L’aria era dolce come aveva sperato, forse anche di più, e per un momento indugiò sulla soglia a respirare, per pulirsi i polmoni…
Sara era promessa sposa ad un potente uomo della sua città e sua zia la aveva mandata come usanza dell’epoca a trovare una donna che avrebbe giudicato se era adatta al matrimonio. Sara comparve sulla soglia della casa che dall’esterno sembrava una di quelle case di cui le parlavano da bambina, piene di folletti e spiriti maligni, le si accapponò la pelle, bussò comparve sulla soglia la vecchia che era stata mandata a trovare.
“Eccoti qui, dunque” commentò la vecchia con un grottesco sorriso di benvenuto; era un sorriso che avrebbe fatto accapponare la pelle anche ad un esercito di uomini grandi e grossi.
“Allora” disse la megera, “vediamo di concludere bene i nostri affari. Sai perché sei qui?”
“Sono qui per volere di mia zia Cordelia, devo sposarmi con Joseph, sua moglie non può avere figli e lui ha scelto me..” disse la giovane.
“Risparmiami queste belle parole lui vuole tette e culo in cui le sue mani affondino e una guaina che gli serri quello che ha da spingerci dentro, se è ancora abbastanza uomo da poter spingerci qualcosa.”
Sara rimase sbalordita. La vecchia vide la sua espressione e rise poi disse “Non ti piace il suono della verità, vero fanciulla? piace a pochi, ma non importa! Togliti quel vestito!”
Si lisciò il grembiule, poi lo slacciò e lo tolse, si sbottonò il vestito fino alla vita. Se lo sfilò dalle spalle e poi dai piedi, poi sfilò la sottoveste da sopra la testa e rimase così in mutande, con le braccia incrociate sul seno.
“E non è ancora nuda!” rise la vecchia cornacchia “Ma come siamo pudiche. Togliti quelle mutande e fatti vedere come ti ha scodellata tua madre! Hiiii!”
Sara ubbidì.
Con il monte di Venere scoperto le sembrava stupido nascondersi il seno; lasciò andare le braccia lungo i fianchi, poi disse “Proceda”
La vecchia rispose “Sai cosa devo fare? Il mio compito è di assicurarmi che tu sia fisicamente intatta. Avvicinati.”
Sara fece due passi controvoglia, la vecchia le passo le mani per la schiena fina alle natiche.
“Chinati e apri le guanciotte, fanciulla e senza fare la timida”
Rossa in viso Sara si rassegnò sentì una di quelle dita entrare in lei e una strana sensazione, prima di ripugnanza, poi uno strano calore sembrava le invadesse il basso ventre, la vecchia se ne accorse e sorrise.
“Sai cosa viene adesso?” disse la megera, la fece alzare poi due dita separarono la peluria sotto l’ombelico, ci fu un momento di pausa, poi scivolarono dentro di lei.
“Serrata come le doghe di una botte, Brava!” le dita della vecchiaccia scivolarono fuori di lei per aderire con dolcezza al suo clitoride, poi quelle dita cominciarono ad accarezzarla poi schiacciarono.
“Come un bocciolo di rosa” disse la vecchia. Sara si accorse che il calore che aveva sentito prima ora era tornato, ma moltiplicato, centuplicato, inarcò la schiena e offrì alla vecchia tutto il suo sesso ormai grondante, la vecchia non indugiò e con le due dita entrò in lei mentre con il pollice continuava sul suo clitoride ad accarezzare e schiacciare, ormai Sara era bagnata e i suoi umori colavano sulle gambe. Quando stava per raggiungere l’orgasmo la vecchia si fermò senza però levare la mano dal sesso di Sara, dopo quasi un minuto ricominciò e ripeté quel rito per altre cinque volte.
Sara la insultò, ma giunta alla quinta volta la vecchia non fermò la sua mano; la giovane era ormai completamente bagnata dai suoi umori e quando giunse all’orgasmo fu per lei devastante urlò e le gambe le cedettero.
La vecchia rideva e disse.
“Sei soddisfatta? Quando torni a casa racconta Cordelia quello che è successo tra noi, e vedrai…”
Sara era completamente stupita e non sapeva se le parole pronunciate dalla strega erano una minaccia o un consiglio.
“Glielo dirò” disse, “Stanne certa”.
La vecchia rise di nuovo e le consegnò un foglietto da consegnare a Joseph.
Sul Biglietto c’era scritto “PURA”.