco li guardava stupito. Era una coppia più vecchia di noi, avranno avuto sui 35-40 anni e sembrava proprio stessero inziando a fare sesso così come avevamo fatto noi prima.
Il silenzio che ci impediva di parlare e muoverci per la vergogna durò cinque o sei lunghissimi secondi, dopodichè la donna disse “Scusate ragazzi.” Mollò il pene del suo uomo che aveva in mano e si alzò in piedi. “Vi abbiamo visti poco fa mentre stavamo risalendo e…beh…avete fatto venire voglia anche a noi”.
Ricordo chiaramente che il mio volto si arrossì di colpo. Possibile che quei due ci avessero visto fare l’amore e noi non ce ne eravamo accorti? E’ vero che quando mi prende la passione mi isolo completamente da tutto, ma non arrivare a vederli…
Francesco cercò di rompere l’imbarazzo “Scusate…non vi volevamo disturbare. Ora ce ne andiamo subito” e fece per andare via ma la donna ci bloccò subito. “Nono aspettate” Diede un’occhiata rapida al marito il quale fece cenno di sì con la testa. Entrambi iniziarono ad avvicinarsi lentamente verso di noi. “Veramente ci speravamo che scendeste qui da noi…pensavamo che magari potevamo…” e una volta arrivata vicino a Francesco gli prese in mano il pene.
Io feci per dire subito qualcosa ma quello che poteva essere suo marito si avvicinò a me mettendomi un dito sopra le labbra. La donna si inginocchiò velocemente e si portò subito il pene di Francesco alla bocca iniziando un pompino. L’uomo davanti a me invece aveva iniziato a palparmi tutte le tette guardandomi con un sorriso quasi paterno. Ricordo chiaramente che era un omone, di quelli che devono essere nati con le ossa particolarmente grosse poichè era veramente un uomo imponente. Non era particolarmente muscoloso, aveva semplicemente delle grosse mani, delle larghe spalle eccetera.
Mi spinse leggermente sulle spalle per mettermi in ginocchio per ricevere evidentemente del sesso orale, io stavo nuovamente per dire qualcosa quando vidi che Francesco al contrario di me si era ormai già lasciato completamente andare. Quella donna sapeva certamente come soddisfare un uomo e muovendosi velocemente con mani e bocca era riuscita a far ritrovare velocemente vigore al mio ragazzo. Mi inginocchiai continuando a guardarli ma ben presto l’uomo davanti a me mi prese con delicatezza la testa e se la spinse sul suo pene.
Credo che quello sia stato in assoluto il cazzo più grosso che io abbia mai visto. Non solo era particolarmente lungo ma era ancora molto spesso. Feci per mettermelo in bocca come facevo con Francesco ma le dimensioni erano completamente diverse, con questo uomo dovevo aprire tutta la bocca e cercare di spingermelo il più dentro possibile perchè anche sforzandomi di più sicuramente non sarei riuscita a farlo sparire tutto nella mia bocca.
Il bello era che nessuno aveva chiesto niente, nessuno aveva detto una parola. Ci era bastato semplicemente guardarci e i nostri instinti ci avevano già detto cosa fare e cioè sesso, semplice ma appagante sesso.
Non ci misi molto a far diventare duro il pene di quell’uomo e appena fu pronto mi mise alla pecorina.
Non è una posizione che mi piace quella, ma appena si appoggiò col suo petto sopra la mia schiena e mi penetrò cambiai subito idea. Mi sentii completamente posseduta, le sue braccia mi tenevano i gomiti, le sue gambe sulle mie mi proibivano di muovermi e il suo grandioso cazzo stava iniziando ad aprirmi completamente al piacere che presto mi avrebbe generato.
Ricordo chiaramente che fu dolcissimo, forse sapendo delle sue dimensioni iniziò a spingere piano ma la presenza di quell’uomo così grosso sopra di me ormai mi aveva fatta bagnare talmente tanto che avrebbe anche potuto spingere subito al massimo che non avrei sentito dolore.
Facemmo sesso per poco tempo, evidentemente anche a lui quella situazione e perchè no, anche il mio corpo, eccitava parecchio e sicuramente non aveva intenzione di privarsi del piacere dell’orgasmo per prolungare di più quell’esperienza. Uscì da me talmente tanto poco tempo prima di eiaculare che sentì chiaramente uno schizzo di sperma caldo su una coscia.
Nessuno di noi due disse niente alla fine di quel veloce rapporto e credo che sia andata così anche per Francesco.
Quando dopo qualche minuto ritornai in me mi resi conto che anche lui aveva avuto un rapporto sessuale con quella donna ma non ne volle parlare così come io non gli parlai mai di quanto mi aveva fatto godere quell’uomo.
La coppia si rivestì velocemente e se ne andò via con altrettanta velocità.
Quando io e Francesco ci sentimmo di riprendere il cammino fecimo entrambi finta di niente, la mia storia con lui finì poi l’inverno successivo per altri motivi ma mi ricordo che anche quando ormai era chiaro che ci saremmo lasciati nessuno ritornò su quell’argomento.
Fu in ogni modo un’esperienza totalmente appagante, e sono sicura che lo fu anche per lui.

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