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La mia ex realizza il suo sogno

Quando eravamo insieme, io e Loredana, le ho sempre parlato di un desiderio nascosto. Un giorno, mentre passeggiavamo, ci capitò di vedere tre cani, uno dei quali femmina, gli altri maschi. Lei sorridendo, con un pò di malizia, mi disse: ‘chissà, adesso se la fanno in due. Chissà come devìessere?’.
Io rimasi sorpreso da quella affermazione. A sera, rimasti soli in intimità, le chiesi: ‘Ti eccita l’idea di farlo in tre?’. Lei mi rispose: ‘Un pò si, ma è più curiosità. Vorrei vedere come ci si sente alle prese con due cazzi tra le mani’.
Così io mi feci più audace: ‘e se organizzassi una serata?’. La sua risposta: ‘Bè, dovrebbe essere qualcuno di cui mi fido. Magari tuo cugino’.
Mio cugino era un bel ragazzo, che spesso, quando ci era capitato di uscire insieme, aveva fatto battute sul suo fisico e sul suo culo. Lei, 25 anni, mora, bel fisico, occhi azzurri, un culo da paura. La mangiavano con gli occhi ogni volta che uscivamo. Poi la storia finì. Così il desiderio rimase tale. Sino a quando non capitò di avere mio cugino a casa mia, ospite per vacanza. Una sera lui mi disse: ‘Mi vedrò con Loredana, ti spiace?’ Io gli risposi di no. Quando mio cugino mi disse che avevano invitato anche un suo amico, allora capii. Voleva fare quello di cui avevamo parlato.
La sera uscirono, ed io li seguii. All’inzio i miei sospetti sembravano infondati. Si recarono in un ristorante fuori città, cenarono tranquillamente. Lei aveva indossato una minigonna cortissima ed una camicetta, lasciando liberi parecchi bottoncini sulla scollatura. Non aveva mai osato tanto con me. Aveva degli stivali da paura. Era a dir poco arrapante. Dopo cena mio cugino la accompagnò a casa sua. Si fermarono. La serata era terminata, ed io avevo sbagliato. Ma accadde qualcosa. Lei nel salutarlo lo baciò sulla guancia, poi scese una gamba, si fermò, gli disse qualcosa. Ritornò in auto, chiuse la portiera e ripartirono. Cosa fosse accaduto non lo so dire, ma so che ripartirono. Li seguii senza farmi notare, a debita distanza. Poi li persi. Mi venne in mente un posto dove lei mi portava per fare l’amore, un posto chiuso, era la sua campagna, di cui lei aveva le chiavi. Così decidetti di andare a controllare. Arrivai. Il portone di ingresso era chiuso, ma affacciatomi all’interno ebbi la certezza. Dentro c’era l’auto di mio cugino,e loro erano nello stanzino che era nella campagna. Uno stanzino fatto di vetro, da cui si poteva vedere tutto. Mio cugino la prese per i capelli e la baciò infilandogli tutta la lingua nella bocca. Lei allargò le braccia come per lasciarsi andare. Il baciò durò degli interminabili minuti. Io mi stavo eccitando. Ci eravamo lasciati solo da due mesi, e lei era già diventata così troia.
Mio cugino, mentre la baciava tenendola per la testa, fece un cenno all’amico. Si avvicinò e cominciò a toccargli il culo. Le alzarono la gonna. Aveva un perizoma quasi inesistente. Era quello che gli avevo regalato io. Questo me lo fece diventare di pietra. Cominciai a segarmi.
Mio cugino cominciò a slacciargli la camicetta, sino a toglierla. Rimase in reggiseno, con la sua terza abbondante, quasi una quarta, che scivolò fuori quando l’amico di mio cugino cominciò a stringerle tra le mani. Le slacciarono il reggiseno, mio cugino le tolse la gonna. La prese per i capelli di nuovo e le abbassò la testa. Con l’altra mano si slacciò i pantaloni, li fece cadere, poi si levò le mutande e infilò il suo cazzo nella sua bocca. Loredana cominciò a succhiargleilo come non aveva mai fatto con me. Mi diceva che non le piaceva. Quella sera invece lo ingoiò tutto, dalla cappella alle palle.
L’amico, vedendola chinata a novanta gradi, le prese il perizoma, lei si liberò e disse: ‘Strappamelo’. Lui: ‘Sicuro?’. E lei: ‘Si, tanto è di quello stronzo del cugino’.
Glielo strappò violentemente e cominciò a leccargli la figa. Lei ansimava, con i suoi mugolii soffocati dal cazzo di mio cugino. Poi cominciarono a pomparla. Mio cugino la mise sul divano, le allargò le gambe, le leccò la figa e poi gli infilò il suo cazzo tutto dentro. La pompava con rabbia, e lei urlava godendo. Poi fu la votla dell’amico di mio cugino. Lui la mise a pecorina e la scopò come un animale in calore. Mio cugino le chiese: ‘Mai fatto una doppia?’. Lei non disse nulla, fece solo un sorriso. Allora l’amico si sedette sul divano, mio cugino fece posizionare Loredana sopra di lui, e quando fu pronta l’amico le infilò il cazzo nella figa. Lei volgeva le spalle a mio cugino, che era in piedi dietro di lei. Mio cugino prese in mano il suo cazzo e le puntò il culo. Glielo infilò di colpo. Lei emise un urlo incredibile. Poi cominciarono a scoparsela selvaggiamente, mentre lei, sotto i colpi dei due, gridava: ‘Si, si, si, così, così, daiiii, scopatemi, sono una zoccola, chiamatemi zoccola’. E loro cominciarono ad insultarla: ‘Loredana la puttana, sei proprio una troia, zoccola che non sei altro!’.
Se la trombarono in tutte le posizioni possibili. Mio cugino poi la prese da solo, la sbattè sul tavolino e cominciò a scoparsela sul tavolo. Poi la prese in braccio, e mentre lui la chiavava l’amico glielo mise nel culo. Poi presero i loro cazzi e glieli infilarono tutti e due nella figa. La ridussero uno straccio. Al momento di sborrare le vennero tutti e due addosso, con mio cugino che le fece aprire la bocca e le venne dentro, facendole ingoiare tutto. C’era un cane che abbaiava. Mio cugino chiese dov’era, e lei: ‘E’ il mio cane. Un pastore tedesco’. Mio cugino: ‘Maschio?’, e lei: ‘si’, e mio cugino ridendo: ‘Ecco perchè abbaia poverino, avrà sentito l’odore’. Prese Loredana per un braccio e le disse: ‘Dov’è, voglio vederlo’. Lei lo portò dal cane, e qui accade una cosa che mai mi sarei aspettato. Mio cugino la prese e le disse di mettersi a quattro zampe. Lei disse di no, poi mio cugino disse: ‘Dai voglio solo vedere che fa, se capisce. Senza far nulla. Poi ce ne andiamo, non preoccuparti’. Loredana: ‘Tu sei matto’, e si chinò a quattro zampe. Mio cugino tolse la catena al cane, che prima girò intorno a Loredana, poi le annusò la figa e cominciò a leccargliela. Lei voleva alzarsi, mio cugino le disse: ‘Ma ti piace?’, e lei: ‘No ma sei matto’. Poi rise, e mio cugino le disse: ‘se vuoi fattela leccare, quando hai finito andiamo via’. Lei rimase a quattro zampe. Poi il cane, di colpo, saltò addosso a Loredana, e lei: ‘Ragazzi, toglietemelo di dosso, non riesco a muovermi, sento una cosa bagnata, aiutatemi’. Mio cugino: ‘La cosa bagnata è il cazzo del cane, dovresti vederlo, è tutto fuori, ha una palla enorme’. Mio cugino sapeva che se il cane le avesse infilato il cazzo con quella palla non sarebbe stato più possibile staccarli sino a quando il cane non avesse finito. Non la aiutarono, e di colpo il cane infilò il cazzo nella figa di Loredana, compresa la palla. Loredana cominciò ad urlare e a godere: ‘Stronzi, aaaaah, maledetti, aaaaaah, siiiii, mamma mia, sto godendo, bastardi. aaaaaaah, madòòòòò, aaaaaaah’. Il cane se la stava sbattendo. Mio cugino uscì di nuovo il cazzo e glielo mise in bocca, sino a venire, poi fu la volta dell’amico, mentre il cane continuava. Poi le venne dentro, mio cugino le fece anche delle foto. Quando il cane gli tolse il cazzo dalla figa, la figa di Loredana colava come una fontana, poi non ce la fece più a trattenersi e Loredana pisciò per terra. ‘Scusate ragà, ma non trattenevo più’. Poi si rivestì e la riaccompagnarono a casa.
Il giorno dopo le scrissi un messaggio: ‘Ha detto mio cugino che vi siete fatti una pizza’, e lei: ‘Eravamo in tre. Le pizze erano tre’. Già, quelle di mio cugino, dell’amico e del cane.

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