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Per amore del figlio

Salve, mi chiamo Colette, ho quasi 38 anni. Le mie origini sono della Somalia ma abito in Spagna da qualche anno, giacché sono insegnante di italiano in una scuola linguistica che si prefigge di insegnare lingue alle persone del luogo meno fortunate,specialmente ai ragazzi della fascia d’età tra i 15 e i 20 anni. Abito qua da 2 anni e cinque mesi,sono divorziata e in Italia ho lasciato genitori e figlio. Ho un figlio di 18 anni di nome Reami.  Ha sofferto molto il mio allontanamento infatti ci sentiamo ogni giorno al telefono. Anche io soffrii molto il fatto di allontanarmi dalla mia famiglia ma specialmente da lui giacché siamo sempre stati molto legati e,strano alle volte per una madre ed un figlio,anche molto amici. Dalla Spagna e dalle lezioni faccio una settimana di riposo ogni due mesi visto che ritorno in Somalia per trovare la mia famiglia e quindi mio figlio.
Ciò che ora vado a raccontare è un fatto realmente accaduto 4 mesi fa a fine luglio. Prima che vado a raccontarvi l’accaduto comincio con il dire una cosa: l’essermi staccata da mio figlio mi ha portato profondi disagi, non solo a me ma soprattutto a lui. Il fatto di avere sempre mio figlio vicino e d’un tratto non averlo più in un certo senso mi ha fatta sentire vuota e ogni volta che tornavo dalla Spagna cercavo di fargli sempre i migliori regali che ci fossero a questo mondo per, diciamo “compensare” la mia mancanza. Dopo l’ultima volta che mi recai in Somalia ( e per ultima volta parlo della volta prima dell’accaduto ) capii che a mio figlio non bastavano quei regali,voleva sentirmi presente,voleva sentirmi accanto,vicina a lui. Il fatto è che la scuola cui insegno appartiene al volontariato e mi sento io in primis,da madre, a fare ciò per le persone disagiate,quindi mi sento sempre in dovere dopo ritornata nella mia nazione,di partire nuovamente per aiutare chi sta peggio di me. Dopo quel ultimo ritorno in Patria cominciai a pensare che a mio figlio,quando fossi ritornata,serviva un altro tipo di regalo per fargli capire che la mamma,ovvero io, lo pensava sempre e che avrebbe fatto per lui per non farlo sentire abbandonato. E qui lavorai di ricordi. Sapevo, e questo sin da quando mio figlio aveva 15anni, della sua passione per il trucco delle donne. Ricordo che quando mi truccavo,specialmente quando mi mettevo il rossetto (esagero nel truccarmi giacché essendo di colore cerco di far risaltare le labbra nell’oscurità della mia pelle) mio figlio era lì a fissarmi e a farmi i complimenti per le mie labbra,asserendo che sono sensuali e stupende. Io sono una donna piacente per l’età che ho: sono di colore, ho un bel sorriso, sono sempre allegra e dai miei 15 ai 24 anni ho lavorato come modella in Somalia e in Kenya. Mi ritengo una donna piacente e in più,come suddetto uso truccarmi in modo molto accentuato,specie le labbra avendole grazie a Dio belle. Facendo mente locale mi tornarono a mente diverse volte che mio figlio mi guardava,anche durante l’ultima volta che mi recai da lui a trovarlo. Decisi,e senza non pochi dubbi, che ogni volta che fossi tornata da lui potevo compensare la mia mancanza,la mancanza di sua madre,con quella parte del corpo che lui amava. Sapevo che ciò gli avrebbe fatto piacere,anche se potevamo imbarazzarci e giurai a me stessa che avrei fatto ciò per mio figlio talmente è il bene che gli voglio cercando di non dimostrarmi imbarazzata.
Ora vado al racconto:
A fine luglio arrivai in Somalia con un aereo dalla Spagna per andare a trovare i miei famigliari. Mio padre,mia madre e mio figlio Ramir. Vesto sempre scollata ma quella volta c’era un motivo,quello che avevo spiegato sopra. All’aeroporto mi venne a prendere solo mio padre giacché mio figlio era nei campi a lavorare. Parlammo del più e del meno come al solito,lavoro,pensione,vita in Somalia,vita in Spagna,il lavoro di mio figlio,situazione dei poveri e via dicendo. In Somalia faceva più caldo della Spagna ma ci feci subito l’abitudine,come sempre. Arrivammo a casa dopo una mezz’ora di macchina e mia madre come se fossi una scolaretta venne subito di corsa ad abbracciarmi, ed è sempre una cosa bella. Di nuovo racconti sull’ Europa, scuola ecc. Non vedevo l’ora della venuta di mio figlio giacché volevo,dopo due mesi abbracciarlo nuovamente. Ed ecco che alle 14:00 suona il campanello di casa
“tranquilli vado io” dissi ai miei sorridendo. Mi accostai al citofono
“sei te amore?” sentii mio figlio rispondere con tono felice
“mamma apri!” scesi subito dal primo piano della casetta a due piani dei miei genitori,nonché mia casa d’infanzia e corsi subito ad abbracciare mio figlio
“amore mio!!”
“mamma mi sei mancata tantissimo” non nego che due lacrime scendono sempre. Mi abbracciò immediatamente. Fu un abbraccio fortissimo come sempre.
“amore mio ma come cresci!!! Sempre bellissimo il mio bimbo!” dissi staccandomi un po’ da lui per vederlo bene
“bimbo si,come no!” disse ironicamente. Andammo a casa e pranzammo raccontandoci dello nostre cose,di come andasse il lavoro e la scuola,gli amori e cose simili. Dopo pranzo mio padre e mia madre hanno l’abitudine di andare a letto. Mio figlio di studiare,ma quel giorno che arrivai io gli promisi che il giorno dopo non sarebbe andato a lavorare come fa ogni estate quindi Ramir non si mise nei campi ma bensì in salone con me a chiacchierare. Notavo che come sempre mio figlio cominciava a guardarmi incessantemente la mia bocca mentre parlavo.
“insomma amore mio, che dici alla mamma?” presi a parlare
”quel che ti ho detto a pranzo, tutto bene!”
“è solo questo che dici a mammina tua?”
“e che devo dire?” allora,accorgendomi che incessantemente guardava il movimento delle mie labbra,visto il fatto che i miei non sentivano decisi di prendere la palla al balzo
“amore senti,la mamma ti vuole parlare,vieni qua” dissi e mi misi io accanto al lui sul divano del salone
“dimmi mamma”
“allora, la mamma,e lo sai è lontana per lavoro, per aiutare la gente più bisognosa di te che vivi in un buon agio con i nonni. La mamma lo sa che soffri molto nello starmi lontano e sa anche quanto le vuoi bene” sorrise
“certo mamma ti voglio un mondo di bene,anche se sei lontana e so che lo sei perché devi aiutare chi sta peggio di noi, anche se viviamo in Africa ma c’è gente che se la cava non bene da ogni parte del mondo” gli diedi un bacino sulla guancia destra,dato che mi era a sinistra
“la mamma ogni volta che viene ti porta regali e lo sai,vestiti ecc, ma questa volta la mamma ti ha portato il regalo più bello che penso accetterai,e che mamma sa che accetterai di sicuro perché penso è da quando hai 15 anni che vuoi ciò”era interrogativo
“cioè mamy?”
“vedi amore,mamma ha nota da anni che ogni volta che parlo non mi guardi negli occhi ma che osservi le mie labbra. Forse è colpa mia per come mi trucco le labbra ma a me piace truccarmi e non ci vedo nulla di male che mio figlio me le osserva e mi fa complimenti. Solo tesoro mio che te guardi le mie labbra in modo non proprio da figlio”
“ma…dai non è vero” lo presi dolcemente per il mento e gli carezzai il volto
“amore,sei sempre stato sincero con me,quindi la mamma non vuole che dici bugie lo sai,tanto più perché so che è vero,e credimi,non è un danno. Non è un danno ciò amore perché io e te siamo molto lontani e prima mi avevi accanto quindi, ho deciso che il tuo regalo ogni volta che verrò…”non finii la frase giacché volevo dimostrargli il regalo. Mi guardai attorno,mi girai e vidi che la porta del salone era aperta. Mi alzai e andai a chiuderla,poi ritornai. Mi sedetti e…”un regalo con le mie labbra amore mio. Va bene? O preferisci i soliti regali?” lui deglutì a fatica ma rispose positivamente con la testa”ti adoro bimbo mio”
“anche io mamma”era molto timido quindi feci io il primo passo. Le mie labbra erano già truccate con un rossetto rosso molto acceso visto che uso ripassare molte volte,ma presi la mia borsa sul tavolo avanti il divano cercando il lucidalabbra,anch’esso rosso. Prendendolo tolsi il cappuccio e guardando mio figlio che gentilmente mi reggeva lo specchietto presi a passarmelo sulle labbra in modo da essere molto più truccata. Finito chiesi:
“come sono amore mio,un giudizio da ometto” dissi sorridendogli
“mamma…hai delle labbra meravigliose credimi, davvero mamma io…”
”lo so amore,era da tanto che volevi,vero?”
”s…i…si mamma”
“tesoro sono tue ora…” presi il dito di mio figlio e lo poggiai sulle mie labbra
“che…che devo fare ora?”
“tranquillo tesoro, ci pensa mamma” aprii con dolcezza le labbra accogliendo il suo dito medio dentro la bocca e dolcemente cominciai a succhiarlo ad occhi chiusi. Sentivo mio figlio ansimare. Sapendo che gli piaceva molto cominciai ad andare più forte fino a fare uscire il dito dalle mie labbra. Sorridendo:
“il mio bimbo” cominciai a ripetizione a baciargli la fronte abbracciandogli il collo con il braccio sinistro
“mamma …puoi…”
”si amore certo”con la mano destra lo toccai nel mezzo delle sue gambe. La tuta non tratteneva di certo la sua erezione. Lo toccai in modo dolce e deciso mentre lo guardavo negli occhi
“oddio scusa mamma!!”
”ma dai sciocchino su tranquillo, non ti devi preoccupare,è normale che sei eccitato”sorrise di rimando. Dire che era veramente di marmo è riduttivo. Facevo pressione con la mano e con la stessa dopo un po’ entrai nella sua tuta e nelle sue mutande prendendo a masturbarlo molto lentamente
“hai un bel pene amore mio…”dissi baciandogli dolcemente il collo
”si mamma è solo che…”
“ho capito stella mia, allarga le gambe”. Mi alzai e mi misi in ginocchio davanti a lui allargandogli le gambe. Gli abbassai la tuta sempre con un occhio verso la porta d’ingresso del salone e abbassai anche le mutande ed uscì il suo membro,in forma e tenerello,molto dritto e molto carino
“mamma…grazie mamma”
“amore mio,non ringraziarmi,sono tua mamma,lo faccio perché ti adoro”
“anche io mamma,tanto” presi il suo pene con la mano destra e continuai a masturbarlo dolcemente su e giù, su e giù di continuo senza togliere lo sguardo dal viso di mio figlio. Non diceva nulla ma il suo viso era visibilmente eccitato
“ti piace stella mia?”dissi mentre ero in movimento né lento né veloce,medio
“si mamma,si mamma,si mamma!!!”
”ho capito amore ho capito”dissi ridendo. Continuai ad andare su e giù ora con passione. Mi accorsi subito che non doveva durare poi così tanto,tant’era la sua eccitazione e mio figlio,sapendo di ciò mi disse:
“mamma sto venendo…ti prego me lo dai un bacino?”
”amore con calma dai, ti ho promesso le mie labbra e manterrò la promessa non ti preoccupare stella mia”
”ti prego mamma dai ti prego non ce la faccio più…mi sto sentendo male mamy”lo vidi molto preso e sorridendo gli dissi che andava bene
“se devi star male perché sei impaziente ok amore mio, te le regalo subito”
”oh mamma grazie”. La sua voce era bassa ma visibilmente presa. Sempre avendo il suo pene nella mano destra abbassai la pelle facendo uscire del tutto il glande violaceo e cominciai a leccarglielo cercando con i miei occhi di incontrare quelli di mio figlio. Con la lingua roteavo attorno al suo glande per poi con tre,quattro colpi facendolo sparire tra la mia bocca,ma solo la punta del suo pene. Cominciai a fare su e giù lentamente facendogli il pompino. Lasciai andare il suo pene dalla mano poggiando le mie mano sul divano e cominciai ad andare in modo più passionale su e giù cercando di arrivare il più possibile a prenderlo tutto dentro. Mio figlio era in estasi,vedo il suo viso completamente rilassato e ciò mi faceva piacere. Nella stanza si sentiva solamente il rumore nato da ciò che stavo facendo. Il mio movimento seguiva la passione. Cercai di fare il tutto meglio possibile,cercando di fare il miglior sesso orale che fino ad allora avevo fatto.
“mamma sto venendo mamma!!!”mi staccai dal suo pene
“un momento amore,non te lo toccare. Mi alzai,andai a prendere i fazzoletti nella mia borsa e ritornai alla posizione di prima. Cominciai a masturbalo in modo molto veloce,sempre più veloce finché non venne copiosamente sul fazzoletto,ma alcuni colpi finirono anche sul seno e sul viso. Ripulii il tutto con il fazzoletto aiutandomi verso la fine con la lingua regalandogli un altro minuto di sesso orale per ripulire il suo pene. Finito gli alzai la tuta e mi misi al suo fianco. Mio figlio era visibilmente sfinito e guardandomi mi sorrise
“mamma ti ringrazio mamma…è stato un sogno!”
“amore mio,mamma ti vuole bene, lo sai. Ogni volta che verrò ti darò questo regalino,va bene stellina mia?”
“si mamma”la sua voce era flebile flebile e ciò mi faceva tenerezza. Con la mano destra presi il suo membro oramai moscio e lo rimisi dentro le mutande,dopo avergli regalato per qualche secondo un ultimo bacio,per quel giorno.

FINE
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