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Incontri sugli scogli

Eravamo finalmente soli, in un bellissimo appartamento affacciato sul mare, con un meraviglioso terrazzo, dove Arianna poteva prendere il sole, nuda, lontana da occhi indiscreti, salvo che qualcuno non la osservasse con un binocolo, cosa che lei sperava, perché è notevolmente esibizionista, e si eccita al pensiero che qualcuno la osservi.
Andammo a fare il bagno sugli scogli, poco lontano da casa, in un luogo appartato, frequentato da gente come noi, che voleva prendere il sole integrale.
Trovammo uno scoglio piatto, dove potevamo sdraiarci insieme, ed essere visti solo da chi aveva lo stesso nostro gusto per il nudismo.
Per i primi due giorni non successe niente; le coppie come noi non parevano interessate a fare amicizia. Il terzo giorno, una ragazza sui trent’anni, mentre nuotava, si avvicinò al nostro scoglio e, poiché io ero in acqua e c’era spazio, si sdraiò accanto ad Arianna. Quando risalii, non se n’andò, ed Arianna si strinse un po’ a lei per farmi posto; non era proprio necessario, perché lo scoglio era grande abbastanza per tutti e tre, ma la ragazza era molto bella, ed Arianna evidentemente ne gradiva il contatto. Era una bionda naturale, con un folto cespuglio sul pube, seno abbondante e sodo; più alta di Arianna, ma altrettanto ben proporzionata; occhi azzurri e bocca grande ed invitante. Era tedesca, ma parlava un perfetto italiano, sia pure con un lieve accento. Lavorava a Roma per una compagnia aerea, ed aveva tre giorni di vacanza. Fra le due donne si stabilì subito una notevole intesa, e presero a conversare fittamente; io, per non disturbarle, mi tuffai e feci una lunga nuotata. Quando tornai, la ragazza, Irene, stava per andarsene, ed Arianna m’informò che l’aveva invitata per la cena a casa nostra. Tornati a casa, Arianna mi confessò che sperava in un’avventura erotica con Irene, ma non sapeva se questa avrebbe accettato la mia presenza. Io proposi un espediente: dopo cena avrei trovato una scusa e mi sarei allontanato un paio d’ore.
Irene arrivò puntuale ed aiutò Arianna ad apparecchiare la tavola; cena semplice, accompagnata da ottimo vino, che Irene gradì molto. Dopo la cena, accennai al desiderio di andare al bar per vedere una partita di calcio (non avevamo la televisione), e dissi che sarei stato via due ore o poco più. Non so nemmeno se una partita ci fosse veramente, ma la scusa mi parve buona, e nessuno avanzò obbiezioni. Andai al bar, poi feci una passeggiata; ero impaziente e guardavo continuamente l’orologio; immaginavo le due donne a letto, nude, che facevano l’amore. L’eccitazione era tale, che sentivo una potente erezione spingere contro i calzoni. Tornai a casa leggermente in anticipo, e le trovai in cucina che stavano preparando un caffè; erano perfettamente in ordine e sembrava che non fosse successo niente. Si comportavano con la massima disinvoltura e con grande confidenza. Consumammo il caffè in sala; le due donne sedevano sul divano ed io in una poltrona, di fronte a loro. Stavano molto vicine; parlavano guardandosi negli occhi, e le loro gambe nude si sfioravano;. Ad un tratto, Arianna posò, come per caso, una mano sulla coscia di Irene, e questa non si ritrasse, anzi mi parve che si avvicinasse ancor di più. S’era fatto tardi, ed Irene si alzò per andarsene; sulla porta si baciarono sulla bocca: un bacio profondo, da amanti; poi Irene posò due baci sulle mie guance, con indifferenza. Ero deluso, e chiesi ad Arianna come fosse andata la serata;
-è stata bellissima, disse; poi aggiunse,
-Irene è un’amante favolosa, mi ha fatta godere, come non mi succedeva da tanto tempo con una donna;
-avete parlato di coinvolgermi?,
-si, ma lei non vuole essere penetrata; accetta solo se tu ti limiti a guardare o, al massimo, a leccarla; poi però, alle mie obiezioni, quando ho detto che tu sai essere molto dolce, ha aggiunto che, nella foga della passione, tutto può succedere. Tornerà domani sera.
Ero al settimo cielo; quella sera facemmo l’amore con una foga che stupì Arianna, tanto che, dopo, lei mi chiese se fosse merito di Irene; io ammisi che mi piaceva moltissimo e che la desideravo.
Il giorno dopo, ritrovammo Irene sul nostro scoglio; ci stava attendendo, e ci accolse con calore; baciò Arianna sulla bocca, come la sera prima, poi baciò anche me, e non fu un bacio indifferente come la sera prima. Il fatto mi parve di buon auspicio e divenni brillante, come sempre quando sono in compagnia di qualcuno che mi piace in modo particolare. Durante il tempo che rimanemmo sullo scoglio, o in acqua, ci furono parecchie occasioni per toccamenti, che si fecero via via sempre più intimi, anche se non arrivarono mai ad essere esplicitamente erotici. Ora mi sembrava molto più disinvolta, anche con me; ci scambiammo delle confidenze, e lei confessò d’essere bisex, ma che negli ultimi tempi aveva solo avuto rapporti con donne, perché era stata molto delusa dagli uomini che aveva frequentato. Le piaceva dominare le persone con le quali faceva sesso, e le piaceva molto Arianna perché la trovava molto docile; Arianna disse che anche noi eravamo bisex, e che anch’io ero docile; Irene si limitò a dire:
– Vedremo -.
Poi ci separammo e tornammo a casa.
Quella sera ero eccitatissimo, sembrava che Irene non arrivasse mai; Arianna era indaffarata con la cena e sembrava tranquilla; mi avvicinai a lei mentre stava ai fornelli; da dietro la baciai sul collo e lei si voltò per porgermi le labbra; ci abbracciammo e, nell’accarezzarla, mi accorsi che, sotto il vestito leggero, era completamente nuda.
– Sei eccitata anche tu?- le chiesi
– Da morire, non vedo l’ora che arrivi; è una donna deliziosa.
– Credi che potrò partecipare anch’io?
– Penso di si
In quel momento il campanello della porta ci avvertì che Irene era arrivata. Andai ad aprire e rimasi senza fiato: era uno schianto! L’abito corto e leggero lasciava indovinare le forme generose e morbide; ci abbracciammo e lei si lasciò baciare sulla bocca; un bacio dolcissimo; la sua bocca grande e morbida assorbiva la mia lingua e sembrava volerla inghiottire; le accarezzai il sedere e mi accorsi che anche lei era nuda sotto il vestito. Forse si erano accordate; seppi poi che era proprio così.
Raggiungemmo Arianna che stava terminando di apparecchiare, e che accolse Irene con il suo miglior sorriso malizioso; si baciarono appassionatamente e si tennero strette per un bel po’; sembrava che volessero fare l’amore lì, sulla tavola apparecchiata. Intervenni e, ridendo, si staccarono.
Ottima cena, leggera ma saporita; per festeggiare avevo messo in ghiaccio una bottiglia di ottimo spumante, che bevemmo come aperitivo e durante la cena. Per il dopo cena avevo preparato dei cocktail tropicali piuttosto robusti: volevo riscaldare l’atmosfera, ma non ce n’era bisogno. Le due donne cominciarono subito ad abbracciarsi ed a baciarsi; le mani correvano su quei corpi morbidi, s’insinuavano sotto i vestiti, scoprendo tutte le loro intimità. Io ero in uno stato pietoso: mi sentivo escluso e temevo che mi sarei dovuto accontentare di osservarle e di masturbarmi. Non fu così. Ad un certo punto Irene c’invitò ad andare in camera, sul letto, e mi prese per mano. Appena in camera incominciò a spogliarmi; mi tolse la camicia, poi mi slacciò i calzoni e me li tolse, infine mi tolse anche le mutande, liberando un’enorme erezione che lei baciò lievemente. Durante quell’operazione, Arianna era rimasta a guardare e si era liberata del vestito; a mia volta spogliai Irene e ci sdraiammo tutti sul letto. Irene, fra me ed Arianna, cominciò a baciare mia moglie sulla bocca, poi a leccarle il seno; le stuzzicava i capezzoli e glieli mordicchiava, facendola gemere di piacere; infine si rivolse a me:
-leccami dietro; disse
io non aspettavo altro; mi girai con i piedi sul cuscino, ed affondai il viso fra quei meravigliosi glutei; trovai il forellino e lo leccai, cercando di far penetrare la lingua. Irene evidentemente gradì l’omaggio, perché sporse il culo per facilitarmi la leccata. Intanto sentivo gemere Arianna e, anche se non potevo vedere quello che Irene le stava facendo, sapevo che stava per esplodere, sotto i baci e le carezze sapienti di quella donna stupenda. Sapevo anche che Arianna non si fermava al primo orgasmo, ma che continuava a godere, urlando, per molto tempo. Improvvisamente Irene si rivolse a me e mi ordinò di sdraiarmi supino: obbedii. Lei mi venne sopra, e mise il suo sesso sulla mia bocca voltandomi la schiena, poi invitò Arianna ad impalarsi sul mio sesso, che adesso mi faceva quasi male, tanto era duro; Arianna non chiedeva di meglio: prese il cazzo con una mano e se lo infilò nella figa, cominciando subito a gemere di piacere. Mentre loro si baciavano e si toccavano, io leccavo con foga quella figa fradicia; di tanto in tanto, Irene si spostava, per farsi leccare il forellino posteriore, poi mi dava di nuovo la figa, che ora era fradicia, non solo della mia saliva. Ad un tratto sentii del liquido caldo e salato: stava pisciandomi in bocca; bevvi tutto con avidità; la cosa mi piaceva tanto, che improvvisamente ebbi un orgasmo che non potei frenare, e venni nella figa di Arianna. Stavamo godendo tutti come pazzi. Ora le donne si erano liberate di me e si rotolavano, avvinghiate, ebbre di piacere come baccanti.
Purtroppo era l’ultima sera per Irene; ci lasciammo con la promessa di rivederci, anche se sapevamo benissimo che sarebbe stato difficile. Infatti, non l’abbiamo più incontrata.

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