Il primo cornetto vero nella mia vita lo ricevetti nel 1978.
Allora avevo una ragazza di nome Clara. Aveva 17 anni e io 24 .
Una sera nella sua camera da letto mentre eravamo seduti sul tappeto a parlare del più e del meno, ad un certo punto la mia attenzione venne attratta da un diario rosa di tipo scolastico che notai per la prima volta sulla scrivania.
Cos’é?
È il mio diario.
Hai un diario?
Si.
E cosa ci scrivi?
Quello che mi capita, le cose che faccio, niente di speciale, lo faccio per passare un po’ il tempo.
Posso leggerlo?
Lei con molta tranquillità disse:
Si, se vuoi.
Non per sapere i fatti suoi, ma per vedere come si esprimeva, se anche lei come me a modo suo, era una artista, cominciai a leggerlo dall’inizio.
Sfogliavo e leggevo, ma non ricordo cosa ci fosse scritto.
Ricordo dei disegnini e delle frasi tipicamente adolescenziali, non c’era nulla di artistico, nemmeno per sbaglio, ma andavo avanti più che altro per farla contenta, per farle credere che trovavo interessante quello che scriveva.
Sfogliavo e sfogliavo quando ad un certo punto sul diario spunta il nome di Alessio.
Alessio era un ragazzo che conoscevo bene.
Non eravamo proprio amici, ma quando Clara non era ancora la mia ragazza ci si vedeva e si passava del tempo insieme.
Alessio non era alto, anzi, era basso, ma molto carino e con un gran fisico.
Faceva ginnastica artistica e a 11 anni era già stato campione italiano della sua categoria, aveva un certo fascino e anche un certa fama e in più girava con un vecchio mercedes che per allora faceva estremamente figo.
Nel diario lessi che Clara aveva conosciuto Alessio.
Lo conosco bene, le dissi, siamo amici.
Si me lo ha detto, rispose tra i denti.
Andai avanti a girare le pagine e dopo qualche foglio rispunta il nome Alessio, non ricordo cosa ci avesse scritto, ma notai che si erano casualmente rincontrati, ma non pensai nulla di strano, nella vita ci si rincontra spesso.
Continuavo a girare le pagine e notai che Clara cominciava ad essere un po’ nervosa e mi diceva, facendo finta di vergognarsi:
Dai chiudi che tanto sono tutte cose così, senza senso, tutte uguali.
Ma io ero incuriosito perché Alessio era ormai in tutte le pagine con commenti carini nei suoi confronti e corredati da disegnini floreali.
Clara era ferma, ma le avvertivo un tremore interno che attribuivo alla sua timidezza e non al timore di chissà cosa, che diamine, perché?
Non era possibile che un ragazzo e una ragazza si incontrassero e parlassero per il piacere di farlo?
Ovvio che si, eravamo o no quasi negli anni 80?
Continuai a leggere, Alessio mi ha detto che se capito dalle sue parti mi fa vedere lo stereo che si è comperato, ( status simbol d’allora ) e mi ha dato il suo indirizzo.
Dentro di me dissi: AH.
Gli è simpatica e girai pagina, Clara mi guardava con gli occhi sbarrati e le labbra chiuse, come se stesse per succedere qualcosa di sorprendente e rompendo gli indugi disse:
Dai basta, non ti sei stufato di leggere sté sciocchezze?
e con la mano tentò di chiudere il diario.
E io: No dai sono curioso.
Ma è tutto lì, non ho più scritto niente.
Girai il foglio e c’era ancora scrittura e anche nel foglio successivo.
Lessi:
Oggi mi sono incontrata con Alessio a Ravenna e mi ha portato a casa sua a vedere lo stereo, abbiamo ascoltato la musica e parlato e sono stata tanto bene e lui era molto carino e gentile e abbiamo fatto l’amore…