Sono a casa, sola, mi annoio. Generalmente, in queste occasioni, chiamo un mio amico, così faccio anche questa volta. Lui ha circa 55 anni, mentre io ne ho appena 23, eppure mi trovo bene con lui, sarà perché è amico di mio zio, sarà perché è un uomo semplice. Gli chiedo se vuole venire a fare un giro assieme a me, ma lui mi sorprende dicendomi:
– “facciamo così, vieni tu da me. ah, una cosa, non mettere le mutandine, neanche il reggiseno…”
– “io non gli chiedo il perché. In fondo ho voglia di “trasgredire” le solite leggi del pudore.”
Dopo essermi lavata e depilata, metto un paio di jeans e una maglietta. Guardandomi allo specchio, noto che si vede perfettamente la forma del mio seno. Del resto è una quarta. Sorrido ed esco.
La sua casa, non è distante dalla mia e impiego pochi minuti per arrivarci.
– “Ciao! Eccoti qua, finalmente, entra pure!” mi dice, guardandomi e soffermandosi sul seno e nel mezzo delle gambe. Io mi sento piacevolmente imbarazzata…
– “Certo, ciao anche a te…” dico, entrando in casa sua. Lui mi dice di seguirlo in camera sua, la cosa inizia a farsi davvero interessante, non mi aveva mai portata in camera…
– “Dimmi, cara, hai mai pensato di diventare la schiava di qualcuno?” mi domanda con naturalezza, mentre io mi siedo sul suo letto.
– “Schiava? in che senso?”
– “Ehm…conosci il sadomaso?” io annuisco “Ecco, in “quel” senso!”
Ci ho pensato qualche volta, anzi, molte volte, spesso mi sono divertita ad andare nelle apposite chat per eseguire gli ordini dei padroni virtuali…è da un po’ che desidero di averne uno reale…
– “Beh…sì…” ammetto, guardando un punto imprecisato del pavimento.
– “Immaginavo. Ti piacerebbe, quindi?” mi chiede, avvicinandosi a me.
– “Sì, non sarebbe male…” dico io.
– “Hai qualche esperienza…magari fatta da sola?” domanda alzandomi il viso con una mano.
– “Sì, a volte mi diverto a mettere le mutandine nel mezzo della vagina e a tirarle in su fino a farmi male, poi le strofino velocemente, a volte lo faccio mettendomi anche le mollette sui capezzoli” gli spiego.
– “E la cosa ti eccita molto?” Mi domanda con sempre più interesse accarezzando il mio seno destro.
– “Sì, molto…”
– “Ottimo, ti piacerebbe se fossi io a trattarti da schiava?”
– “Lo vorrei tanto, mio padrone…” dico, alzandomi in piedi.
– “Bene, allora spogliati!” ordina lui con un tono più autorevole “ora sei la mia troia, non puoi più farci niente.” io mi spoglio e mi metto dritta davanti a lui “Come immaginavo, hai delle tette decisamente grandi e sei anche depilata, mettiti a novanta, appoggiandoti sulla scrivania ed aspettami.” mi ordina, uscendo dalla stanza.
Io eseguo, approfittando per sfiorarmi la vagina, ritorna con una siringa enorme, quest’ultima contiene uno strano liquido.Si avvicina a me, appoggia la siringa sulla scrivania e, con una mano, mi tocca la vagina, io ansimo.
– “Non devi ansimare, capito? Altrimenti mi vedo costretto a punirti. Non mi piace che la mia schiava si permetta di ansimare. Comunque vedo che sei tutta bagnata…”
Lui raccoglie il mio liquido vaginale con le dita e lo usa per lubrificarmi l’ano, poi sento che ci infila il tubicino della siringa.
– “Bene, puttana, ora preparati a un bel clistere, con acqua e aceto…” dice, iniziando a spingere il liquido, sento l’acqua scorrere attraverso le mie viscere, mi eccito da morire e, come se non bastasse, sento la sua mano su un seno e qualcosa che mi stringe il capezzolo provocandomi dolore. Abbasso la testa per vedere cos’è, scoprendo che è una molletta.
– “Ah…padrone…mi fa male!! Ti prego, togli la molletta!!” lo prego io, sapendo già che sarà inutile.
– “Non ci penso neppure! Anzi, te ne metto un’altra.” dice, mettendomi una molletta sull’altro capezzolo e tirandola leggermente.
– “Ah!!” urlo
– “Urla, urla troia! Mi piace se urli!” mi dice, mentre continua a inserirmi il liquido nell’ano e, con la mano libera, prende qualcosa dal cassetto della scrivania.
– “Oh…” mormoro, scoprendo che è una paletta per giocare a ping-pong. Inizio a sentire il bisogno di andare a “liberarmi”.
– “Avanti, adesso. Insultati. Fallo bene e non ansimare, sennò dovrò punirti. Questa serve proprio a quello.” dice mostrandomi la paletta e continuando a riempirmi di acqua e aceto, poi toglie la siringa e la riempie con una bottiglia che prima non avevo visto. Si siede sulla sedia e mi ordina di distendermi sulle sue gambe. Io eseguo. Appoggia la paletta sulla mia schiena e torna ad infilarmi la cannula della siringa nell’ano. Mi appoggia una mano sulla vagina, iniziando a strofinare, mentre con l’altra riprende a farmi il clistere…
– “Dai, dì che sei una troia.”
– “Sì,ah…è vero! Sono una troia! Una puttana! Ah!!” obbedisco io, non riuscendo, purtroppo, a trattenere le ansate.
– “Ti avevo detto di non ansimare!” esclama lui prendendo, con la mano che prima mi sfregava la vagina, la paletta e sbattendola sul mio sedere. Io lancio un urlo, mentre lui continua a sculacciarmi, non credevo che fosse così doloroso.
– “Ti prego, basta!” continuo ad urlare, sentendo il ritmo della paletta aumentare.
– “No! Non smetterò finché non avrai il culo che scotta! Ora è già bello rosso, sai?” dice, sculacciandomi ancora per un po’ di tempo. Dopo mi apre le gambe e inizia a sbattere la paletta sulla vagina.
– “Ah!! Ah! Mi fai male!”
– “È quello che voglio!” dice lui.
Urlo dopo l’ultima fortissima sculacciata.
– “Sei una schiava davvero cattiva…” continua poi, sfilandomi la cannula dal culo e buttando la siringa a terra, mi ordina di alzarmi. Io eseguo, ma ho bisogno di andare a liberarmi, così mi metto in ginocchio.
– “Padrone, ti prego, devo cagare, sono piena di merda, dentro.” non lo sento replicare. Poi, tutto d’un tratto…
– “Alza il culo. Fammelo vedere bene e apri le gambe.”
– “No, non riesco, non posso, se lo faccio mi esce l’acqua…” dico io.
– “fallo!” urla lui, riprendendo la paletta e sbattendola di nuovo sul culo.
A quel punto, eseguo. Lo vedo che si allontana e che, dopo un attimo, ritorna.Sento che mi infila qualcosa nel buco del culo e gemo.
– “Stai zitta, puttana. Ti ho messo un tappo nel culo, così non ti esce nulla.” poi si abbassa, dietro di me e mi lega le gambe, una nel tavolo e una nel divano, aprendomi bene… “ora, vediamo se ti piace il caldo.” sento il rumore di un accendino e poi, qualcosa di bollente mi gocciola nel culo. Urlo.
– “Ahhh!!! Cos’è??” grido, dimenandomi.
– “Stai ferma, cagna.” sento che si avvicina al punto di unione delle natiche. Quando sta per arrivarci, risale e fa colare la cera sul mio osso sacro, dopo un po’ sento la cera che scende e mi scotta il buco e la vagina. Io urlo e lui, dopo qualche tempo, si ferma e mi slega le gambe.
– “Alzati.” io lo faccio, finché lui mi ordina di stendermi a terra, dove torna a legarmi braccia e gambe, “ora vediamo se questo ti eccita” riprende la candela ed inizia a farmela colare sul capezzolo destro, io grido di dolore, poi però scopro che è molto piacevole, inizio a muovermi, cercando di non ansimare, ma lui mi mette una mano sulla vagina e mi massaggia il clitoride.
– “Dimmi, vuoi la cera anche sulla figa, vero?”
– “Oh si, si padrone, la voglio, ti prego…” lui mi fa colare la cera anche sull’altro capezzolo, riempiendolo, mentre continua a toccarmi la vagina senza mai infilarci qualcosa dentro.
-“Ti prego scopami, scopami con qualsiasi cosa!” grido. Lui non mi risponde, fa colare ancora la cera lungo tutto il mio corpo, arrivando infine alla vagina…
– “Ah!!ahh!!mi scotti la figa!!oh sì!” grido, mentre alcune gocce cadono sulle grandi labbra. Lui mi apre la figa, facendomene cadere alcune anche nella parte più sensibile e sul clitoride. Ancora alcune gocce, vengo…
– “Brava, puttana. Tuttavia oggi, non toccherai il mio cazzo e, finchè non deciderò di rivederti, non ti masturberai!” mi slega e mi toglie cera e mollette… “in più, dovrai tenere il tappo nel culo fino quando arriverai casa.” mi dice poi di seguirlo. Io lo seguo, senza vestirmi. Ci ritroviamo in cantina.
– “Ecco a cosa serve essere appassionati di torture medievali…” mormora, mostrandomi una cintura di castità.
– “Cosa vuoi fare con quella?” chiedo io abbastanza preoccupata.
È abbastanza evidente cosa vuole fare e l’idea di tenerla, mi eccita molto…
Dopo più o meno un quarto d’ora, sono fuori da quella casa, con un tappo nel culo e la cintura di castità che mi impedisce di masturbarmi o di scopare. Il mio padrone, ha detto che domani probabilmente si farà sentire, lo spero davvero tanto…