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Inaspettata visita serale

È sabato sera, io e mia moglie Enrica abbiamo cenato e abbiamo visto un programma televisivo.
Sono le  undici e sarebbe ora di andare a letto.
Enrica va in bagno per spogliarsi, io mi verso un ultimo goccio di whisky, poi vado in camera e, toltimi i vestiti da giorno, indosso il pigiama.
Insomma, una serata apparentemente come tante altre…


Suonano alla porta: chi può essere a quest’ora? vado ad aprire: potrebbe essere quella ‘rompi palle’ della vicina di pianerottolo che, come spesso accade, ha bisogno di qualcosa.
Non è lei, è una coppia che, senza  profferir parola, mi spinge dentro e richiude la porta.
Sono preso in contropiede, non ho il tempo di  realizzare che già i due mi dicono di stare zitto se non voglio guai grossi.
Anche in considerazione del fatto che l’uomo reca con se uno zaino, penso siano dei ladri e subito faccio presente che in casa ho pochi soldi, ma che sono disposto a darli tutti.


I due mi spintonano verso la stanza da letto, senza dire una parola.
In silenzio, sotto la minaccia dei coltelli che hanno sfoderato, vengo invitato a sedermi sulla sedia posta di fianco al letto.
Lui estrae di tasca delle corde, quindi, aiutato dalla compagna, si occupa di me.
In pochi minuti mi trovo legato, ben saldamente, alla sedia.
Loro due si sono messi addossati alla parete, di fianco alla porta: vorrei avvertire mia moglie,  ma lui ha un aspetto che non ammette eroismi da parte mia, inoltre mi fa cenno di stare zitto!
Ho come un presentimento: non sono venuti per rubare.


Mia moglie non è, più giovanissima, ha quaranta anni, ma è ancora una bella donna, ha un bel corpo, temo che siano venuti per lei, ma come mai?
Ora che ci penso, proprio l’altro ieri Enrica mi ha raccontato che, dopo l’uscita dalla parrucchiera,  un gruppetto di ragazzi l’aveva seguita fin sotto casa.
Però la donna che c’entra? non so proprio cosa pensare! sono terrorizzato.


Guardo con attenzione i due che hanno fatto irruzione a volto scoperto e, come mia abitudine, meccanicamente cerco di definirne l’aspetto cogliendo i tratti di somiglianza con altri personaggi: l’uomo, dalla corporatura piuttosto robusta, ha i capelli biondastri, corti, e ha molto del Taricone del Grande Fratello, mentre lei ‘ricorda’ parecchio, anche per via dei capelli corvini e ricci, la Afef.


Dimenticavo: Enrica, mia moglie, biondo-castano, assomiglia a Veronica
Pivetti, anche se certamente é un po’ più formosetta e più carina,  mentre io
sono a mia volta un po’ sovrappeso, un tipo alla Gerry Scotti.


Il momento é dunque grave e devo concentrarmi sull’atteggiamento da tenere.
Potrei rischiare e segnalare il pericolo ad Enrica gridando, dandole modo
di fuggire, ma, oltre a temere la reazione dei due, su di lei se non riuscisse a scappare e soprattutto su di me che sono immobile, non sono più tanto impaurito, è qualche minuto che non succede nulla e il mio cervello ha smaltito l’adrenalina del primo momento.

Cerco di capire cosa diavolo siano venuti a fare questi due in casa mia, visto che se avessero voluto rubare avrebbero già cominciato suppongo.
Forse è qualcuno che ho intravisto da qualche parte, forse ho fatto uno sgarbo a qualcuno? non mi sembra.
Forse mia moglie ha combinato fatto qualche cosa che non sapevo?
Mentre questa e altre moltissime domande affollavano la mia mente venni riportato alla realtà.

La porta si apre ed entra mia moglie, che si blocca sulla soglia vedendomi legato alla sedia.
Enrica indossa soltanto una sottoveste nera leggerissima che le arriva appena sotto la vita: so che non indossa mutandine, perchè non le mette mai quando viene a letto.
Enrica non ha nemmeno il tempo di capire quello che mi è successo, i due la afferrano per le braccia e la bloccano, poi l’uomo le tappa la bocca con la mano.
Mia moglie sembra un po’ spaventata, ma non atterrita come avrei supposto.

L’uomo  finalmente parla: “Stai zitta e non ti succederà niente di male, ora io tolgo la mano e tu non strilli, ok?”
Lei fa cenno di si con la testa e l’uomo le toglie la mano dalla bocca.
”Ci avevano detto che qui abita una bella signora, e siamo venuti per sincerarcene. Soltanto per questo. Vogliamo soltanto vederti, bella mia, ed é giusto che ci presentiamo, io mi chiamo Toni, la mia compagna Claudia”
Sono venuti per lei?!?
Non so cosa pensare, forse mia moglie mi nasconde qualche cosa?

La situazione sembra meno grave del previsto, ora le domande che girano per la mia mente sono altre, faccio delle deduzioni con i gli indizi che ho: lui ha detto che la vogliono vedere, voleva dire che la denuderanno? beh, facile supporre di si, penso subito che difficilmente lui si limiterà a guardarla!

Sto cercando di capire la frase “Ci avevano detto che qui abita una bella signora, e siamo venuti per sincerarcene.”, di capirne il senso, chi aveva detto? e sincerarcene perché? insomma chi sono questi?!
Quando ancora una volta vengo riportato alla realtà.

Il mio uccello sta svegliandosi, si erige lentamente.
In effetti la situazione si sta facendo parecchio calda.

Squilla il  telefono, Toni ci intima di non rispondere.
Immagino che a chiamarci sia  Giorgia, nostra figlia, che stanotte rientrerà tardissimo avendo avuto il nostro benestare per recarsi in casa di un’amica, speriamo non si allarmi se non rispondiamo!

Toni fa scivolare una spallina della sottoveste, la spinge in giù. Una mammella appare nuda. Sono molto belle le mammelle di mia moglie, anche se un po’ pesanti, con quei bei capezzoli scuri e la grande areola, in questo momento quella tetta mi sembra ancora più eccitante.
L’uomo  fa scivolare l’altra spallina ed ora mia moglie si ritrova a petto completamente nudo.
Toni le arrota i capezzoli, che si induriscono, lei si irrigidisce, fa un timido tentativo di ritrarsi, poi resta immobile, il respiro un pochino affannoso, a subire queste carezze.

Anche se sono abituato alle tette di mia moglie, il vederle ora tra le mani di quell’uomo mi da una carica erotica non indifferente ed il mio sesso é ora già semi eretto, rischia di sgusciar fuori dall’elastico del pigiama.
Spero che mia  moglie non se ne accorga, per il momento non se ne è accorto nessuno.

Claudia le solleva la sottoveste sul davanti, piano piano, invitando il compagno ad assaporare la visione “Toni, guarda, ancora un attimo, ancora un po’ più su e potrai vedergliela”.
Appare, poco a poco, il pelo della fica, poi tutta la fica.
Pur conoscendo ovviamente bene le intimità di Enrica, non posso esimermi dal gustarmene la visione per l’ennesima volta.

L’uomo la fa girare, sempre con la sottoveste sollevata, e ammira il suo bel culetto ancora sodo.
Ora le tolgono del tutto la sottoveste, Enrica è ormai completamente nuda. Lei si copre il viso con una mano, mentre i due la osservano con interesse, la toccano, le palpano i seni, i fianchi, il culo e anche la fica.

Non é solo Toni a palparla, anche Claudia si da da fare, il corpo di Enrica é percorso da quattro mani alacri che si alternano e che si occupano dei punti più intimi.

Sento che il mio cazzo scoppia.

Bene. L’hanno vista, l’hanno anche toccata, chissà se ora se ne andranno? non nutro molte speranze che ciò accada, ma è la mia ultima speranza.

Noto che il pantalone di lui mostra una protuberanza significativa, è visibilmente eccitato.
Mi vergogno, eppure spero che non se ne vadano squilla ancora il telefono e nessuno risponde: immagino che Giorgia comincerà ad impensierirsi, probabilmente ha bisogno di qualche cosa.
Spero nulla di importante, perché se dovesse rientrare prima del previsto potrebbe trovarsi coinvolta.

I due sorridono. “Avanti” dice il lui “mettiamola sul letto”.
”No, no!”  protesta un debolmente mia moglie, mentre la afferrano per la vita e la sbattono sul letto, dove rimane imbambolata (o in attesa..?)

E’ rimasta quasi seduta sul letto, con le palme delle mani si sostiene con schiena dritta e guarda Toni che si sta spogliando con calma. Quando è nudo, anche io vedo che esibisce un bel membro, lungo e grosso, notevole senza essere mostruoso, insomma quel che si dice, un bel cazzo!

Ormai é chiaro che non si limiterà a guardarla, soltanto per far scena, per far capire a mia moglie che il mio massimo desiderio, ora è che non la lasci stare, faccio finta di protestare “Avevate detto che volevate guardarla, l’avete guardata e anche ben palpata, che volete fare ancora? Se ve ne andate noi non vi denunciamo.”

Toni replica con la massima calma “Volevamo guardarla e lo abbiamo fatto, poi non abbiamo resistito e l’abbiamo anche toccata e tutto questo mi ha fatto rizzare l’uccello. Vuoi che ce ne andiamo così? Non sarebbe giusto, nemmeno per tua moglie che ha già visto il mio cazzo e che ha tutto il diritto di toccarlo, di gustarselo, di prenderselo, giusto signora?”

Mia moglie ovviamente non risponde, sembra ipnotizzata, anche se poi fa una sorta di  tentativo di fuga, cercando di saltare giù dal letto.
”No, no, no.” dice Toni, e, aiutato da Claudia, la afferra e la butta nuovamente sul letto.
Uno da un lato e l’altra dall’altro lato, i due la tengono ben stretta per le braccia, poi riescono a legarle i polsi alla rete del letto.
Enrica ha tirato su le ginocchia e tiene le gambe strette. Toni monta sul letto, di fronte a mia moglie, le afferra le ginocchia e comincia a scostarle, lei resiste, resiste, ma non ce la fa. Le gambe cominciano ad allargarsi ed alla fine sono ben divaricate. Vedo, e deglutisco, la sua bella fica esposta, indifesa, pronta ad essere presa. Mi sembra che sia anche bagnata, ma forse è una mia impressione, o no?

La sedia alla quale sono legato è messa di lato al letto, per cui posso vedere tutto. Mia moglie gira la testa dalla mia parte, guardandomi negli occhi, la sua espressione è fra l’umiliazione ed il desiderio, o almeno così mi appare.

Improvvisamente Toni si informa con mia moglie “prende la pillola, bella signora?”
E lei, di getto, risponde affermativamente.
A questo punto lui appoggia l’uccello ormai eretto allo spasimo sulla fica di Enrica, da un colpo di reni e glielo infila fino alla radice, strappandole un gemito, i seni di lei ondeggiano voluttuosamente. Io sono in piena confusione, mi fa pena vedere mia moglie violentata, ma allo stesso tempo, mi eccita terribilmente.
Una scena da impazzire, e mi eccita ancora di più il fatto che non possa muovermi, che mi si impedisca di difenderla, ma voglio difenderla?

L’uomo la afferra per i seni e comincia a fotterla con colpi possenti che la squassano, mia moglie geme, mi chiedo se geme perché i colpi così possenti le fanno male o se invece, come é più probabile, sta godendo sotto la scopata.

Claudia assiste a sua volta alla scopata e sembra eccitata, chissà, forse per allentare la tensione si accorge di me, “Toni, chissà se è già venuto duro anche al maritino?”
Toni rallenta un attimo il ritmo della scopata e risponde “beh, penso di si, ma se vuoi divertirti a verificarlo fai di lui ciò che più ti pare.”

Detto fatto, Claudia, utilizzando un affilato coltellaccio, in quattro e quattr’otto fa letteralmente a pezzi i pantaloni del mio pigiama, in un battibaleno mi trovo nudo dalla cintola in giù e, naturalmente, il mio membro è eretto e grosso come mai prima credo di averlo visto, si mostra in tutta la sua fierezza.

”Guarda il porco! anche tu, signora, bella ficona, guarda il tuo bel maritino, guardalo, non sembra troppo dispiaciuto, eh?!”

Quando mia moglie, evidentemente incuriosita, lancia un’occhiata proprio nella direzione del mio  basso ventre, io mi sento un verme, perché evidentemente la forte erezione é il segno tangibile di quanto mi piaccia vederla violentare!

Enrica distoglie subito lo sguardo da “li” per posarlo sui miei occhi. La sua espressione mi sembra un misto tra disapprovazione, comprensione e complicità…

A questo punto Claudia, per umiliarmi ulteriormente commenta ad alta voce le dimensioni del mio membro “malgrado tutto ce l’hai duro, si, però ce l’hai tozzo, molto corto. Ah, il tuo cazzetto é davvero una cosa da poco!”

Subito dopo, mentre Toni riprende a pistonare mia moglie, Claudia si “dedica” a me. Impugna il coltellaccio e, fulmineamente, me lo appoggia sull’ uccello! La sensazione che provo al contatto della fredda lama col mio sesso caldo è indescrivibile, la paura è immensa, l’umiliazione pure.
Benché si limiti a “giocherellare” con i miei genitali in modo abbastanza delicato lo fa pur sempre sempre attraverso la lama, la cosa mi tiene al quanto sulle spine, lei lo vede e mi rassicura “sta buono, non te lo taglio…” io mi sento mancare le forze in tutti i sensi, ed infatti il mio membro prende rapidamente ad afflosciarsi, malgrado Claudia smetta presto di trastullarsi col coltello, il mio uccello è ormai ridotto alle dimensioni di una lumachetta!

In quello stesso momento, ironia della sorte, Enrica geme piano e subito dopo Toni emette un rantolo lungo, gorgogliante, l’uomo evidentemente sta sborrando, sta inondando l’utero di mia moglie. Lo vedo poco dopo abbandonarsi sul corpo di Enrica, poi sollevarsi, tirar fuori il cazzo dall’ospitale caverna
ed alzarsi dal letto, lasciando mia moglie esausta, ma sicuramente soddisfatta…

Io penso che sia finita., ma mi illudo! Toni vuole ancora divertirsi alle nostre spalle e mi intima di possedere mia moglie davanti ai loro occhi. Ma non basta, per rendere il tutto più “divertente”, pretende che la scopata duri almeno dieci minuti, d’orologio, “caro maritino, ora tu ti scopi la mogliettina e noi ti stiamo a guardare, però attento, la scopata devi fartela durare almeno 10 minuti
prima di sborrare, altrimenti dovrai ripetere l’azione di nuovo. Durare almeno 10 minuti, intesi? Io non rispondo, ma evidentemente non sono in grado di oppormi, per cui appena vengo liberato dai legacci che mi immobilizzavano, sotto la costante “minaccia” dei coltelli, mi alzo e mi pongo in posizione tra le gambe dischiuse di Enrica per possederla.

La mia donna, come ho già accennato in precedenza, é abbondantemente cosparsa del seme di Toni
che l’ha violentata, la sua fica, in particolare, appare bagnatissima e infatti vi penetro con estrema facilità, trovandola vischiosa come non mai

Tutto l’insieme della situazione fa si che, come prevedibile, il mio stantuffare non possa protrarsi a lungo, quasi subito avverto che sto per godere, cerco di interrompere l’atto, di pensare ad altro, ma non ce la faccio e mi abbandono in un lungo, lunghissimo orgasmo liberatorio, riempiendo ulteriormente di seme la fica della povera (?) Enrica.

Chiaramente, il mio orgasmo non passa inosservato e Toni mi fa notare che la durata dell’amplesso è stata di soli sei minuti! Io mi ritraggo dal corpo di mia moglie e mi siedo sul letto, per riprendere le
forze, mi guardo tra le gambe e constato che ora il mio uccello è piccolissimo, rattrappito.

In quel momento suonano alla porta e, immediatamente, il mio pensiero corre a Giorgia, vuoi vedere che è lei, rincasata prima del previsto? Mi scappa di dire “dev’essere Giorgia”.

Toni e Claudia si attivano immediatamente, lui punta il coltello alla gola di Enrica intimandole di star ferma e  zitta, lei invece fa lo stesso con me, ordinandomi però di andare ad aprire la porta di casa e far entrare mia figlia senza un gesto o una parola di troppo. Resasi conto che io sono nudo dalla cintola in giù e che, vedendomi in quella “tenuta” la ragazza si insospettirebbe, Claudia mi intima anche di indossare un paio di calzoni qualsiasi. Velocemente eseguo, poi vado ad aprire, scortato da Toni, è davvero Giorgia, che, senza presagire nulla, entra sicura in casa dicendo un po’ seccata “perché non avete risposto al tel” la frase le si smorza in gola come vede che l’estraneo che mi ha accompagnato all’ingresso é munito di un coltellaccio poco rassicurante.

Senza fretta, Toni si avvicina a Giorgia, rimasta come paralizzata dalla sorpresa, e le punta il coltello alla gola, imponendo anche a lei il silenzio totale.
Poi, ironico, le dice “venga, signorina, non abbia paura, ora vedrà sua mamma, a letto, ma non si preoccupi, sta bene di salute, anzi direi che sta benissimo, magari un po’ sciupata, ma molto molto soddisfatta!” e ridacchia, imitato dalla compagna che lo segue.

La scena che si presenta agli occhi di Enrica é abbastanza scioccante, la madre è a letto, completamente nuda, scomposta, legata per i polsi alla rete del letto, col corpo cosparso di seme maschile.
Per completare il quadretto, il tizio che la sta minacciando con il coltello, appena entriamo, intima a mia moglie “allarga bene le tue belle cosce, fai vedere bene la fica, si, anche a tua figlia, dai, mostrale la sborra che esce dalla fica, forza, coraggio non è poi così tragico, anche tua figlia sicuramente sa di cosa si tratta, sa che si gode un sacco, e tu, porcellona, hai goduto, oh se hai goduto!”

Annientata, Enrica obbedisce e apre un poco le gambe, mostrando davvero la sua bella fica dischiusa, umida, impiastricciata.
Naturalmente il “capo” interviene e ordina a Enrica di allargare ulteriormente le gambe, cosa che la poveretta fa, mettendo ancor più in risalto tutta la sua intimità. Giorgia, a sua volta visibilmente sconvolta, livida, sembra ad un passo dallo svenimento, la scena dev’essere davvero “forte” per lei che, tra l’altro, credo sia ancora piuttosto “ingenua” in materia di sesso, malgrado abbia raggiunto, sia pur da poco, la maggiore età.
Mi sto chiedendo cosa ancora i due vorranno, quando Toni si premura di farmelo sapere “se non sbaglio,  maritino bello, dovevi scopare tua moglie per almeno dieci minuti, vero?”
”Si, però…” azzardo timidamente io.
”Non c’è nessun però, caro, anzi, caso mai tua figlia potrà darti una mano, uno stimolo visto che ce lo avevi piuttosto moscio, coraggio, togliti i calzoni. Anzi, no, resta dove sei, sarà tua figlia ad abbassarteli ed a mettere a nudo il tuo tozzo, ridicolo, sesso!”

Ho uno scatto d’ira, un accenno di reazione, subito bloccato da Toni che minaccia mia moglie, “se fai solo un gesto di troppo, la tua mogliettina si ritrova con un taglio alla gola, intesi?  e questo vale anche per te, ragazzina, fai quello che ti si ordina e tutto filerà liscio , capito? va da tuo padre e togligli camicia e calzoni, svelta!”

Che fare? anche a lei non resta che assecondare il pererso terzetto.
Io rimango immobile, teso, mentre Giorgia mi si avvicina e, con mani che avverto appena leggermente tremanti, mi aiuta a sfilare la camicia e poi, dopo un attimo appena di esitazione, afferra i miei calzoni e, molto velocemente, me li abbassa sino alle ginocchia, sono praticamente nudo del tutto e, istintivamente, scalcio per liberarmi dell’impiccio dei calzoni e pongo le mie mani a coprire il mio sesso, che naturalmente, é sempre rattrappito.

Toni mi guarda con disprezzo osservando “ce l’hai proprio moscio, corto e moscio, come fai a chiavare la mogliettina? io avrei un’idea” Tronca li la frase, ma io, immediatamente, capisco dove vuole arrivare, di sicuro vuol coinvolgere Giorgia.
Intervengo, cercando di fare il duro “no, Giorgia non dovete coinvolgerla in questa sconcezza, guardate che mi metto ad urlare, costi quel che costi!”

Con la massima calma, Toni ribatte “guarda che non ci fai certo paura, comunque ti promettiamo che non toccheremo la bambina e che la faremo semplicemente assistere alla vostra chiavata”, ma subito aggiunge
”al massimo, la faremo lavorare di bocca su di te per cercare di fartelo venir duro…” e, rivolto a Giorgia “vero, ragazzina, che vorrai usare la tua boccuccia per far rizzare il cazzo di tuo papà?”

Giorgia, lucida e decisa, ribatte “non ho mai fatto quelle cose, non le voglio fare e non sarei neppure capace di…”
”Vabbè, faccio finta di crederti, allora almeno masturbalo un po’!” fa, falsamente accomodante, Toni “Ma, io non…” Toni, un po’ brusco, la interrompe “per i pompini ho finto di crederti, ma ora non venirmi a dire che non sai come si fa una sega! vero, fanciulla?”

Lei ammutolisce, non risponde, e allora lui si inalbera “Guarda, verginella, ora ci spieghi bene cos’è una sega, altrimenti…”
”O mio Dio, ma credo che…si, insomma…dovrebbe essere con le mani…accarezzare, strusciare il…coso…muovendolo su e giù” spiega sottovoce Giorgia.
”Brava, vedi che non é così difficile?! allora forza, datti da fare, cerca di farglielo venir bello duro, in modo che possa metterglielo dentro, dai, facci vedere quanto sei brava a lavorare colle mani!”

Poi, rivolto a me “dai, maritino bello, adesso tu metti le tue mani sulla testa di modo che i tuoi genitali siano belli esposti, liberi, a completa disposizione di tua figlia, ti farà una bella sega!”

Faccio come mi dice e chiudo gli occhi, un po’ come per sottrarmi all’infame ed osceno disegno un po’ per assaporare.
Passano pochi secondi, poi sento le mani di Giorgia che si impadroniscono dei miei genitali.
Sono allibito, stordito, confuso, difficile dare una definizione del mio stato d’animo, cerco di non pensare a quanto mi sta succedendo, ma intanto le manine di Giorgia, leggere, si fanno sentire…
Ce l’ho ancora piccolo piccolo però, qualcosa si sta destando, il mio uccello prende un po’ di consistenza, le mani si muovono lentamente, soavi, leggere, quasi temessero di farmi male, mi ritrovo a pensare “chissà quanti ne ha già accarezzati? per come si comporta direi che un po’ di esperienza ce l’ha”.

Intanto Claudia, che tiene Enrica sotto la minaccia del coltello (sempre puntato alla gola), pensa bene di palesare le sue inclinazioni lesbiche e di divertirsi un po’ con la mia donna, ad alta voce, le intima di spalancare le gambe “Dai, bellezza, apri bene le cosce!” poi, appena lei, ubbidiente, ha eseguito, le dita di Claudia scivolano sulla pelle liscia della pancia di Enrica che al tocco si contrae, poi, inevitabilmente, scendono più in basso, nel solco viscido un dito penetra lentissimo, muovendosi tutt’intorno per esplorare la tenera fica trovano il clitoride gonfio.

Le labbra del sesso di Enrica sono ormai completamente aperte, quasi ad abbracciare le dita invadenti.
Claudia fa scorrere il pollice lungo la fessura, poi i movimenti delle dita si fanno più veloci ed Enrica, istintivamente, va loro incontro col bacino.

Ad un certo punto mia moglie sembra avere una reazione di ripulsa (che in verità giunge un po’ tardivamente…) si muove, fa per serrare le gambe, ma Claudia le sussurra qualcosa e lei immediatamente cessa ogni forma di resistenza e si abbandona all’oscena manipolazione, chiudendo gli occhi, non so se per pudore o perchè sta godendo.

Con le gambe divaricate, Enrica sta abbandonandosi senza ritegno alle manovre di Claudia, la quale commenta “come sei fradicia, signora mia”.
In effetti mia moglie sta respirando con difficoltà, ha le narici dilatate, le labbra aperte da cui escono gemiti sommessi, gli occhi semichiusi.

”Guarda, la tua donna pare stia godendo, si, sta proprio godendo sotto l’azione delle mie dita, ora mi sta riempiendo la mano dal piacere! la sua fica è ben lubrificata, direi alluvionata, pronta per
l’uso, dovresti ringraziarmi” fa Claudia rivolta a me.

Io a questo punto, anche a causa dell’azione delle mani di Giorgia, mai interrottasi, comincio ad eccitarmi sul serio. Sta venendomi duro e, devo dirlo, la ragazza sembra fiera del risultato che lei di sicuro imputa alle stimolazioni manuali che sta propinandomi.

La ragazzina si da da fare con rinnovato entusiasmo, me lo percorre su e giù, me lo scuote a destra e sinistra, insomma, anche se i movimenti sono certo ancora un po’ maldestri, ora sembra meno intimorita, anzi, direi che nei suoi gesti c’è più decisione, insomma sta proprio pugnettandolo con un ritmo serrato e continuo.
Me lo guardo e vedo che in punta cominciar a vedersi qualche piccola goccia di liquido seminale.
Insomma, Giorgia sta portandomi in Paradiso, al punto che sono costretto a sussurrarle “no, così no, lasciami, fermati, altrimenti…”

Anche Toni si accorge che ormai sono “pronto” per affondare l’uccello nella fica di mia moglie e, dopo aver ordinato a Claudia di togliere le sue mani dall’intimità di Enrica, mi da l’ok, “mi sembri pronto per l’uso, dai, datti da fare, ma ricordati, dei dieci minuti perché, altrimenti devi ricominciare daccapo!”.

Giorgia abbandona il mio sesso palpitante ed io, prima di recarmi sul letto da mia moglie, cerco di prender tempo per diminuire il grado della mia eccitazione, chiedo di potermi recare in bagno per fare pipì, ma il permesso non mi viene accordato, allora chiedo un bicchier d’acqua, ma anche questo mi viene negato, insomma, ripeto, cerco di tergiversare. Ottengo un certo risultato, perchè quando vado a stendermi sul letto, mi ritrovo con l’uccello semi-rigido, al punto che devo “aiutarmi” con le mani per introdurlo nella calda, accogliente, umida grotta!


La scopata si compie, devo ammettere, con mia soddisfazione, ma anche Enrica non mi sembra troppo dispiaciuta, e, per fortuna, riesco a farmela durare oltre 10 minuti, mi dicono che è durata quasi 13 minuti, poi “vengo”, irrorando ulteriormente la fica di Enrica.
La coppia si appresta ad andarsene.
”Ora vi leghiamo e vi imbavagliamo, dunque, prima imbavagliamo la signora” e, tratto dallo zaino un rotolo di adesivo da pacchi, Toni si da fare e nel giro di neppure un minuto ecco che mia moglie si ritrova con la bocca tappata, avendo le braccia legate alla rete del letto, la poveretta non può fare granchè per liberarsi, può solo muovere le gambe, ma senza ottenere risultati.

Tocca a me, completamente nudo come sono, vengo legato, in piedi, al grosso armadio della camera.
Questa volta Toni, che dev’essere un esperto in fatto di nodi, impiega un bel po’ di tempo a legarmi braccia e gambe, alla fine però mi ritrovo impossibilitato a compiere il minimo movimento, poi mi incerotta la bocca ed ecco che anche la parola mi è impedita! Non rimane che Giorgia e io spero tanto che la leghino in maniera tale da potersi liberare nel giro di una mezz’ora al massimo, invece no.


Manco a dirlo  pretendono che si spogli di tutti i vestiti. Toni la rassicura “non ti voglio violentare, stai tranquilla, te lo prometto, voglio solo guardarti e farti guardare da tuo padre, poi ti leghiamo come abbiamo fatto con i tuoi genitori!”
Giorgia fa un po’ di resistenza, poi, visti riapparire i coltelli, pensa bene di ubbidire e in pochi minuti si ritrova con indosso le sole mutandine, i suoi seni appaiono acerbi, ma già ben formati, accattivanti, con i capezzoli belli ritti.

I due insistono e lei deve privarsi anche delle mutandine, rimanendo completamente nuda e mostrando a tutti, anche a me, la fessura della fichetta appena velata da un ciuffo di peli ricci.
Poi anche lei viene legata, in piedi, quasi di fronte a me, ad un comò.
Subito dopo anche lei viene imbavagliata. Il mio sguardo, inevitabilmente, corre e si sofferma proprio sulle grazie della ragazza, che naturalmente non conoscevo, e che non posso non apprezzare! e mi accorgo che, malgrado le due godute piuttosto recenti, il mio membro riprende ad indurirsi, la cosa non mi entusiasma affatto e allora cerco di distogliere lo sguardo ed il pensiero dai due corpi femminili.

Giorgia tuttavia mi é di fronte e non può non rendersi conto che ho di nuovo l’uccello bello duro! Guarda in quella direzione, arrossisce, poi subito distoglie lo sguardo.
Anche mia moglie, a sua volta, mi vede e spalanca gli occhi, come fosse sorpresa.
Anche Claudia non mi toglie lo sguardo di dosso.
Io ho l’uccello duro come il marmo e non so se dispiacermene.
Claudia ridacchia, poi non riesce a trattenersi e mi fa “siamo un tantino su di giri, a quanto vedo, vabbe, faccio finta che sia in mio onore…”

Io, imbavagliato, non posso risponderle, però, accondiscendente,  faccio cenno di si con la testa, mentre il mio sesso ha come una contrazione nervosa.

Quasi con noncuranza, Claudia fa in modo di strusciarsi contro il mio corpo, sfiorandomi di tanto in tanto la zona dei genitali, ora con un braccio, ora con una gamba, ora con il sedere.
Io non protesto ,non potrei neppure dal momento che sono imbavagliato, ma mi rendo conto di essere sempre eccitato, anzi di esserlo ancora di più.
Mi guardo tra le gambe ed il mio pene mi appare più grosso e lungo del solito, è scappellato, impennato ed è preda di guizzi nervosi.
Imprevedibilmente, Claudia mi toglie il bavaglio.
Non faccio a tempo a ringraziarla che la donna, con fare scherzoso, addirittura mi prende in mano l’uccello accarezzandomelo per qualche secondo.
Il tocco di quelle  mani é voluttuosamente portentoso, al punto che io gemo di piacere.
Lei continua ancora per un poco, poi me lo lascia “dovrei smettere” e aggiunge, guardando fisso il mio sesso “LUI però non mi sembra troppo d’accordo! e io oggi mi sento generosa…” guardandomi negli occhi, allunga le sue mani sul mio attrezzo, che per la verità nel frattempo ha perso un po’ del suo turgore, e
riprende le sue manovre masturbatorie.
La donna dev’essere una specialista della masturbazione, perché i suoi tocchi leggeri, cadenzati, ma lenti al punto giusto, sono di una efficacia davvero incredibile.

Ad accrescere l’eccitazione giungono le parole che Claudia mi sussurra mentre mi masturba “ti piace, porcellino sente scorrere le mie mani sul cazzo, ce l’hai un po’ corto e tozzo, ma a me piace un sacco quando sono belli duri, lo sai? È un bel cazzo, senti come te lo tocco, come te lo accarezzo, uh, bello! Ora lo sento fremere, sta guizzando sotto le mie dita. Sei vicino alla fine, vero? stai per sborrare, mhhh? si, dai, facci vedere la sborra uscire dall’uccello, uno spettacolo stupendo, che mi fa bagnare
tutta, oppure vuoi che mi interrompa un attimo?”.
Cosi dicendo, la donna rallenta il ritmo della sega, poi si ferma, senza però togliere le mani dai miei genitali ed io riesco appena a riprendere il controllo, mantenendo però la piena erezione.
Davvero perversa, Claudia continua ad accarezzarmi l’uccello muovendo la mano lentissimamente, quasi impercettibilmente, ma mai abbandonando il contatto e rincarando la dose procedendo, spudorata e morbosa, ad in sistere con le parole “dimmi, Franco, ti è piaciuto vedere la tua mogliettina preda di altri maschi? un vero maschio? dai, rispondimi, facciamo un giochino, io ti faccio le domande e tu rispondi, dicendomi la verità, intesi? allora comincio”


- “ti sei eccitato quando tua figlia te lo ha preso in mano?”

– “behhh”

– “e allora, com’erano le mani di tua figlia? morbide e dolci? ci sapeva fare? era già esperta di seghe? pensi che ne avesse già fatte?”

– “noooo…”

– “guarda, non mi sembri convinto e non ti credo, io scommetto che un pochettino ci sapeva fare, sicuramente qualche sega l’aveva già fatta”

- “ma no, non so, non saprei, forse…”

– “vedi che ho ragione? allora, di certo hai pensato a quanti uccelli saranno passati per le sue mani, vero, confessa?!!”

- “beh…”

– “e allora, avrai immaginato le sue manine alle prese con questi uccelli giovani e gagliardi, ci pensavi? si? bene e allora pensaci anche ora, immagina, immagina…”


Stravolto, vicino alla conclusione, ho ancora la forza di replicare alla donna “no Claudia, no, troppo, non resisto, fermati altrimenti, oh, ohohoh si ,si…”

”dicevamo, stai immaginando e vedendo la tua bambina che sta facendo una sega ad un ragazzo, bene, ora puoi scegliere se immaginare che il cazzo le sborri tra le mani oppure che lei se lo metta in bocca per bere il seme, dimmi quale delle due scenette preferisci? dai”
Ovviamente Claudia, ben conscia del fatto che ormai sono in dirittura d’arrivo, interrompe l’azione con le mani, poi dopo alcuni secondi di immobilità, torna a infierire con le parole “pensaci, allora? riepiloghiamo,  se propendi per la sega, puoi vedere l’uccello più liberamente, le manine di tua figlia che lo masturbano lente ed esasperanti, la cappella lucida e poi il fiume di liquido biancastro che ne sgorga e che inevitabilmente finisce in gran parte sulle mani, se preferisci il pompino puoi intuire che lui sta sborrando dalle contrazioni che percorreranno l’uccello e subito dopo vedrai la sborra che colerà, almeno in parte, dalla boccuccia a della tua bambina, si, perché lei non riuscirà a bere tutto il seme senza farsene uscire un po’ dalla boccuccia.”

Descrivendo queste oscene, ma gustose, scenette Claudia riprende a muovere le mani, prima lentissimamente, poi aumentando il ritmo. Oramai sono alle soglie dell’orgasmo, come si rende conto che sto per sborrare, mi abbandona, si scosta un pochino, poi fa “si, dai vieni, forza, vedrai che ce la fai anche da solo, dai. Voglio vederti sborrare ,ma non mi voglio sporcare”


Abbandonato sul più bello, io mi dimeno, mugolo tra i denti e infine, finalmente, dal mio palo di carne prende a fuoriuscire lo sperma, prima tre schizzi, poi alcune gocce che colano ai miei piedi. Il tutto, come già detto, sotto gli sguardi di Toni, di mia moglie, di Giorgia e di Claudia, la quale accompagna
il mio orgasmo con alcune parole di’incoraggiamento’ “si, dai bello, bello, guarda quanta ne fai, bravo siiii…”

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