Era giunto finalmente il Natale e la cosa che mi deprimeva di più era il fatto che non l’avrei passato con i miei genitori. Mio padre era in Cina a finire dei contratti importanti e mia madre è ormai assente da diversi anni.
La cosa piacevole è che la famiglia della mia ragazza mi aveva accolto con grande entusiasmo e quindi ero riuscito a farmi passare quasi come un loro figlio. Enzo, il padre della mia fidanzata, era contento di pasteggiare con un uomo in tavola, poiché era un po’ stufo di condividere i pasti sempre e solo in compagnia di donne. Aveva due splendide figlie e una moglie che, per quanto fosse un po’ schizoide, era una donna ben fatta e sicura di aver fatto il proprio dovere avendo messo al mondo due belle e graziose ragazze. La mia ragazza, Guenda, era minuta ma aveva la fortuna di possedere un bel corpo. Il suo punto forte, a detta anche dei miei amici, era il suo fondoschiena, sodo e particolarmente bello. Il viso era angelico e i suoi capelli castani chiari mossi, erano una cornice perfetta per i suoi occhi verdi e il suo nasino alla francese, senza contare il suo sorriso affascinante.
Sonia, la sorella minore, aveva due anni in meno e, nonostante avesse solo 18 anni, sembrava più matura delle sue coetanee. Avevo instaurato un bel rapporto confidenziale anche con Sonia, sebbene avrei dovuto limitarmi un po’, vista l’eccessiva gelosia da parte di Guenda. In effetti la sorellina aveva un bel paio di tette e, anche se le chiappe erano leggermente più grosse, il fisico sembrava apparire più sensuale di quello di Guenda.
La madre Lidia era biondissima ed aveva i capelli lunghi sino alla schiena con una faccia perennemente malinconica ma enfatizzata dai suoi occhi chiari e dal suo sorriso molto bello che era riuscito a passare alla figlia. Enzo, il papà, era la classica figura paterna che infonde sicurezza, con quei capelli un po’ brizzolati e con due baffi sempre curati al millimetro. Amava le sue figlie e non vedeva l’ora di andare in pensione per aprire un’attività insieme a loro, aspettando che finissero gli studi.
La cena di Natale iniziò con largo anticipo e alle 20 avevamo già mangiato l’antipasto.
“Allora Marco, come ti è sembrato l’aperitivo alcolico che ho preparato?”
“Non male signora, ma qual è il segreto di tanta bontà?”
“Gli ingredienti sono top-secret. ma trattasi solo di succo di fruttae. Una bevanda alcolica!”
Lidia era contenta ogni volta che ci sedevamo a tavola e la cena stava iniziando molto bene, contando anche il fatto che, chi più chi meno, eravamo riusciti a metterci bei vestiti anche solo per un’occasione così. ”casalinga”.
Guenda aveva una gonna corta nera, con calze nere e scarpette con i tacchi. La sua camicia bianca lasciava intravedere il reggiseno. Sonia aveva invece un top rosa e dei pantaloni attillati neri che facevano risaltare il suo culo. Mamma Lidia era la classica mamma di una certa età, gonna sino alle ginocchia, calze color panna e camicia beige. Enzo era il più strafottente e aveva messo solo la tuta, prendendoci in giro per tutta la sera.
Il vino accompagnò tutti i pasti e il top fu raggiunto quando bevemmo il parampampoli, tipico caffè alcolico trentino, preparato dalla mamma che era originaria di quelle parti.
L’atmosfera era ormai salita alle stelle ed eravamo tutti molto felici; la cena era squisita, il vino era ottimo e la compagnia era quelle delle migliori. Passammo metà della serata a parlare di politica, calcio e.sesso. Già, tabù che in quella famiglia non esisteva. Le figlie parlavano liberamente di sesso col padre e narravano di alcuni episodi scottanti o originalissimi accaduti a qualche loro amica. La madre Lidia rideva ma non accennava mai a nulla, si limitava ad ascoltare e sorridere
alle battute più spinte del marito, riprendendolo quando superava il limite.
Finalmente giunse il momento che tutti aspettavamo. Il momento dei regali. Le 24 erano scoccate e iniziammo a girarci i diversi pacchi e pacchettini tra una mano e l’altra. Inizia io tranquillo, senza troppa ansia dentro. A Guenda avevo donato una collana che le piaceva molto e, anche un piccolo pensiero, dei Cd che non riusciva
a trovare, di un vecchio gruppo, i Motley Crue. A papà Enzo avevo regalato un paio di scarpe da calcetto che apprezzò entusiasticamente. Per Lidia avevo pensato ad un vaso di vetro ricamato con ornamenti fatti in oro bianco. Toccò poi a Sonia, a cui regalai un cellulare, visto che sapevo che ormai non utilizzava più quello vecchio che le dava dei problemi di campo.
Ero dunque curioso di vedere i regali che si facevano tra loro, poiché ogni Natale speso da loro era sempre un divertimento assicurato; prendevano questa festa consumistica come un’occasione per deridere le classiche festività e i soliti scontati cliché, regalandosi cose divertenti e, spesso, inutili.
Lidia aveva scartato i suoi doni e aprì per ultimo quello di suo marito.
Aperto il pacco, scoppiò a ridere e tirò fuori quello che, dopo pochi secondi, capimmo fu un vibratore. Le sue risate accompagnate dalle lacrime fecero l’effetto sperato e tutti quanti iniziammo a ridere a crepapelle fin quando Enzo non giustificò il suo dono:
“Così, tesoro, non dovrai più lamentarti quando vado a vedere le partite di calcio con gli amici!”
Sonia dovette coprirsi il viso dalle forti risate e Guenda, dal canto suo, sghignazzava con un senso di timidezza.
“Certo che, papi, hai proprio una bella fantasia!”disse Guenda, seguita poi dalla sorella:
“Già, è proprio vero! Ma credo che la mamma preferisca un cazzo vero e non di gomma!”
A questa battuta le risate si fecero più lievi ma uno schiaffetto della mamma a Sonia, fu il pretesto per finire e iniziare con lo scarto di nuovi pacchi.
Toccò a Sonia e, oltre al classico assegno che i genitori usavano dare a Natale, aprì il pacco della sorella e ci trovò dentro un dvd che voleva da tempo accompagnato da un altro pacchettino che si scoprirono poi essere dei preservativi. Anche qui le risate non mancarono e Guenda prese parola.
“Così almeno papà e mamma non si dovranno diede un abbraccio a Guenda, la baciò sulla guancia e rispose con una semplice frase:
“Hai ragione, almeno siamo sicuri che se non ce l’hanno i maschi, glieli donerà tua sorella!”.
Ora era il turno di Guenda e il suo pacco era un completo intimo regalato da Sonia. Era un tanga nero accompagnato da un reggiseno in pizzo molto carino e decorato con un fiocchetto rosso tra una coppa e l’altra. Era una marca costosa e quindi l’entusiasmo salì alle stelle. Oltre al completo c’era anche un portachiavi fatto a pene che, dopo una breve insicurezza, Guenda lo portò alla bocca, mimando un bimbo che succhiava un biberon.
Bastò questo per far ritornare l’allegria e togliere ogni pregiudizio e malizia nella serata.
“Che bel completo. certo che Sonia, hai proprio dei bei gusti.” disse il padre rivolta alle figlie.
“Si, le tue bambine hanno preso tutto dalla mamma, Enzo, hanno buon gusto e tanta voglia di…”
Non terminando la frase, Lidia diede chiaramente il senso con la sua smorfia di golosità, facendoci capire che erano golose di sesso e questo smosse Enzo ad invitare la figlia a provare i regali.
“Dai Guenda, indossa subito il completino che t’ha donato Sonia, dovrebbe donarti molto.”
“Ma, papi, perché devo essere l’unica a spogliarsi, scusa, eh!”
“Perché sei l’unica ad aver ricevuto un completino intimo”dissi io.
Si alzò e con un sorriso, calò la gonna e si tolse la camicia. Lidia ammirava con orgoglio le curve della figlia ed il padre non toglieva mai l’occhio dal culo della mia donna e, sinceramente, la cosa mi turbava, ma mi eccitava allo stesso tempo.
Guenda si sfilò le mutande davanti al papà e si tolse il reggiseno lanciandomelo addosso come fosse una spogliarellista. Io avevo già il membro che voleva uscire dai calzoni ed esplodere. Il suo culo era proprio davanti agli occhi di Enzo che, ammirandolo, non potè non dire la sua.
“Certo che Guenda ha proprio due chiappe d’oro!”
“Cosa vorresti dire papà, che le mie non sono belle?”sbottò Sonia, alzandosi ridendo e dandosi una pacca sul culo.
“Non saprei,fa sentire ” disse Enzo allungando la mano tastò il sedere della figlia, facendola quasi saltare.
Intanto Guenda aveva indossato il completo e si mise accanto alla madre per farsi ammirare da tutti.
“Allora? Mi sta bene?”
“Certo amore, ma credo che questi porci ti preferiscano senza”, disse
Lidia guardando con occhi maliziosi il marito. Enzo rise mettendomi a mio agio dandomi una pacca sulla spalla.
“Ho due belle figlie, non è vero Marco? Guarda quanto ben di Dio.”
“Uffa! Sono gelosa se guardate sempre e solo Guenda, anch’io ho un bel culo!” urlò scherzosamente Sonia, che si sfilò i suoi pantaloni.
Lidia rideva e fu Enzo a prendere parola.
“Ok, allora facciamo una premiazione .vediamo chi di voi tre ha il culo più bello!”
“ma Enzo, perdo a confronto delle mie bambine .io ho la cellulite, loro no!” disse Lidia schernendosi.
“Ma non dica sciocchezze, signora, le belle donne, si accettano anche con un po’ di cellulite!”dissi io con una voglia di vederle il culo.
“hai sentito Lidia, dai, mettetevi tutte a pecorina e io e Marco daremo i voti!”
Detto e fatto, le tre donne si misero l’una vicina all’altra, ridendo e mettendo in mostra i loro culi.
Enzo mi prese con la forza e mi mise la mano sul culo di sua moglie.
“Che ne pensi figliolo del culo di mia moglie? Lo trovi bello o no?”
“Si, molto, come quello delle figlie!”
“Allora toccalo. a mia moglie non dispiacerà, non è vero Lidia?”
“haa haa , certo che no tesoro, ormai è come se fosse mio figlio!”
E così ebbi l’opportunità di tastare il culo di quella vecchia che sino ad allora non avrei mai pensato di toccarlo con le mie mani. Intanto notavo che Enzo si dava da fare con le figlie, senza mezzi termini.
“Mmh, Sonia, hai un bel culo e queste mutande rosa te lo rendono ancora più bello”
“Trovi, Papi? Toccamelo bene, dicono che i massagi ai glutei li rendano più sodi!”rispose Sonia ammiccando come una troia al padre.
“Allora continuo a toccarti. e ti tocco anche qui, piccolina. mmh, ma sei tutta bagnata porcellina di papà.”
Sonia chiuse gli occhi mentre Enzo la penetrava con le dita la fica calda e bagnata, causando gelosia in Guenda.
“Hey e a me chi ci pensa? Anch’io voglio la mia parte!”
Enzo non la fece aspettare, si tirò giù i calzoni della tuta, sfilò il cazzo e lo mise a pochi centimetri dalla bocca di Guenda
“Eccoti accontentata. succhia il cazzo di papà che dopo ti facciamo godere noi”
Io non capivo più niente. Guenda era come se fosse seduta sopra una turca, con le gambe spalancate, le tette fuori dal reggiseno mentre succhiava avida il cazzo di suo padre, Sonia, masturbandosi con la mano destra, portò il vibratore nella figa di sua madre mentre io mi ritrovai con i pantaloni slacciati e le mani della signora Lidia nelle mie mutande.
“fammelo succhiare marco. ora fai parte anche tu di questa famiglia. vieni qui.”
E, tirandomi delicatamente per i coglioni, si infilò il mio cazzo in gola mentre Sonia la penetrava divertita, sorridendomi come una vacca in calore.
Guenda era una troia e si faceva sbattere il cazzo di suo padre sulla lingua che aveva esteso dalla bocca. Mi rigirai, presi Sonia e, finalmente, dopo tante seghe, le strizzai le tette, la presi di violenza e me la limonai come un porco. Enzo mi distaccò dalla figlia Sonia con forte egoismo.
“Ora è il suo turno, spostati le mutandine che il papà ti vuole fottere, gioia.”
“Oh sì, papà, sfondami col tuo uccello. scopa la tua bambina!”
E in men che non si dica, Sonia era a pecorina sotto i colpi forti del padre. La bocca di Lidia m’aveva stufato e decisi di togliermi da quella posizione, andarle dietro e ficcargli il mio cazzo tra le cosce, entrando per il buco fatto nei collant da quella zoccola di Sonia. Mentre cavalcavo questa signora goduriosa, Guenda si era messa sul mobiletto a fianco a noi, con le gambe aperte e la mano sul clitoride, ansimando come una troia.
“Ti piace il cazzo di Marco, mamma?”
“Sì tesoro. è duro e resistente. come quello di tuo padre!”
“Allora faccio bene a scoparmelo, vero mami?”
“Sì amore, fai proprio bene. hai l’ok di tua madre”
“Mamma, sai che sei una puttana vista da qui?”
“E ti piace vedermi mentre il tuo uomo mi fotte in figa”
“Sì, mi piace. Ti voglio leccare la lingua mamma…posso?”
“Certo che puoi.tu puoi tutto con me”
neanche fece tempo a finire la frase che le due lingue iniziarono in uno scontro spettacolare che mi fece trasalire l’orgasmo.
Lo tirai fuori, andai verso Sonia, le presi la testa e le sborrai in faccia mentre i colpi del padre ancora la sfondavano.
“Bravo, sborra sulla faccia di questa puttanella.bravo figliolo.ora tocca a me.Guenda, vieni qui dal tuo papà.mettiti in ginocchio..”
La mia ragazza prese la palla al balzo. Come una pantera si avvicinò al padre, si inginocchiò e con la lingua fuori invitava il papà a farle sborrare sulla faccia. E così fu, un’onda di sperma inondò il viso di Guenda che ridendo come una matta bevve tutto.
Sonia corse verso la madre e iniziò a limonarla con passione, riinfilandole il cazzo di gomma in figa. Guenda si alzò, si mise sul tavolo e si posizionò col culo all’aria, invitandoci a seviziarla.
“Papi, mettimi qualcosa dentro, dai, fammi venire, fai venire tua figlia!”
Enzo, col cazzo sbrodolante e mezzo moscio, prese una banana e la ficcò nella figa di Guenda, trastullandole il clitoride sino a farla venire.
Ancora con la sborra del padre in faccia, veniva leccata avidamente dalla sorella e dalla madre che come due porche finirono la scopata augurandoci “Buon Natale!”.