La mia professoressa di inglese è una gran bella donna ha 32 anni, non molto alta, un metro e sessantacinque, in compenso però ha un gran bel viso e un fisico invidiabile. I suoi capelli sono neri e li porta fino alla spalla. Nelle mie fantasie spesso ho immaginato di sfondarle quel suo meraviglioso culo. Il suo fisico è molto sexy e mi ha sempre fatto impazzire, le sue tette sono sode e tonde e il suo sedere è bello grosso e con i fianchi larghi le rotondità dei glutei vengono maggiormente risaltate rendendo il suo culo stupendo.
Questa professoressa mi aveva sempre ispirato sesso, ero attratto da lei, dalle sue rotondità perfette, ma anche dal suo viso da classica porca vogliosa di cazzo. Ma la cosa che mi eccitava di più era quella di poter essere il suo schiavetto, leccare i suoi piedi, insomma eseguire ogni suo ordine. Nella realtà mi spinse ben oltre ai miei sogni…
In classe quando andava a scrivere alla lavagna dandoci le spalle, io fissavo il suo meraviglioso fondoschiena e mi eccitavo a tal punto tanto da dover dar sfogo alle mie voglie in bagno con una meravigliosa sega. Un giorno all’uscita eravamo rimasti solo io e lei in classe e lei dissi timidamente che era una bella donna e che mi sarebbe piaciuto poter baciare i suoi favolosi piedi in segno di sottomissione e adorazione in onore della sua bellezza. Mentre le parlavo il mio cazzo divenne durissimo, questo non passo inosservato alla professoressa la quale mi disse:
“Vedo che ti piaccio proprio tanto, grazie per i complimenti e adesso stronzetto mettiti sotto la cattedra e leccami per bene i piedi con la tua lurida lingua”, io iniziai a baciarli le scarpe e la professoressa aggiunse con aria da super porca:
“Avanti, leccameli, ma fai in fretta verme!”
Che eccitazione, le sfilai le scarpe e le leccai anche quelle, leccai e annusai le sue calze, le tolsi le calze ed iniziai a baciare i suoi meravigliosi piedi, le leccavo la pianta del piede, il dorso, le unghie, ciucciavo e succhiavo le dita dei suoi dolci piedini, le pulivo con la lingua anche quel poco di sporco che c’era in mezza alle dita.
A lei piaceva molto questo trattamento, sentiva la mia lingua sui suoi dolci piedi. Mi incitava sempre di più a leccarla ed io obbedivo. Dopo circa 20 minuti con tono soddisfatto e duro mi disse:
“Da oggi se il mio leccapiedi, quando vorrò me li leccherai senza fiatare altrimenti ti sputtano davanti ai tuoi amici e anche davanti ai tuoi genitori”, io sottomesso le risposi:
“Si professoressa, da oggi quando vuole può chiamarmi, sarò il suo servetto”, la professoressa con aria molto distaccata mi disse:
“Adesso sparisci”.
Qualche giorno dopo al termine della lezione, durante l’uscita da scuola la professoressa mi fece salire in macchina con lei e mi portò a casa sua. Arrivati, entrammo, eravamo soli poiché il marito era a lavoro. Appena entrati mi disse:
“Sdraiati per terra ai piedi del divano!”.
Io esegui il suo ordine e mi sdraiai dove mi aveva detto lei. Arrivò e si mise seduta sul divano e nel frattempo accese la tv. Mentre guardava la tv mi posò i suoi meravigliosi piedi sul viso e con il suo tono autoritario mi disse:
“Forza, leccami i piedi stronzo, tu non vali un cazzo puoi servirmi solo come zerbino”, iniziai a leccarle i piedi. Ero contento di essere umiliato e sottomesso dalla mia professoressa, leccavo con cura i suoi meravigliosi piedi e lei era molto soddisfatta, finito di leccarle i piedi mi diede un calcio nel culo e mi buttò fuori di casa dicendo che mi avrebbe atteso il giorno seguente alle 18. Il giorno dopo all’ora da lei indicata mi presentai a casa sua, entrai e la trovai in comapgnia del marito. La professoressa mi apparve in tutta la sua bellezza, era vestita in maniera molto sexy, portava dei tacchi a spillo da troia, una camicetta dal quale si potevano notare le sue belle poppe, e dei jeans stretti che mettevano in mostra il suo spettacolare culo. Entrato mi presenta al marito dicendo:
“Sai caro, questo è il leccapiedi di cui ti avevo parlato, li pulisce proprio bene i piedi questo schiavetto e adesso sdraiati per terra”, io mi sdraio e lei mi mette il suo piede sul viso e mi ordina di leccarle la suola, io obbedisco ed inizio a leccarle la suola. La suola è molto sporca, ma la lecco con passione perché è della mia DEA. La professoressa dopo che le ho leccato la suola dal piede destro, mi ordina di fare lo stesso con l’altra. Così mentre io le lecco la suola lei si bacia con il marito. Mentre si bacia mi dice di aprire la bocca ed ecco che mi ci infila il tacco, sto soffocando, ma alla mia dea non importa nulla tanto che continua a baciare con il suo uomo. La sera io preparo la cena e mentre loro mangiano io lecco i piedi della professoressa, la quale nel frattempo dice:
“È molto bello mangiare e sentire la lingua di una merda sui miei piedini, ahhhhhh ahhhhh, non vali niente”.
Finito di mangiare se ne vanno a letto, la professoressa si spoglia seguita dal marito, si tuffano sul letto ed iniziano a baciarsi. La professoressa si mette a pecora e il marito inizia a trapanarla, gode moltissimo e durante la loro scopata, la mia professoressa mi ordina di leccarle i piedi. Così mentre loro fanno del sesso sfrenato io le lecco i piedi succhiandole devotamente le dita dei piedi. Lei gode moltissimo urlando:
“Siiiiii, siiiii, ssiiiiiiii gooooodoooo ammooooreeeeeee, siiiiiiiiiisiiiisiiiii ahhh ahhh ahhhhh sfondamiiiii amore, aprimi sii siiii sii daii e tu schaiavetto leccaami per bene i piedi e guarda come mi apre la fica, siiiiiiiiii siiiiiii daiiii”, durante la loro scopata mi mandano più volte a preparare qualcosa da mangiare e da bere per fargli integrare le calorie perse. Durante le loro pause, il marito mi dice:
“Perché non ci lecchi per bene i piedi adesso che ci stiamo riposando”, io non me lo faccio ripetere due volte e così mentre loro fanno uno spuntino io lecco ad entrambi i piedi. Poi è uno scambio di battute sul mio conto tra la professoressa e suo marito. Il marito:
“Che bravo cagnolino, guarda come ci lecca i piedi”
La professoressa:
“Si è vero, non vale un cazzo un ragazzo che bacia i piedi della sua proffessoressa e del amrito è proprio uno stronzo”.
Il marito:
“Bravo leccaci bene i piedi, soprattutto quelli della tua padrona che hanno bisogno di cure”.
La professoressa:
“Si da oggi è il mio zerbino, perché che altro può fare uno così”.
Dopo aver spizzicato la professoressa, dopo aver presso alla grande il cazzo a pecora, scatenata zompa sul cazzo del marito e se lo infila nella sua fregna da troia. Fanno sesso in tutte le posizioni a pecora, da seduti, in piedi, in braccio e per ultimo la professoressa si mette sul cazzone dritto del marito e se lo infila tra le chiappe, uralndo e gemendo di piacere si fa sfondare il buco del culo e quando sta per venire mi dice:
“Guarda stronzo come mi spacca, siiiiiiii vengooooooooooo ahhhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhhhhhhhh siiiiiiiii”, ed ecco che viene sul pisellone ancora dritto del marito. Ma la professoressa ancora vogliosa si mette nella fica il cazzone e si fa sborrare dentro tra le grida di piacere di entrambi. Finita la loro meravigliosa scopata la professoressa mi ordina di ripulire per bene il cazzo e il marito mi ordina di leccare e far tornare splendida la fica della moglie. Io eseguo prima mi metto il cazzone della professoressa nella bocca e glie lo lecco, mentre spompino il cazzo del marito, loro si guardano e ridono schernendomi, poi è il turno della passerina della professoressa che lecco tra le loro risa continue e ogni tanto aggiungono delle battute molto pesanti sul mio conto del tipo:
“Sei una merda, leccami la passera”, oppure:
“È bella la fichetta calda di mia moglie è? leccale per bene!”.
Finito di pulire i loro genitali mi dicono che me ne posso anche andare. Pochi giorni dopo la professoressa con una sua collega mi trattengono all’ora di uscita e rimanendo soli in un aula della scuola mi fanno leccare i loro piedi, lecco e succhio i loro piedi e loro parlano dei loro fatti come se io non ci fossi. Poi mi ordinano di segarmi, io umiliato obbedisco e quando sto pe venire la mia professoressa prende il mio cazzo, si toglie le scarpe e indirizza il mio pisellino sui suoi piedini da fata,così le vengo sui piedi. Senza farmelo dire, da vero sottomesso, inizio a leccare la mia sborra dai piedi della mia DEA, la quale ridendo dice:
“Lecca la tua sborra dai miei piedi che puoi servirmi solo per questo visto che sei uno sfigato”.