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Ricerca con i compagni di classe

La storia che sto per raccontare risale a quando avevo l’età di 14 anni e frequentavo ancora le scuole medie.
Un giorno capitò che io insieme a Marco e Davide, due miei compagni di classe, decidemmo di trovarci tutti e tre a casa mia perché avremmo dovuto preparare una ricerca di scienze per la settimana successiva. Dopo un bel pranzetto ci sistemammo in camera mia e iniziammo a cercare su internet del materiale per la ricerca, tutto andava normalmente quando si aprì una pagina in cui c’erano immagini di ragazze e ragazzi nudi che facevano sesso. A quell’età le nostre conoscenze in materia non erano molte e quindi non provammo ribrezzo a vedere una foto in cui erano rappresentati due uomini che si stavano “divertendo”; diciamo che per noi la distinzione tra etero e omo non esisteva, o comunque non era marcata e ben definita come in un adulto. Fu Marco a proporre di fare una pausa e dedicarci invece a una bella sega aiutandoci con le foto della pagina di internet. Io e Davide accettammo volentieri e in pochi secondi tutti e tre eravamo rimasti solo in maglietta. Così tutti nudi uno davanti all’altro potei notare che il cazzo mio e di Marco era di buone dimensioni mentre quello di Davide era nettamente più piccolo, nonostante ciò nessuno fece delle considerazioni sulle dimensioni. Iniziammo l’usuale movimento della mano e dopo circa 5 minuti fui io a proporre un gioco nuovo prendendo ispirazione da una delle foto su internet; rivolgendomi agli altri due dissi:”perché non proviamo a masturbarci reciprocamente? magari è più bello”. Si vede che gli altri ci avevano già pensato perché annuirono immediatamente. Marco allungò la mano e prese in mano il mio, io presi il cazzetto di Davide e Davide quello di Marco. Era diverente tenere in mano il cazzo di un altro personalmente mi divertivo a variare l’intensità del movimento provocando in Davide dei gemiti quando aumentavo la velocità. A un certo punto Marco si avvicinò al mio orecchio e mi disse:”Cosa ne pensi se proviamo a farcelo prendere in bocca da Davide tanto lui è considerato lo sfigato della classe e potremmo proporgli che lo terremo più in considerazione se accetterà”, io non vedevo l’ora e riferii a Davide la nostra idea e che comunque magari dopo avremmo ricambiato il favore. Davide disse che avrebbe fato proprio di tutto per ottenere maggiore considerazione, ma che a questo proprio non sarebbe arrivato. Io pensai che se non l’avesse fatto volontariamente, lo avremmo costretto con la forza. Gli dissi nuovamente che poi noi avremmo fatto lo stesso con lui, ma si rifiutò nuovamente a quel punto, senza che lui sospettasse di niente tirai una manata molto forte alle parti intime di Davide e lui cadde immediatamente a terra dolorante; corsi nello sgabuzzino e presi una corda abbastanza resistente, tornai in camera e con l’aiuto di Marco che aveva capito le mie intenzioni legammo Davide per bene in modo che non riuscisse a muoversi. Guardandoci ci chiese quali fossero le nostre intenzioni e gli dicemmo che siccome non aveva voluto fare quello che gli avevamo detto ora sarebbe stato punito. Incominciai a dare dei forti ceffoni sul culo di Davide finché non divenne di un colore violaceo, dopo di che lo rigirai a pancia in su e, preso un pezzo di corda, gli legai stretti i coglioni che in poco tempo divennero di un colore simile a quello del suo culo. Gli dissi che per le successive 2 ore nessuno sarebbe venuto a casa e che per tutto quel tempo sarebbe stato oggetto di qualsiasi fantasia ci fosse venuta in mente. Andai di là e presi un cottonfiock, due zucchine di diversa misura, la spazzola di mia madre, quella con il manico grosso e cilindrico, la lacca in spray, dell’olio e 4 guanti. Quando tornai in camera bloccai Davide in modo che non potesse togliersi dalla posizione a pecora e versai sul culo di Davide dell’olio avvertendolo che presto molte cose avrebbero fatto visita al suo culetto. Dopo aver messo un guanto incominciai a massaggiare il suo buchino e pian piano feci scivolare un dito dentro, dal canto suo Marco prese un guanto e, dopo esserselo messo, cominciò a giocare con il cazzetto di Davide piegandolo e torcendolo all’inverosimile. Su mio consiglio prese il cotonfiock e dopo averlo bagnato nell’olio cominciò a forzare l’entrata del buco sul glande é li che Davide iniziò a piangere per il fastidio e anche per il dolore perché le mie dita nel suo culo erano passate da una a due e da due a tre. Gli ripetemmo di non lagnare troppo perché quello era solo l’inizio. Tolsi di colpo le mie dita dal suo culo così che ebbi la possibilità di vedere il suo buchetto già bello allargato. Presi una zucchina e la spinsi dentro con grande facilità, così presi anche l’altra e iniziai a forzare il buchetto perché entrasse. Non curante delle urla di Davide piantai entrambe le zucchine nel suo culo incominciando a stantuffarlo. Dopo 5 minuti le tirai fuori e questa volta presi il manico della spazzola e lo puntai sul buchetto tutto rosso. Era veramente grande il diametro del manico, ma, con l’aiuto di Marco, lo spingemmo nel culetto del povero Davide. Marco mi chiese se avesse potuto provare lui a stantuffarlo e io gli cedetti volentieri il posto. Iniziò a muovere molto velocemente il manico avanti e indietro facendo sobbalzare il culo di Davide che urlava incessantemente. Dopo altri 5 o 6 minuti provammo a togliere il manico per passare alla confezione di lacca spray, ma la spazzola era stata come risucchiata e non ne voleva sapere di uscire. Marco mi chiese di aiutarlo e dopo aver preso entrambi la spazzola con entrambe le mani, dopo aver contato fino a tre tirammo con molta forza e la spazzola uscì. Dopo che la spazzola fu fuori notammo sul manico dei rigagnoli di sangue e capimmo di avergli rotto il culo. Mancava ancora l’ultimo passo; oliammo per bene il suo buchino e la lacca spray e, ancora con uno sforzo combinato, spingemmo, ma non ne voleva proprio sapere di entrare. Mi venne in mente un altra posizione per Davide e così lo feci mettere seduto con la punta del flacone cilindrico che puntava sul suo culetto e gli ordinai di autoimpalarsi. Anche in questa posizione però non voleva proprio saperne di entrare, così io letteralmente mi appesi a lui e con un supplemento di 50 kg il suo culo non poté che cedere. Lo rigirammo a pecora e lo stantuffammo per un po’ di tempo. Dopo un po’ estraemmo anche questo dal culo che ora ci appariva estremamente arrossato e chiaramente sfondato. Marco disse scherzando “Davide il tuo culo è una voragine, potrebbe passarci anche la mia mano”. Quello che lui disse per scherzo io pensai subito di attuarlo anche perché il suo buco era davvero molto molto aperto e non avremmo fatto fatica a far entrare la mano anche se in realtà era l’oggetto più grosso che avevamo provato a far entrare. Marco mi lasciò il posto davanti al culo di Davide e io incomincia a oliarmi per bene tutta la mano fino al polso. Ordinai a Marco di slegare il cazzetto di Davide e di masturbarlo un po’ in modo che il dolore che avrebbe provato sarebbe stato attenuato dal piacere della masturbazione. Mentre Marco iniziava a spipparlo io spinsi tre dita nel suo culetto, cosa che mi risultò molto facile a differenza di quando avevamo iniziato. Introdussi anche un quarto dito e qui vidi che il buchetto iniziava ad apparire abbastanza tirato. Il quarto dito entrò comunque senza troppe difficoltà. A questo punto iniziai a far entrare anche il pollice e fu qui che iniziarono le urla di Davide nonostante Marco lo stesse continuando a masturbare. Spinsi con molta forza e anche il pollice fu risucchiato, mancava solo di far passare le nocche poi sarei arrivato con facilità fino al polso. Versai ancora dell’olio sul suo culo e sulla mia mano mezza dentro e incominciai a spingere, ma non ne voleva sapere di entrare. Spinsi anche con l’altro braccio e tutto d’un tratto il suo ano cedette e la mano entrò fino al polso. Grido come se gli avessero sparato e dopo poco svenne. Io non mi fermai anche perché avevo sospettato che sarebbe potuto accadere. Continuai incurante a stantuffarlo perché questo mi provocava un grande divertimento. Quando mi fui stancato lo estrassi e lo spettacolo che mi apparse agli occhi fu devastante. Un buco sfondato all’inverosimile, molto arrossato e con chiari tagli da cui usciva del sangue. Lo slegammo, lo ripulimmo e gli disinfettammo il buchino. Dopo un oretta riprese conoscenza e disse che il culo gli doleva moltissimo. Noi gli rispondemmo che se l’era meritato, che se avesse subito obbedito alle nostre richieste non sarebbe successo nulla di tutto ciò, aggiungemmo inoltre che da oggi in avanti sarebbe stato oggetto delle nostre perversioni e che se non avesse voluto più provare sofferenza estrema avrebbe dovuto ubbidire ai nostri ordini all’istante. Sottomesso accetto senza dire altre parole. Finimmo la ricerca e dopo poco le madri di Marco e Davide arrivarono. Le storie con Marco e Davide non finirono ovviamente qui, ma questa è un’altra storia.

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