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Prima volta con trans nero

Che giornataccia, seguita da una cena di lavoro pallossissima e noiosa da morire, tornando in albergo avevo deciso di passare nella zona del sesso, ma c’era veramente poco e niente in giro, deluso, poco prima dell’albergo, vedo una visione irreale: una nera, più alta di 180 cm, bella da morire, con tacchi a spillo, avvolta in un abito bianco largo. Mi avvicino, le chiedo le solite informazioni e mi accordo per portarla in albergo. Prima di salire in macchina mi dice che è un trans e mi fa intravedere l’uccello sotto il vestito. Rimango di sasso, ma era da un po’ di tempo che osservavo queste creature e mi dico di provare a vedere cosa succede, al massimo mi faccio fare un pompino. Sale in macchina, è bellissima e simpaticissima, si accorge che è la mia prima volta e sorride, toccandomi in mezzo alle gambe e facendomi sollevare subito il cerchione.
Arrivati in camera e dopo avere bevuto il solito champagnino del frigobar, cominciamo a baciarci ed a toccarci, sono molto imbarazzato, ma, allo stesso tempo, anche eccitato. Contrariamente al mio programma iniziale lei prende il sopravvento, mi spinge sul letto, si sfila il suo cannone dalle mutande e me lo infila davanti alla bocca. Lascio entrare la  grossa cappella rossa ed inizio a roteare la lingua ed a succhiare.
Sto per vomitare dallo schifo e dalla vergogna e vorrei ribellarmi, quando, con un colpo secco e deciso, sento che la cappella mi finisce in gola, accompagnata dal tronco di carne che comincia a montarmi in bocca. Dopo qualche minuto di dentro e fuori, il trans estrae la sua mischia dalla mia bocca, tenendomi per i capelli e mi obbliga a leccargli le palle, che sembrano due angurie, tanto che sono grosse. “Mi sono inculato 5 frocetti stasera e non ho mai sborrato, li ho fatti godere come delle cagne, visto che tu sarai la mia ultima cagnetta ed ho deciso di farti di tutto, quando avrò finito di montarti dappertutto ti riempirò più volte di sborra, per adesso succhiami i coglioni troietta”. Obbedisco, anche perché sento che il mio uccello sta diventando duro da morire, quindi lecco i grossi ciglioni e la lunga asta di carne colore ebano, sempre più dura.
Dopo qualche minuto mi tira in piedi per i capelli, mi spoglia e mi scaraventa sul letto, lo stesso dove due sere prima avevo chiamato la mia donna, “Ora ti spacco il culo, troia”, così mi disse, mettendomi a pecorina sul letto, capì che era giunto il momento in cui avrei ricevuto dentro di me quella poderosa verga. Sentì un brivido di paura correre lungo la schiena. Lei si mise in ginocchio, si tolse le mutandine, mettendo in mostra il cazzo ancora eretto in seguito al mio sbocchinamento appena interrotto, era di dimensioni enormi, sembrava quello di un cavallo. Poi, indugiò per qualche secondo, mi unse per bene il buchino con un tubello di vaselina e me lo puntò, sentivo la sua cappella dura fare pressione, Io urlavo, ma non potevo muovermi, sentivo le pieghe del culo dilaniarsi e strapparsi una ad una, finchè la grossa cappella entrò dentro, rompendomi di schianto lo sfintere; dopo  essersi fatta strada nel mio culo entrò con tutta la sua cappella ed anche il lungo tronco di marmo. “Ti riempio come un bignè, stronzetto, con la mia crema mi sembra chiaro”. Susanna, così si chiamava, iniziò a penetrarmi così, ora però i colpi erano molto più profondi e con un ritmo molto più veloce, era un vero stallone da monta. “Bravo tesoro hai preso quasi 20 cm ne mancano altri 10!” Io mi sentivo morire, altri 10 cm? Solo con 20 cm di quel tubo già me lo sentivo nell’intestino. “ora ti scopo” mi dice all’orecchio ed io, gemendo come una cagnoline piangevo, mentre il suo cazzo sprofondò fino in fondo, per poi sistemarsi comodamente dentro di me, con i ciglioni appoggiati ai miei,  dandomi il tempo di adattarmi a quella situazione. Dopo qualche attimo, cominciò a pomparmi alternando movimenti lunghi e profondi, lenti ma continui a colpi improvvisi che portavano i suoi grossi coglioni a sbattere contro il mio culetto di verginella deflorata. Il piacere cominciò a montare e presto mi sentivo veramente una delle sue troiette, anzi la sua troietta da monta;  con quel missile tutto nel culo, enormemente dilatato, godevo ed urlavo, gli dico di si:”Mmmmmmhhhh, si dai, toro da monta ooooohhhhh, scopami aaaahhh, inculami,  siiiiii”, mentre sentivo quel cazzone arrivarmi fino in fondo. Lei mi prende per i capelli e mi riempie di sculacciate, continua ad insultarmi, il mio culo sfondato e tutto rosso e caldo, mentre me lo tiene aperto perché possa arrivare più in fondo. Io, con la testa sul tavolo e il mio uccello a 90 gradi sul letto e le palle schiacciate dalle sue, sottomesso da quel meraviglioso cazzo nero, godo e godo e godo ancora, come una troia, emettendo i classici gridolini delle peggiore troie da monta.

Dopo mezzora di stantuffate profonde e veloci il culo nemmeno lo sentivo più da quanto mi bruciava, “dai, dai, così, dai, sono la tua troia sfondami tutto le urlai, ad un certo momento sentii il suo cazzo, già duro come il marmo, irrigidirsi ancora di più e Susanna iniziò a grugnire: stava venendo nel mio culo. Mi sborrò un fiume di sperma dentro l’intestino mentre anch’io ebbi un orgasmo… mentre mi viene dentro e mi svuota nel culo un clistere di sborra calda, proprio mentre sborro anche io sul letto, mentre il suo stesso sperma fuoriusciva dal mio culo e mi ricopriva il cazzo e i coglioni. Tra l’altro venne abbondantemente e con una potenza tale che sembrava quasi che mi pisciasse nel culo vista la pressione esercitata.
Estrasse il serpentone dal mio culo, grondava di sperma da tutte le parti e sobbalzava ancora dal godimento, “apri la bocca zoccola, non ce la faccio più” così dicendo mi mette il suo uccello in bocca ed inizia a montarmi nuovamente in bocca, è un palo che mi entra ed esce dalla bocca ad una velocità impressionante. Diventa sempre più grosso, sto soffocando, quando lei mi viene dentro e sento lo sperma caldo riempirmi la bocca e la gola. Lo ingoio tutto, lo succhio ancora, lui urla dal piacere. “Pensa ti vedesse la tua moglie con la faccia piena della sborra di un trans nero che ti ha appena rotto il culo, aperto in due come uno spiedino ed inculato come ha voluto per due ore, prima di sborrarti in gola ed in faccia tutta la sua sborra”.
Mi vedo allo specchio, il mio viso gronda di sperma, ma non me ne frega niente, lo ripulii tutto leccandole via tutta la sborra dalla cappella e dall’asta e, mentre glielo baciavo e succhiavo, sentivo il mio bastone tornare duro da morire.  
Susanna si è rivestita, ha messo via il suo immenso cannone, ha preso dal mio portafoglio i cento euro concordati e se ne è andata via, dicendomi “quando hai bisogno di me sai dove trovare me ed i miei trenta centimetri di cazzo, ciao troietta”, lasciandomi sul letto pieno della sua sborra dappertutto, in faccia, nel culo, sui ciglioni e persino sul mio bigolo. Inizio a farmi una sega maestosa e dopo pochi colpi sborro come mai ho fatto nella mia vita.

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