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Notte di fuoco

Sono una ragazza di 28 anni, e dopo tre anni di fidanzamento sono stanca del mio ragazzo, visto che prende una promozione dietro l’altra e pensa solo al suo lavoro. Stasera lo mando al diavolo, gli dico che esco con Mari e tornerò a notte fonda, divertendomi in ogni modo…
Gli mando un sms e mi risponde un semplice “ok” maledetto, non è per niente geloso. Voglio essere al meglio per questa serata, so già dove andare e cosa fare…
Uso il mio bagnoschiuma al cioccolato e sotto il getto dell’acqua calda sembro riprendermi, mi avvolgo in un asciugamano controllando che i miei lunghi capelli siano rimasti interamente asciutti. Per prima cosa metto un completo nero in pizzo, il sopra sembra un pò piccolo, ma una terza stretta può solo donarmi, il perizoma seconda invece sembra cucito sul mio fondoschiena, perfetto.
Autoreggenti nere, minigonna leggera nera, maglia scollatissima, tacco a spillo, del nero per l’intensità degli occhi e dello sguardo e sono pronta. No, prima del profumo sul collo…
La serata va perfettamente, il ristorante è bellissimo e a casa sua il film del dopo cena si protrae per altre due ore più del previsto. Finalmente una vera serata.
Torno a casa alle 4 di notte sorridente, tolgo le scarpe all’entrata per non fare rumore ma arrivata in camera trovo una luce accesa e Ivan mi si scaglia contro furibondo, urla, strepita, inveisce contro di me.
“Dove sei stata?? Hai fatto male i tuoi conti troietta! Sai chi ha chiamato stasera? Si si, la tua amica Maria, ti cercava, non eri con lei?? Ti sei divertita stasera?? Ma guardati, troia!”
È troppo arrabbiato per parlargli, cerco soltanto di uscire fuori dalla camera perchè mi spaventa.
“Sta ferma!!” Butta giù il comodino con la sveglia e tutto si rompe. Lo guardo, ho paura, butto le scarpe a terra e mi allontano, è più veloce di me, mi afferra e mi spinge contro il muro schiacciandomi col suo corpo. Chiudo gli occhi, è molto più forte di me, tremo e se ne accorge. Di colpo la sua voce diventa un sussurro.
“Come hai potuto? Ti amavo…”
Mi bacia piano il collo, me lo sfiora con le labbra, io rimango immobile, attonita e poi sento la sua lingua scorrere sulle mie spalle, sul collo, sul lobo e i miei sensi si accendono, mi bacia le labbra ed è come un fiume in piena che m’investe, un fuoco che brucia dentro di me, è passione pura, mi alza la gonna e con prepotenza le sue dita entrano dentro di me, è forte, è eccitante, mi fa impazzire, il mio respiro diventa irregolare, lo abbraccio e le mie unghia gli torturano la schiena, gemo tra lui e il muro mentre le sue dita mi fanno sua e io sto per venire.
“Sei una troia…”
Si stacca di colpo con un insulto. Non ci credo!
“Bastardo!”
“È ciò che ti meriti!”
“Maledetto!” Gli corro dietro, lo afferro e lo spingo sul letto, non doveva farmi un simile affronto! Gli salgo di sopra e lo bacio con la stessa forza che aveva lui in corpo, lo sento arrendersi e scivolo verso il basso, gli torturo il collo, le spalle, il petto, la pancia ed infine lo libero dei jeans e dei boxer. È evidente che la sua ira non intacca in alcun modo la sua erezione, è perfetta. Glielo lecco, tutto, lo faccio mio, lo infilo in bocca, entra ed esce a contatto con la mia lingua, sento il suo respiro crescere e la mia lingua insiste, instancabile di averlo con sè, è mio, è in mio possesso, lo sento sospirare, cercare di trattenersi, ma la mia bocca, le mie labbra, la mia lingua lo torturano con abilità. Mi alzo e smetto.
“Tieni bastardo!”
Ho avuto la mia rivincita.
Impreca ancora disteso, rimane in quella posizione per qualche secondo, mentre sorrido tra me e me, ancora bagnata di lui, ma troppo vendicativa per ammetterlo.
In un secondo lo sento muoversi, mi giro ed è già su di me, mi sbatte al muro, le sue mani mi stringono forte i polsi, troppo forte, nel contatto col muto sbatto la testa, mi esce un gemito di dolore mentre non riesco neanche più a muovermi.
“Piccola…” mi lascia un polso per accarezzare il punto che mi faceva male, non lo capisco, ma mi attrae sempre di più. Alzo la testa porgendogli la mia bocca, ma lui mi sfiora solamente “L’hai capito che sei mia…” Mi spinge sul letto, non ho più voglia di resistergli, mi libera dalla maglietta, mi bacia il seno, me lo accarezza e il mio piacere sale, sale, sale…Mi bacia e mi allarga le gambe, con una mano strappa un filo laterale del perizoma.
“Che cazzo fai…”
“Shh…” e non me lo faccio dire ancora. Ripete il gesto dall’altro lato, me ne libera e poi è solo piacere, puro ed immenso piacere che si muove su di me, dentro di me. I miei sospiri diventano gemiti ed aumentano.
“E lui ti faceva gridare così?”
Non ho la voce per rispondere mentre mi prende con forza, le mie unghie sotto la sua maglietta, lo feriscono per sentirlo ancora di più…e sento il mio piacere esplodere…e questa volta lui c’è, rimane, mi ascolta con le labbra sulle mie mentre viene un’istante dopo, insieme a me, per me…
Si stende sul letto. accanto a me, osservo il tetto.
“Amore…”
“Che c’è?”
“Ero uscita con Marika, non con Maria…”

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