Si era appena rispreso da uno dei più brutti e pesanti periodi dei suoi giovani venti anni di vita, la fidanzata con la quale ne aveva trascorsi 4 gli aveva rifilato un due di picche appena pochi mesi prima del loro quinto anniversario. Deciso a riaprirsi al mondo e a qualsiasi contatto con esseri umani dell altro sesso, non evitata assolutamente di fare apprezzamenti e allusioni alle ragazze che incontrava, in città e in università. Un giorno, mentre giocava ad un gioco di ruolo online tra i più premiati di sempre, in cui a sua insaputa era iscritto un gran numero di ragazze, si ritrovò a digitare: “Ciao, benvenuta nel gruppo!”. Era appena entrata una ragazza presentatasi col nome Michela e all’ incirca della sua età. La stessa sera gli balenò in testa un pensiero…”la devo vedere”; cosi intento a conoscerla, giorno dopo giorno, i discorsi e le conversazioni si allacciavano ogni volta che i due si trovavano collegati contemporaneamente. Aveva scoperto che Michela abitava a non più di due ore di autostrada, aveva visto le sue foto e aveva anche immaginato di farsela. Era da un po’ che non toccava una ragazza e l’idea di affondargli in gola tutto ciò che vi era da affondare lo rendeva ogni giorno sempre più determinato. Allusione dopo allusione i due entrarono in complicità, nonostante lui fosse venuto a conoscenza che il fidanzato della ragazza giocasse nella stessa compagnia. Sembrava importare più a lui che a lei.
“Quando sei libera?”..uscì sulla chat del gioco non appena l’avatar della ragazza sottolineò il cambiamento del suo stato in Online. Lui prnsava già a come sarebbe stato quando fosse arrivato da lei e ciò che sarebbe accaduto, i secondi sembravano minuti, ma la risposta non si fece attendere..”Per il ponte della prox settimana possiamo vederci.”
Lei era molto alta, il fisico tipico di una giocatrice di pallavolo, non spiccava tra la folla ma non gli dispiaceva affatto.
I pochi giorni che li separavano finirono in fretta e non poche volte lui si ritrovo a menarselo in videocam con lei, che intanto dava altrettanto sollievo ai suoi istinti.
Le due ore di auto, trascorsero…duramente.
Aveva prenotato un piccolo alberghetto in una località ligure a pochi minuti da Genova per due giorni, i quali si preannunciavano abbastanza caldi. Non erano state poche le volte che aveva ricevuto il messaggio: “Ho voglia di te”. Le aspettative erano alte.
Arrivò, si sistemò in camera e si fece una doccia, pronto per aspettare la compagna per accoppiarsi.
Arrivò anche lei, raggiante.
Sembrava molto ben disposta all’ accoppiamento. I due si salutarono, si abbracciarono e si baciarono. Le lingue diventarono un tutt’uno con labbra e saliva. Il sangue non tardò ad affluire al cazzo di lui, che con forza di appoggiava al ventre di lei, come a dichiararsi pronto all’amplesso. Lei si raccolse i capelli,poi la mano scivolò abile e in fretta lungo la calda pancia del partner, ancora bagnata dal vapore della doccia. Lei chiuse gli occhi come ad immaginare cosa vi fosse dentro i pantaloni al cui orlo la mano si era fermata. Aveva voglia di un bel membro di cui occuparsi con calma per due lunghi giorni. Allora, giù..la mano scese direttamente negli slip, l’emozione salì. Si slacciò i primi due bottoni dei pantaloni e li lasciò cadere assieme agli slip neri, mettendo a nudo il cazzo ormai pronto a ciò a cui era chiamato. Lei già stava massaggiando la punta del membro virile che si ergeva all’altezza del suo ventre bagnato. Lui non era certo l unico eccitato. Pochi passi e il letto si materializzò dietro di loro. Cadderò una sopra l altro e ancora una volta la ragazza si ritrovò con peso sulla pancia. Non aveva alcuna voglia di sentirlo sulla, lei lo voleva dentro di sè, subito, ma non poteva fare a meno di tenerlo prima in bocca, che già da un po’ aveva iniziato a salivare più del normale. La mano che fino ad allora era rimasta a solleticare le palle, iniziò un lento movimento mentre lei scendendo col corpo avvicinò la bocca al cazzo, pronta a cingerlo con le sue labbra.
Improvvisamente se lo ritrovò in gola, con gli occhi chiusi non aveva notato il leggero movimento della mano del ragazzo che le era passata sulla testa e le si era poggiata sulla nuca facendo pressione. Senti la gola bruciare, non era abituata. Un altra spinta, quasi un conato. Più la gola si abituava all’oggetto estraneo più lei godeva nel vedere il piacere del ragazzo, quasi sconosciuto.Il ritmo incalzò e lei sentiva pulsare il gonfio glande sul suo palato, se lo passava tra le labbra e ancora scivolava già nella gola. Dopo una decina di minuti lui non sapeva esattamente se lasciare il piatto principale per dopo o se attraccare già la nave in porto. Una ragazza di cui in realtà non era certo manco il nome si stava slinguazzando il suo cazzo, e dopo la carestia passata, decise che questo era più di quello che si sarebbe potuto aspettare.
Voleva venirle in gola proprio quando le sue palle erano attaccate al mento di Michela. Lei già godeva a sentire quell’oggetto del piacere che si trovava in bocca. Avrebbe voluto fotterselo, ma penso di lasciare il ragazzo sulle spine fino alla sera; lo avrebbe fatto venire con la bocca.
Il cazzo pulsava sempre più velocemente, la testa si muoveva sempre più velocemente, la gola si allargava sempre più velocemente e lo stesso ritmo lo dettava la mano sulla nuca della ragazza. Uno, due, tre…i colpi si susseguivano finchè non fu giunta l ora. La ragazza ancora non aveva parlato, e spiegato le sue intenzioni ma sentendo lui accelerare il ritmo pensò all’ improvviso a ciò che nel giro di pochissimi secondi sarebbe successo. Impreparata senti la sua gola invasa dal denso seme dello sconosciuto. Gli occhi sbarrati e la bocca aperta e una dannata mano sulla nuca che non la lasciava staccare. Venne abbondantemente nella calda gola che a scatti si contraeva. Uno, due, tre…secondi di apnea finchè, lasciata dalla presa, la ragazza ingoio di istinto ciò che aveva in gola per prendere aria il più velocemente possibile. Si schiari le idee, vide il ragazzo sistemarsi comodo nel letto e soddisfatta si leccò le dita per averne fatto godere uno in più.