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S.Valentino

San Valentino stava trascorrendo, come un giorno qualsiasi.
Anzi no, inutile nasconderlo, è un giorno di merda. Di merda, per chì lo passa da solo, come me, Il mio trenquattresimo San Valentino a spararmi seghe sborrando sul poster della pornostar di turno su “Playboy”. Già. Le ho sborrate tutte, ”miss gennaio 89”, ”febbario 92”, ”maggio 95”, ”ottobre 2000” e chissà quante altre…
Gli anni migliori passati a menarmelo di brutto…quanta solitudine, quanta rabbia in quelle mani chiuse ad impugnarmi l’arnese e a sbatterlo con colpi decisi, strattoni, gli occhi sbarrati, le labbra prese tra la morsa dei denti e la smorfia di dolore, di piacere, colpi continui, decisi, forse crudeli, fino a sentirmi salire lo sperma, salire veloce ed accumularsi alla cima della cappella chiusa da due dita per aumentarne la potenza, fino al momento di liberare il mio liquido che schizza fuori come champagne a cui viene tolto il tappo dopo essere stato agitato a lungo, ed il getto caldo che inonda la carta lucida e patinata delle riviste porno. E restare alcuni minuti a riposare, col pene sfiaccato e dolorante e le imprecazioni, contro il mondo intero.

E così anche oggi. Ho un tale giramento di coglioni che vorrei girare per strada e vedere tutti litigare. Resto in casa, c’è qualcosa, un presentimento che mi dice che oggi sarà diverso, ho voglia di stravolgermi, di fare una pazzia.
Come accade spesso, la sera invito tre quattro amici per un dvd porno, una pizza ed una “fumata”.
Ma stasera, naturalmente, sono occupati…
Solo uno è libero, sfigato come me.
Ci penso e ci ripenso, l’idea mi eccita, mi piace, e poi, soprattutto, voglio farlo perché, è la sera giusta, di quelle sere che vuoi fare cazzate.
Ci chiudiamo in camera, pizza e solite chiacchere spettettegolando sul gruppo: “cazzo, hai visto oggi che spacco la Sonia!”.
“E la Carla? che troia! Secondo me il marito lo sa e ci gode. Anzi, li filma pure poi si masturba guardando la moglie farsi inculare da Bruno e col bastone di Sergio in bocca, mmm…”.
Sono i nostri soliti discorsi, ma questa sera è speciale, li faccio apposta, voglio ‘prepararlo’, stimolarlo, farlo eccitare. Io sono pronto, ho i coglioni gonfi di rabbia…e di sborra pronta ad esplodere.
”È il momento”.

Il film scorre su una ucraina biondissima, occhi di ghiaccio, seni sodi, gambe lunghe, liscie, corpo statuario, fica rasata, troppo perfetta, spompina la perna di un negro, un bastone lungo venti, venticinque centimetri…
Allora agisco, mi infilo la mano nei jeans, tiro fuori il cazzo e me lo meno con dolcezza e calma. Alternando i ritmi.
Lui è a pochi centimetri, guarda sbalordito, sbalordito ed eccitato.
Siamo entrambi depressi, frustrati, è il momento giusto. Io lo guardo mentre continuo a menarni un affare che ha prende sempre più coraggio, forza, vigore, lo meno facendolo penzolare a destra e sinistra.
Con la voce flebile e ansimante di chi è in piena estasi, gli sussurro: “Dai, anche tu, dai, che cazzo ti frega, siamo soli…”

Il mio cazzo continua ad irrigidirsi e i miei poderosi colpi lo fanno oscillare come una grossa canna sbattuta dal vento,
L’amico lo guarda, leggo di tutto nei suoi occhi: stupore, paura, ma anche eccitazione, io sono deciso a tutto, non torno indietro: “O la va o la spacca…”.
Mentre con una mano continuo a pompare l’uccello, prendo dei respiri più profondi, e continuo ad ansimare per fargli capire che sono supereccitato; con l’altra mano mi avvicino a lui, la faccio lentamente camminare fino alla sua cinghia, ed inizio a slacciarla, poi, uno alla volta, con fare da ‘gentildonna’, prendo a sbottonare. Appena si aprono fuoriesce il tessuto degli slip, un gonfiore li spinge all’esterno dei pantaloni…cazzo! Anche lui è eccitatissimo!!! Lo vuole!
Ormai e fatta! Ora viene il bello! Lui pensava ad una semplice sega tra compagni (chi non l’ha fatto, ai tempi dell’adolescenza), no cazzo, troppo facile così, troppo banale e troppo, innocente. Io voglio di piu.

E così, con lentezza, mi lascio scivolare giù dal divano. Sono in ginocchio davanti a lui, mi avvicino e mi sistemo tra le sue gambe, aperte.
Questa serie di movimenti l’ho fatti senza smettere di masturbarmi, ora con dolcezza infilo le dita nei suoi slip. Vi entro, esploro, incontro della peluria, ci gioco un po’ , l’accarezzo.
Scendo. Il suo cazzo è durissimo, rigido. Lo afferro, lo tiro fuori. È un bel pene, non dotatissimo, ma ben scolpito, con una vena che lo percorre disegnando una traccia ramificata…
È il mio momento. Mi avvicino, godo, lo annuso, mi eccita (il cuore mi batte a mille), me lo passo sul volto, lo voglio sentire, me lo passo sotto gli occhi, sul naso. È sudato, pulsa, emana uno strano odore, un odore incredibile, irresistibile.
Lo bacio, lo riempio di baci, dolci, soffici, teneri. La mia lingua lo ‘perquisisce’, da un punto all’altro.
Poi, finalmente, apro la bocca, e me lo infilo, dentro.
Lui gode. Lo sento. Godo anch’io.
Mi sento una regina. Ora capisco ”l’onnipotenza” che provano le donne quando dominano (se ci sanno fare) i loro uomini attraverso i pompini, Adoro fare pompini, è un’arte, prima d’ora non l’avevo mai fatti, eppure l’ho sempre sognato…
Continuo a pompinare. Vado su, giu. a intervalli mi fermo, raccolgo saliva che poi faccio colare dalla bocca sulla sua cappella sul buchino. Poi mentre gli cola giù lungo il cazzo, la inseguo con la lingua fino a raggiungerla e spalmargliela. E quando il ‘giochino’ non riesce bene, allora interviene la mano a raccogliere la saliva dispersa e con un massaggio la stende dappertutto. Mi eccita e da i brividi l’idea che la mia saliva sia sparsa dappertutto. Sul suo cazzo, sui suoi coglioni, sulla sua peluria…
Durante tutto questo ‘gioco’, io intanto continuo a segarmi con la destra, ed anche il mio è duro e dritto come un bastone.
Mi re-infilo il suo cazzo in bocca, stavolta deciso all’assalto finale. Prendo il ritmo, prima lento, delicato, poi, come il salire di una sinfonia, sempre più deciso, crescente, su e giù, avanti e indietro. I suoi gemiti diventano sempre più forti, languidi. Io pompo, pompo, pompo, sìììì! Voglio pompare lo voglio!!!! voglio tutto il suo cazzo dentro!!! vorrei avere una figa!!! voglio provare il piacere si sentirmi penetrato! voglio sentire la sborra che esplode e si libera dentro di me!!!!
Pompo e serro le labbra, voglio farmi sborrare dentro, sborrare in bocca e godere di ogni sua goccia, Mi piace il sapore dello sperma. Finora ho sempre e solo provato il mio. Ora voglio il suo, voglio quello di tutti.
Sento che arriva, lui mi avverte con un gemito più lungo dei precedenti, quasi un sospiro liberatorio. Io mi preparo. Arriva a ondate, prima un getto leggero, poi uno più denso, a quel punto capisco che non devo smettere perché è il momento in cui può liberarsi la sborrata più importante, affretto la pompata e stringendo le labbra e le guancie aspiro e succhio come se avessi in bocca una canna. Mmm, e che canna! La succhiata funziona, un’enorme sborrata mi invade la bocca. È meravigliosa, calda, con quel caratteristico denso, cremoso.
La vogliio tutta, la assaporo, la gusto.
Ad un tratto ho un senso di vomito. Nò, non devo. Devo resistere. La voglio tutta. Non riesco, per un attimo mi si apre la bocca, non resisto. Ho un rigurgito. Dello sperma mi esce colando sul suo cazzo.
Sono stremato. Il senso di vomito è passato, con calma ingoio tutto il liquido che ho in bocca. Poi lecco quello che cola lungo il pene. Il suo pene dopo l’orgasmo è fiaccato. Lo vedo sgonfiarsi. Lo copro di baci e sorrido. Soddisfatto, vittorioso, ho ottenuto quel che volevo. Glielo rimetto negli slip.

Resto lì, in ginocchio ai piedi del divano. Passano minuti di silenzio, di imbarazzo. Poi lui si alza, se ne va.
Non una parola. Forse mi odierà, non mi vorrà più come amico. Però so che gli è piaciuto, che ha goduto. Prima che esca dalla mia stanza gli dico (con coraggio, orgoglio e senza ipocrisia) che è stato meraviglioso. Non risponde, tornerà?
Ora sono solo. Sono rimasto così, buttato a terra, il cazzo in mano, il pavimento d’un tratto diventa gelido, ho freddo. Continuo la mia sega. Mi rimetto l’uccello dentro boxer e jeans. Mi piace impregnarmi gli indumenti, mi piace sentirmi bagnato. Tiro fuori la mano, lecco tutto lo sperma tra le dita.
Mi infilo sotto le coperte. Sento addosso tutti gli odori, riassaporo tutto ciò che è rimasto intriso sulla lingua.
sono solo, nel mio letto. Mi raggomitolo. Mi copro fin sopra i capelli,
Scende una lacrima…
FINE

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