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Paolo e Michela

Paolo era da poco maggiorenne, da pochi anni era diventato un eccellente masturbatore. Aveva cominciato in prima superiore masturbandosi qualche volta, via via la frequenza era aumentata, per diverse volte aveva concluso la giornata con cinque rapporti onanistici. L’esperienza accumulata gli aveva consentito di imparare a godere appieno e senza i classici affanni adolescenziali del suo pene. Lo faceva volentieri ogni volta che ne aveva la possibilità, era per lui come una cura. Ne aveva bisogno, da quando aveva capito che sfogando le sue tentazioni di giorno poteva evitare le polluzioni notturne che erano diventate davvero fastidiose, essendo diventate sempre più frequenti, praticamente Paolo si eccitava di giorno e sfogava di notte! Se poi l’eccitazione era alta, le polluzioni erano accompagnate anche da schizzi di pipì. Come quando in terza media la compagna di classe che gli piaceva di più, nel piegarsi verso lo zaino che aveva dietro la sedia, lasciò involontariamente intravedere dalla magliettina scollata un bel pezzo di seno e reggiseno, e poco dopo, nello stiracchiarsi, la maglietta mostrò la forma delle sue tettine con tanto di capezzoli. Sconvolto da quella visione per tutto il pomeriggio, il pensiero sopravvenutogli di notte gli fece bagnare il pantalone del pigiama con tutti i conseguenti fastidi. Stessi clamorosi effetti quando al primo anno del liceo sognò di stare sul set di un film nel quale una sua compagna di classe stava girando una scena d’amore, subito dopo sogna di leggere un articolo di giornale intitolato “Regista costringe ragazzina a fare l’amore con un coetaneo”, si svegliò con il pene che schizzava in modo incontrollato.

Molto del suo tempo Paolo lo passava seduto sul water a rilassarsi e masturbarsi. Pensava molto alle ragazze e gli piaceva godersele nei suoi pensieri. Una delle sue preferite era Michela.

Michela era più giovane di lui, occhi e capelli neri, lunghi fino alle spalle, un po’ più bassa di Paolo che la conosceva da bambina in quanto sua vicina di casa. L’aveva ammirata diverse volte giocare con le amiche.

Quando Michela diventa ragazza, Paolo non può fare a meno di innamorarsene. La desiderava, sempre di più. Cerca di stringere l’amicizia con lei, sfruttando la vicinanza di abitazione. Una sera riesce a passeggiare con lei. Era di domenica sera, i due indossavano entrambi una felpa nera, erano molto belli insieme. Paolo pensava che fosse quello il massimo conseguibile, o quasi, vista l’età della ragazza e le precedenti esperienze poco fortunate. Un giorno, all’improvviso Michela si presenta a casa di Paolo. Era davanti alla porta con un dolce che sua madre aveva inviato alla famiglia di lui, in quel momento solo in casa. L’occasione era ghiotta, Paolo ha la freddezza di invitarla a entrare. I due parlano un po’ e Michela, sarà per il fatto di stare da soli si apre molto con lui, ride, sta ai suoi giochi e prese in giro. Alla fine Michela saluta e va via lasciando Paolo soddisfatto e felice. Una settimana dopo i genitori di Paolo sono fuori per la classica uscita domenicale. Michela bussa alla porta, Paolo apre, le chiede come mai si trova lì e lei non ha una risposta chiara. Paolo capisce che la visita è “di cortesia”. La fa entrare e ricominciano a scherzare, come se la conversazione precedente non si fosse mai interrotta. Parlano molto e a un certo punto rispondendo alle curiosità di Paolo sui suoi precedenti ragazzi, Michela comincia a parlare di baci. Quelle osservazioni verbali ben presto si trasformano in realtà: Paolo e Michela si danno un bacio sulle labbra. Si guardano negli occhi quasi sorpresi, poi sorridono e si ribaciano. Paolo nel momento in cui le labbra si incontrano sente una leggera scossa attraversargli il fallo, gli era successo una sola volta quando inaspettatamente una sua amica gli aveva consentito un bacio sulla guancia. Successivamente dalle calde labbra di Michela, Paolo sente uscire la lingua, prontamente tira fuori la sua e comincia a ruotargliela intorno. I due si baciano a lungo, Paolo assapora con gusto il sapore di tè raffreddato che aveva la saliva di Michela e mentre la bacia comincia a sentire le sue mutandine come una prigione allagata. Vedendo l’intraprendenza mostrata da Michela, Paolo stacca la bocca da quella di lei e trova il coraggio per iniziare a baciarla sul collo. Lei gradisce molto, questo dà a Paolo l’audacia e il permesso di scendere più giù, lungo la camicetta bianca che Michela indossava sotto la giacca di jeans che prontamente si toglie. Paolo non desiderava altro che poterle sbottonare la camicetta, lo fa e non gli sembra vero, la apre e spunta da sotto un bel reggiseno bianco. Pone le mani su di esso e dà un bacio sul seno destro, la guarda e le chiede se andare nella sua stanzetta non sarebbe meglio, lei fa un cenno con la testa sorridendo, Paolo ha come risposta il cuore che gli indebolisce gli arti, ma la prende per mano e la porta dove proposto. I due, accanto al letto si abbracciano e si baciano di nuovo. Paolo l’accarezza sotto la camicetta, Michela allora la toglie via, lui per tutta risposta le abbassa le bretelline del reggiseno. Lei lo sbottona e lo fa scivolare sul letto. La vista di quel petto così diverso da come l’aveva visto anni addietro lo sconvolge, si sente sempre più bagnato e in subbuglio. Lo immaginava da tanto ma in modo diverso, non quella terza abbondante, con le aureole molto larghe e i capezzoli appena visibili. Allora Michela gli chiede: “e tu non ti togli nulla?”. Approfittando della richiesta, il ragazzo si libera di quell’ingombrante materializzazione del desiderio. Tira fuori il suo pene, è duro, bagnato, pulsante. Michela non l’aveva mai visto e lo chiama “il pesciolino”. Lo comincia a toccare ma lui subito la ferma, è troppo eccitato e ha paura di venire, già bagnato com’è. Lei si mostra ancora più intraprendente e si sbottona i pantaloni, li abbassa e passa le dita intorno agli slip bianchi. Paolo ha una tremenda paura che il suo pesciolino si esibisca in una spettacolare quanto sorprendente e prematura sborrata. Con la preoccupazione di contaminarla con il suo sperma e soprattutto con la speranza di poterla penetrare, Paolo approfitta della scusa per distrarsi da quelle stimolazioni prendendo i profilattici che tiene nascosti e che ha imparato a usare nelle sue masturbazioni quotidiane.

Presi i preservativi in fondo a un cassetto, si gira e vede Michela lì, solo con le mutandine, con il seno che gli urlava di perdere altro tempo. Paolo le si avvicina e comincia a baciarle le poppette, le passa la lingua intorno alle aureole, poi sui capezzoli che sente spuntare sotto la lingua, li prende tra i denti, li tira con delicatezza, assapora a lungo quel sapore uguale al resto della pelle, ma così diverso. Quindi pone le mani intorno a quelle due montagnette e le accarezza, le palpa, le stringe, non gli sembra vero, la prima volta che tocca un seno. Lo strige tra le mani e lo avvicina al suo petto, aveva sempre avuto il sogno di fare “capezzoli e capezzoli”, una cosa che lo eccita talmente da dargli il coraggio di chiederle “ti va di fare l’amore?”. Lei lo bacia e si adagia sul letto. Paolo capisce che sta per arrivare la sua prima volta. Senza pensarci guarda Michela distesa sul letto, le mette le mani sui fianchi e comincia a sfilarle le mutandine. Le fa scivolare molto piano, un po’ per delicatezza, un po’ per avere una maggiore gioia della scoperta. Michela si vede spogliare completamente mentre guarda Paolo sorridere come un bambino. Così le mutandine scorrono giù e mentre i peli pubici spuntano, lo slip si attacca per un po’ alle grandi labbra, nel momento del distacco Michela emette un piccolo gemito, e lì spunta completamente la sua fichetta. L’eccitazione di Paolo è già al massimo ma sale ancora di più alla vista di quei peli nerissimi e foltissimi ma che spuntano tra la pancia e le gambe in un triangolo perfetto. Allontanate dai piedi, le mutandine volano, ora sono entrambi completamente nudi. Michela porta le braccia allungate sopra la testa e unisce le mani, come a donarsi. Paolo realizza che sta facendo l’amore, vorrebbe fare mille cose, come ha visto nei numerosi film guardati e immaginato nelle sue pugnette, ma non sa cosa fare. Allora si abbassa e la bacia. Il bacio si fa sempre più appassionato, concitato, le bocche si aprono e chiudono l’una sull’altra toccandosi, le lingue si leccano e leccano anche le labbra e il loro intorno. Paolo da quel bacio che gli trasmette l’eccitazione di Michela, non vuole altro che infilare il suo pene ormai per lui diventato enorme in quella fichetta. Allora si alza, prende il profilattico, lo apre e lo avvicina al cazzo. Guarda Michela come a chiederle il permesso per indossarlo, ma lei non vuole più parlare, lo guarda solo estasiata al pensiero di vivere la sua prima volta. Infilato il preservativo lungo tutta la lunghezza del fallo, Paolo lo avvicina alla patatina, lì nota che i peli più in basso sono maggiormente arricciati e unti. Michela è molto bagnata, questo lo incoraggia ad appoggiare il cazzo alle grandi labbra. Lei lo segue con gli occhi sulla farfalla e con una mano sul clitoride che un po’ la allarga, un po’ controlla che il pesciolino di Paolo non la faccia male. Lui allora poggia la mano dove intuisce sia la vagina e comincia a massaggiare. Michela chiude gli occhi e porta la testa un po’ all’indietro, la fichetta si allarga sempre di più e la mano va sempre più dentro, finché Paolo non sente sotto il medio la sua verginità. In quel momento tira fuori la mano e avvicina il pene, lo appoggia e comincia a spingerlo dentro. La mano di Michela lo segue, quando forza l’imene le sue dita si alzano e si appoggiano al di sopra del cazzo, forse per evitare di fermarlo. Paolo è dolce, cerca di penetrare lentamente, Michela respira sempre più forte e quando il cazzo fora l’imene ha un leggero grido come di spavento e un forte gemito. Paolo intuisce di averla sverginata, si pone in avanti, appoggia le mani sul letto intorno le braccia di lei e comincia infilarlo fino in fondo. La base del pene che tocca le grandi labbra fa vibrare il corpo di entrambi e Michela, sempre più ansimante, per un attimo stringe i denti, come se sentisse dolore. Paolo quando comincia a fare su e giù sente il cazzo stretto tra le pareti della vagina. Pensa ai suoi film porno e che ora è lui il protagonista. Pensa alle pugnette fatte pensando a Michela e come l’ha scopata in quei sogni. Il suo respiro si fa sempre più affannoso. Pensa ai suoi amici che hanno già fatto sesso e ora anch’egli lo sta vivendo. Pensa che ora con le ragazze avrà più sicurezza, e potrà rifarlo. Tutti questi pensieri gli aumentano l’eccitamento, il cazzo ormai va su e giù da solo mentre Michela respira forte e ansima. L’odore che si leva dalla zona pubica dei due è penetrante e tanto erotico. Quando le braccia cominciano a cedere si abbassa un po’ su di lei. In quel momento nota il suo petto gradevolmente villoso che si avvicina al seno di Michela. Si sente per la prima volta un uomo che sta scopando una donna. Tutti i suoi pensieri, uniti a quella visione, gli fanno sentire il cazzo pulsare in modo irrefrenabile. È passato solo un minuto da quando ha iniziato a fare su e giù ma già sente il cuore pulsare nelle orecchie, un segno per lui, come masturbazione insegna, di un’immediata eiaculazione. Pensa di dover resistere, di durare, ma non ce la fa. Sente che resisterebbe invano. Meglio godere appieno di quel momento, non vuole pensare ad altro. Si alza restando appoggiato al letto solo con un braccio. Guarda il viso della ragazza e il cazzo che penetra la fichetta, quando gli viene da sborrare la riguarda negli occhi e pronuncia il suo nome, come per scusarsi di non aspettare il suo orgasmo. Quando le pulsazioni del cazzo solo all’estremo, Paolo mette la mano destra sulla pancia di Michela e con l’altra le tiene la gamba sinistra un po’ alzata e piegata, ed erutta dentro di lei tutta la sua libidine adolescenziale. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette schizzi. Sette schizzi di sborra che sono come una lama che gli attraversa il cazzo e gli procurano piacere, felicità e ogni sorta di sensazione soddisfacente. Paolo tira fuori il pene appena venuto. È sfinito, si accascia accanto a Michela, non ha più pensieri, non pensava fosse così spossante la sua prima volta, o è stata la materializzazione delle numerose fantasie su Michela a stancarlo così. Si guarda il cazzo con il preservativo afflosciato, rigato di rosso e pieno di sperma che glielo ricopre, è ormai morbido ma ancora grosso, sembra quasi gonfio e affaticato, per un attimo ha il pensiero “meno male che non si è rotto dentro”, quindi guarda Michela che continua a non parlare, ha solo quel sorriso che la rende bellissima. Paolo non le chiede se è venuta anche lei, non vuole la risposta, ma la sua aria è comunque soddisfatta, ha avuto la sua prima volta. Si rivestono, Michela dice che deve andare, si ridanno un bacio e ritorna a casa, molto semplicemente.

Paolo fa una doccia, poi si riveste e si siede sulla poltrona nella sua cameretta a guardare fuori la luce del sole che si abbassa. Pensa a tutto quello che fino a poco tempo fa è accaduto.

Pensava chissà se avrebbe fatto sesso di nuovo con Michela, chissà quanto altro sesso avrebbe fatto lei da quel momento in poi, dopo aver “inaugurato” la sua farfalla con lui, quando lui avrebbe avuto un’altra ragazza. Paolo ebbe un’altra ragazza dopo tre mesi, rifà sesso con lei per circa cinque mesi, poi dopo un anno ha conosciuto l’amore e non l’ha più lasciato. Michela invece…. Da quella volta Paolo l’ha mal appena salutato, ha continuato a uscire con i ragazzi, ma erano sempre più grandi e numerosi. All’età di vent’anni Michela ha già una vita amorosa da consumata puttana, non esce più per il paese, dove i ragazzi le avevano messo addosso l’etichetta di “ragazza facile”, è sempre fuori, con tante amicizie diverse con cui fa sesso a tutto spiano. Paolo ogni tanto pensa a quella scopata con lei e non smette di ringraziarla, non ha mai più goduto così con una donna. “Grazie Michela, giovane lucciola”.

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