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Ritorno da te

Ragazzi, premetto che è il mio primo racconto.
Se lascaite qualche suggerimento e critica costruttiva vi ringrazio molto.

Ritorno da te:

Forse la colpa era dell’alcol, o semplicemente perché Matt era fuori di sè…
Era l’una di notte, un ragazzo sulla ventina, capelli corvini, sguardo vuoto e fisico prestate si accingeva a scendere le scale del condominio.

Si lasciò la porta alle spalle, noncurante del fatto che sarebbe rimasta aperta, montò in motorino e sfrecciò via.

Quella notte la metropoli assunse un’aria malinconica, riflessiva, per questo Matt stava impazzendo; e mentre sorpassava insegne lumionose e semafori lampeggianti si chiedeva il perché stava vagando senza metà, in cerca di qualcosa, in cerca di conforto, forse era colpa dell’alcol, o semplicemente perché Matt era innamorato perso…

Frenò in fondo ad un piazzale dove si ergeva una piccola villetta munita di giardini e lanterne sparse quà e là che contribuivano a rendere l’atmosfera particolarmente affasciante.

Corse verso il cancello e in poco tempo riuscì a scavalcarlo; si precipitò sotto l’abitazione, guardò quella finestrella al secondo piano, aveva una luce soffusa, la conosceva bene, era quella della scrivania, sicuramente lei era immersa nello studio.
Prese un sassolino e lo scagliò contro il vetro causando un botto sordo, subito dopo un’ombra venne proiettata sulle mura precendentemente chiaroscurate; l’ombra di una ragazza…

Aprì la finestra e la richiuse, dopo lunghi secondi il portone del pianoterra si aprì:
Davanti a Matt vi era una ragazza carina, bassa e bionda, con un buffo taglio di capelli e un viso imperfetto; occhi troppo grandi, bocca troppo sottile, ma in fondo a Matt piaceva così, lei era stupenda.

Lui fece un passo e poi sussurrò con il cuore in mano: “Kim, Kim ti prego perdonami, sono stato uno stupido, ti prego, ti scongiuro…” La sua voce era bassa e sofferta, si sentiva molto che era sotto effetto di alcol…

Lei si avvicino a lui e gli prese le mani, lo guardò negli occhi e dopo qualche attimo gli sorrise, dopo tutto perché lasciarsi alle spalle una storia così bella, che si stava distruggendo solo per un capriccio? “Ti amo” sussurrò Kim “Ti amo e non ti perdono, perché non c’è niente da perdonare” Lo portò dentro a casa e lo condusse in camera sua; lasciò la porta aperta tanto era sola.

“Non so che dire…” disse Matt.
“Non dire nulla” Kim lo baciò intensamente e vennero trascinati sul letto; spinti da quella passione intoccabile ma percettibile.
Non aveva il reggiseno sotto la canottiera, e infatti i suoi capezzoli risaltavano sul tessuto.
Si levò i calzoncini e tolse a lui il maglione e la maglietta “Ti voglio troppo” sussurrò lei.

Si spogliarono, lui rimase nudo e lei possedeva solo la canottiera.
“Ti voglio troppo, non riesco a fare più niente, ho bisogno di te”
Lui si portò sopra di lei e le regalò bacini sul collo per poi scendere verso il ventre, glielo leccò. Le aprì le gambe e guardò la sua vagina, iniziò quindi a baciare il suo clitoride e a succhiarlo.
Kim non aveva mai provato un esperienza simile, le correvano milioni di brividi per la schiena ma non voleva farlo smettere.
“Voglio farlo con te amore, Matt, ti amo!”
I suoi capezzoli si fecero turgidi e le righine che erano stampate nella canottiera si erano deformate accogliento le dolci curve.
Il membro di Matt si fece duro e si ingrossò visibilmente.
Una volta che lei si bagnò, Matt portò il suo pene nella vagina di Kim e iniziò a strofinarla.
Lei non riuscì a trattenere un gemito “non resisto Matt, non resisto piu!!!”
“Sei pronta, sicura?” insistè lui
“Entra dentro di me. Ti voglio Matt. Ti voglio”
Spinse dentro il pene, lei sobbalzò per il dolore e per la sorpresa; Matt iniziò a muoversersi su e giù lentamente, ora velocemente…
I due corpi si univano e si muovevano all’unisono, come se fossero stati uno solo…
Il sentimento e la voglia erano troppi e Kim si sedette sopra di lui e iniziò a muoversi convulsamente; lui intanto le tirò su la magliettina facendole scoprire i seni, i suoi capezzoli erano di un colore rosa chiaro ed erano durissimi; inziò a toccarli e massaggiarli poi le sue mani si indirizzarono sui finchi di lei per assecondare i movimenti.
Kim gemeva, forse era il dolore, forse era il piacere, ma no voleva rinunciare a quell’attimo.
Il seno non era grosso ma sbatteva violentemente ad ogni ritmo; si vedeva che lei ci soffriva.
Matt gli palpò i seni e glieli strizzò di modo che si fermassero.
Lei emise un gemito…
Matt bisbiglio “Amore non ce la faccio più, esci, non voglio venirti dentro”
Kim, dopo qualche altro su e giù si stacco e prese il pene del ragazzo iniziando a tastarlo, poi inziò a muovere la mano con un ritmo costante.
Ci volle poco per farlo venire. Lui la prese per la vita e indirizzò la sua vagina sul suo viso, gli rileccò il clitoride e infilò due dita nel buco.
Lei gemeva, chiuse gli occhi e si abbandonò al piacere; un violento brivido la fece scuotere, mentre lei rilasciava il suo seme e un pò di pipì, si accasciò di fianco a lui e si addormentarono.
Quello non era sesso, quello era amore.

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