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Dal parcheggio al motel

I luoghi insoliti mi hanno sempre attratto. La complicità degli sguardi mentre contrappassi un’altra macchina, lei che si sposta leggermente in avanti per guardare chi c’è sulla macchina. Frequentavo quel parcheggio verso la tangenziale una o due volte al mese. Mai di sabato perché era pienissimo di macchinate di ragazzi e le coppie se ne stavano sulle loro, rovinando tutto il gioco.

Quella domenica sera era moscia, tranquilla. Poche macchine e soprattutto poche coppie che almeno rallentassero davanti alla mia macchina parcheggiata. Avevo ormai quasi deciso di andarmene a casa, mentre una Bmw non nuovissima entrò nel parcheggio e subito, come facevano tutti, spense i fari tenendo accese solo le luci di posizione, fece due giri e si fermò quasi frontalmente davanti alla mia macchina, qualche fila più in là.

Per fortuna non vi erano rimasti molti “avvoltoi”, cioè quelli che appena avvistata una macchina con una coppia iniziano un pedinamento serrato con la conclusione di mandare tutto all’aria e addio sesso.
Rimanemmo così per alcuni minuti. Riuscivo a vedere la coppia della Bmw guardarsi intorno. A quel punto decisi di avvicinarmi.

Accostai alla loro macchina e abbassai il finestrino. Mi guardarono entrambi, ma non fecero altro. Penasi, “cazzo ho fatto male ad avvicinarmi”. Ritornai al punto dove ero parcheggiato prima. Tempo di fermare la macchina, che il Bmw si mosse e mi si fermò davanti, dalla parte della lei. Abbassò il finestrino e lui si spostò sopra di lei facendomi segno di avvicinarmi.
”Cerchi compagnia?”
”Si” risposi “e voi cosa volete fare?”
Lui guardò lei e poi mi disse “Scendi che vogliamo vederti meglio”.

Scesi dalla macchina e mi avvicinai al finestrino della Bmw. Lei era bruna con i capelli abbastanza corti e con un impermeabile non allacciato. Una signora sicuramente sulla cinquantina, ma ancora una gran figa. Anche lui era di mezza età. Avvicinandomi mi fece vedere chiaramente le gambe e le autoreggenti nere.

”Quanti anni hai? ” mi chiese lui.
”35″ risposi.
Lei si chino verso il finestrino.
”Senti noi vogliamo fare qualche cosa, ma non qui, c’è casino e poi iniziano a girare i caramba. Ti va di prendere una camera con noi nel motel qui avanti sulla statale? ”

”Certo” risposi abbastanza stupito della richiesta così diretta “fate strada voi?”

”Ok, seguici. Entrando nel motel prendi una camera e guarda in quale andiamo noi, poi raggiungici”.
Risalii in macchina, il cazzo mi tirava pensando all’azione.

Arrivammo al motel. Come mi avevano detto, loro entrarono per primi, poi entrai io. Si fermarono nel posteggio davanti alla loro camera, la 15. Io avevo la 21. Andai avanti, parcheggiai e aspettai qualche minuto, poi tornai indietro verso la loro camera. Bussai. Venne lui ad aprirmi.
”Bhe! È ora di presentarci. Io sono Andrea, mia moglie si chiama Luisa.” Sentii che lei era in bagno.
”Sei eccitato? “, mi chiese lui. “Insomma, abbastanza ” riuscii a rispondergli.

“Allora mettiti lì” e mi indicò la parete in angolo.

“Luisa, vieni c’è un torello qui pronto” la parola mi eccitò ancora di più, ma non tanto come vedere Luisa.

Indossava un body a cinghia nero. Si avvicino e inizio a palparmi il cazzo.
”Porco ti tira? Cosa cazzo vuoi fare? Scopare?”. Mentre lo diceva mi guardava negli occhi.
”Beh dovrai aspettare un po’, prima dobbiamo divertirci ben bene, non è vero Andrea?” Inizio a slacciarmi i pantaloni e infilando la mano spingendola bene tra le cosce fin quasi a toccarmi il culo mi tirò fuori il cazzo.
”Bene non è lunghissimo ma è bel gonfio. Vieni Andrea, guarda” disse al marito. Lui si avvicino. Non mi ero accorto, ma si era svestito ed era nudo con un uccello niente male che si masturbava avvicinandosi. Lei glielo prese in mano e iniziò a menarglielo.

”Dai fallo a lui” lei gli disse, e lascio il mio cazzo guidando la mano di lui sul mio uccello. Mentre lui iniziò a menarmelo, lei si avvicino alla mia faccia e iniziò a leccarmi l’orecchio.

”Ti piace? , lasciaci fare e vedrai che sborrerai come non hai mai borrato, porco.”

A quel punto si abbassò e inizio a prendermelo in bocca. Lui la lasciò fare e si accoccolò vicino a lei.

“Dai pompa” gli disse Luisa e mise il mio cazzo in bocca ad Andrea. Ormai stavo per sborrare e fermo in quella posizione iniziavo a avere dei fremiti nelle gambe. Luisa si accorse.

“Cazzo, non godere, adesso, dai spostati e leccami la figa.” Prese il copriletto e con uno strappo lo stese sopra il tappeto di lato al letto.

“Stenditi” mi sdraiai e Andrea prese un cuscino che me lo mise velocemente sotto la testa.
“Così, porci che mi sento già tutta bagnata” e si mise a cavalcioni sulla mia faccia.

“Leccami la figa, si muovi la lingua dai, così, cerca di andare dentro che mi bagno di più”.

Mentre leccavo inizio a spingermi la figa sulla bocca muovendosi sempre più velocemente.
”Ohh, dai fammi sborrarare, dai, daii leccami la sboraaaaa, siiii”.

Ero ormai prossimo a pisciare anch’io tutta la mia sborra. Luisa si spostò, dalla mia faccia, toccandosi la figa
”cazzo sono una lago, maiali” e si sdraiò sul copriletto tirandomi verso di lei. Andrea era dietro di me, in piedi, e prese le gambe di Luisa tenendole sollevate in alto.
”Dai scopami daiii”. Non feci in tempo a mettermi davanti a lei che prese il mio cazzo con forza per infilarselo dentro.
”Piano, cazzo, se no sborro subito!”

”Dai infilalo” e fui dentro di lei.
”Scopa questa troiona, falle sentire il cazzo, daii” mi incitava Andrea sempre tenendole le gambe in alto e aperte. Poi per un attimo le lasciò mentre continuavo a pompare Luisa, ormai vicinissimo a goderle dentro. Lei mi fermò e Andrea le diede un cazzo di gomma che aveva tolto dalla borsa di Luisa.

”Mettimelo nel culo, svelto” gli disse lei e Andrea iniziò ad appoggiare la cappella insalivata sul buco del culo di sua moglie. Non capivo più nulla. Glielo mise dentro e lei subito si riappoggiò sul copriletto, così che il cazzo di gomma si impuntasse appena sul letto e rimanendole ben piantato nel culo.

“Dai rimettimelo dentro” mi disse Luisa,
”dai che ne ho dentro due, daiii chiavamiii”.

Ormai facevo tutto a comando e non riuscivo a capire più nulla. Sentii Andrea dietro di me e la mano di Luisa sul mio culo.
“Inculalo Andrea, che deve godermi dentro”. Fu un attimo. Sentii il caldo della cappella gonfia di Andrea allargarmi il culo, piano, poi un colpo forte e lo sentii tutto nel culo.

”Lo senti?” mi chiese Luisa con una voce da troia che ricordo ancora adesso e credo ricorderò per sempre, “senti che ti apre il culo? dai vieni, sborraaaaa!”.

Mi muovevo come un pazzo dentro la sua figa riprendendo e ridandole i colpi che Andrea mi dava nel culo.

“Dai, daiiiiii, ohh com’è duro, dai” mi sentii rantolare e sborrai per almeno un minuto intero a colpi nella figa di Luisa.

Ho ancora perfettamente in mente e in corpo quel piacere. Un piacere tutto da riprovare.

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