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Pedra mitologica

Domenica mattina.
Mi vesto e mi preparo per l’ennesimo matrimonio degli amici che hanno deciso di sposarsi con mega festa post cerimonia.
Passo a prendere la fidanzata e andiamo alla chiesa prestabilita.
Durante la funzione religiosa, mentre sto quasi per appisolarmi, il mio sguardo si incrocia con quello della zia della sposa, una spagnola quarantenne che ha sposato il fratello del papà della nostra amica e che vive in Italia da più di 15 anni.
Lei mi fa un sorriso, accompagnato da uno di quegli sguardi “calienti” che non mi sono più riuscito a togliere dalla testa da quando, 9 anni fa , l’avevo frequentata per i due mesi precedenti l’esame di maturità : era il 1992, alla maturità del liceo linguistico avevo scelto di portare spagnolo e Giovanna (la sposa) mi dice che lei ha una zia madrelingua che vive in Italia e che sarebbe contenta di esercitare la sua lingua; in più suo marito naviga, lei è sempre sola con una figlia di 4 anni e un po’ di compagnia non le dispiace.
Andavo a casa sua due/tre volte alla settimana, lei metteva sua figlia a dormire e poi facevamo conversazione; speso parlavamo (in spagnolo) dei tabù sessuali, della “gabbie” sociali, leggevamo libri in spagnolo (di tutti i generi; memorabile “inchiesta sulla sessualità femminile”, mi pare di Shere Hite, che mi ha aperto gli occhi su tante apparenti contraddizioni femminili) e li commentavamo.
Allora avevo 18 anni, ero fidanzato da tre e avevo la testa piena di ingenue convinzioni; gli incontri con Pedra mi turbavano molto, ma reprimevo tutto nella convinzione che la correttezza e la fedeltà sublimassero il rapporto d’amore con la mia fidanzata.
Così sono andato avanti due mesi a reprimere gli “animal spirits” che mi agitavano l’anima, limitandomi a masturbarmi forsennatamente (non è come tradire ? ? ?) pensando a Pedra in tutte le situazioni più scabrose.
Da allora non l’avevo più vista e considerando il subbuglio interno che ho sentito quando i nostri sguardi si sono incrociato credo di aver prodotto in pochi istanti una damigiana di testosterone.
Dopo la messa ci siamo salutati (lei mi si è buttata addosso come faceva ad ogni saluto), il suo seno schiacciato sul mio corpo e il suo forte odore (speziato con chanel) mi hanno fatto trasalire; di solito sono una persona flemmatica, ma Pedra l’ho mitizzata e mi rendo conto che mi fa completamente perdere la testa.
Ho notato che la mia fidanzata era infastidita dall’atteggiamento espansivo di Pedra e dalla mia improvvisa verve.
Dopo un aperitivo in piedi, durante il quale Pedra mi ha raccontato che le pesa sempre di più l’assenza quasi perenne di suo marito, ci siamo accomodati a cena e nel nostro tavolo di 10 persone c’erano anche Pedra e sua figlia (suo marito, zio della sposa è in Brasile); come ad ogni festa matrimoniale popolate da gente casinista, Dioniso ha preso il sopravvento, il vino è scorso a litri e sono cominciate le danze sfrenate.
Io ero piuttosto alticcio e privo di molti freni inibitori; ho ballato con tutti, ma cercavo spesso Pedra; quando il dj ha messo un lento ed ha abbassato le luci l’ho cercata come un disperato, ma quando l’ho trovata era già avvinghiata ad un altro nostro amico; il secondo lento però non me lo sono fatto sfuggire e appena si sono staccati mi sono precipitato su di lei e ci siamo incollati; potevo sentire il suo seno premere contro di me e quando ho percepito le punte dei capezzoli contro il mio petto ho avuto un’erezione tanto poderosa quanto incontrollabile; il mio uccello, tutto piegato a destra, le strusciava sul monte di venere e, approfittando della luce fioca, il movimento era sempre più marcato e costante; il suo viso era appoggiato sulla mia spalla e il ritmo del suo respiro da normale era ormai diventato affannoso; se il dj non avesse cambiato musica penso che sarei venuto nel giro di pochi minuti.
Ci siamo staccati e Pedra è andata a fumarsi una sigaretta; io ho continuato a ballare, ma ero completamente in trans.
La festa era in una mega villa dei genitori dello sposo e uno dei quattro bagni era al primo piano; quando ho visto Pedra salire le scale ho capito che stava andando in bagno e, senza farmi notare, sono uscito nella veranda, ho fatto le scale esterne e dalla terrazza sovrastante sono entrato al piano di sopra: il silenzio era rotto solo dall’eco della musica che proveniva dal piano inferiore e dalle voci dei camerieri che stavano riassettando la cucina; sono andato spedito verso il bagno e l’ho trovato chiuso; ho dato due colpetti alla porta con le nocche e ho mormorato piano:
“Pedra sei tu ? ?”. Silenzio.
Stavo per rinunciare e tornare giù quando la porta ha cigolato ed è rimasta semiaperta: mi sono catapultato dentro e l’ho trovata in piedi, appoggiata di schiena contro il muro, i capelli appiccicati sulla fronte sudata e uno sguardo indemoniato: l’ho baciata e le nostre lingue hanno cominciato a saettare, me la infilava tra i denti, nel palato, facendola rullare in un modo inusitato; le ho sbottonato la camicetta e mi sono tuffato sui suoi seni, leccandole tutto il petto e le ascelle che avevano un odore fortissimo ed eccitante; le ho infilato la mano nello spacco della gonna lunga, le ho accarezzato l’interno coscia, indugiando sul pizzo delle autoreggenti e quando il suo respiro era quasi diventato un rantolio le ho scostato le mutandine e le ho affondato tutto il medio nella figa allagata; lei mi toccava il culo e mi pressava sul suo corpo cercando anche di guidare il movimento del mio dito dentro di lei; avevo una voglia pazza di annusarla, mi sono chinato, le ho sfilato le mutandine e mi sono inebriato dei suoi odori più intimi (l’afrore che esalava dalla sua figa mi ha fatto girare la testa, provocandomi le vertigini).
La leccavo con foga, ma dai suoi movimenti impazienti ho capito che stavo commettendo l’errore di pensare solo a soddisfare il mio istinto animalesco che mi porta ad esaltare l’olfatto quale senso primario per l’eccitazione sessuale.
Appena mi sono alzato, mi ha tirato verso di sé per la cintura, mi ha tirato giù la cerniera e si è impalata col mio uccello; quando eravamo al culmine del piacere, abbiamo sentito dei rumori, la paura di essere colti in flagrante ci ha fatti staccare e, non appena le voci si sono allontanate, Pedra è corsa fuori dal bagno, lasciandomi eccitato al parossismo e con il suo mito INGIGANTITO.

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