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Porci da supermercato

Quel giorno mi trovavo in casa mia, da solo; non che questo fosse un problema per me, se non sapevo badare a me stesso a ventitré anni suonati!
Solo che mi seccava moltissimo andare a fare la spesa, con il caldo torrido che c’era fuori. Non si riusciva a respirare, e, naturalmente, i miei erano andati a cercare un po’ di frescura sulle colline appena fuori città, mentre io avevo deciso di non andare con loro, optando per il caldo, ma anche per la possibilità di fruire, una volta tanto, dell’appartamento in completa solitudine, magari per passare qualche situazione eccitante!
Ad ogni modo, mi recai al supermercato, in modo da poter fare una spesa più veloce e comoda, senza contare che il posto si prestava al refrigerio (per l’aria condizionata), ma anche al rimorchio, per il via vai di gente.
Mi ritrovai al banco dei surgelati, quando venni folgorato da una visione celestiale: un esemplare di maschio sui 25 anni, bello, muscoloso, veramente eccezionale, decisi che me lo sarei fatto: mi avvicinai a lui, e con la scusa di prendere i bastoncini, strusciai il mio arnese sul suo didietro, di modo che quel bel puledrone potesse sentire i miei 20 cm di maschio.
Sulle prime, si scostò come inorridito, ma restò comunque li sulla sua posizione, dandomi l’opportunità di ripetere più volte l’operazione, ed anzi, dopo neanche dieci minuti, cominciò ad arcuare ancora di più la sua posizione, forse eccitato dal contatto con il mio affare, che intanto, mi stava facendo scoppiare i pantaloni. Decisi di tentare il tutto per tutto, non ce la facevo più: mi incamminai verso l’uscita, senza guardarmi indietro, ma quando arrivai alla macchina, vidi che quel tipo mi stava seguendo! “Evviva!” pensai tra me e me “ce l’ho fatta, adesso si che comincia il divertimento!”
Mi infilai in macchina e vidi che anche lui si apprestava a fare lo stesso, e , neanche a dirlo, arrivato nel cortile del mio palazzo vidi che lui stava parcheggiando a pochi metri da me. Salii in casa, e , naturalmente, lasciai la porta aperta. Lui sgusciò dentro come un ladro, me lo trovai in salotto
“Bene, vedo che mi hai seguito..”
“Certo, dopo quello che mi hai fatto capire al supermarket, era difficile non pensarci, ma sono confuso, non so neanche io perché sono venuto…. mi è piaciuto, però non so se è sbagliato…” Evidentemente era molto confuso, aveva provato brividi e sensazioni mai provate prima in vita sua, però pensava che era sbagliato, chissà perché poi?
Comunque, decisi di metterlo a suo agio:
” Non preoccuparti, sei venuto qui di tua spontanea volontà, così come puoi andartene se vuoi…”
“No, sento che voglio restare…”
“Bene allora, mettiamoci comodi no?”
Ci sedemmo sul divano e gli portai una bibita ghiacciata, e dopo misi su una cassetta porno, in cui c’erano della ragazze che prendevano randelli eburnei nei buchi più disparati dei loro corpi; vedevo che il mio nuovo amichetto era visibilmente eccitato, così ruppi gli indugi e mi denudai, togliendomi la T-shirt e i boxer, mostrandomi al massimo della mia eccitazione.
Cominciai a segarmi piano piano, quando, ad un certo punto, non potei fare a meno di notare che ormai il ragazzone che mi stava a fianco ormai era più intento a guardare il mio cazzo turgido, che il film porno.
” Dai, spogliati se vuoi, se sei eccitato, perché non tiri via quei pantaloni?” Non aspettava altro il maialone; si spogliò facendomi finalmente vedere ciò che avevo solo potuto sperare: un cazzone equino di almeno 30 cm. di lunghezza! Se lo cominciò a maneggiare con gran cura in su ed in giù, pietrificato dall’eccitazione che gli paralizzava tutto, fuorchè quel braccio tornito, che usava per segare quel cazzo degno di un negro. La situazione stagnava, per cui decisi di fare il primo passo:
“Vedo che sei bravo a segare, ti va di farmi provare come lo fai?”
Si paralizzò, però allo stesso tempo era attratto dal mio attrezzo che sventolava libero a pochi passi da lui; dopo un secondo di incertezza decise di prendere il coraggio (e non solo) a due mani. Mi afferrò l’uccello saldamente e cominciò una lenta e bellissima sega. Gli piaceva tenerlo in mano, sentire le mie pulsazioni e leggere sul mio volto il piacere che mi dava con quel lento e soave massaggio che esercitava sui testicoli e sul glande.
“Bravo, sei un segacazzi nato, adesso da bravo bambino, mettiti giù maialone!”
Lo feci stendere giù e gli misi un cuscino sotto la testa, di modo che potesse godersi la scena non solo con il cazzo, ma anche con gli occhi. Presi del lubrificante e gli unsi per bene il pisello, dopo mi unsi anche le mani e cominciai a fargli la sega più bella della sua vita, andando velocemente su e giù, ma arrecandogli enorme piacere, grazie alla mancanza di un qualsiasi attrito; quando fui soddisfatto, glielo presi in bocca, infilandogli la mia lingua da porco dovunque: nello spacchetto, sul glande e tra i testicoli.
Andavo con la bocca su e giù come una troia esperta, senza conoscere sosta, mentre il mio amante era incapace di una qualsiasi parola, poiché il piacere intenso lo aveva privato della possibilità di proferire parola alcuna, e proprio li, mentre nel mio salotto l’unico rumore era quello della mia saliva che sciabordava schiumosa sulla sua asta, proprio in quel momento, lui venne copioso, di calda sborra che mi inondò il palato, e che io riversai nella sua bocca, mentre lui, avido, la mandava giù tutta, ingoiandola con molto gusto.
“Ti piace eh la tua sborra maiale?”
“Si, ma devo dire che non è la prima volta: spesso mi piace masturbarmi e poi ingoiare tutto il bianco nettare direttamente dalle mie mani, insieme al sapore di cazzo che si è accumulato su di esse”
“Allora sei proprio un bel finocchio eh? Aspetta adesso che controllo se lo sei davvero…” e dicendo così lo misi a novanta gradi, per ispezionare se aveva l’ano lacerato da qualche penetrazione, ma il suo buchetto era poco aperto
” Sei ancora vergine, ma qualcosa ti sei infilato eh?”
“Beh, si, mi sono comprato un vibratore recentemente, e mi piace infilarmelo dentro, magari mentre qualcuno mi fotografa, però non sono mai riuscito a farlo entrare tutto per bene…”
“Ho capito, brutta checca che non sei altro, adesso ti faccio vedere come ti entra bene dentro il bambino…” e così dicendo lo portai in camera da letto dei miei genitori, lo misi di fianco allo specchi, sempre a pecorina, poi mi recai in bagno e gli rasai per bene tutti i peli che aveva precedentemente nelle sue zone intime, soprattutto nella zona della sua rosetta, dopodiché tornai in salone e presi il lubrificante e gli unsi per bene l’ano.
“Ecco fatto, ti piace come sei adesso? Con il culetto lucido e pulito come un neonato, e l’ano ancora per poco chiuso e lubrificato pronto per essere sfondato?” Ma non gli diedi nemmeno il tempo di fiatare che andai a prendere la polaroid per immortalare i suoi ultimi momenti da eterosessuale pentito. Lo ripresi da più angolazioni, ed una volta che le foto si erano sviluppate, gliele misi davanti e cominciai a strusciargli il mio palone duro contro la sua rosellina, sussurandogli all’orecchio :”Ti piaci bel finocchio? Si? Pensa come piacerai a tutti i tuoi amici e conoscenti, una volta che farò vedere loro questo bel servizietto fotografico eh?”
“No! Ti prego…” cercava di ribellarsi quello stallone ormai domato e depilato, ma io non gli volli dare nessuna chance di ribellione, e subito lo sferzai nelle viscere con il mio cazzo, che lo riempì come un autoritario colpo di frusta. Mi muovevo dentro le sue viscere di uomo porco e lussurioso, suggerendogli come fare per farmi godere a pieno.
“Dai, muoviti intorno alla mia asta sugacazzi, si bravo così che ti svango tutta la merda che hai dentro frocio! Lo sento che lo vuoi vero? Lo vuoi questo bel clistere di sperma bollente eh finocchio? Ti piacerebbe avere un bel cazzone in bocca, così da essere bello e farcito sia in bocca che nel culo eh troiona?”
“Si che mi piacerebbe! Dai, sbattimi come una puttana da quattro soldi, farò quello che vuoi si, mi piace!!! Dai, schizzami dentro, voglio sentire la tua roba bollente dentro di me”
Cominciai a segargli il cazzo, ed una volta che ebbe il glande completamente scoperto, glielo strusciavo con il palmo asciutto della mano, facendolo diventare bollente per l’attrito; ero così sadico quel pomeriggio, che anche quando cominciava a lacrimargli l’uccello, glielo asciugavo con un lenzuolo, per non far venire in meno in lui la sofferenza, ma poi decisi di segarlo con sempre più forza, quando , tra gemiti di lussuria e godimento, venne di nuovo li sul letto, mentre il mio trapano gli aveva ormai spianato la via del piacere omosessuale; decisi allora di fargli provare la mia di sborra, piantandogli in bocca, il mio cazzo, ma lui non voleva, poiché il mio cazzo aveva residui di feci e sangue su di esso, ma una bella sberla lo fece intontire e ricredere, e cominciò a leccarmi, finquando decisi di scaricargli nello stomaco tutta la sborra che il frocio potesse desiderare.
Era un bello spettacolo, gli feci una bella serie di foto, con il culo sbanato, e i rigoli di sborra che gli colavano dappertutto. Lo portai sotto la doccia, dove ci lavammo a vicenda, godendo di nuovo insieme sfiorandoci, baciandoci e prendendoci ancora i cazzi in bocca. Quando se ne andò, lo minacciai di mostrare a tutti le foto che avevo fatto, se non fosse tornato qui l’indomani.
Naturalmente in lui prevalse la voglia di godere, e non la paura, e tornò da me.

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