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Appuntamento al solito posto

Non ho mai parlato con nessuno di Fra, un ragazzo della mia età che ho conosciuto l’estate scorsa e che abita abbastanza vicino al mio paese. È un bel ragazzo, alto, magro, castano con gli occhi chiari, un bel viso. Fa il maestro di sci per guadagnare qualcosa, dato che anche lui ancora studia. Davide si è fatto sentire ancora qualche settimana fa, ma io non potevo uscire data l’assidua presenza di Diego (il mio ragazzo) a casa mia. Ieri sera finalmente ci siamo dati appuntamento a metà strada tra casa mia e casa sua, al nostro solito posto, il secondo tornante. Lì c’è uno spiazzo, è sempre buio pesto, in quella gola non arriva mai la luce della luna. Non ci sono luci vicine, si vede un cielo fantastico. Solo la luce delle stelle. Siamo scesi dalla macchina e ci siamo baciati subito. Dovevamo raccontarci tante cose. Gli ho fatto una bella foto con il cellulare, e anche un video, mentre ride seduto nella mia macchina. Poi siamo saliti dietro, sempre nella mia macchina, ancora baci e poi lui ha iniziato a toccarmi il seno, prima lentamente e poi forte, stringeva forte, modestamente ho due tette belle sode. Avevo la gonna e le autoreggenti, sapevo a cosa andavo in contro quella sera, sesso, finalmente sesso. La sua mano sulle mie gambe, sotto la gonna e poi sotto le mutandine. Le sue dita che mi sfiorano e che entrano in me, davanti e dietro. Io quasi non mi muovevo, lo baciavo ed abbracciavo e con una mano lo accarezzavo da sopra i jeans, sembrava ben messo. Poi l’ho spogliato e lui mi ha avvicinato la testa al suo cazzo. Ha il cazzo più grosso che io abbia mai visto. Riesco a tenere in bocca solo la punta, e a fatica. È grosso, ma è fatto molto bene, duro e buono, ha un buon sapore la sua pelle. A lui piaceva il mio profumo, quello che ho ‘rubato’ a mia mamma. Io glielo succhiavo e lui entrava e usciva da me con le dita, due, tre dita. Si è abbassato su di me per vedere bene le sue dita che entravano in me. È venuto dopo poco, nella mia bocca. Dolciastro. Un buon sapore. Io sono venuta mentre andava avanti e indietro con le dita e mi muovevo anch’io, molto forte, quasi mi faceva male. Forse ha pizzicato un po’ dentro perché alla fine un po’ sentivo male e lui si è trovato le dita piene di sangue. Per fortuna non gli ha dato fastidio, avrà graffiato un po’ con le unghie, non so.
Mi ha detto “Sei troppo brava, volevo durasse di più” In realtà è andato benissimo così, troppo lungo a venire non mi piace, mi annoia un po’. Ci siamo lasciati con un bacio e con la promessa di vederci più spesso, “se una sera non sai che fare, se sei libera, chiamami, dato che stiamo vicini…”
Certo che ti chiamo, Fra…

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