Non capisco. Non mi entra in testa il perchè a volte mi viene la voglia.
Irrefrenabile, mi sento dentro un vuoto. Mi assale la voglia di provare.
Sono un uomo di 46 anni, sposato con due magnifici figli.
La mia vita sessuale, trascorre monotona, la moglie con poca fantasia, per scaldarla ci vuole un’ora, con l’età svanisce la voglia di lei.
Un giorno ho preso il coraggio a due mani e sono andato con la macchina nella zona delle prostitute.
La prima volta non ho fatto salire nessuno, ma ho fatto la conoscenza di un simpatico trav/trans.
Non so ancora oggi la differenza, ma aveva un tailleur verdino con minigonna da infarto, autoreggenti, giacca scollata con il reggiseno bene in vista, ma ahimé bianco.
Era seduta nella sua auto.
Dopo un paio di volte che le sono passato vicino e lei mi aveva ammiccato, con le gambe che mi tremavano mi sono fermato dall’altra parte del marciapiede.
Erano le tredici e venti o giu di li, il sole era alto, la visibilità perfetta.
Lei toglie dalla trusse un pennellino per il trucco con il manico abbastanza grande, mi sorride leccando con la punta della lingua il legno del manico, si gira di spalle e comincia a strofinarsi il buchino perfettamente in vista.
Rimango a bocca aperta. Sudo freddo vedendo quella venere fare quel giochino per me, per avermi.
Si volta mi guarda con quel viso ! mascolino, ma perfettamente truccato da donna, gli occhi mi penetrano, mi chiamano.
Rilecca il manico e girandosi di nuovo ricomincia il gioco. Questa volta senza alcuna fatica si infila almeno un centimetro di quel bastoncino nel sedere.
Mi viene tremendamente duro. Sono all’altro lato della starda a guardare un travestito che si masturba per accalappiarmi.
Finito lo show, che sarà durato non più di cinque minuti, rimette il pennellino nella trousse, mi guarda sorridente ed esce dalla sua macchina.
Sono letteralmente in preda al panico. Non so cosa fare, soprattutto non so cosa vuole dirmi o farmi.
È la prima volta che mi trovo in un posto del genere. Anche se siamo io e lei/lui, soli, no so come comportarmi.
Si avvicina ancheggiando, mi sembra stupenda, mi eccita vederla muoversi.
Si appoggia al finestrino aperto della mia macchina e con la voce più mascolina che da donna, mi dice:
“Vuoi provare a farlo tu o preferisci qualcos’ altro?”
Capisce che sono in imbarazzo, mi sorride rassicurante “Non ti preoccupare non mordo mica, mi piaci, vorrei fare sesso con te. Però io prendo trenta euro per un bocchino e cinquanta per il servizio completo.”
Squallidissimo. Stavo per piangere, quando trovo la forza di rispondergli garbatamente “Scusami ma ora devo rientrare in ufficio, ma se ti fa piacere posso tornare con più calma, senza impegno”.
Sembrava di stare in un negozio di abiti quando chiedi di provare un vestito “senza impegno”.
Lui/lei continua ad essere sorridente, senza scomporsi, infila un braccio dentro la macchina e arriva alla mia patta, massaggia un pochino, poi soddisfatta di aver trovato della sostanza, mi dice “Ciao Tesoro, sono Milena”, mi invita a tornare quando voglio, sottolineando “senza impegno”, ma rimarcando che le piaccio molto, per cui posso anche aspettarmi un congruo sconto se come pensa riesco a soddisfarla.
Detto questo mi schiocca un bacio sulla bocca, leggero senza pressione, solo le sue labbra contro le mie.
Mi guarda per vedere la reazione, i suoi occhi mi prendono senza che io possa fare niente.
Sono eccitato da morire, lei (la tratto da donna) lo sa , lo ha sentito, non mi lascia lo sguardo nemmeno se la cacciassi.
Anche lei è su di giri, ripete di nuovo il palpeggiamento, questa volta baciandomi in profondità.
La sua lingua sfiora le mie labbra che si uniscono alle sue, la mia lingua sente la sua e comincia ad esplorare la sua bocca.
Una macchina. Lei si rialza, mi saluta con un sorriso.
Io rimetto in moto, parto ma non vorrei. Mi ha stregato. La voglio, in quel momento l’ uomo in me vorrebbe dimostrare che è lui il più forte.
Prendere quell’oggetto e farlo suo.
Ma la macchina che sopraggiunge carica, cosi si dice, la merce e parte per il divertimento, lasciandomi solo in macchina, con il sapore della sua lingua in bocca e il suo rossetto sulle labbra.
Passano alcuni giorni, il mio pensiero ogni tanto ritorna a Milena, penso a lei sempre più spesso e mi eccito senza volerlo.
Non lo capisco.
Mi passa davanti la segretaria di reparto una donna mora di 35 anni, terza di seno, un culetto da morirci dietro, minuta ben fatta.
Mi eccito ancora di più. E ancora di più non capisco come possa succedere.
Ci torno senza pensarci, giro e rigiro ma non c’è, forse è di là, forse è di qua, ma non la trovo.
Torno in ufficio, guardo le segretarie inguainate nelle loro gonne o pantaloni, i loro corpi che senza volerlo fanno eccitare gli uomini.
Quante volte ho pensato di portarmi a letto Grazia. Mora occhi neri, 1,68cm di donna.
Lei si che si deve chiamare donna, il suo seno seconda credo, ma con il reggiseno sembra quasi quarta, il monte di venere che scende perfetto sul pube, le mutandine che si fanno vedere sotto la gonna, sul sedere.
Eccolo li il suo sedere, perfetto, chi non ha mai pensato di poggiarci la mano e palpare quei semisferi tosti come il marmo.
Lo so perché ogni tanto ho a che fare con lei. Quindi mi capita di poggiarmi al suo corpo e sentirlo forte, tonico e maledettamente attraente.
Mi sento Uomo e sono orgoglioso.
Però sono qui per raccontarvi del mio cruccio. Credo sia di molti uomini.
Passa ancora qualche tempo, ci torno si da Milena, sporadicamente, sempre senza soldi, per non cascarci.
Lei però che sa fare il suo lavoro, quando le ho fatto vedere il portafoglio vuoto, ha notato i buoni pasto.
Mi ha detto che per me avrebbe accettato anche i buoni pasto e toccandosi provocatoriamente, mi ha detto che mi vuole dentro di lei.
Ho messo in moto e me ne sono andato.
Sudato ed eccitato.
Ne ho visti altri andandomene, che per mettersi in mostra, si aprivano i vestiti mostrandosi nella loro femminilità.
Mi eccitavano ancora di più, rivedevo Milena passarsi la mano sul pube, sul seno e gli occhi che mi penetravano senza ritegno.
Perché?
Una sera mentre ero in casa, stavo osservando mia moglie mentre si toglieva i vestiti, mi ha sorpreso il suo corpo, ho provato a toccarla molto sensualmente, ma come al solito si è ritirata apostrofandomi come il solito maniaco.
Abbiamo discusso per un po’, finche ho capito che non era aria. Ho desistito e mi sono ritirato.
Il giorno dopo ancora in tiro, ho preso la macchina, e sono andato da Milena.
L’ho trovata che scendeva da un’auto sportiva. Indossava uno spolverino leggero che quando si è chinata per salutare il cliente, ho visto tutto il suo splendore, tutto il suo intimo che non aveva coperto.
Si è girata e si è avvicinata con il suo solito passo sicuro, sorriso compiaciuto e senza chiedermi nulla è salita in macchina.
Si è sdraiata poggiando la testa sulle mie gambe, per sentire la patta, che ha trovato come al solito pronta.
Siamo stati così per qualche istante, poi con la sua voce persuadente, mi ha chiesto se avevo deciso.
Non ricevendo risposta, si è seduta ed ha chiuso lo sportello dell’ automobile
“Segui la strada e alla prima gira a sinistra.”
Sono stato un automa guidando piano per non far arrivare mai quel momento, mentre lei mi palpava sempre più insistentemente, ma con saggezza e dolcezza.
Ero talmente in trance che non ho opposto resistenza quando mi ha preso con fermezza la mano e se l’è posata sulla gamba invitandomi con gli occhi ad accarezzarla.
Ho eseguito senza esitare. Seguendo l’istinto di vero uomo, ho eseguito movimenti lenti e forti, decisi, pretendendo l’approvazione di Milena, che, con una semplice occhiata mi ha fatto sentire il cuore in gola.
Mi sentivo un bimbo alla prima esperienza, ero nervoso, ma con l’esperienza mi mantenevo freddo e autoritario. Almeno credevo.
La strada non finiva più, un po’ come le sue gambe, muscolose, sode, larghe, per farsi toccare meglio.
La fine era quella che sappiamo tutti, sono arrivato alla fine delle autoreggenti, ho trovato la sua pelle, lei ha avuto un fremito, come se fosse la prima volta anche per lei, ed ho sentito il calore del suo membro sul dorso della mano.
Non sono fuggito, ma l’ho guardata ed ho visto i suoi occhi socchiusi.
Le piaceva, era bella con gli occhi socchiusi mentre gustava la mia mano esplorarle l’interno delle cosce.
Muovendo la mano sentivo che i peli tagliati di fresco, mentre salivo con la mano si facevano sentire, mentre al contra rio, scendendo, si aveva la sensazione di una pelle vellutata.
Arrivati in un posto appartato, senza aver proferito parola, ci guardiamo negli occhi e cominciamo a baciarsi.
Ero in estasi, con le mie mani sui suoi seni, stringevo i suoi capezzoli procurandole piacere, sentivo che fremeva, aveva voglia. Io più di lei.
Stacchiamo le nostre lingue, ci sorridiamo e lei mi invita a mettermi comodo.
Comincia a togliermi la cinghia dei pantaloni, mi slaccia i bottoni e la zip.
Le sue mani sono sicure e veloci mentre i suoi occhi mangiano i miei, infila la sua mano negli slip e si impossessa del mio membro.
Sorride, mi fa sentire uomo “Sei un grande, dolcezza mia, ti voglio far divertire come non ha mai fatto nessuna”.
Con la mano mi masturba e la bocca la poggia sulla mia.
Gira la lingua intorno alla mia, la carezza, poi con le labbra la succhia tutta finche può titillandola con la punta.
La sua mano intanto sta massaggiando lo scroto senza sosta, mi stringe i testicoli con perizia e maestria.
Poi toglie le sue labbra e le schiocca in segno di goduria.
Si muove in questo angusto spazio con vero piacere.
Le piace il suo mestiere, sono domande che le farò dopo, spero che mi risponda con il suo solito sorriso. Si sta instaurando un buon feeling, mi sto sentendo sempre più a mio agio.
Mentre penso queste cose lei si avvinghia al mio pene succhiandolo con avidità tanto da strapparmi un gridolino di dolore.
Si scusa, spiegandomi che senza guanto si sente eccitatissima e non si tiene. Si riabbassa e riprende a leccare la punta del mio pene sempre più inferocito e duro.
Ad un certo punto, sono in estasi completa, sono nelle sue mani, eccitato come non mai, aspettando solo il momento fatidico, lei stacca la sua avida bocca dall’ asta.
“È veramente duro e in tiro. Non voglio farti venire subito. Baciami.”
Ha reclinato il sedile e mi ha lasciato fare.
Le ho baciato il collo, leccandola di tanto in tanto con la punta della lingua. Le piaceva, inarcava il corpo, si dimenava, mentre anche le mie mani andavano dal suo pube al seno senza staccarsi mai.
Non avevo ancora preso in mano il suo pene.
Mi sentivo attratto da lei ma non avevo ancora fatto il grande passo.
Con la lingua sono arrivato fino al seno.
Ovvio che il seno di una donna è estremamente più sexy e palpabile, ma le sue reazioni alla mia lingua e alle mie mani, erano esattamente le stesse di una donna. Mugolava, si muoveva, per quanto possa permetterlo il sedile di una macchina, mi teneva la testa china sul suo seno pregandomi di non smettere.
Io ero completamente fuori di testa, tanto che con la mano sono tornato in mezzo alle gambe per carezzarle. Partendo dal ginocchio sono arrivato su su, fino alla fine delle calze esattamente dove ero prima, ma ho trovato un gonfiore morbidamente sensibile.
Lo ho preso in mano palpandolo, trovandomi con i testicoli di Milena nella mano.
Mi sono bloccato un attimo, Milena mi ha stretto forte la nuca facendomi capire che non dovevo assolutamente fermarmi.
Ho trovato la forza di staccarmi dal suo seno, ma la mia mano teneva saldamente lo scroto, palpando i testicoli come se lo avessi sempre fatto.
“Continua non ti fermare ti prego”. Mi ha sussurrato con gli occhi chiusi, in balia delle mie mani.
Ero padrone della situazione, non avevo più paura, stavo facendo una cosa contronatura, ma perfettamente cosciente che la volevo.
Lo presi in mano e sentii un brivido percorrermi la schiena. Era completamente di pietra, sentivo le vene pulsare nella mia mano, lo strinsi con dolcezza, guardando cosa facevo.
Presi a muovere la mano lungo l’asta. Non era dritto come il mio, formava una curva verso il pube, ma non mi impediva di tenerlo in mano e muoverla su e giù per tutta la sua lunghezza.
Ero sereno, contento, non succedeva nulla, la stavo masturbando con la mia mano.
Lei sempre con gli occhi chiusi, si è sdraiata aprendo ancora di più le gambe, chiedendomi, come prima di non fermarmi.
Continuavo lentamente, la sentivo fremere ogni volta che arrivavo sul glande e il mio pollice esitava a passare l’asperità che creava la sua cappella sempre più rossa e dura.
Dopo un paio di minuti lei è scattata sul sedile, fermando la mia mano con forza e decisione. La sua mano mi stringeva il polso, i suoi occhi penetravano i miei, le lingue si sono unite vorticosamente per un paio di minuti. L’unica cosa che ci univa erano le lingue che saettavano ora nella mia ora nella sua bocca, provocando spasmi di eccitazione.
Nel frattempo sentivo le sue mani che mi mettevano il preservativo. Un odore di fragola ha inondato la macchina dando una sensazione di freschezza e ridando vigore ai nostri corpi e alle nostre menti.
Ero fuori di cervello, avevo la sensazione di essere onnipotente, ero il padrone del mondo.
Milena si china e comincia a lavorare di bocca e di lingua il mio pene, molto duro e in tiro già da mezz’ora con quella femmina. Non donna ma femmina si.
Cominciai a carezzarle la schiena, sotto la camicetta, aveva solo il reggiseno slacciato. Sentivo la sua pelle sulla mia mano e la sua bocca avvinghiata al mio pene.
Avidamente lo succhiava, lo leccava. Certo senza preservativo la sua lingua era stupenda, ma anche cosi mi godevo quella femmina avida di uomini come me.
Ad un certo momento mi sono voltato verso il suo corpo, mi sono accomodato meglio sporgendomi un pochino e sono arrivato a toccare il suo sedere. Liscio, sodo, data la posizione aperto, mi guidava verso il buchino.
Ci sono arrivato girando come faccio sempre, facendogliela sospirare, quasi la obbligo a chiedermelo di arrivare subito li. La sento che aspetta il mio dito toccarla, si apre ancora di più. E quando sente che non arrivo subito al punto, comincia a pompare con ingordigia, lo ingoia completamente, se lo fa arrivare in gola aspettando il momento fatidico.
Lo vuole, lo desidera, lo aspetta, i suoi movimenti e il mugolare sul mio pene mi fanno capire che non vuole altro.
Lo sfioro, ci appoggio il dito, arrivo a toccargli di nuovo i testicoli.
Il braccio che struscia il buchino, la eccita ancora di più, stringo i testicoli, arrivando alla base del suo pene che sento perfettamente duro.
La posizione non è delle più comode, quindi desisto e torno sul buchino.
Lei si rimette comoda e lo riprende completamente in bocca, succhiando a più non posso quell’asta che anela al suo interno.
Il mio dito sfiora con più convinzione il suo buco, lo sente aprirsi per lui, sente il movimento del corpo che vuole accogliere dentro qualcosa.
Mi lecca il dito per accontentarla e avere sul dito la stessa sensazione che provo sul pene.
Sento l’odore del buco forte, mi sferza il cervello. Mi piace, mi metto tutto il dito in bocca.
Lei non sentendomi più, mi guarda mentre lo tolgo ” dammelo anche a me”
“aspetta”, lo riavvicino al sedere per riavere il sapore che ho sentito io .
Glielo porgo e lei lo ingoia assaporando il suo odore di femmina vogliosa.
Me lo rilascia dicendomi “Prendimi come hai fatto fino ad ora. Da maschio dolce e premuroso verso la sua femmina in calore.”
Torno con la mano in mezzo a quel culo e arrivo dolcemente al buco voglioso, spingo leggermente e sento aprirsi, rimango li un’ attimo, sento che rilascia i muscoli e la prima falange scompare. Mi avvolge un muscolo, morbidamente, avidamente, muovo il mio dito per allargare, lei riapre ed io esco. Me lo risucchia come se fosse l’unica cosa che ho. Lo rinfilo subito per non farla smettere di lavorarmi il pene come sta facendo ora.
Mi concentro sul suo culetto, rientro dolcemente ma deciso, lei si contorce ed apre voluttuosamente il muscolo per permettermi un’entrata facile e per sentire meno male lei.
Con un paio di mosse della mano arrivo subito alla fine del dito , non posso inserire altro, lei si dimena, ha uno spasmo, si contorce, mugola e succhia avidamente.
Contemporaneamente senza smettere si scopa il mio dito e mi pompa il pene senza sosta.
Io vedendo dall’ alto la scena non resisto e finalmente sborro all’interno del preservativo. Lei si adegua ai miei movimenti e quando mi calmo e finisco di venire è lei che mi succhia per far uscire tutto.
Con mio stupore, mi toglie subito il preservativo e me lo riprende in bocca. Assapora il mio sapore cosi come io ho fatto con il suo.
Ma il mio dito ricomincia a muoversi all’interno del suo buco. Lei si scuote e si alza coprendo completamente la mia mano, tenendo dentro il dito saltando sul sedile.
Viene scossa dagli spasmi.
D’improvviso si ferma “vuoi fare ciò che ti ho fatto io? Vuoi farmi godere come se fossi la tua femmina?”
“Si ma non sono pronto, Posso farlo con la mano, ti va?”
“Ok la prossima volta faremo qualche altro giochino ora fammi sentire la tua mano”.
Tenendo sempre il mio dito al suo interno, si posiziona mezza sdraiata sul sedile, rilassata e felice di sentirsi nelle braccia di un uomo che la rispetta.
Comincio a passargli la mano sinistra sul seno, poi arrivo piano piano al punto prestabilito e voluto da entrambi.
Lo accarezzo, si muove come se nessuno lo avesse mai fatto.
Il medio della mano destra, si muove nello sfintere che nel frattempo si è avvinghiato sul dito, lei gode e mi dice di non fermarmi.
Accarezzo il suo pene, sento il calore del suo sangue scaldarmi ancora di più la mia mano, quasi come il mio dito nel suo culo.
Anche se sono con la sinistra, mi accingo a masturbare quel cazzo pulsante nella mia mano.
Lo prendo nel palmo, lo massaggio, carezzando anche il suo pube.
Sono eccitatissimo. La vedo contorcersi con il mio dito nel culo e la voglia di sborrarmi sulla mano. Chissa quante altre volte i suoi clienti hanno provato queste sensazioni.
“Perché ho perso tutto questo tempo”
Penso, mentre non resistendo afferro completamente il cazzo di Milena.
Pulsa, è durissimo, le vene continuano a gonfiarsi.
Lei stringe gli occhi, si dimena, muove il bacino come per scoparmi la mano tanto che se mi fermo il pene scorre perfettamente nel mio palmo facendomi sentire tutta la sua durezza e la lunghezza.
Ma io non resisto, devo essere io a provocargli l’amplesso.
Comincio a muovere freneticamente il dito nel culo. Lo giro vorticosamente nelle sue viscere, sento il muscolo stringere il dito. La mano muove l’asta su e giù, la cappella sempre più rossa e turgida, scompare nel mio palmo e ricompare in tutta la sua possanza.
Sento Milena tremare, soprattutto con la destra, quella che le sta aprendo il culo, dato che la sinistra si muove su e giu su un pezzo di marmo rosso fuoco.
Dopo neanche tre secondi il dito della mano destra viene completamente stritolato dal culo di Milena, i suoi occhi si spalancano mostrandomi tutta la sua felicità, il suo grido di liberazione anticipa di un’attimo la copiosa sborrata che fuoriesce bianca e densa dalla sua cappella nella mie mani.
I primi tre schizzi sono veramente potenti e copiosi, poi piano piano si rilassa anche l’ano lasciando il dito libero di muoversi.
Non me lo faccio ripetere due volte.
Torno a scopargli il culo con il solo dito, facendole riavere un altro orgasmo ovviamente senza uscita di fluido ma come secondo sentito e regalato a me con il suo sguardo compiaciuto.
Sono orgoglioso per come mi sono comportato. Sono stato un uomo che ha fatto godere una femmina che lo ha cercato dal primo momento che lo ha visto, conquistandolo giorno dopo giorno.
Ora avevo la mano completamente avvolta da una densa crema bianca che lasciava un odore acre nell’abitacolo della mia macchina.
Una femmina ansimante seduta sulla mia mano con un dito nel sedere ancora fremente.
Si risveglia come da un sogno, lo stesso mio.
Mi guarda sorridendo soddisfatta. “grazie” mi ha detto. “Sei stato grande come pochi. Avevi paura ma l’hai superata da uomo. Avevo ragione nel’aspettarti e nel volerti.”
“Grazie a te, non sapevo di poter provare e far provare sensazioni cosi forti. Grazie ancora.”
Non ha voluto nessun tipo di pagamento. Vuole rivedermi al più presto per riprovare quello che nessuno mai le aveva fatto sentire. Sue testuali parole.
Io ogni tanto torno a trovarla, ma ancora non ho capito perché.
La prossima volta proveremo a capirlo insieme.