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Papà mi guarda

Mia madre non ci lasciava più soli! Non so se avesse intuito qualcosa sulla nostra relazione, ma si sa che le donne hanno un sesto senso su certe cose. Cercavamo io e mio padre di trovarci comunque dei momenti tutti nostri, come ieri quando durante la cena mio padre si sfilò la pantofola sotto al tavolo, e fece scivolare il suo piede facendolo arrivare tra le mie cosce. Sentivo le sue dita spingere con forza la mia patatina, mi lasciai massaggiare e per provare piacere aprii bene le gambe. Mi premeva sul clito, e poi strusciava la pianta su e giù premendo sempre. Mi piaceva, cercavo di assecondare quel movimento con colpi di bacino… dovevo arrivare all’orgasmo, stavo per sentire che mi mancava pochissimo per godere… quando papà interruppe il giochino bruscamente! Mia madre di fronte a me, continuava a chiedermi se volessi dell’altra carne, ed io tutta presa dal piede di mio padre non avevo fatto attenzione alle parole di mamma! Mi alzai dal tavolo infastidita, e mi chiusi in camera mia. Era ormai ora di andare a dormire, mi infilai il pigiama e mi misi a letto. La mia mente tornò alla cena, il ricordo del piacere che mi procurava il piede di papà… mi fece nuovamente bagnare!
Mi girai a pancia sotto, scoprii la patatina e cominciai a strusciarmi sul letto. Massaggiavo il clito sul materasso, ma non era paragonabile al piacere che solo papà sapeva regalarmi. Intanto si fecero le 2 di notte ed io ero ancora sveglia eccitata come una cagna in calore e non appagata.
Sentii la porta della mia stanza aprirsi, e una sagoma nera avvicinarsi al mio letto. Era lui, il mio amore, mio padre!
Si infilò nel mio letto e mi baciò. Mia madre dormiva profondamente anche perchè aveva preso un forte sonnifero. Era lì mio padre, nel mio letto tutto per me finalmente. Mi tolse subito il pigiama e mi disse all’orecchio che non dovevo più indossare mutandine quando mi coricavo, e che al posto del pigiama dovevo mettere  SOLO camice da notte. Sarebbe stato tutto più semplice e più comodo per lui. Gli chiesi scusa se mi ero fatta trovare così da lui, e lui mi disse che per farmi perdonare gli avrei dovuto leccare bene il suo cazzo.
Io non aspettavo altro, lo volevo in bocca il suo uccello e cominciai a succhiarlo. Mi disse che non aveva molto tempo da perdere e che mi dovevo girare a pancia sotto. Sapevo che lui non desiderava altro che il mio culo. Ormai era abitudine, profanare il buco dell’ano. Mi girai e sollevai il bacino aprendo bene le gambe. Cominciò a leccarmi prima la fica, poi sputò sul buchino e si mise sopra di me. Mi teneva forte i fianchi e cominciò a penetrarmi prima piano, poi veloce… poi sempre più veloce… ECCOLO MI DISSE…
STO PER VENIRE TROIA…
e mi venne dentro i miei intestini! Riempì il culo di sperma. Contento e appagato, mi girò e cominciò a farmi un ditalino alla figa tutta bagnata, un misto di umori e sborra.
Venni subito, mentre lui continuava a guardarmi negli occhi.

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