“Il vostro sguardo insolente dovrà
chinarsi… Voi, bastardi tracotanti,
l’alba che viene tutti squaglierà!”
“Si squaglieranno solo i tuoi amanti
in quell’alba che tutti i sogni smura,
goffi fra tremiti e vene, spïanti
lì per giocarti, per farci paura.
So che lo sai…” “Non so nessuna cosa,
puliscimi la tua slumacatura.”
“Come sei altera e disdegnosa!
Sconcialtela così che me la prenda
e disbrami la voglia che mi posa.”
Poi col le reni in una morsa orrenda,
“Or godi e taci, or… ti resti dentro”.
E mi convien tacere, per ammenda.
“Vedi come veloce in te m’inventro,
vedi come lo vuoi e tieni tutto,
vedi che piangi umore dal tuo centro…
ecco rientro, e coli dappertutto.
Via di qui, voi, che più non mi resiste,
in piacere si volta il suo gran lutto.”
Altra doglia e delizia insieme miste
intorno ad un calore ch’io non so
m’ingolfavano il cuore e fu ben triste
venire a resa pur gridando “No!”,
per fame di carne grassa di grasso
e sangue.. e per mia scusa che dirò?
“Sento l’alba salire passo a passo,
con lei ti lascio, anima confusa;
il tuo cielo ho innalzato ch’era basso
e più non fonderai come ti ho fusa
fuor dei denti di ieri e di domani.
Se la vista del sole non ti è chiusa
vinca tua guardia i movimenti umani!”
E tu, alba, giungi ben tardi e greve,
se ancora par che tocchino le mani
e il ventre palpita geme e beve
dalle sue vene salive segrete…
Questo è il mio schifo, il mio dover tra breve
tirarmi su, venir dove voi siete,
vere ombre e fantasmi e larve vere.
Odio voi, odio il giorno e la sua rete,
ma nel mio buio so quasi tacere.