Io e Nicolò continuavamo ad andare a letto assieme. Uscivamo, anche. Eravamo una coppia fissa, si può dire così. Non c’era amore, c’era affetto, questo sì. Ma più di tutto c’era sesso. Sesso tenero, sesso selvaggio, sesso furioso, sesso in vari luoghi e sesso in vari modi. Ci intendevamo a vicenda e questo ci evitava di cercare sesso altrove.
Una sera uscimmo io e lui, e andammo in discoteca. Mentre Nicolò era in bagno, io mi portai verso il bar. Mi sembrava impossibile, eppure incontrai Danilo…
“Ciao Danilo! Quanto tempo!” gli dissi.
“Ma ciao! Che ci fai qui?”
“Beh, chiaramente ballo”
“Spiritosa. Sei qui con Matteo, Chiara e gli altri della combriccola?”
“No. Veramente sono qui con Nicolò…tuo cugino Nicolò”
“AH! Ma allora sei tu la ragazza che gli ha rapito il cuore. Sai, mio cugino da un po’ di tempo è strano e sfuggente. A me non ha detto niente, fa tutto di nascosto. Quel poco che so, lo so per vie traverse”
“Ah” fu la mia unica risposta.
Sinceramente c’ero rimasta un po’ male. Non volevo che Nicolò mettesse sul giornale la nostra relazione, però mi infastidiva che a suo cugino, che era il suo migliore amico e confidente, non avesse detto niente.
Nel frattempo Nicolò tornò. Lo visi visibilmente imbarazzato quando ci trovò insieme, a parlare al bar. Il mio sguardo parlava da solo, era come se gli stessi dicendo: “E ora voglio sapere che dici…”.
“Bentornato, caro, tutto bene?”
“Sì, tutto ok. Ciao Dani.”
“Ciao Nicolò! Ma com’è che non mi hai detto che esci con lei? Lo sai che la conosco bene…”
“Mah, cosa vuoi…non c’ho pensato, forse”
“Ragazzi, mi scusate un attimo? Vi raggiungo tra poco, devo incontrare un amico e torno”, e così Danilo ci lasciò per qualche minuto.
“Sei incazzata, lo so.”
“Errore. Non sono incazzata, ma voglio sapere il perché.”
“Te lo dissi quando mi chiamò mentre stavamo insieme la prima notte. Perché lui ti vuole, il fatto che non sia mai successo niente tra di voi ha stimolato in lui la voglia di averti, almeno una volta. Non me l’ha mai detto chiaramente, ma lo leggo tra le righe di alcune sue frasi, nei suoi occhi quando ti vede e pensavo si sarebbe incazzato. E tu sai quanto sono legato a mio cugino.”
“Se le cose stanno così va bene. Però quello che mi dici mi prende di sorpresa. Creo che tu ti sbagli. Io e Dani siamo sempre stati amici, tra noi non è mai successo niente e non ci sono mai stati segnali in quel senso.”
“Ti piace?”
“Non iniziare a fare il geloso o a mettermi in bocca cose che non ho detto.”
“No, ma voglio solo sapere se ti piace.”
“Sto con te, mi piaci tu.”
“Continui a eludere la domanda. Ti piace Danilo?”
“E’ un bel ragazzo, questo è certo. Beh, ora vado io in bagno, ci vediamo tra poco. ”
“Ok.”
Quando tornai Danilo era tornato lì. Stavano confabulando qualcosa, e si interruppero subito, non appena mi videro. Ero stanca di stare in quel locale, volevo andare in qualche altro posto.
“Dani, con chi sei qui?”
“Da solo. Dovevo vedere un amico per una questione e passare con lui e la sua compagnia il resto della serata, ma visto che ci siete voi qui faccio quattro chiacchiere con voi, se non vi dispiace”.
“Perfetto! Anzi, che ne dite se cambiamo posto? Un pub, dove si possa parlare un po’ senza perdere la voce e l’uso delle orecchie”
La mia proposta fu accolta con entusiasmo. Andammo in un locale vicino a casa mia, e da lì, dopo un po’, a casa mia. La serata trascorse in allegria. Le svariate bottiglie di vino che ci eravamo scolati aveva contribuito ad alzare il morale di tutti e tre, e nel contempo di abbassare la qualità degli argomenti di cui stavamo parlando.
La sintonia tra i due cugini era palpabile, si intendevano a meraviglia. Danilo faceva battute a raffica, alcune delle quali spinte e con me e Nicolò come protagonista.
“Beh, insomma… i casi della vita. Allora ti scopi mio cugino, e a me non hai mai voluto darla.”
“Come sei fine Dani! ma adire la verità non ci hai neanche mai provato.”
“Adesso è troppo tardi?”
“Chiedilo a Nicolò. Nicky, che ne dici?”
“E’ mia adesso, Dani.”
“Sei così geloso?”
“Non sono geloso, lo sai.”
“E allora perché non me la lasci per un po’?”
“Sentite ragazzi, non sono un pacco postale. Però se volete possiamo divertirci tutti e tre…”
Non avrei mai pensato di poter dire una cosa del genere, ma evidentemente i fumi dell’alcol si facevano sentire in modo molto accentuato. Danilo sorrise, e volse uno sguardo a Nicolò. Nicolò avvampò. Sembrò da un lato colpito nel suo orgoglio (dividere la sua donna con un altro), dall’altro invece molto tentato.
Io mi alzai e andai in braccio a lui, a cavalcioni. Gli misi la lingua in bocca e iniziai a strusciarmi su di lui, sentendo il suo sesso gonfiarsi sotto le mie gambe. Danilo guardava, come ad aspettare il consenso del cugino, prima di buttarsi a capofitto su di me.
“Ti va di fare una delle nostre maialate Nicky? Dani è qui che aspetta solo un tuo cenno”
Mentre glielo chiedevo massaggiavo il suo cazzo da sopra i pantaloni.
“Sì, sì, tutto quello che vuoi.”
“Sedetevi entrambi sul divano, veloci!”
Obbedirono entrambi. Mi alzai in piedi, di fronte a loro, e mi sciolsi i lunghi capelli biondi sulle spalle. Iniziai lentamente ad aprire il top che indossavo. Il mio prorompente seno balzò fuori, finalmente libero. Allungai una gamba verso Dani, che mi tolse uno stivale. Feci lo stesso con l’altra gamba, verso Nicolò. Girai loro le spalle e iniziai ad aprire i pantaloni fascianti che avevo. Chinandomi in avanti li feci scivolare a terra e li sfilai. Il mio minutissimo perizoma in pizzo nero venne scoperto. Mi voltai ancora verso di loro, e mi avvicinai a loro, togliendo ad entrambi la camicia.
“Spogliatevi del tutto”, dissi.
Obbedienti come due scolaretti, si spogliarono. I loro falli erano eretti. In me montava una voglia esagerata. Mi sedetti in mezzo a loro e presi con la mano destra i cazzo di Dani, con la sinistra, quello di Nicky. Iniziai a massaggiare all’unisono i due falli, dapprima più lentamente, poi molto velocemente. Erano di marmo. Di colpo smisi, e mi alzai in piedi. Mentre lo facevo Danilo prese il perizoma e lo tirò in giù, lasciandomi completamente nuda.
Mi chinai su Danilo e ingoiai il suo cazzo. Lo spompinai per bene, massaggiandogli le palle e portandolo vicino all’orgasmo, volevo dimostrargli tutta la mia bravura, volevo fare una splendida figura. Nel frattempo Nicky da dietro mi mise le mani nella figa, e iniziò a titillarmi il clitoride, l’orgasmo per me era così vicino, quando lui smise. Per una sorta di rivalsa, mi voltai verso Nicolò e mi misi il suo fallo in bocca. Lo leccavo avidamente, lo mordicchiavo, disegnavo cerchi sulla cappella, lo succhiavo con forza. Portai anche lui sull’orlo dell’orgasmo e poi mi fermai…
Mi sdraiai a terra sul tappeto. Nicolò su mise sopra di me.
“Dani, mettimelo di nuovo in bocca, dai…”
Nel frattempo Nicolò aveva iniziato a passare avanti e indietro il suo fallo sul mio sesso bagnatissimo dall’eccitazione. Fui penetrata da entrambi nello stesso momento. Nicolò entrò con forza, Danilo mise il suo cazzo nella mia bocca e io misi in moto la mia lingua che compiva adesso movimenti vorticosi e velocissimi. In un attimo mi venne in bocca, e io ingoiai il suo caldo seme.
Nicolò continuava a penetrarmi con foga. Sembrava che volesse farmi capire che era lui quello che comandava. I suoi colpi mi facevano tremare il seno, che lui ora afferrava con le mani mentre affondava sempre di più in me. Uno, due, tre, quattro. Al quarto colpo emisi un forte grido di piacere e nel frattempo mi sentii riempita di lui. Si fermò ed uscì da me.
Ora era il turno di Danilo, volevo essere presa da lui forse addirittura più di Nicolò. Mi allungò la mano destra, la afferrai, e mi aiutò a tirarmi su in piedi. Mi prese in braccio. I muscoli delle sue forti braccia mi tenevano saldamente, ero già eccitatissima, e con un gesto preciso mi impalò sul suo fallo, solo questo mi provocò un orgasmo.
Mi portò a ridosso del muro e iniziò a pomparmi. Le mie gambe stavano dietro la sua schiena e davano il ritmo. Divenne sempre più veloce. Mi stava sbattendo veramente alla grande, la sua lingua cercava la mia per stabilire un contatto mentre io ero al limite del piacere sotto i suoi sapienti e violenti colpi. Dopo un po’ ebbi l’ennesimo orgasmo. Lui uscì da me, mi voltò e mi penetrò nel buchino, dopo averlo lubrificato coi miei copiosi umori.
Venne dopo poco, e mi sentii riempita anche dietro.
Ero sfinita, ma piena di soddisfazione, di appagamento.
Ci sdraiammo sul tappeto uno vicino all’altro.
“Ragazzi, mi siete piaciuti tanto. Prima o poi dobbiamo rifarlo…”
Le loro risate compiaciute mi suonarono come un sì…