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Pranzo di natale

La mattina di Natale chiamai il mio maritino mentre mi provavo la minigonna attillata che avevo comprato per metterla poi la notte di Capodanno, so che a lui piace vedermi vestita così, infatti estasiato nel guardarmi insistette perché la indossassi la mattina stessa per andare al pranzo di Natale dai suoi. Sinceramente a me non dispiace andare vestita così con la minigonna o con un abbigliamento che mette in evidenza le mie forme, lo sento naturale, ma seppur graziosa la ritenni essere un po’€™ troppo succinta per quell’€™occasione in famiglia stimando di poter essere giudicata criticamente dai parenti, tanto che inizialmente feci un po’€™ di resistenza, anche se poi senza sforzo cedetti alla sua richiesta, avvertendolo però che in caso di qualche rimprovero mi sarei giustificata dicendo la verità, che era stato lui ad insistere che la portassi. Non ancora soddisfatto pretese che mi indossassi le sottili e graziose mutandine che erano uno dei suoi regali di Natale.
Mio maritino in queste cose è molto aperto mi ha persino confessato di provare piacere nell’€™esibire la bella mogliettina e tutto ciò non fa altro che procurarmi una grande soddisfazione non sentendomi oppressa e angustiata da un coniuge troppo geloso e assillante. Niente di meglio per una giovane e frizzante sposina come me. Prima in casa inebriato e poi in ascensore, nonostante la presenza della signora del piano di sopra che ci stava dando gli auguri, aveva cominciato a palparmi il culetto, mentre in macchina ad ogni semaforo non faceva altro che toccarmi le cosce e alzarmi ancor di più la gonnellina per vedere come mi stavano le sue mutandine, avevo timore che qualcuno magari da un fuoristrada o da un veicolo più alto della nostra auto ci potesse vedere, glielo feci anche presente, ma lui ostinato continuava nel suo giochetto. Appena arrivati a casa dei suoceri mi resi subito conto dell’€™effetto che quella elegante gonnellina faceva su tutti i maschi presenti: il marito di sua zia e suo figlio il cugino diciottenne, mio cognato e persino su mio suocero.
Mia suocera e sua sorella, la zia di mio marito, come sempre mi avevano guardato con occhio di rimprovero, ma feci giustamente quello che avevo promesso e per giustificarmi dissi a tutti che era stato Carlo a volere che mi vestissi così e lui che mi era vicino non poté far altro che annuire, tanto che sua mamma fece un gesto con la testa scuotendola come a dirgli che il male voluto non è mai troppo. In salotto durante l’aperitivo mi ero seduta in poltrona e avevo accavallato le gambe, la gonna naturalmente era salita, tanto che mio suocero e lo zio che erano seduti di fronte a me non riuscivano a togliere gli occhi dalle mie cosce, mio cognato appoggiato alla porta del salotto mi guardava incantato e nel momento in cui ci incrociammo con lo sguardo mi fece l’€™occhiolino. In quel momento eravamo tutti in salotto così con la scusa di sapere che cosa c’€™era di buono per il pranzo alzandomi dissi che mi sarebbe piaciuto andare a vedere in cucina, giunta vicino a mio cognato, che in realtà è il fratellastro di mio marito, gli chiesi ad alta voce e in modo spiritoso di seguirmi prendendolo a braccetto. Mi avvicinai ai fornelli e subito sentii da dietro il suo respiro sul collo che inclinai per farmelo baciare e subito avvertii i brividi lungo la schiena ed in mezzo alle gambe. Mentre mi baciava sul collo premeva il membro sul sedere, per agevolarlo avevo cominciato a muoverlo piano, sentii poi le sue mani che mi palpavano i seni. Quel ragazzo di tre anni più giovane di me mi ha intrigato da sempre anche perché mi accorsi subito che si era invaghito di me appena mi aveva conosciuta e spesso ho pensato a lui mentre facevo l’€™amore col mio fidanzato. Entrati poi in una confidenza sempre più intima, da me assecondata, le sue mani e la sua bocca si sono fatti nel tempo sempre più audaci, tanto che poco più di un anno fa, pochi giorni prima del mio matrimonio, durante i preparativi, trovandoci soli in casa non potei resistere al suo e al mio desiderio e nella sua camera mi concessi totalmente. Dopo sposata è successo altre volte e sempre in casa quando ci siamo trovati soli. Al ricordo mi sentivo di nuovo eccitata mentre le sue mani mi stavano alzando la gonnellina. Aveva cominciato ad accarezzarmi sopra le sottili mutandine di seta, appena regalatemi dal mio maritino, poi il dito si era fatto più insinuante e spostandole di lato vi era penetrato, mi ero morsa le labbra per non gridare mentre il dito aveva cominciato a muoversi dolcemente all’€™interno. Per paura che qualcuno ci vedesse gli chiesi di smettere. Tutto era durato pochi attimi, ma mi era sembrata un’€™eternità . Era ora di mettersi a tavola mio marito era sulla mia sinistra e lo zio sulla destra. Lo zio cinquantenne era un uomo attraente e non di rado mi faceva una corte serrata, a dire il vero nonostante la differenza di età mi piaceva molto, un bell’uomo, con l’aria intellettuale, uno di quelli che ci sa fare con le donne. Alla fine dell’antipasto avvertii la mano di lui che mi accarezzava il ginocchio, di certo non potevo fare una scenata o tentare scompostamente di divincolarmi e allora aprendo un poco le gambe gli sorrisi e subito mi girai a parlare con mio marito per non farlo accorgere di quello che stava succedendo sotto il tavolo. La mano era risalita lungo la coscia dolcemente e giunto alle mutandine le aveva sfiorate. Non mi dispiaceva sentire quella mano sulle mie cosce, ma non potevo lasciarmi andare come avrei voluto per paura di essere scoperta. Strinsi un poco le cosce e lui giustamente si ritirò magari soddisfatto per aver raggiunto un suo obiettivo. Dalla parte opposta del tavolo mio cognato mi faceva piedino. Dopo la seconda pietanza andai in bagno e tornando nel corridoio più grande incrociai il cugino diciottenne di mio marito che è sempre affettuoso e molto vivace con me, passandomi accanto mi dette un leggero colpo sulla schiena dicendomi scherzosamente che ero molto brutta, io controbattei con un colpetto su di lui, ebbe così inizio una piccola schermaglia, ma le mani di lui non si accontentavano più della schiena, ma scivolavano con leggeri colpetti sulle mie chiappe, sulle cosce, mi toccavano il seno, iniziando poi ad alzarmi la gonnellina scoprendo le mutandine, tentavo ogni volta di riabbassarla e in un caso avevano persino tentato di farle scivolare scoprendomi per un attimo la passerina. Mi sollecitava a bassa voce di andare nel bagno con lui che lì mi avrebbe fatto vedere, così mi prese per mano e mi spinse più avanti di nuovo nel piccolo corridoio dei bagni si tirò giù la lampo e mise fuori il gonfio pisellino chiedendomi di toccarlo, glielo presi in mano e lo accarezzai intanto che lui continuava a toccarmi dappertutto e provando con un certo successo ad abbassarmi di nuovo le mutandine, ma anche in quel caso lo pregai di lasciarmi andare perché avevo paura di essere scoperta, promettendogli vista la sua insistenza, che appena si fosse presentata una situazione propizia l’€™avrei nuovamente accarezzato lì. Dispiaciuta me ne tornai a tavola immaginando che cosa avrebbe fatto da solo il cuginetto nel bagno. Non era la prima volta che glielo toccavo era già successo due volte in estate durante un week-end nella loro villetta al mare, la prima volta il sabato nella sua cameretta allorché come in questo caso iniziammo una piccola baruffa e la domenica nel garage mentre mi stava preparando la bicicletta per andare a fare una passeggiata, preparata la bicicletta insinuò una piccola minaccia dicendomi che me l’€™avrebbe consegnata solo dopo avergli fatto quello che gli avevo fatto il giorno prima. Lo accontentai. Al tavolo lo zio per altre due volte tentò senza molto successo di mettermi di nuovo la mano tra le cosce, con mio cognato che mi tentava ancora con il piede, mi piaceva essere insidiata da due uomini con accanto mio marito, è successo spesso in altre situazioni, ma con un solo uomo, la cosa mi eccitava molto, anche se il problema in queste occasioni è sempre quello di riuscire a non farsene accorgere. Dopo il caffè mio suocero che in realtà è solo il padre di mio cognato, mio marito è il figlio della sua seconda moglie l’€™attuale mia suocera, chiese di andare a prendere i regali nel suo studio, mi offrii di accompagnarlo. Per due volte ci abbassammo per prendere i pacchi e come prevedibile la gonna si alzava scoprendo le cosce, capii che anche lui avrebbe voluto metterci le mani. Maliziosamente gli chiesi se trovava il mio abbigliamento inadeguato, mi rispose che ero troppo bella e giovane per essere inadeguata con quella gonna e che il mio fisico mi permetteva di vestirmi in quel modo. La terza volta mi abbassai facendo in modo che la gonna andasse ancora più in su mettendo in mostra le mutandine. Vedevo che mio suocero non ce la faceva più, le guardava agitato, mi faceva quasi pena così presi la sua mano e la posai sulle mie cosce. Non disse nulla, ma dopo rialzata sentii le sue mani che mi palpavano tutto il corpo, era troppo eccitato e preso dalle mie forme femminili, per nulla infastidita lo lascia fare per un po’€™, poi anche a lui chiesi di andare a portare i regali in sala. Terminata la distribuzione mia suocera e sua sorella andarono in cucina a rimettere a posto e non vollero assolutamente che le aiutassi, il cuginetto uscì per andare a trovare i suoi amici, mio suocero forse un po’€™ sbronzo ed eccitato si addormentò sul divano, mio marito e lo zio vollero uscire a prendere un po’€™ d’€™aria e fumare qualche sigaretta, rimanemmo io e mio cognato che subito mi chiese di andare nella sua camera, entrando però dalla porta della terrazza, alle due donne che erano in cucina dissi che sarei andata nello studio a riposarmi in poltrona, andai dallo studio in terrazza e da lì nella camera di mio cognato. Appena entrata mi distese subito sul letto mi tolse le mutandine mi venne sopra e mentre mi baciava iniziò prima a muovere dolcemente il dito all’€™interno della fessurina già tutta bagnata, poi iniziò a spingerci dentro il suo voglioso membro. L’€™ultima volta con lui era stata nel mese di settembre e non mi era sgradito risentire il mio bel cognatino dentro di me. Venimmo insieme e subito andai in bagno a riaggiustarmi. Mentre uscivo dal bagno il mio maritino e lo zio rientravano dalla passeggiata, gli andai incontro nel corridoio, l’€™abbraccia forte e gli chiesi di andare in cucina a parlare un po’€™ con sua madre e sua zia. Ci videro entrare abbracciati e felici.

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