Era un caldo pomeriggio di inizio estate e Pietro era a casa solo con la sua matrigna. I genitori si erano separati molti anni prima ed i rapporti fra i suoi erano rimasti ottimi. Il padre si era risposato ma anche questo non aveva creato grossi problemi se non fosse stato per i rapporti non proprio idilliaci tra lui e Mara, la matrigna appunto.
Tuttavia il passare degli anni sembrava portare dei miglioramenti tra loro e quanto stava per succedere in quel pomeriggio di mezza estate avrebbe definitivamente cambiato le cose…
Pietro era disteso sul letto a leggere un buon libro godendo della frescura che proveniva dalla finestra spalancata; mentre era assorto nella lettura sentì Mara che apriva il rubinetto della doccia. Per un ragazzo single di 20 anni l’idea di trovarsi solo in casa con una donna, non bellissima ma ancora molto sexy e con una fama niente male, era sicuramente molto eccitante e sentì un brivido lungo la schiena; poi però si rese conto di quanto assurdo fosse il suo pensiero e sprofondò nuovamente nella lettura. Si era giusto da poco appisolato quando venne svegliato dall’apertura della porta del bagno; Pietro non ci fece più di tanto caso e si girò dall’altra parte con il fermo intento di riprendere il pisolino interrotto poco prima. Dopo qualche istante, però, Mara entrò nella sua stanza vestita del solo accappatoio, sorpreso da questa intrusione Pietro chiese:
– “Che succede? Serve qualcosa o hai dimenticato come tuo solito qualcosa?”
Per tutta risposta Mara si sfilò l’accappatoio e iniziò a baciare il ragazzo sul collo mormorando:
– “Era tanto che volevo farlo, ora rilassati e lasciami fare…”
Lentamente Mara sfilò la maglietta di Pietro e iniziò a baciargli il torace e con la lingua iniziò a dare delle lunghe leccata ai capezzoli alternandole anche a piccoli morsi anche decisi. Iniziò a scendere e sfilò i boxer di Pietro: il suo pene, le cui dimensioni erano decisamente notevoli, sia in larghezza che in lunghezza, era durissimo e teso nell’aria. Con la delicatezza dell’esperienza Mara cominciò prima a massaggiare il pene e poi i testicoli, dopo qualche minuto di questa estenuante “tortura” finalmente la donna abbassò la bocca sul sesso e delicatamente iniziò a farlo scivolare nella bocca. Fece fatica a prenderlo tutto e quando arrivò in fondo il cazzo le sbatté contro la gola procurandole un lieve conato che però controllò abilmente. Rimase ferma per abituarsi alle dimensioni del giovane e quindi iniziò lentamente a succhiarlo.
Ai movimenti col capo accompagnava dei sapienti movimenti con la lingua che fecero trasalire Pietro. Mara era eccezionale e continuò a leccare il grosso pene senza sosta finché il ragazzo venne esplodendo il suo sperma nella bocca della donna.
Pietro rimase per un attimo immobile sul letto, inebetito! Gli sembrava tutto così incredibile e meraviglioso che quasi non riusciva a crederci: ma non era finita, Mara non era affatto soddisfatta ed iniziò a fare dei massaggi ai testicoli del giovane, riaccendendo subito l’eccitazione di Pietro.
Quando il pene fu nuovamente duro la donna si mise a cavalcioni del giovane dopo essersi aperta le labbra della vagina con due dita vi fece scivolare dentro il pene in un sol colpo. Lo sentì sbattere contro il collo dell’utero e sentiva le labbra della vagina stirate dal grosso sesso.
Emise un sospiro che era un misto di godimento e sofferenza per la lieve fitta di dolore, ben presto il suo sesso si adattò alle dimensioni di Pietro e iniziò a godere come una forsennata. Iniziò un movimento lento, ampio e continuo con il bacino. Rapidamente Mara venne ed ebbe un orgasmo violento che la fece urlare a pieni polmoni il suo piacere, poi cadde sfinita sul torace di Pietro, che non essendo venuto la seconda volta era quasi “deluso”!!!
Mara, con ancora l’uccello di Pietro in se, oscillava sinuosamente il bacino e insinuava la sua lingua nell’orecchio sinistro del giovane.
Dopo qualche istante Mara si alzò senza dir nulla e se ne andò in bagno, cosa che fece anche Pietro che approfittò per darsi una rinfrescata. Tornò, quindi, in camera sua frastornato e decise di attendere gli eventi.
Dopo circa 5 minuti Mara tornò con un cofanetto in mano e disse a Pietro:
– “Il nostro pomeriggio è ancora lungo! Ora, però, dobbiamo uscire a fare spesa se no stasera la vedo dura cenare! Prima di uscire però voglio mettermi alcune cose e lo voglio fare davanti a te, sarà divertente.”
Detto questo tirò fuori dalla scatola una coppia di spilline a forma di fiore, sganciò la sicura della prima e chiudendo gli occhi e serrando i denti si infilò l’ago della spilla nel capezzolo destro. Il dolore era forte e una lacrima le scese sulla guancia. La fitta la passò da parte a parte, ma resistette e con mano più tremolante si appuntò l’altra spilla al capezzolo sinistro. La nuova fitta quasi la piegò in due, ma anche stavolta non cedette. Mentre Mara cercava di riprendersi, Pietro rimase a bocca aperta sconcertato! A questo punto la donna con il viso ancora segnato indossò un reggiseno molto stretto ed aderente: dapprima lo agganciò al di sopra del seno e poi dopo averlo allungato sistemo le coppe sulle mammelle. Lo stretto indumento, quasi di scatto, schiacciò le spille contro i seni martoriando ancora i capezzoli: stavolta Mara urlò.
– “Cavolo, ma che fai? toglile!” disse Pietro con un tono misto tra l’eccitato, lo sconvolto ed il preoccupato.
– “No” disse lei, “ancora no!”
A questo punto prese un grosso cetriolo che aveva ancora la buccia con qualche spina sulla superficie. Sospirò a lungo e se lo infilò in un colpo nella vagina! Una nuova smorfia segnò il suo viso: stavolta il dolore era misto al piacere. A questo punto si mise le mutandine e si vestì.
– “Andiamo a fare la spesa?” disse Mara
– “Ssssii…Ssi…andiamo” rispose Pietro. Non aveva mai assistito ad una scena del genere, in realtà non aveva visto scene del genere neanche nei tanti film prono della sua collezione, non aveva mai considerato che “quel” tipo di erotismo.
Durante la strada e al supermercato Pietro continuava a pensare a quanto fosse successo e a cosa avesse sotto la biancheria Mara in quel momento e si sorprendeva di come riuscisse a muoversi con naturalezza nonostante quelle spille nel seno e quel grosso affare la sotto. Mara dal canto suo faceva il possibile per non dare a vedere le sue sensazioni che erano terribilmente in contrasto tra il piacere del cetriolo e le fitte terribili di quelle spille ad ogni minimo movimento del tronco.
Finita la spesa i due tornarono a casa praticamente senza scambiare una parola. Quando entrarono Mara si liberò dei vestiti, della biancheria e di quei terribili oggetti che si era conficcata: quando li sfilò emise un sospiro e si distese sul letto.
Dopo 5 minuti circa chiamò Pietro e gli disse:
– “Mi faresti un massaggio? Ho bisogno di rilassarmi!”
Pietro non se lo fece pregare, prese un olio balsamico che trovò in bagno e andò in camera. Mara era distesa sul letto a pancia sotto, la testa piegata verso destra mentre con le mani avvolgeva a coppa i seni e massaggiava i grossi capezzoli dolenti. Pietro si mise a cavalcioni della donna e dopo averle cosparso l’olio sulla schiena iniziò un lento massaggio che Mara dimostrò subito di apprezzare. Seduto sulle cosce della donna, mentre ne massaggiava la schiena abbronzata, ripensò al mancato secondo orgasmo e contemporaneamente iniziò a fissare il sedere della donna che stava proprio sopra di lui e si trovò a fare strani pensieri. Dopo un po’ perse la testa e decise che avrebbe fatto un’azione decisa: o la va o la spacca!
Continuò a massaggiare la schiena, guardandosi bene dal scendere troppo per non insospettire la donna, il suo pene intanto era duro e teso come non mai, improvvisamente si allontanò e, prima che Mara potesse reagire, si gettò su di lei e la blocco con tutto il peso del corpo mettendo le sue gambe tra quelle di lei.
– “Ma che fai?!!!” disse Mara impaurita, tentando di divincolarsi
– “Vedo che ti piace soffrire, vero? Ebbene adesso soffrirai per farmi godere!”
Dopo aver detto queste parole si sollevò sulle ginocchia immobilizzando la donna con una mano puntata sul collo, con l’altra mano estrasse l’enorme sesso e dopo averlo puntato all’ano della donna ce lo spinse dentro brutalmente in un solo colpo.
Mara emise un urlo di dolore terribile, per un attimo Pietro si fermò impaurito, ma decise quasi immediatamente di continuare ed iniziò a muoversi avanti e indietro. Ad ogni spinta Mara urlava disperatamente e chiedeva di smettere, ma Pietro sembrava sordo e spingeva sempre più forte, dopo circa una decina di minuti, Pietro esplose con un’ultima vigorosa spinta che sembrò strappare l’ano di Mara con un dolore atroce. Il ragazzo uscì ed andò a lavarsi, Mara non ne aveva la forza: le faceva troppo male.
Il ragazzo tornò dopo un po’ e le disse:
– “Beh non ti alzi?”
– “Cavolo, secondo te è così facile??? Mi hai spaccato in due, mi brucia mi fa male e come tento di muovermi ho delle fitte che mi arrivano al cervello!! Anzi dai un occhio se ci sono lacerazioni o sangue”
– “No stai tranquilla è solo molto largo!”
– “Quello lo sento da me, grazie! Il problema è che non riesco a stringerlo, cacchio! Mamma che male! Quando si sodomizza una donna lo si fa un po’ più delicatamente…!”
– “Io non l’avevo mai fatto prima e pensavo che ti piacesse così”
– “Che fosse la prima volta l’ho visto e così è difficile che piaccia a chiunque! Mi sa che ti dovrò insegnare ad inculare come si deve!”
– “Tu l’avevi già fatto?”
– “Accidenti, in gioventù l’ho dato via parecchie volte, anche se era tanto che non lo facevo! Ricordo la mia prima volta: è stato strano ma bello!”
- “E ti ha mai fatto male?”
– “Questa volta!!!!!!!!!!!! Scherzo altre volte ho avuto qualche problema, ma li ho sempre superati! Solo una volta, quando ero all’università, ho litigato con il ragazzo che avevo allora mentre facevamo l’amore! Io l’ho insultato pesantemente così lui mi ha rovesciata sul letto e mi me l’ha ficcato dentro di botto, senza lubrificazione, preparazione, niente! “Urla adesso” mi diceva, “insultami adesso, avanti grida” mi ripeteva mentre mi sodomizzava e io per non dargli soddisfazione mordevo il cuscino, ma non ho fiatato. E più mi ostinavo più forte lui mi sbatteva, non ne potevo più, ma non glie l’ho data vinta. Quando è venuto mi sono rivestita e me ne sono andata che non riuscivo a camminare e sono rimasta a casa il giorno dopo. Eh avevo proprio il culo in fiamme, ma che soddisfazione togliere all’uomo il senso di dominio!”
– “Accidenti sei tosta però!!”
– “Beh beccandomi il tuo affare nel culo credo di avertelo dimostrato, ti pare??? Senti, ma quanto è dilatato che sento tutto aperto.”
Pietro prese due dita e dopo averle inumidite le infilò senza alcun problema e senza che Mara se ne accorgesse.
– “Due dita!!!”
– “Accidenti! Ben messa sono; va beh prima o poi si passerà!”
Da allora appena vi era occasione i due rimasero spesso soli e Mara insegnò a Pietro tutte le arti del sesso.