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Schiavo di Alessia

Marco era un ragazzo come si suol dire, veramente a posto, di buona famiglia, universitario in regola con gli esami. Aveva sempre avuto problemi nei rapporti con l’altro sesso, non tanto perché non piacesse o altro, ma perché tendeva inevitabilmente a diventare lo zerbino della donna con cui stava, cosa che spesso non faceva piacere alla controparte. 
Ormai rassegnato mai avrebbe pensato di trovare quell’estate un donna che gli cambiasse radicalmente la vita.
Era un mattina di luglio quando su una spiaggia della Sardegna Marco la vide, era li stesa su un asciugamano sola, praticamente perfetta dalla testa ai piedi (cosa che certo marco non disdegnava!), mora ,riccia e con dei stupendi occhi verde acqua.
Ovviamente non ebbe neanche il coraggio di soffermare gli occhi su di lei, per paura che lei si sentisse infastidita dalle sue attenzioni. La mattina finì così.
La sera Marco venne invitato da i suoi amici ad una festa che si sarebbe tenuta nei pressi di porto cervo dove lui aveva preso casa.
A Marco non piaceva tanto ballare ed infatti alla festa si sarebbero fatti giochi e gare di vario genere.
Uno di questi giochi fù il gioco del postino, e come potete immaginare alla festa era presente anche lei.
Marco a questo punto tentò un approccio che ebbe come risultato quello di far unire le comitive di Marco e di Alessia, la serata andò avanti tra chiacchiere e risate, ed era abbastanza evidente a tutti che a Marco piacesse Alessia, di ciò si rese conto anche Alessia che convinse i suoi amici di lasciare che Marco l’accompagnasse a casa con la scusa che abitavano vicini.
Una volta in macchina Marco era molto imbarazzato, lei era bellissima aveva un top blu notte, su una gonna che le arrivava sopra al ginocchio ed aveva uno spacco su un lato, blu come il top, con delle scarpe scamosciate nere aperte al centro e chiuse davanti e dietro con un tacco largo di non più di 7cm.
Ad un certo punto, mentre Marco guidava senti qualcosa di freddo sulla guancia, girò gli occhi e quasi ando fuori strada vedendo che l’oggetto freddo era la suola della scarpa di Alessia che lei poggiava sul suo viso come fosse la cosa più naturale del mondo.
Alessia adirata urlò:- Guarda dove vai razza di stupido ci vuoi fare ammazzare !!!-:.
Lui balbettando rispose ,:-Ma cosa fai Alessia?!-:
e Alessia :- Sottometto il mio nuovo schiavetto, credi che non abbia visto come fissavi i miei piedi al pub, già ho avuto un ragazzo a cui piaceva essere sottomesso da me ed a cui piacevano i miei piedi, non essere ipocrita facendo finta di niente e portami a casa tua così mi diverto un po’ con te!.
Per tutto il viaggio Alessia continuo a strofinare le suole delle sue scarpe sulla guancia di Marco, che ormai eccitatissimo cercava di mantenere il controllo lo stretto necessario per arrivare a casa.
Una volta arrivati Alessia levò i piedi dalla faccia di Marco e gli ordino di aprirle lo sportello e di portarla in braccio fino dentro casa.
Marco ubbidì e fece un sforzo immane per riuscire ad aprire la porta di casa con Alessia in braccio che sorrideva compiaciuta degli sforzi che Marco faceva per ubbidire ai suoi comandi.
Una volta dentro casa si fece adagiare su un divano ed ordinò a Marco di inginocchiarsi davanti 
a lei, Marco ubbidì e rimase in estasi a guardare quanto era bella in quella sua posa regale ed autoritaria. Lei contrariata gli graffiò con la mano il viso, dicendogli che non doveva mai più sostenere il suo sguardo e che a meno di ordini diversi non doveva alzare lo sguardo da terra in presenza della sua principessa.
Poi gli porse la mano e gli ordinò di baciarla per ringraziarla della lezione che gli aveva dato, Marco ormai perso di lei, bacio con amore quella mano perfetta che ella le porgeva con tanta eleganza, una due tre quattro volte e avrebbe continuato se lei con uno schiaffo non gli avesse fatto capire che doveva smettere. Marco si fermo guardando in terra.
Alessia:- Bene vedo che hai capito il tuo ruolo anche se credo che già lo conoscevi prima di incontrarmi, sono contenta di averti incontrato, questa vacanza in Sardegna stava diventando noiosa ; da adesso in poi mi chiamerai principessa e farai tutto ciò che ti chiedo e in cambio ti permettero di adorarmi -: E così dicendo si mise seduta sul divano sorrise e disse:- Bene ora voglio che la tua lingua pulisca per bene le mie scarpe, se non lo fai bene ti punirò, e ti punirò anche se con la tua bocca sfiorerai il mio piede divino.
Marco si prostrò abbasso la testa al livello dei piedi di Alessia e comincio a leccare la pelle della scarpa mentre Alessia compiaciuta gli diceva come era piacevole per una donna come lei avere un uomo ai suoi piedi.
Mentre Marco leccava la piccola striscia di pelle che univa la parte anteriore della scarpa con quella inferiore la lingua scivolo sulla pelle del piede di Alessia che infuriata colpì col tacco dell’altra scarpa la nuca di Marco si alzò in piedi sali sulla schiena di Marco e cominciò a calpestarlo violentemente senza pietà urlandogli che se solo provava a divincolarsi la punizione sarebbe stata decisamente peggiore, così Marco rimase lì indifeso a subire le torture di Alessia 
che rideva dei gemiti di dolore di Marco.
Dopo un po’ smise scese dalla schiena di Marco soddisfatta si rimise seduta e come se niente fosse ordino a Marco di ricominciare a leccare le scarpe sorridendo.
Marco ubbidì e quando ebbe finito si rialzò sulle ginocchia e rimase fermo così a fissare il terreno ancora dolorante per il calpestamento.
Allora lei con fare beffardo alzò il piede e mise la suola della scarpa davanti la bocca di Marco dicendo:- Be’ incompetente la parte più sporca non la pulisci-:.
Marco riluttante allora implorò:- Ti prego no, non ce la posso fare.
Allora lei rise e disse:- Te lo ordino schiavo, lecca la suola delle scarpe della tu principessa!.
Il suo fare imperioso ipnotizzo di nuovo Marco che, chiuse gli occhi e rassegnato cominciò a passare la lingua su quella suola sporca di terra e di chissà cos’altro, mentre la sua stupenda Principessa Alessia si divertiva a sentire il rumore della lingua sotto la suola della sua scarpa e a percepirne il contatto con il piede, e soprattutto lo guardava con i suoi occhi verde acqua deliziata della sua sottomissione pensando al resto dei suoi giorni in Sardegna.

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