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Il piacere della sottomissione

Marina stava studiando in camera sua quando il campanello alla porta trillò.
Ma chi cavolo è a quest’ora, penso leggermente seccata mentre andava verso la porta.
Guardò attraverso lo spioncino e vide 2 ragazzi, cosa vorranno pensò e chiese
“Chi siete ?”, senza aprire.
“Ci manda il Romano, ti dobbiamo parlare, apri”rispose quello biondo con tono di comando. Marina sentì il cuore balzarle in petto, le ginocchia piegarsi ed un crampo attanagliarle le viscere – Dio mio, l’usuraio a cui doveva tutti quei soldi, l’avrebbero picchiata, magari stuprata o le avrebbero rotto un braccio come al ragazzo di sua sorella- le immagini di violenza le scorsero in pochi attimi nella mente mentre era scossa da un tremito incontrollabile.
“E allora apri o dobbiamo entrare a modo nostro ?”la voce dall’altra parte della porta la richiamò alla realtà
“Tanto lo sappiamo che sei sola in casa, i tuoi non tornano prima di 2 ore “continuò il biondino.
Era vero maledizione ! E poi in fondo che cambiava, potevano aspettarla fuori o prenderla in qualunque altro momento, tanto valeva aprire e cercare di cavarsela.
Appena entrarono quello bruno, tarchiato e forte la prese per un braccio e la immobilizzò, tenendole una mano sulla bocca, mentre il biondino richiuse la porta alle loro spalle. Poi guardandola negli occhi le disse
“Il cane è di là ?” ed al suo cenno affermativo andò a chiudere la porta del soggiorno e poi andò a sedersi sul divano.
“Dunque Marina” iniziò a parlare con voce dura
“Tu devi al nostro capo un sacco di soldi, lo sai?”
“E noi siamo qui per fare in modo che non te ne dimentichi, e tu sai come”proseguì senza attendere la sua risposta.
“Potremmo rompere un braccio anche a te, come a quel frocetto che si sbatte la tua bella sorellina, ma per le ragazze usiamo un trattamento speciale: ti lasceremo un promemoria scritto, e te lo scriviamo in faccia con questo “ed estrasse dalla tasca dei jeans un coltello che aprì con uno scatto.
Marina strabuzzò gli occhi con un’espressione di terrore, e tentò di divincolarsi ma la stretta dell’altro ragazzo non le lasciava scampo e si abbandonò al terrore puro che le scorreva ormai nelle vene.
“Ma forse ci vuoi dire qualcosa vero? Adesso ti lasciamo parlare, ma attenta che se gridi perdiamo la pazienza e altro che promemoria, sulla tua faccia ci scriviamo un libro”. Ad un suo cenno la mano che le serrava la bocca la liberò e Marina respirò rumorosamente e disse con voce supplichevole “Vi prego pagherò al più presto, ma non sfregiatemi, ho 19 anni, mi rovinate per tutta la vita! Pago appena posso, pago tutto, ho capito, non c’è bisogno di massacrarmi, vi prego”la sua voce era ormai stridula quasi un urlo silenzioso
“E quando paghi? È più di un anno che non si vedono soldi, non c’è più tempo” ribatté il biondo ridendole in faccia.
“Pagherò, datemi una settimana, solo una settimana, vi prometto che ce la faccio”.
“E dove li prendi i soldi, fai una rapina ?” la schernì quello che la teneva ferma, ma il biondino lo zittì con un gesto. Compose un numero col cellulare e parlò col loro capo, il Romano, riferendo la conversazione “Si capo, si va bene, si ci penso io, ci vediamo”e richiuse il telefono.
“Il capo dice che 7 giorni te li possiamo dare, poi se non paghi te la farà pagare lui, e allora paghi tutto a modo suo “.
“Pagherò, sono sicura di farcela”ribattè Marina, più forte adesso che aveva guadagnato quella misera settimana.
“Però mi ha detto anche di lasciarti un ricordino …..” aggiunse con riso maligno il biondino “Nooooooooohhhhh, vi prego nooooo” disse con un lamento Marina “…ma mi ha detto di decidere io cosa farti”.
“Ti prego non farmi nulla, ti darò dei soldi a parte”si inventò la ragazza terrorizzata.
“No, di soldi ne ho quanti ne voglio, io un ricordino alla tua bella faccia glielo voglio lasciare, ma con questo” le disse aprendosi la lampo dei jeans ed estraendo dalla patta il cazzo ancora molle.
Marina lo guardò per un attimo
“E non mi sfregi?” poi abbassò lo sguardo verso il membro che cominciava ad ondeggiare iniziando una erezione. Il biondino ripose il coltello annuendo, poi la prese per i capelli e la tirò a se indietreggiando fino a sedersi sul divano e tirandola giù col capo sul suo ventre.
Senza dire una parola Marina iniziò a leccare la verga che ormai era turgida anche se ancora non completamente eretta. Bastarono pochi colpi di lingua per dargli una consistenza lignea e la ragazza appoggiò le labbra sul glande lucido e affondando la testa lo prese dentro fino a sentirlo in gola. Ormai si trovava su un terreno familiare, l’aveva fatto un bel po’ di volte, sapeva come compiacere un uomo con la bocca e le mani, e si impegnò perché tutto finisse in fretta.
Con le mani iniziò a masturbarlo mentre la lingua si dedicava al glande, ma lui le disse “solo la bocca troia, fallo durare” e allora iniziò un movimento ondeggiante del capo, su fino ad estrarlo quasi completamente e giù affondando il cazzo fino alla gola.
La sua lingua mulinava sotto la cappella toccando i punti sensibili, quelli che sapeva scatenano l’orgasmo, ma il biondino aveva una resistenza diversa dagli uomini che aveva succhiato fino ad allora, e non dava l’idea di potersi svuotare nella sua bocca in breve tempo. Continuava a guardarla con aria quasi annoiata, mentre il pompino prendeva un ritmo frenetico. L’altro le si era inginocchiato dietro e le palpava le mammelle con le mani infilate sotto la felpa, strusciando il cazzo contro le natiche coperte dai pantaloni della tuta.
Con uno strappo brusco glieli abbassò insieme alle mutandine e un attimo dopo le sue dita iniziarono a frugare la sua intimità.
“Cazzo ha la fica depilata questa zoccola! È tutta bagnata la troia, lo sai è tutta bagnata e non è neanche vergine”disse al biondino, infilandole un dito nella vagina che era effettivamente piena di succhi.
“Si le piace” rispose quello che le stava in bocca “Lo sento da come succhia che le piace” ed era vero, marina si stava eccitando, dopo il terrore puro che aveva provato, quella verga che instancabile le riempiva la bocca e quella mani avide che la frugavano la stavano portando a uno stadio di crescente desiderio.
Sentì l’uomo posizionarsi alle sue spalle e aprirsi i pantaloni e sospese il lavoro della sua bocca per dire al biondino
“No ti prego, quello no, va bene un pompino ma non voglio essere scopata così come un animale”, anche se in realtà la voglia di lasciarsi andare la tentava. Non voleva però darsi completamente per paura che ne facessero scempio, approfittando di lei in maniera estrema, in fondo con la bocca manteneva un certo controllo sulla situazione.
“Va bene, non scopartela capito, goditela un po’ ma senza scoparla, che poi ti fa una pompa anche a te, è brava” e si abbandonò contro lo schienale del divano.
Marina riprese in bocca il cazzo lucido di saliva e succhi e si impegnò al massimo, leccando, succhiando, aspirando rumorosamente, affannosamente, mentre l’altro continuava a tenerle un dito, poi due nella fichetta e con un affondo inatteso le infilava un altro dito nel buchetto posteriore. Quella mano nei suoi orifizi, che penetrava, esplorava, sondava, aprendo nuove vie (il culetto non l’aveva mai dato a nessuno, anche perché nessuno l’aveva mai chiesto, mentre lei quando si masturbava amava toccare quella apertura segreta che le dava brividi proibiti) la eccitava sempre più ma non poteva godere, non poteva consegnarsi così nelle loro mani.
Si concentrò sul lavoro della bocca e la trasformò in una vagina, arrotolandola letteralmente intorno a quel cazzo eterno e accelerando ad un ritmo insostenibile se non per pochissimi minuti. Stava per cedere quando sentì una mano posarsi sul capo e spingerla in basso fino ad affondare il naso nel ventre del ragazzo, e finalmente con una serie di spasmi convulsi le spruzzò sul palato ed in gola dei caldi fiotti di sperma, che si affrettò ad ingoiare convulsamente, lottando contro la tosse che quei getti le evocavano. Marina si abbandonò esausta ma fu subito abbrancata dall’altro che standole in piedi davanti le affondò in bocca un cazzo tozzo, corto e grosso che la riempì completamente; rapidamente l’uomo iniziò a chiavarla in bocca tenendole ferma la testa e muovendo i fianchi, proprio come se fosse piantato nella sua fichetta o magari- pensò marina- nel suo culo, ed a quel pensiero rabbrividì in un fremito preorgasmico.
“Toh troia, toh beviti tutto che ti fa bene toh Aahhhhhhhhhhh” ringhiò l’uomo e dopo pochi secondi di penetrazione le spruzzo dentro una quantità invero non particolarmente abbondante di sperma acidulo e dal gusto sgradevole, che lei lasciò in parte scivolare fuori sulle labbra e sul collo.
L’uomo le diede ancora un paio di spinte, poi si ritrasse e si chiuse i pantaloni senza indugiare.
“Non disturbarti ad accompagnarci, ci faremo vivi noi”disse il biondo con un sorriso ed ambedue uscirono dalla casa richiudendo la porta alle loro spalle.
Marina rimase sul tappeto, con gli abiti in disordine, la bocca e le labbra sporche di sperma (dell’uno ? dell’altro? Di tutti e due ?) e la vagina gonfia di desiderio represso.
Sul tavolino del soggiorno una candela natalizia, rossa ed affusolata fu un richiamo irresistibile. La afferrò e con un movimento fluido la infilò nella fica vogliosa masturbandosi freneticamente. Quando avverti dopo poche spinte l’orgasmo approssimarsi, la estrasse e la appuntò all’altra apertura (quante volte l’aveva sognato nelle sue masturbazioni senza mai trovare il coraggio di farlo ?): fu un attimo, la spinse dolcemente e si sentì riempire con una sensazione così desiderata e così nuova da travolgerla in un orgasmo violento che la fece uggiolare come una cagnetta, contorcendosi sul tappeto ed agitando scompostamente le gambe.
Dopo qualche minuto quando si rialzo le crollò addosso il peso di quanto era avvenuto, e scoppiò in un pianto isterico e liberatorio: si era prostituita, si d’accordo aveva salvato la faccia almeno in modo letterale, ma aveva spompinato 2 sconosciuti, in cambio dei loro favori, e si era anche eccitata fino a goderne.
Si sentiva in preda a sentimenti contrastanti: si sentiva una troia, ma si era salvata!
E questo era purtroppo il meno, tra 7 giorni chissà cosa le avrebbero fatto: si vide picchiata, violentata, uccisa forse, perché inutile negarselo, lei quei soldi non li avrebbe mai trovati.
Doveva cercare un aiuto, ma dove? La polizia era esclusa, se anche avessero protetto lei, quelli si sarebbero rifatti su sua sorella, o magari su sua madre o suo padre, ci voleva qualcosa di diverso.
Fu allora che le baleno in mente l’idea che poteva salvarla: l’avvocato Martinelli, uno stimato professionista della città, amico alla lontana di suo padre e, lo aveva sempre sospettato, amico più alla vicina di sua madre, almeno molti anni prima.
Si- decise- si sarebbe rivolta a lui per chiedere un aiuto nel gestire la situazione.
Un uomo della sua esperienza e con le sue conoscenza sarebbe senz’altro riuscito a trovare il modo di uscire da questo guaio.
Ma come ho fatto a non pensarci prima- si disse compiaciuta per la sua idea- adesso gli telefono e prendo un appuntamento.
Così fece e alle 16 in punto si presentò allo studio Martinelli, in un elegante palazzo d’epoca del centro.
Entrò, notando subito la signorilità del portoncino in legno che dava accesso ad un’ampia sala d’attesa, sulla quale si aprivano 2 porte. Da una di esse le venne in contro una signora dall’aria efficiente, sulla quarantina, ben tenuta e vestita con una sobria eleganza. “La segretaria” pensò Marina, ed infatti come tale si presentò dicendole che l’avvocato l’avrebbe ricevuta tra pochi minuti.
Marina sedette su di un enorme divano in pelle bordeaux, un vero pezzo d’antiquariato, come del resto tutti i mobili di quella stanza ed iniziò a ripassare mentalmente cosa dire all’avvocato, Non aveva intenzione di dirgli tutto, ma solo l’indispensabile, quello che era necessario a gestire la situazione.
Dopo 10 minuti circa si aprì la porta dell’altro ufficio e un uomo decisamente interessante le venne incontro.
“Tu devi essere Marina, la figlia dei miei cari amici” le disse con un sorriso “Vediamo, anche se non ti vedo da alcuni anni, eri una ragazzina l’ultima volta che ti ho vista…… Ma adesso sei una donna, una giovane donna.”
Continuò ad osservarla ed a parlarle mentre la conduceva nel suo studio, ove le indicò una poltrona in pelle, di fattura antica ed avvolgente dove Marina sedette composta, assaporando la voluttuosa sensazione di lusso che la circondava.
Lui chiuse la porta e lentamente continuando a guardarla attraversò lo studio, girando intorno ad una antica e massiccia scrivania, molto grande ove faceva mostra di se un completo da scrittoio in pelle con accessori in avorio ed un modernissimo computer nero.
Marina fece scorrere lo sguardo sulle pareti coperte da quadri moderni, in piacevole ed ardito contrasto con la libreria settecentesca, i raffinati tappeti orientali, il salotto stile impero con 2 grandi poltrone che occupava una parete, il lampadario di Murano. Tutto trasudava lusso, ricchezza, potere e la ragazza pensò “Che bello sarebbe vivere così!”e poi “Si ho scelto bene mi potrà sicuramente aiutare”.
“Bene Marina dimmi, cosa posso fare per una così bella e giovane ragazza! Che problemi può avere una signorina come te ?”.
“Beh avvocato Martinelli “cominciò esitente “veramente avrei un bel guaio….” si fermò sull’orlo della confessione, tesa sul bordo della poltrona, le mani intrecciate, inconsapevolmente eccitante ai suoi occhi.
“Dimmi tutto”le disse guardandola negli occhi in profondità ed assumendo un aria al tempo stesso professionale e protettiva.
“Allora, io in verità non ho fatto nulla, ma sono in un grosso guaio. È cominciato circa 1 anno e mezzo fa, il ragazzo di mia sorella, si ricorda che ho una sorella più piccola, beh lui aveva un piccolo giro nelle discoteche…. insomma vendeva pasticche, extasy e simili nelle discoteche o per le feste private tra studenti. Niente roba pesante ma tutte le pasticche che si usano adesso tra giovani. Io glielo dicevo sempre a mia sorella “- ora che aveva iniziato le parole le uscivano come un fiume- “che non andava bene, che prima o poi succedeva qualcosa, e poi è successo. Avvocato io non c’entro nulla ….però… un giorno lui ha chiesto a mia sorella di tenerle una partita di quella roba, che avrebbe venduto nel mese successivo, era molta quasi 20.000.000 di valore….”
“Però, andava in grande il ragazzo”esclamò l’avvocato con espressione intensa.
“Ma no, per nulla, il fatto è che quella partita era solo da tenere via per qualcun altro che doveva ritirarla, lui guadagnava poco, in fondo è un bravo ragazzo, un pesce piccolo come si dice nei romanzi”
“E poi ?”
“Poi è successo il disastro: mia sorella ha pensato di nasconderla nella nostra casa di campagna, e l’ha messa nella cassetta dello scarico dell’acqua, così le aveva detto di fare il trafficante che l’aveva data al suo ragazzo, e a lei sembrava un posto sicuro, sa mia madre fruga e guarda dappertutto. Solo che il sacchetto non era a tenuta, oppure non lo so, si è rotto ..insomma l’acqua è entrata e si è sciolto tutto.”
“Si un bel guaio direi…. ma tu cosa c’entri ?”
“Io ho saputo della cosa dopo un mese circa, quando hanno rotto un braccio al ragazzo di mia sorella e li hanno minacciati, volevano i soldi e lei mi ha raccontato tutto. Non sentivano ragioni, alla polizia neanche a pensarci, cosa gli dicevamo che quello spacciava e mia sorella gli aveva rovinato la roba e allora sono andata a farmi prestare i soldi”
“Da un usuraio vero?”la domanda era retorica.
“E da chi se no? Sono andata da uno che chiamano il Romano, magari ne ha sentito parlare” lui annuì “me lo ha contattato lo stesso tipo a cui dovevamo i soldi, e me li ha subito dati anche se a un tasso da strozzino. D’altra parte…… eravamo con l’acqua alla gola. Io ho solo preteso che lasciassero stare fuori mia sorella e mi sono offerta come unica garante”
“Ma tu i soldi per pagare dove pensavi di prenderli ? A parte il fatto che con quella gente non si finisce mai di pagare. Scusa ma devi essere più sciocchina di quello che sembra”
“Ero disperata, poi pensavo di dirlo ai miei, di lavorare, di fare qualcosa…”
“Cara mia per guadagnare milioni a decine avresti dovuto fare delle cose non proprio ortodosse anche tu…”
“Ho pensato a tutto, anche foto o film …sa quelli particolari… il porno” aggiunse con un filo di voce “.. ero disperata, non mi giudichi male, a prostituirmi non ce la farei, ma magari… mi sono vista lanciata dalla disgrazia in una carriera cinematografica..”
”Di un genere particolare, non trovi….”
“D’altra parte non sono mica un’attrice, e avevo un bisogno disperato di soldi. Comunque non ne ho fatto nulla e il debito è cresciuto, e adesso sono quasi 60.000.000!”
“Per la miseria, ma che interessi ti ha applicato quello strozzino “sbottò l’avvocato con un gesto di stizza.
“Sono tanti soldi, all’inizio non erano pressanti nelle richieste, ma poi sono diventati sempre più cattivi”
“Ti hanno fatto del male ?”
“No, proprio del male no “la ragazza avvampò ripensando alla mattina di sesso trascorsa con i due gorilla
“Ma oggi sono stati da me due suoi scagnozzi, e mi hanno concesso solo altri 7 giorni, poi hanno detto che pagherò a modo loro. Io sono terrorizzata, non so come fare, avvocato la prego mi aiuti”esclamò marina al termine del suo racconto, rimanendo ansante e scomposta nella poltrona. La gonna era risalita e mostrava una generosa porzione delle cosce, il respiro ansimante gonfiava il seno spingendo le sue piccole mammelle puntute contro il tessuto leggero della camicetta.
Lui la guardò negli occhi a lungo senza parlare e poi lo sguardo scese lungo il corpo accarezzandolo.
“Ti sei messa proprio in una bruttissima situazione “disse alla fine, con parole pesanti come macigni
“e non so cosa posso fare per te. Conosco, per motivi professionale, gente del giro del Romano e posso provare a sondare il terreno, ma prima devo consigliarti di andare alla Polizia e raccontare tutto”
“Non se ne parla nemmeno, avvocato, mia sorella ed il suo moroso andrebbero in prigione per spaccio, sarebbe uno scandalo senza fine, dobbiamo trovare una soluzione che la lasci fuori”
“Se hai proprio deciso, vedrò cosa posso fare ma….. fino a che punto sei disposta ad arrivare in questo nobilissimo sacrificio per salvare tua sorella ?”
“Tutto avvocato, sono disposta a tutto, le ho già confidato che ho pensato anche a vendere me stessa, almeno nei film. Non si tratta solo di mia sorella ma di tutta la famiglia, della nostra possibilità di vivere in questa città”.
“E perché, se avessi fatto film porno come la salvavi la faccia ? Ma mi sembri un po’ confusa. E poi, perché per forza il sesso, potevi anche fare una rapina no ?”
“Nooooo. Non ci sono tagliata per fare la rapinatrice”
“E per il sesso si?”le domandò lui con uno sguardo lascivo, che la spaventò.
“Insomma ho pensato che in fondo si trattava solo di fare del sesso, e quello lo fanno tutte, non ci vorrà mica una laurea. Lo so fare anch’io, ho quasi 20 anni sa “rispose con aria di sfida, avvertendo una sottile inquietudine, quasi un presagio.
“Va bene Marina “concluse lui alzandosi ed accompagnandola alla porta
“come ti ho detto vedrò cosa posso fare. Telefonami… tra 2 giorni alle 10 e credo di poterti dare delle notizie, speriamo buone”.
Lei gli diede la mano e lo ringraziò. Uscì dallo studio e si ritrovò in strada, in una dolce serata di maggio che la invogliò a camminare nelle strade del centro.
Ripensò al colloquio appena sostenuto, forse aveva esagerato, magari quella cosa dei film porno non doveva dirla, ma aveva voluto essere sincera, la sua disperazione era autentica e voleva che lui lo sapesse, che fosse ben motivato ad aiutarla.
Quello che non avrebbe mai confessato era che l’idea la eccitava molto, fare sesso con tutti quegli uomini, uno dopo l’altro, tanti insieme, con donne magari, era una fantasia ricorrente nei suoi orgasmi solitari. Si vedeva alle prese con orde di maschi, penetrata in ogni orifizio ed in ogni modo, e così filmata, fotografata e venduta per il mondo, per milioni di uomini che si sarebbero masturbati furiosamente davanti allo schermo o sulle sue foto. Le avrebbero spruzzate di sperma che lei immaginava di poter magicamente sentire addosso, come nella pubblicità del Ramazzotti quella modella che sente il sapore della goccia caduta sulle labbra di una sua foto, per goderne all’infinito. Di solito al culmine di questa fantasia in cui milioni di maschi nel mondo le fiottavano addosso sperma bollente e profumato aveva un orgasmo più forte degli altri, e rimaneva quasi tramortita nel suo lettino scivolando insensibilmente nel sonno.
Arrivò a casa per l’ora di cena e non disse quasi nulla, a tavola con i suoi, tramortita dalla fatica che la tensione di quella giornata le aveva messo addosso.
Finito di cenare se ne andò in camera e si mise subito a dormire, non si accorse neanche di sua sorella quando anche lei andò a letto nel lettino di fianco al suo.
Due giorni dopo alle 10 in punto Marina telefonò all’avvocato col cuore in gola. Lui fu laconico e le disse solo di passare in studio alle 16,30 perché aveva delle novità importanti. Come l’altra volta la segretaria la fece entrare e lui arrivò dopo qualche minuto. La osservò con calme e dopo averla salutata disse alla segretaria di andare pure a casa e di chiudere la porta, così nessuno li avrebbe disturbati.
Marina lo seguì nel suo studio e lui la fece sedere nel salotto, sul divano in pelle, sedendosi a sua volta su una delle poltrone.
Lei era tesa come una corda di violino, e lui restò in silenzio per lunghi secondi guardandola da capo a piedi. Lei aveva indossato dei pantaloni neri attillati con un golf scollato che le valorizzava il seno e gli occhi e si sentì, non sapeva come, nuda sotto quello sguardo.
Ebbe un fremito di disagio e nervosismo e lui iniziò a parlare.
“Vedi Marina, ho avuto tutte le informazioni che ci servono, e ti sei messa in un bruttissimo guaio ”
“Oh Dio!”gemette la ragazza.
“Ma …. forse…. ho trovato una soluzione”
“Mi dica tutto”.
“Si è meglio iniziare dal principio perché altrimenti non capiresti la situazione e la soluzione che ti offro. Per favore non interrompermi, poi alla fine puoi chiedermi tutto quello che vuoi. Vuoi da bere ?”
“Si grazie, qualcosa di forte mi ci vuole”rispose lei
“Penso proprio di si”le rispose lui versandole una buona dose di un finissimo brandy spagnolo. Lei prese il bicchiere e ne bevve una sorsata abbondante rabbrividendo poi per il calore bruciante che la bevanda le aveva acceso nel petto e nello stomaco.
“Allora, il problema è molto più complicato di quello che pensi . I soldi sono solo una scusa, così come lo è stata la droga. Loro miravano a tua sorella ..”
“Cosa!??”esclamò Marina.
“Per favore non interrompermi, lasciamo finire, vedrai che ti sarà tutto chiaro. Dicevo che il loro obiettivo era di mettere le mani su tua sorella. In realtà fanno parte di un grosso giro internazionale di mercanti di sesso, trattano solo ragazze maggiorenni e diciamo consenzienti, così non hanno problemi con la polizia. Si si, lo so tua sorella è minorenne e non è certo consenziente, ma avrebbero aspettato fino alla maggiore età e poi con un guaio come quello della droga sulle spalle l’avrebbero convinta o costretta col ricatto a prestarsi al loro gioco. Poi sei arrivata tu e hanno cambiato obiettivo: adesso è te che vogliono, possono averti subito e lo faranno.”
“Che cosa ??”domandò Marina con un filo di voce.
“Beh la storia è molto cruda. Per non insospettire le famiglie fanno offrire da una agenzia loro complice un soggiorno di studio all’estero per perfezionare una lingua straniera seguito da uno stage di lavoro come animatrice in un villaggio turistico o in un albergo. Invece la realtà è che le ragazze sono portate in ville o castelli superesclusivi dove vengono fatte prostituire per clienti ricchi ed esigenti, che pagano moltissimo ma esigono altrettanto. Le ragazze devono assecondare qualsiasi desiderio, fino ai più perversi, e si tratta di orge, rapporti omosessuali, vere e proprie violenze di gruppo, sadomasochismo, pissing, rapporti con ogni tipo di animale, e così dicendo.
Questo tipo di perversioni è il più pagato, ancora di più se le ragazze sono delle dilettanti e non prostitute di professione. Così passano i primi tre mesi di corso. Poi, se la ragazza è bella e portata a queste prestazioni, cambiano stato e ripetono il giro, e questo credimi è il destino migliore, almeno le poverine vivono in buoni ambienti e il numero di prestazioni non è esagerato.
In caso di scarsa attitudine o rendimento, oppure se la ragazza non è piaciuta molto, allora la portano sempre in un altro stato, ma la mettono in un bordello, dove viene venduta come una comune prostituta, e quella vita è un vero inferno. Mi hanno detto di 50-100 uomini al giorno, in turni a volte di 8 ore consecutive, ripetuti 2 volte in una giornata, tutti i giorni, per tre mesi. Alla fine ti rimandano a casa con 4 soldi e la falsa promessa, per i genitori di un lavoro. E in più sai cosa fanno? Videoregistrano tutto quello che le ragazze fanno e poi lo usano per ricattarle a vita, quelle belle per altre prestazioni a loro piacimento, le altre perché procurino nuove vittime ed il giro continua a crescere. Nessuno li denuncia, perché le vittime vengono ricattate con storie di droga come tua sorella, o con l’usura come te, e poi con tutto quello che hanno registrato preferiscono ubbidire per mantenere il segreto. Io non vorrei dovertelo dire, ma questo è il destino che ti attende”
Marina lo aveva ascoltato col cuore in gola, annientata dal baratro che le si apriva davanti. Boccheggiò per riprendere fiato e gli disse con voce rotta
“Ma lei ha trovato una soluzione vero ?”.
“Ecco io l’avrei trovata, ma non sarà indolore per te”.
“Mi dica, sentiamo di che si tratta”
“Vedi Marina, io potrei mettere assieme un gruppo di persone disposte a darti i soldi da dare al Romano per estinguere il debito e salvarti da quel destino che ti perseguiterebbe per tutta la vita, ma…. anche queste persone hanno le loro esigenze e non fanno nulla per nulla”.
“Cosa vogliono ?”Chiese marina presagendo dove sarebbe andato a parare.
“Per dirla tutta vogliono te. E d’altra parte per quella bella cifra, sono 60.000.000 tu cosa avresti da offrire a parte il tuo corpo ?”le disse lui con un sorriso complice e beffardo.
“Cazzo, ma è una fregatura, comunque decido sono fottuta”esplose la ragazza.
“Certo ma c’è una grande differenza. Intanto sono solo in 10, pardon 11, mentre nell’altro caso…… ho fatto un conticino, a 50 uomini al giorno nel casino alla fine dei tre mesi fanno 4.500……. Poi sarebbe solo per una notte, tu sarai mascherata e nessuno saprà mai chi sei veramente. Inoltre sono sani e non rischi malattie, ci hai pensato a questo ? Posso aggiungere che alla fine di questa storia, se ti va ti offro un posto di segretaria nel mio studio, e guarda che c’è la fila di aspiranti.”
“E in questa notte cosa dovrei fare “Chiese sprezzante marina.
“Non c’è limite se non la tua incolumità fisica, mia cara, poi potranno sfogare ogni voglia e tu dovrai ubbidire. Al mattino dopo sarai libera.”
“E dove dovrebbe avvenire questa cosa ?”
“Nella mia villa sul fiume, sabato prossimo. Tu dirai ai tuoi che ti ho offerto il lavoro ed andiamo a Roma per preparare una causa, e tu vieni come segretaria in prova.”
“E l’undicesimo uomo sarà lei vero ?”
“Non penserai che mi lasci scappare un bocconcino come te vero? Inoltre nessuno è disposto a pagare più di 3.000.000, ed i 30.000.000 che mancano ce li metto io, oltre a darti un lavoro di prestigio”.
“Lei è un porco ed un bastardo, non è migliore di quegli altri, dovrebbe vergognarsi di approfittare di una povera ragazza come me! E poi dice anche di essere un amico di famiglia, sei uno stronzo!!”urlò Marina isterica e piangente.
Lui non si scompose, la guardò gelido e le rispose
“Non permetterti mai più di darmi del tu. La verità è che tua sorella ti ha messo in un guaio che ti potrebbe costare la vita, io ti tiro fuori e ti do un lavoro che la vita te la renderà bella ed interessante. Tutto questo ha un prezzo, ma non sono io a stabilirlo, sei stata tu stessa mettendoti nelle mani di quei banditi. Credi forse che ci siano persone che facciano beneficenza a degli spacciatori, perché quello siete, loro lo fanno e tu sei loro complice perché li copri. Io potrei lasciarti al tuo destino, o puoi andare alla polizia, e farti un po’ di anni in galera, col terrore di finire accoltellata in cella o appena esci, perché quella è gente che non perdona i tradimenti. Prima di rifiutare guarda questa cassetta !”e dicendo questo con un telecomando aprì un pannello della libreria che conteneva un televisore a schermo gigante . “Questa è una cassetta che mi ha dato il mio informatore. C’è un misto delle cose peggiori fatte ad una ragazza del giro e 6 ore di registrazione continua in presa diretta di un turno nel bordello. Guardala e decidi tu, se è quello che vuoi allora esci da quella porta e.. buona fortuna”.
Le immagini iniziarono a scorrere sullo schermo, in avanzamento veloce, senza audio, e così tutte le efferatezze si concentrarono scorrendo veloci. La ragazza era una bionda magra con cosce asciutte e fianchi stretti, vita sottile e 2 grandi seni turgidi e sodi. In pochi minuti la vide penetrata da decine di uomini di tutti i tipi, bassi, alti grassi, vecchi, giovani, da soli in 2, in tre in non si sa quanti perché il numero era indefinito, in ammucchiate dove 6, 7, 10 membri si affollavano nella bocca, tra le mani, nella fica e nel culo, sempre pieni e sempre stillanti sperma. Poi furono frustate, e morsetti, giganteschi falli di materiali e forme diverse, con punte, chiodi, inseriti con cattiveria lì dove il dolore poteva essere maggiore. Vide il suo viso contratto dalla volontà di resistere e poi l’espressione vuota ed ebete della rassegnazione. La vide sodomizzata da un gigante nero che la conduceva come una carriola tenendola per le gambe in giro per la stanza a succhiare altri membri e leccare dalle fiche di altre donne lo sperma che altri avevano deposto.
Alla fine tutte le donne si sedettero sul suo viso e le pisciarono addosso, e tutti gli uomini fecero altrettanto obbligandola a tenere la bocca aperta e giocando al bersaglio. Poi furono cani a montarla da dietro, dal davanti con i loro frenetici movimenti, e lo sperma gocciolante, alcuni li masturbò fino a farli venire nella sua bocca spalancata, e poi un cavallo che le riempi la fica di sperma fino a farlo traboccare in un denso fiotto biancastro.
Subito dopo la vide nel bordello, sdraiata su di un sudicio letto con un uomo tra le gambe che rapidamente la montava e dopo pochi secondi smontava da lei per lasciare il posto ad un altro già pronto, senza neanche darle il tempo di lavarsi, e dopo pochi secondi un altro ( la ripresa accelerata dava a questi tempi un andamento quasi comico) e poi ancora ed ancora, cambiando posizione a volte, la vide sodomizzata da un vecchio con una mazza nodosa e lunga, poi ancora ed ancora, senza mai alzarsi dal letto, con una macchia umida che le si allargava tra le gambe e fiotti di sperma che le uscivano dagli orifizi ripieni oltre misura. Erano arabi, non si toglievano neanche il turbante ma solo l’abito restando nudi sul suo corpo chiaro. Dopo 10 e 20 uomini Marina non riuscì più a guardare e si rivolse con sguardo di supplica all’avvocato.
“La prego questo no, non potrei sopravvivere”
“Questo è quello che ti aspetta e sopravviverai sta tranquilla. Piuttosto hai visto solo qualcosina del meglio, e solo 3 ore, accelerate della vita del bordello. Ricordati sono 16 ore al giorno per 3 mesi. E questo è ancora di quelli buoni, a Marrakesh sono dei signori. Ci sono dei bordelli in Turchia o in Etiopia dove i clienti sono molto più potenti ed esigenti.”
“Cosa devo fare ?”capitolò Marina, lo sguardo fisso sul video dove la povera ragazza si era seduta sul bidet per rinfrescarsi le parti intime ma contemporaneamente sbocchinava un ragazzo per la seconda volta consecutiva.
“Molto semplice, sabato prossimo vieni alla mia villa sul fiume, da sola con la tua macchina. La mia cameriera ti preparerà, indosserai una tuta ed un cappuccio per cui nessuno ti riconoscerà, naturalmente con delle aperture nei punti giusti.”
“Insomma un oggetto con dei buchi per il vostro divertimento”sbottò sdegnata.
“Una volta che ti vendi e qualcuno ti compra allora per lui sei un oggetto, e poi così nessuno ti potrà mai riconoscere”
“Eccetto lei!”
“Si ma io so già tutto, per me è diverso, e poi non ho interesse a crearti problemi. Dopo che ci saremo divertiti con te sarai libera, io estinguerò il tuo debito, e ti potrai prendere una settimana di vacanza, a casa mia per 2 giorni per coprire la storia con i tuoi, e poi torni a casa tua con il nuovo lavoro. Il lunedì successivo inizi a lavorare per me in studio “concluse con evidente soddisfazione.
“Hai pensato a tutto, e se dicessi di no”lo sfidò Marina.
“Guarda il video e non fare la stupida. Preferisci fare la puttana a vita per dei
banditi e rischiare la vita, o una sola notte di depravazione in cambio anche di un lavoro?”
Marina spostò lo sguardo verso il televisore, la ragazza era giù a 4 zampe con un grassone che la inculava con forza ed era piegata sul ventre di un ragazzo anch’esso grasso il cui uccello spariva ritmicamente nella sua bocca. Dalla sua fica colava un lungo filo di sperma, a testimonianza che altri uomini avevano continuato a riempirla senza sosta.
“Va bene, accetto”disse Marina rabbrividendo, anche se la vista del video la terrorizzava sempre più e si stava convincendo che in fondo era una via d’uscita accettabile.
“Ci sarebbe un’altra piccola cosa”aggiunse lui con fare sprezzante.
“Cosa ancora !!”
“Credo di meritarmi un anticipo, visto l’impegno che ci ho messo.”
“Vuole scoparmi ?”esclamò Marina
“Subito”rispose lui “anzi comincia a spogliarti e fammi vedere se meriti tanti quattrini”.
Marina lo guardò con uno sguardo carico di odio e disprezzo e si alzò in piedi.
Lentamente si sfilò il golf rimanendo in reggiseno. Tolse le scarpe con rabbia, non voleva fare uno strip per lui, se doveva essere una cosa da puttana avrebbe fatto la puttana. Si levò i pantaloni ed i collant restando in mutande e reggiseno, ma lui le fece cenno di togliere tutto. Rimase nuda al centro del tappeto in piedi, e iniziò a girare su se stessa, dicendo “Le piace la merce Signore”.
La sua mano le afferrò i fianchi e la fece fermare dandogli le spalle. La fece piegare in avanti e divaricare le gambe: la fica ed il culo rimasero indifesi ed esposti e un dito esploratore si fece strada tra le sue labbra penetrando nella vagina.
“Mmmmmhhh, che bella fica, depilata e soda. Sei tutta bagnata, lo sapevo che ti sarebbe piaciuto lo spettacolo “. Marina era rivolta verso lo schermo dove la ragazza era alle prese con 5 uomini che si alternavano nel suo corpo senza sosta ed era effettivamente inorridita dalle scene ma anche eccitata, non poteva negarlo.
Sussultò quando sentì il suo dito tentare l’altra apertura che rimase serrata .
“Bene bene, un bel culo da domare. Girati”le ordinò.
Era seduto sulla poltrona e si abbandonò contro lo schienale dicendole
“Fammi un pompino “così brutalmente e lei in segreto gli fu grata, non voleva ipocriti cortesie.
Si inginocchiò tra le sue gambe e gli aprì i pantaloni ed i boxer. Un cazzo enorme, ben oltre i 20 cm di lunghezza e di spessore altrettanto imponente balzò fuori battendo sul ventre dell’uomo.
“Oh cazzo !”esclamò Marina e lui
“Brava questo lo puoi proprio chiamare così, se lo merita”.
Lo impugnò con una mano, ne restava libera oltre la metà e le dita non riuscivano a cingerlo tutto. Il glande rosso violaceo era appiattito ed aveva un’ampia apertura dove indugiava una grossa goccia di succhi prespermatici. Lo fece scorrere nella mano per un paio di volte poi ubbidì al comando e spalancando la bocca al massimo accolse quella enorme cappella tra le labbra succhiandola tra lingua e palato.
“Fammi godere subito, quella troia del video mi ha fatto eccitare”le disse lui con voce roca, e marina iniziò a leccare e succhiare velocemente mentre si sforzava di andare su e giù con la testa per farlo entrare il più possibile. Con la mano lo masturbava dolcemente e con l’altra gli tirò fuori i testicoli pesanti e pelosi, massaggiandoli e spremendoli.
“Sei brava continua così”la incoraggio lui abbandonandosi e poi non disse più una parola. Lei si impegno al massimo, facendo appello a tutta l’esperienza accumulata con i suoi precedenti amanti, e lo leccò freneticamente mentre con una mano lo masturbava e con l’altra continuava a stimolare i suoi testicoli.
Dopo pochi minuti lo sentì irrigidirsi, le sue palle si contrassero, la verga si fece ancor più tesa e istintivamente marina si ritrasse leggermente tenendo in bocca solo la punta del glande, con la fessura spalancata da cui con un primo spasmo uscì lentamente una grossa goccia di sperma. La ingoiò subito in attesa del seguito che prontamente eruttò in una serie di almeno 7-8 getti di abbondante sperma caldo, granuloso e dolce che le riempì la bocca e che ingoio in più sorsate con una serie di grugniti e sbuffi. Lui non aveva emesso un suono e nella stanza si sentiva solo il respiro ansimante della ragazza, che con la bocca piena prendeva rumorosamente aria dal naso, come un cavallo dopo una lunga corsa.
La verga iniziò a perdere la consistenza iniziale e Marina la risucchio all’interno della cavità orale, sentendola morbida e meno voluminosa, e alzò lo sguardo verso di lui con aria interrogativa. Le appoggiò la mano sul viso e lentamente la spinse indietro fino a liberare il cazzo semieretto che uscì da quella bocca lucido di saliva e perfettamente ripulito. La fece alzare in piedi e la condusse al profondo divano dove lei si sdraiò contro la spalliera appoggiando le gambe sul morbido tappeto.
“Accarezzati”le disse mentre si spogliava, e lei iniziò a strofinare ritmicamente il clitoride e la vulva producendo rumori umidi e ritmici.
L’avvocato si inginocchiò tra le sue cosce spalancate e dopo averla guardata da vicino accostò la bocca a quel frutto prelibato allontanando la mano con la quale si stava masturbando.
Marina si inarcò andando incontro a quella bocca calda che si posò aperta sulla sua vulva, quasi a contenerla tutta e con la lingua raccolse i succhi limpidi che fuoriuscivano a goccioline vischiose e dolci.
“Sssssiiiiiiii…..aaahhhhhhhhh”sussurrò ormai persa nelle sensazioni che quel continuo suggere e leccare le dava e si lasciò andare .
Lui spostò la bocca sul clitoride alternando rapidissimi colpi di lingua che la facevano urlare nel parossismo, a lunghe e dolci succhiate durante le quali riprendeva fiato ritrovandosi ogni volta ad un livello di eccitazione più alto. Con la mano iniziò a carezzarle la vulva e il bocciolo dell’ano fino a tentare le due aperture prima con un dito e poi con 2, scivolando all’interno senza sforzo e senza incontrare resistenza.
L’indice ed il medio nella fichetta e l’anulare ed il migolo nel culo palpitante, continuò a succhiarle il clitoride mentre la massaggiava internamente toccando ogni punto delle sue viscere e premendo ritmicamente tra le dita la sottile parete carnosa che separa i due canali.
Dopo poco Marina prese ad agitarsi scompostamente sul divano scuotendo le gambe in aria all’impazzata e schiacciando il pube contro quella bocca che la divorava urlò
“Vengo…. vengo… vengo…. vengo…… vengoooo…. veeeengooo…. veeeeaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh….. aaahhhh… aahhhhh…aaahhhhhhh”piegandosi in avanti negli spasmi muscolari dell’orgasmo per poi ricadere senza fiato sul divano. Lui le lasciò le dita dentro e sollevò il viso dalla fica lucida e intrisa di succhi. Lei gli rivolse un sorriso flebile, stremata dal piacere, e lui sfilò le dita dai suoi buchi dilatati che risposero con un fruscìo di carne umida. La prese per i fianchi e la tirò in avanti facendole penzolare il sedere fuori e giù dal divano. Lo sorresse con le mani e sempre stando in ginocchio appoggio la punta del suo pene, risorto a nuovo turgore al clitoride. Marina si preparò a quella spaventosa penetrazione che la terrorizzava, non aveva mai provato con nulla di così grosso, ma che al tempo stesso desiderava per godere ancora.
Lui però cambiò angolazione e dopo avere appoggiato le sue gambe sulle spalle spinse in avanti il bacino facendo scivolare la lunga asta sul clitoride, una lunga carezza che si concluse quando le palle pelose toccarono le labbra bollenti della sua fica. Lentamente si ritrasse ancora una volta carezzando il bottoncino ipersensibile ed ancora si spinse in avanti, come un archetto sulle corde di un violino, lasciandola con un delirio di sensazioni contrastanti tra il piacere che quell’intenso massaggio le provocava dilatandole la fica e facendo crescere il desiderio spasmodico di essere infine riempita da quella mazza primordiale e la coscienza acuita dal contatto dell’enormità di quel palo che nella sua fantasia morbosa l’avrebbe aperta per sempre.
Il suo respiro si fece sempre più affrettato e corto e capì che in breve sarebbe ancora venuta, era abituata a quella sensazione di snervante massaggio clitorideo, era così che di solito si masturbava, ma lui aveva altri progetti.
Interruppe quell’azione e guardandola le disse
“Prendilo e mettitelo dentro da sola”con un tono che non ammetteva repliche.
Marina allungò una mano e trasalì nel contatto con quel membro che sembrava di legno e le riempiva completamente il pugno, ma era ormai troppo avanti per fermarsi a pensare e lo appuntò all’ingresso della vagina.
Lui emise un sospiro di soddisfazione e dopo averle fatto allontanare la mano stette qualche attimo lì indugiando sull’ingresso e poi lentamente, millimetro dopo millimetro iniziò ad entrare con un’azione incredibilmente continua, senza colpi e senza pause.. Marina si sentì letteralmente “aprire”come se qualcuno le stesse aprendo la pancia in due e poi riempire, riempire, riempire, fino allo stomaco ed oltre fino al cuore e sentì come un nodo in gola e deglutì di riflesso. Quando credette che sarebbe esplosa avvertì la pressione dello scroto sull’ingresso della sua fichetta sformata dal maglio che la penetrava e capì che era entrato tutto. Solo allora diede una spinta con il bacino penetrandola ancora di più e scuotendola tutta. Lei era frastornata, si era aspettata una serie di spinte violente e di essere penetrata con violenza dolorosa ed invece le era sembrato che due mani le afferrassero i lati della fica e li tirassero verso l’esterno allargandola come una caverna in cui quel magnifico palo di carne e sangue era ora ben piantato. Istintivamente contrasse i muscoli vaginali ed ebbe in risposta un paio di contrazioni del pene che le trasmisero un brivido profondo; capì che l’attendeva una esperienza travolgente ed unica, e quasi involontariamente prese ad agitare piano i fianchi. Lui avvertì che era pronta e maestosamente si ritrasse con la stessa lentezza e poi riaffondò per continuare poi ad ondeggiare con i fianchi entrando ed uscendo da lei, mentre con le mani le sollevava il sedere conducendola all’incontro col suo cazzo ad un ritmo dolce ed incalzante che rapidamente la portò ad un nuovo orgasmo.
“Si, si dai, dai siiiii siiiii. Cooosiiiiii, siiiiiii, si, si, si, si, si, si, sii, sssiiiiiiiiiiihhhhhh” ancora una volta al ritmo con i suoi colpi incalzanti la sua voce scandì gli spasmi che dalla vagina si trasmisero a tutto il suo corpo, le sue cosce si tesero fino a farle male e ricaddero inerti sulle sue braccia che ancora le sorreggevano il sedere ed i fianchi. Si accorse allora che lui non aveva goduto e realizzò che non avevano preso alcuna precauzione.
“Non venirmi dentro, non prendo nulla “gli disse preoccupata, e lui la rassicurò
“Non ti sono piaciuto prima? Ti faccio fare un bis”rise forte e poi sentendo che la vagina si era rilassata dopo gli spasmi dell’orgasmo iniziò a pompare forte con colpi lunghi e violenti, stantuffando quel grosso pistone avanti e indietro senza particolari riguardi.
“E poi a quanto pare ti piace molto, almeno così si dice in giro”
“Che cosa”
“Fare pompini e berti tutto troiona mia”replicò con voce roca.
“Cosa dici ?”
“Mi hai raccontato una bugia sugli uomini del Romano, ma loro hanno parlato”
“Bastardi !!”
“Non preoccuparti non lo hanno detto in giro. Ma adesso voglio che mi racconti tutto. TUTTO CAPITO!!”
“Beh non c’è molto da raccontare . Ahi, fai piano mi fai male”
“Non ci penso nemmeno, dai racconta: com’era il primo”continuò montandola con forza. Marina iniziò a raccontare con la voce spezzata dai colpi che riceveva tra le gambe ormai disarticolate.
“Il primo era biondo, un bel cazzo, non come il tuo, ma bello. Dolce, gli ho fatto un bel pompino, mi ha fatto venire voglia. L’altro, mi metteva le dita dentro, si, siiiii si anche nel culo si, e poi il biondo è venuto, siiiiii mi ha sborrrato in bocca, buona, tanta, ne avrei bevuta a litri, ma ne fata così poca.”
“E l’altro?” domando imperiosamente continuando a squassarla di colpi.
“L’altro era schifoso, puzzava, ce l’aveva corto, grosso, è venuto in fretta…”
“E tu? Eh??? E tu non sei venuta??”
“No, non con loro… Mi sono masturbata dopo, con la candela, deeeentrrooo nneeeeeeeeel cuuuuuullaaaaaahahhhh haaaaaaaaa”e Marina venne ancora con un rivolgimento interno che la lasciò stremata, quasi liquefatta tra le sue braccia, ansimando forte. Prima ancora che potesse riprendere fiato lui si sfilò dalla fica gocciolante e risalì col cazzo fino al suo viso. Riuscì appena a dirgli
“Si dai vieghlllbbbbb mmmghhhhhh gllubbbbbbb”e si ritrovò il cazzo in gola che già spruzzava sperma caldo. Lo ingoiò rumorosamente e lo succhiò fino a quando divenne molle, e poi delicatamente lo lasciò andare.
Si abbandonò sul divano mentre lui si rialzava e si rivestiva senza fretta, piano si raccolse in posizione fetale come per rientrare in se stessa dopo un esperienza così estrema.
“Vestiti, ce ne andiamo”le disse con strana dolcezza e rapidamente si preparò senza una parola. Uscirono dal portone e l’accompagno al parcheggio dei taxi. Prima di lasciarla e disse solo
“Sabato alle 16, la mia villa sull’argine sai dov’è.”

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