Allora lei si ritrasse, si sollevò un poco, coi capelli scomposti e gli occhi drogati, e, attraverso una leggera nebbia, lo vide sdraiato sul dorso. Scivolò sul letto, finché la bocca non incontrò il suo pene. Allora incominciò a baciarlo tutt’intorno, ed egli sospirò. Il pene aveva piccole scosse a ogni bacio. Lui la guardava, le aveva messo una mano sulla testa e la spingeva all’ingiù, così che la sua bocca cadesse sul pene. Le tenne la mano sulla testa mentre Elena la muoveva su e giù, poi la lasciò cadere, con un sospiro di piacere quasi intollerabile, la lasciò cadere sul ventre, e giacque a occhi chiusi, assaporando la gioia di lei. Elena non poteva guardarlo come la guardava lui, perché aveva gli occhi offuscati dalla violenza delle sensazioni. Quando lo guardava si sentiva attratta magneticamente verso di lui, costretta a toccare la sua carne, con la bocca o con le mani, o con tutto il corpo. Gli si strofinava contro con tutto il corpo, con una sensualità animalesca, godendo dell’attrito. Poi giacque sul fianco toccandogli la bocca, come se la stesse modellando e rimodellando, come una cieca che vuol scoprire il taglio delle labbra, del naso, degli occhi, per accertarne la forma, per sentirne la pelle, che vuol scoprire la lunghezza e il volume dei capelli, la loro attaccatura dietro alle orecchie. Le sue dita lo toccavano leggere, poi divenivano frenetiche, premevano a fondo nella carne, fin quasi a fargli male, come per assicurarsi con violenza della sua realtà. Queste erano le sensazioni esterne dei corpi che si ;a scoprivano a vicenda. Dopo tanto toccarsi, erano come dei drogati. I loro gesti erano lenti e sognanti, le loro mani pesanti. La bocca di lui sempre dischiusa. Quanto miele fluiva dal corpo di lei! Egli vi immerse le dita, poi il sesso, poi la girò per farla giacere su di sé con le gambe attaccate alle sue, e mentre la prendeva poteva vedersi entrare in lei, e anche Elena poteva vederlo. Videro i loro corpi ondeggiare all’unisono, in cerca del piacere. Lui l’aspettava, osservando i suoi movimenti. Vedendo che lei non affrettava i suoi movimenti, le fece cambiare posizione, mettendola sotto di sé. Si accosciò su di lei per prenderla con più forza, toccandola fino in fondo all’utero, toccando senza posa quelle pareti di carne, e allora Elena senti risvegliarsi nuove cellule dentro al ventre, nuove dita, nuove bocche, che reagivano al suo entrare e si univano al movimento ritmico rendendo sempre più esaltante questo suo succhiarlo, come se lo sfregamento avesse risvegliato nuovi strati di godimento. Elena si mosse più in fretta per giungere all’orgasmo e, quando lui se ne accorse, affrettò i suoi movimenti dentro di lei e la incitò a venire con lui, con le parole, con le mani che l’accarezzavano, e infine con la bocca chiusa sulla sua, con le lingue che si muovevano con lo stesso ritmo della vagina e del pene, e l’orgasmo la invase dalla bocca al sesso, in correnti incrociate di un piacere che crebbe fino a farla urlare, con singhiozzi e risa, con il corpo straripante di gioia.