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La rivincita del dominato

Un giorno ero con Margherita e un’altra compagna, Giulia, a fare un lavoro di gruppo per la prof.
Margherita, che da quel giorno in palestra, era diventata la mia Padrona mi ordinò di leccarle i piedi. Io stavo per farlo, ma non so perché quel giorno non obbedii. Chiusi la porta a chiave me la misi in tasca, presi di forza Margherita e le legai le mani. Dopo di che la presi la misi in ginocchio e, tenendola per i capelli, mi feci fare un bel pompino. Fu molto difficile poiché non voleva cedere, ma alla fine cedette. Io godevo come un matto. A quel punto presi anche Giulia, la quale si era messa in un angolo terrorizzata. Giulia non aveva mai fatto sesso, la presi, le legai le mani e misi anche lei a leccare. Si mise a piangere, ma devo dire che mi fece un Bocchino con i fiocchi, era molto delicata con la lingua. Andò così avanti per qualche minuto. Ora erano loro le schiave, le presi e le misi appoggiate al tavolo con la schiena verso il soffitto e il sedere scoperto verso di me. Che bei culi che avevano, giovani, sodi. Poi dissi loro:”Siete state bambine cattive, ma ora riceverete ciò che meritate!”. Presi la riga da disegno e iniziai a bacchettarla sui loro sederi. Gia prima che iniziassi Giulia iniziò a implorarmi di risparmiarla, ma la situazione era troppo bella per lasciarla andare. Le bacchettai fortissimo e loro urlavano come matte. Al piano di sotto non c’era nessuno che poteva sentirle. Avevano il culo viola, ma gliene volli dare ancora una trentina per uno. Dissi loro di contare. “Uno, Due, Tre…Trenta”.
Piangevano a dirotto e anche la mia padrona si era lasciata andare e mi supplicava. Che soddisfazione…
Le feci mettere al muro per 5 minuti per riflettere e imparare meglio la loro lezione, ovviamente non potevano massaggiarsi il sedere, erano in punizione. A quel punto gli dissi che le avrei sculacciate ancora. Mi pregarono piangendo di non farlo, ma lo feci ugualmente.
Le sculacciai, prima Giulia, poi Margherita. A quel punto presi Giulia dopo averla sbattuta al muro iniziai a incularla. Soffriva vistosamente, ma non mi fermai!
Feci questo anche con Margherita che cercava di liberarsi in tutti i modi. A quel punto non sapevo più cosa fare. Quindi decisi che mi sarei fatto fare un bel pompino da entrambe e quella che mi sarebbe piaciuta di meno sarebbe stata sculacciata e torturata, l’altra l’avrei lasciata andare. Fu bello vedere come si davano da fare con la lingua, erano scatenate. Alla fine mi piacque più margherita, che aveva ovviamente dalla sua l’esperienza, e la lasciai andare. A Giulia spettava la punizione. Piangeva. Piangeva. Presi la bacchetta, la feci roteare nell’aria per un po’, tanto per incuterle timore, la misi ginocchia a terra con il viso verso me e le frustai il seno. A quel punto mi venne un’idea brillante, le legai le braccia ad una specie di spalliera molto alta lasciandola quasi in punta di piedi. Siccome eravamo nel laboratorio di fisica presi le due mollette per dare la scossa e gliele attaccai sui capezzoli, mi pregò in tutti i modi di non farlo, di toglierglieli, ma ovviamente non la stetti a sentire. Iniziai a darle la scossa, che bel giochino. Ogni volta si contorceva ed emanava un urletto. Era bellissimo vederla in quello stato. Lo feci per un bel pezzo aumentando sempre più la potenza. Infine me la inculai di brutto un’altra volta e la lasciai andare.
Lei era sicuramente quella che aveva sofferto di più. Mi ero divertito, ma ora dovevo stare attento alla loro vendetta…

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