Lei era li, sdraiata su un tavolo di legno, e nei suoi occhi vedeva l’orrore compiersi in tutta la sua crudeltà, non poteva muoversi, poteva solo urlare, ma le sue urla erano inutili, e la cosa peggiore era che lei stessa lo capiva, nel momento stesso in cui le uscivano dalla gola percepiva la loro inutilità e la sua impotenza.
Cercò di scacciare via i suoi pensieri ma non ci riuscì, e la sua mente iniziò a vagare all’indietro nel tempo, ai suoi giorni felici di figlia del duca, circondata d’affetto e di attenzioni, giorni che erano finiti con l’inizio di una terribile guerra contro l’invasore barbaro, che era giunto sin sotto le porte del castello, e poi le aveva varcate, tra le urla e il sangue dei suoi difensori, e che ora era giunto sin li, nella sala del trono, dove si era riunita la famiglia del duca, ovvero il duca stesso, la duchessa (sua madre), e lei, la figlia prediletta.
I barbari entrarono nella sala senza alcun rispetto, quello che si capiva era il loro capo portava in mano la testa del comandante delle guardie, che ancora grondava di sangue. Due dei suoi guerrieri la afferrarono e la trascinarono sul tavolone che si trovava al centro della stanza, mentre il barbaro invasore ordinava ai suoi genitori di scendere le scale su cui era posto il “trono”. I suoi obbedirono, poi il barbaro disse:
– Inginocchiatevi!
Il duca guardò verso sua figlia, trattenuta su un tavolo con una lama poggiata addosso, e obbedì, sua moglie lo segui piegandosi a terra. Il barbaro esplose in una risata sprezzante, poi si rivolse al duca dicendo:
– Ora se non vuoi che la tua cara figlioletta faccia una brutta fine tu resterai così, fermo e immobile, qualunque cosa accada
Il duca non rispose, e allora il barbaro urlò:
– Strappatele le vesti!
I suoi uomini obbedirono subito, e con le loro spade strapparono di dosso le vesti alla duchessina, lasciandola completamente nuda sul tavolo, quindi il barbaro urlò al duca:
– Capito?
Si, resterò immobile. < rispose l’uomo >
– Bene, < sghignazzò l’invasore, e poi rivolgendosi alla duchessa disse:>
– Alzati puttana.
Lei obbedì immediatamente per proteggere la figlia, quindi il barbaro allungò una mano, le sfiorò il viso, accarezzandolo, poi la prese per il mento movendo la sua testa prima a destra e poi a sinistra come per valutarla, la lasciò e per un attimo non fece nulla, quindi la scaraventò a terra con un violento schiaffo. Il duca ebbe l’impeto di alzarsi, ma davanti ai suoi occhi vide Ethel, la giovane figlia, e esplodendo dentro di se per la rabbia, si fermò nella sua umiliante posizione.
Il barbaro portò un piede vicino alle labbra della duchessa, che era rimasta sdraiata a terra, e le ordinò di leccarlo, lei iniziò con riluttanza a passare la sua lingua sopra il fango e il sangue che ricoprivano la calzatura dell’uomo, che la afferrò per i lunghi capelli biondi e la tirò nuovamente su, in piedi.
Dopo averla fatta alzare il barbaro urlò in faccia alla duchessa:
– Spogliati!
Lei iniziò, cercando di essere il meno sensuale possibile, a togliersi le sue ricche vesti, con tutto il suo nobile orgoglio scoprì il suo corpo di trentacinquenne in ottime condizioni, lasciò cadere ai suoi piedi tutto, e quando fu completamente nuda disse:
– Eccomi come mi volevi, barbaro.
Lui per risposta al suo fare sprezzante le diede un nuovo schiaffo sul viso, ma stavolta lei restò in piedi. Il barbaro la guardò con occhi pieni di rabbia e afferrò il suo seno destro per farlo del male, ma dalla sua bocca non uscì nessun grido, neanche quando l’uomo strinse più forte, o quando tirò il capezzolo rosso.
Gli occhi del barbaro ora sembravano lanciare lame di fuoco per quanto era furibondo, mettendole una mano dietro la testa cercò di costringerla a inginocchiarsi, ma lei si piegò senza opporre alcuna resistenza, e restò ferma così, ai piedi del suo aguzzino. Costui le diede un calcio in pieno stomaco, la donna si piego in due, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. L’uomo ordinò ad uno dei suoi scudieri di aiutarlo a spogliarsi, e poco dopo completamente nudo, con il suo corpo muscoloso e segnato dalle cicatrici di molte battaglie, si riposizionò davanti alla donna, che nel frattempo era rimasta impassibile nella sua posizione, in ginocchio, con la schiena eretta e le mani sulle ginocchia.
Il barbaro prese la testa della duchessa da dietro la nuca e ne spinse il viso contro il proprio cazzo, la donna si lasciò guidare docile, e quando il barbaro le urlò di aprire la bocca lei obbedì senza tradire alcuna emozione, e si ritrovò in bocca il duro organo dell’uomo, che le ingiunse di succhiarlo. Lei iniziò a leccare e succhiare il cazzo del barbaro, mantenendo la sua compostezza e la sua fierezza intatte, anche quando dopo alcuni minuti di “lavoro” l’uomo le sborrò in gola, tenendole ferma la testa in modo che dovesse per forza ingoiare tutto il suo sperma. Poi le ordinò di pulire il suo membro appiccicoso, e lei esegui senza alcuna esitazione.
L’uomo vide che nonostante tutto la donna conservava intorno a se un alone di superiorità rispetto al resto, e ciò fu per lui come una frustata in pieno viso, si rivolse verso il duca , e urlò:
– Quella puttana di tua moglie sta godendo come una troia! E’ talmente assetata di cazzo che vorrebbe farsi tutto il mio esercito!
Il duca aveva sempre davanti agli occhi la giovane Ethel, e restò apparentemente impassibile alle parole dell’uomo, la cui ira montò ancora di più. Allora torno a girarsi verso la duchessa, che era rimasta ferma, senza nemmeno pulirsi il viso e le labbra sporche di sperma, e le gridò:
– Girati e mettiti a quattro zampe come un cane puttana!
Lei esegui l’ordine senza discutere, e l’uomo si appostò dietro alla donna, le afferrò il seno strizzandolo, e contemporaneamente spinse con violenza il suo cazzo dentro di lei, la scopò così per un po’ gemendo a ogni colpo inferto alla sua preda, che continuava impassibile nel suo silenzio, anche in questa situazione. L’uomo sempre più furibondo tirò fuori di colpo il proprio cazzo, e lo appoggiò all’ano della donna, costei capì le intenzioni del barbaro, ma si morse le labbra per non urlare, chiuse gli occhi e si preparò alla nuova violenza che stava per subire. Lui iniziò a spingere con forza il suo organo contro il piccolo buchino di lei, senza cercare di aiutare la penetrazione con un po’ di saliva, e, spingendo con violenza, senti le carni della duchessa che cedevano al suo membro e si preparavano ad inghiottirlo. Si ritrovò dopo poco dentro di lei, e iniziò a cavalcarla con forza e violenza, senza per questo riuscire a far uscire dalla sua bocca nessun grido o implorazione. Il barbaro tirò fuori da lei il suo cazzo, e restò per un momento immobile, senza dire o fare nulla. Poi con un gesto della mano ordinò a uno scudiero di porgergli i vestiti che si era tolto prima, quindi si girò verso i due guerrieri che tenevano ferma la duchessina e ordinò:
– Lasciatela.
I due obbedirono immediatamente, e Ethel, dopo un attimo di smarrimento corse verso sua madre, e le si gettò addosso.
Il barbaro guardò il duca e gli disse che poteva alzarsi, il duca si alzò, ma restò fermo, senza muoversi verso la sua famiglia. La situazione restò statica per alcuni momenti, con un irreale silenzio che riempiva la sala, fu il barbaro a rompere il silenzio, ordinando ai suoi uomini di prendere degli stracci per vestire la famiglia del duca.
Poco dopo il duca, la duchessa ed Ethel erano vestiti come dei servi. Il barbaro li fece condurre fuori dai suoi guerrieri, poi mandò uno dei suoi uomini a prendere un cavallo dalle scuderie del duca, lui stesso lo consegnò ai tre, che ancora non capivano cosa stesse accadendo, e disse:
– Andatevene, e non fatevi più rivedere in queste terre, la prossima volta non sarò così generoso.
Quindi si voltò e salì sulla torre del castello, da dove osservò il piccolo gruppo allontanarsi lentamente dalla costruzione, le due donne a cavallo, e l’uomo al loro fianco, a piedi.
Al suo fianco c’era il suo fido consigliere, Garmond, che guardandolo incredulo gli domandò:
– Perché li hai risparmiati? Avevi detto che avresti sterminato tutta la famiglia per evitare rivendicazioni future del titolo, anche da parte dei successori del duca.
– Lo so, quello che ho fatto potrebbe causare in futuro dei problemi
– E allora perché?
– Non lo so, è stata colpa di quella donna, dentro di lei c’era una tale forza che non sono riuscito ad ucciderla.