Prologo
Un inizio stantio: scrivo questo diario per ordine di Silvia, mia Signora e Padrona. Appena ascesa al potere Silvia mi ha imposto di tenere un piccolo quaderno nero e di riportarvi sensazioni e pensieri senza alcuna riserva.
Sarà anche stantio come inizio ma, una volta tanto, è vero. Lo giuro sul mio onore. Non so che fine faranno questi appunti, non so se qualcuno li leggerà mai, per questo motivo mi scuso da subito per la forma che sarà inevitabilmente frammentaria e sconclusionata. Non so dove vado a parare e non so se vado a parare da qualche parte; sono solo appunti quotidiani scritti per ordine di Silvia. Lei è una creatura mitologica, un presente senza storia, carne di ragazzina e sangue di puttana centenaria.
5 Aprile – Senza slip
Senza slip per un rituale d’obbedienza e sottomissione. In questi ultimi dieci anni ho letto e riletto l’Histoire d’O con una frequenza che ha qualcosa di maniacale, anche per un pervertito. Ma non mi ero mai posto il problema di come fosse quella sensazione per un uomo.
Credo non ci siano differenze sostanziali, l’ho scoperto oggi, è stata una delle prime cose che Silvia mi ha imposto dopo questo “golpe” sessuale che l’ha portata in 24 ore ad assumere il ruolo di dominante. Stamattina mentre ero in ufficio mi ha chiamato sul cellulare e mi ha dato quell’ordine, chiuditi in bagno, togliti le mutande e resta così fino a nuovo ordine. Guai a te…
Non credo sia molto diverso per un uomo. Il contatto della stoffa con il cazzo si sente. Il contatto ti ricorda l’umiliazione, l’umiliazione ti ricorda la dominazione, la dominazione te lo fa venire duro.
Quando sei senza slip e ti viene duro si vede. Questo ti umilia ancora di più. È un circolo virtuoso: umiliazione-dominazione-eccitazione.
Pausa pranzo, bar gesticolante impiegati di banca e dipendenti della regione: una ragazza mi squadra incuriosita, forse ha notato qualcosa. Oppure è stata soltanto la mia immaginazione istigata dall’abbigliamento impostomi.
7 Aprile 2000 – Candele
La sodomizzazione sembra inventata volutamente per sottomettere. E’ incredibile quello che si riesce ad ottenere anche con una semplice candela. Il dolore è soprattutto all’inizio. Dopo hai due opzioni:
• Opzione n.1: fai resistenza e continui a sentire dolore.
• Opzione n.2: ti lasci andare, sottomesso, e il dolore si ammorbidisce. Non passa, soltanto si trasforma e ti trasforma…
Conclusione: prima ti sottometti prima smetti di sentirti spaccare in due.
Silvia ha detto che la prossima volta userà uno di quegli accrocchi da sexy shop, quelli che usano le lesbiche: un cazzo di gomma con un sistema di cinte e imbracature per permettere ad una donna di fissarselo al ventre donandole una virilità posticcia.
Quello di sicuro “sottomette” rapidamente. Ma anche le candele fanno bene il loro lavoro.
8 Aprile 2000 – Cera bollente
Stasera ho scoperto un’altra valenza sadica delle candele: la cera bollente sui testicoli, sul pene, sui capezzoli. Rispetto alla sodomizzazione questo dolore è più cristallino. Forse non ti entra nell’anima passando per il buco del culo, ma comunque fa un male cane. Garantito. Comunque tutto dolore meritato. Cara Silvia…
11 Aprile 2000 – In quiete
Sono due giorni che Silvia non si fa viva. Ho avuto tempo per leccarmi un po’ le ferite.
Dopo cena ho acceso lo stereo, ho messo su “In The Flat Field” dei Bauhaus ad un volume da denuncia e mi sono seduto al computer. Notepad… Provo a scrivere qualcosa… Magari una poesia (giornata creativa, eh?):
Ho un collo costruito per portare collari
Polsi cablati per le manette
Gambe docili da inginocchiare
Una lingua mobile per carezzare
Una lingua facile…
Vietami le mani
Vietami la luce
Vietami la voce
Vietami il silenzio
Vietami i pensieri
Vietami il canto
Vietami il giorno
Vietami l’orgasmo
Violenta senza rancore in questa notte di catene
E’ un corpo morbido da predare
Se lo vuoi
Pessima. Posso fare di meglio.
12 Aprile – La frusta
Riguardo alla fustigazione lessi in qualche romanzo erotico che il dolore maggiore sono le prime 4-5 frustate. Poi – diceva il romanzo – in qualche modo ci si abitua; la sensibilità diminuisce,il dolore si attenua, etc… Si, col cavolo! L’idiota che ha scritto questa cosa non l’ha mai provata sulla sua pelle. Fanno male TUTTE, dalla prima all’ultima. Ed è sempre peggio, e ad ogni nuovo colpo le tue suppliche si fanno sempre più rumorose, sempre più striscianti.
Era una furia scatenata Silvia, oggi si è rifatta dei tre giorni d’assenza, e in tre giorni d’assenza della tua Padrona di mancanze “meritevoli di una buona punizione” ne commetti tante, è inevitabile.
Non si attenua proprio un bel niente, per un po’ non commetterò “mancanze meritevoli di una buona punizione”. Dovrò scendere a compromessi con la mia indole anarchica.
13 Aprile – Perversioni catodiche
TV – seconda serata, stanno trasmettendo un reportage sui “nuovi costumi sessuali degli italiani” (sic!) o qualcosa dal genere… Ad un certo punto il discorso si sposta su sadomasochismo, feticismo e compagnia cantante, allora mi faccio più attento. Ecco che il giornalista-presentatore tira fuori il suo asso nella manica: l’intervista allo psicanalista freudiano. Il giornalista-presentatore ostenta a tratti ora un divertimento beota, ora uno sguardo accigliato e carico di preoccupazione. Si rivolge deferente e fasullo allo psicanalista freudiano… E ci dica Professore, ci dica: il sadomasochismo è una malattia?
“Vede – caro giornalista-presentatore – io credo che il sadomaso rappresenti la sessualizzazione di un piacere distruttivo, il piacere per il potere e la sottomissione. In ultima analisi un’esperienza anaffettiva che non ha bisogno di partner con cui stabilire scambi relazionali”…
Cretino.
Non che abbia qualcosa contro la psicanalisi, per carità… Al contrario, io AMO la psicanalisi. La amo proprio di un amore fisico, morboso, sudaticcio… Ogni volta che sento citare Freud mi viene duro. Del resto si tratta pur’sempre di una scienza fondata da un cocainomane. In pratica uno dei più grandi trip del 900. Come si potrebbe non amarla?
Ogni volta che sento parlare uno psicanalista mi viene in mente una sequenza di Blade Runner, quella dove si vede uno dei replicanti ribelli sottoposto a un test psicologico; a un certo punto il replicante alza gli occhi sullo sbirro-psicologo e gli fa: “mia madre? Sai cosa ti dico di mia madre?”… Io AMO la psicanalisi.
È l’una di notte. Silvia non si à sentita. Click – Fine delle trasmissioni.
14 Aprile – Collari
Il collare in questione è particolare. Non si tratta di uno di quei caratteristici collari sadomaso tutti borchiati e barocchi (carini anche quelli!). In effetti, il termine “collare” è poco appropriato poiché non si chiude intorno al collo… E’ un laccio, un laccio che si stringe ben saldo alla base del pene. L’altra estremità si stringe al polso della mano destra. La lunghezza cambia in base al mio tono di voce o al capriccio del momento. Mi lascia così quasi ogni notte. Non è doloroso, però lo senti che c’è. Ha detto che domani vuole portarmi a Porta Portese, ha voglia di compere, monili, anelli o qualche altro gingillo per decorare e segnare il suo schiavo. Devo passarla a prendere domattina alle 8. Puntuale ovviamente. E guai a sgarrare… Ovviamente.
16 Aprile 2000 – Porta Portese
Sbrigati. I mercatini sono tutti uguali. Da Roma a Berlino, da Madrid a Parigi, a Istanbul, a Mosca… Eternamente uguali… Secondo me sono in franchising.
In franchising i marocchini col taffettà con il loro artigianato tipico africano (anche quello in franchising, naturalmente).
In franchising gli hippie di mezza età che vendono incenso.
In franchising le bancarelle di libri usati.
In franchising i tendoni con i mobili in arte povera.
In franchising le saponette biologiche agli angoli della piazza.
In franchising le collane, gli anelli, gli orecchini, le spillette con l’icona della cannabis.
Forse sono in franchising anche i clienti.
ODIO i mercatini, andrebbero rasi al suolo per fare posto alla Grande Distribuzione.
In giro per mercatini… Riflettendoci è una tortura anche questa. Ma sono raffinatezze.
19 Aprile 2000 – Castità
Ho compreso una cosa importante: L’astinenza sessuale forzata è uno strumento di sottomissione e dominio senza pari. Altro che fruste e catene, altro che sodomizzazioni e cera bollente. Non c’è paragone.
“L’inibizione dell’orgasmo, che sia dilatata in lunghi periodi tramite il divieto del rapporto sessuale oppure consumata in sedute brevi e intense, pone il soggetto costretto all’astinenza in stato di eccitazione nervosa e ipersensibilità. E’ il prodromo ideale per disporre a piacimento del sottomesso da parte del Dominante, Master o Mistress, che vede esaltati, nel suo sub, i processi e gli stimoli all’adorazione da parte di questi.”
Appunto.
Certo, scrivere aiuta. Un po’. Magari scrivere pseudo racconti pseudoerotici. Certo, tutto si può sublimare, ma è come il metadone per un eroinomane: minestra riscaldata. Sono convinto che gli scrittori più prolifici non scopino mai abbastanza. Se si scopasse di più la storia della letteratura sarebbe certamente diversa.
Silvia si è trattenuta poco, giusto il tempo necessario a impartire questi nuovi ordini di negazione dell’orgasmo, giusto il tempo per strusciarsi un po’ contro il mio corpo e sentire il mio cazzo indurirsi contro il suo vestitino rosso. È andata via con leggerezza, lasciandomi a combattere con la mia mancata soddisfazione sessuale e il divieto di masturbarmi. Altro che Mogol/Battisti.
23 Aprile 2000 – Mutazioni
Oggi si à fatta leccare. Se ne stava seduta sul divano con indosso una delle mie camice lasciata aperta, le mutandine di cotone e il reggiseno bianco i capelli raccolti in una crocchia. Se ne stava con un piede per terra e l’altro sul divano. Ho baciato e leccato, metodo e devozione.
Quando si è sciolta i capelli e sfilata le mutandine ho capito che mi voleva con la testa tra le sue gambe. È bello essere usati.
Ubbidivo. Strisciando il sesso contro la sua gamba, “come fanno i cani” e mi sentivo davvero così, come un animale. Silvia non esitava certo a ricordarmelo. Lo so che quando mi dice che sono un suo “animaletto” o un suo “oggetto” lo fa solo per umiliarmi, ma la faccenda non cambia. Se sei lì che ti strusci con il cazzo contro la gamba della tua Padrona e sbavi eccitato implorando qualche goccia di orgasmo lo diventi seriamente un oggetto.
Mezzo uomo mezzo cane in calore. Una mutazione, come in quei film di Cronemberg. Altro che Mogol/Battisti.
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Dopo la Primavera Silvia comprò una frusta nuova, fiammante,ornata di chiodi e nera come il silenzio. Per qualche minuto Studiò il suo nuovo acquisto. Mi ami? Lo valutò, lo annusò, lo soppesò con attenzione… Soddisfatta si diresse verso la figura nuda incatenata da ore al termosifone. Si ma quanto mi ami?