All’ultimo referendum ero di servizio di vigilanza in una località del centro Italia. Pochi giorni prima avevo messo un annuncio last minute “al buio” che recitava “se hai voglia di trasgredire vieni al seggio di….in via….sono l’unico in divisa e con la testa pelata, se ti piaccio avvicinami dicendo: “SCUSI MI ACCENDEREBBE UNA SIGARETTA?” Io capirò che hai letto il mio annuncio e ci organizzeremo per la notte!!!!”. Di sabato, arrivato sul posto e con poca fiducia nell’annuncio, presi possesso del seggio con un mio collega. Feci amicizia con le scrutatrici e col presidente, neanche a farlo apposta tutte donne, alcune anche carine ma che a malapena davano confidenza. Sul tardi arrivò il messo comunale, bella donna, capelli biondi lunghi e ricci, sulla 45ina, anche se un pò troppo magra per i miei gusti. Ci presentammo e mi disse di chiamarsi Maria Laura. Iniziammo a parlare del più e del meno, mi disse che era sposata, senza figli e che effettivamente aveva 45 anni. Per la sera proposi di farci portare delle pizze da un ristorante vicino, giacchè non potevo muovermi e lei accettò di buon grado, anche perchè a causa del lavoro poteva anche fare tardi. Dopo le operazioni preliminari ci apprestammo a cenare allestendo una piccola mensa al piano di sopra della scuola, accendemmo una candela e sui piccoli banchetti degli alunni mangiammo e bevemmo delle birre. Mi disse che ero allegro e spiritoso, che gli anni precedenti erano capitati dei musoni che non vedevano l’ora di tornare a casa. Le risposi che anche lei era spiritosa e aggiunsi “molto carina…”. Le gote si fecero rosse, continuai a guardarla al lume di candela, poi la accarezzai il viso col dorso della mano e vedendo che non reagiva mi accostai, le presi il viso con entrambe le mani e la baciai. Mi abbracciò e rispose con ardore, le mie mani iniziarono a vagare sul suo corpo, sulle tettine sormontate da capezzoli duri che sembravano voler bucare il vestito, mi accorsi che non portava reggiseno, allora sbottonai il vestito e iniziai a baciarle e a leccarle. Mugolii di approvazione uscivano dalla sua bocca, iniziò a toccarmi attraverso il pantalone, facendo scorrere la sua manina su tutta la lunghezza del mio cazzo. Il mio abbigliamento non si prestava però, non mi sentivo libero…La lasciai un attimo seduta e accertatomi che il collega “vigilava” al piano inferiore, mi slacciai il pantalone, lei da seduta iniziò subito a succhiarmelo, mi abbrancò le natiche e con forza se lo spinse tutto in gola. Inizio un delizioso anderivieni mentre con gli occhi mi guardava, la lingua frullava sul mio cazzo velocemente e avevo paura di venirmene subito, così mi tolsi e la feci stendere sui banchetti…Certo la posizione era scomoda, i banchetti duri…la situazione pericolosa, ma non me ne fregava niente, volevo quel corpo da bambina con la testa da donna matura. Le sfilai le mutandine, le allargai le gambe e intrufolai la testa…Un afrore di donna arrapata colpi le mie narici facendo impazzire i miei ormoni…iniziai a leccarla mentre lei si contorceva. Durante i suoi movimenti mi accorsi sbalordito che aveva aperto le gambe a compasso, una sorta di spaccata stando distesa sulla schiena. Le chiesi come facesse e lei mi rispose che erano frutto di anni di danza classica e moderna. In quella posizione la sua fica si apriva come una conchiglia, una conchiglia bionda con uno spacco roseo nel quale infilai la mia lingua iniziando a disegnare le lettere dell’alfabeto (alle donne piace…). Venne colta da improvvisi spasimi che la portarono all’orgasmo e feci fatica a tapparle la bocca…Quando si fù calmata mi disse “ora tocca a te…”, mi stesi al suo posto e lei con la sua boccuccia iniziò un lento pompino. Ad ogni affondo se lo faceva entrare un pò di più, fino a che le sue labbra furono a contatto con i miei peli pubici e ad ogni su e giù strabuzzava gli occhi per lo sforzo. “Ma quanto ce l’hai grande?…con mio marito è molto più semplice!!!” Le dissi “Guarda che ce ne sono alcuni di parecchio più grandi”, “….mi piace questo!!” e continuò il suo su e giù, arrivato al limite della resistenza la avvertii, ma lei con un affondo se lo tenne in gola trattenendo il respiro e la sensazione che provai fu come se ad ogni spruzzo che emettevo una frustata mi colpiva la schiena. Con movimenti inconsulti le scaricai in gola una bella quantità di sperma che le arrivò direttamente nello stomaco senza perderne neanche una goccia. Aspettò che il mio cazzo iniziasse a perdere consistenza e se lo sfilò con un rumore di risucchio, lo leccò, lo baciò e me lo ripulì per bene. Ci ricomponemmo e scendemmo di sotto, mi disse che avrebbe avuto piacere passare la notte con me, ma che capiva che non era possibile. Le dissi di lasciarmi organizzare per la notte successiva, ma che se voleva l’indomani poteva venire a trovarmi che senz’altro avremmo potuto dedicarci un po’ a noi. Rispose che non sapeva se le era possibile in quanto in giri da fare erano parecchi. Io le dissi che l’avrei comunque aspettata. L’indomani mattina, sul tardi si presentò alla apertura dei seggi per le operazioni di voto, era vestita con una gonna pesante sopra il ginocchio e una camicetta annodata in vita, niente di eccitante, ma subito pensai che era un abbigliamento pratico. Mi disse “tra mezz’ora sono di nuovo qui..organizzati”. Dopo circa 40 minuti ritornò, lasciai il collega solo alla vigilanza e andammo di nuovo sopra, ci chiudemmo a chiave e mi saltò addosso “…ho voglia di sentire il tuo cazzo dentro, voglio che mi scopi di brutto…ma dobbiamo fare presto…” Si inginocchiò sui tavolini, si alzò la gonna (era senza mutandina…), allargò le cosce e mi disse “scopami!!!”. Mi slacciai il pantalone, appoggiai la cappella alla sua fica e il mio cazzo ne fu risucchiato tanto era bagnata. Iniziai a scoparla selvaggiamente e velocemente, la sua fica era un forno, tanto era bollente, le slacciai la camicetta e le presi in mano le tettine iniziando a stringergliele. Si muoveva convulsamente, le presi i capelli e iniziai a tirare mentre me la scopavo… Iniziò a godere perdendo abbondanti succhi dalla sua fica gocciolante, la testa oscillava a destra e a sinistra. Ora con una mano tiravo i capelli e con l’altra le tappavo la bocca, godette con degli strilli che fortunatamente erano attutiti…violente stoccate le allargavano la fica e le mie palle le sbattevano sul clitoride…Continuai a pomparmela per una mezz’ora fino a che mi accorsi che la mia resistenza era al limite, le chiesi se lo voleva in bocca, ma lei mi disse di sborrarle dentro che tanto non poteva avere figli, aumentai il ritmo e le scaricai in pancia una bella dose di sborra che mista ai suoi umori iniziò a colare sui banchetti. Ci ricomponemmo e scndemmo giù. Al pomeriggio si ripetè la storia, con la variante che mi disse che fino a tardi poteva restare, allora mi organizzai meglio. Presi un materassino della brandina e lo portai su e lo stesi sui tavolini (almeno eravamo comodi…). La sera dopo la chiusura del seggio arrivò, la portai su. Ci spogliammo e potei finalmente vederla tutta nuda. Un fisico magrissimo ma innervato con i muscoli che guizzavano ad ogni movimento…sembrava veramente una bambina. La stesi sul materassino e mi dedicai a leccarle ogni centimetro del suo corpo…le succhiavo le tette, i lobi delle orecchie, la lingua…la fica che già era bagnata….La penetrai e un urlo strozzato usci dalla bocca…iniziai a pomparmela alla grande, anche facilitato dalla apertura a compasso delle sue cosce…potevo penetrarla a fondo e le mie palle sbattevano sulle sue chiappettine. Arrivò un suo primo orgasmo e mi abracciò forte con un urlo attutito dalla mia bocca…Mi fermai un pò sempre duro nella sua fica…Mi disse “che era stato bellissimo, che era tempo che non provava orgasmi cosi intensi e che erano anni che aveva voglia di fare la zoccola con uno sconosciuto”. Ripresi a pomparla…le dicevo ” sei la mia zoccola, la mia puttana…ti piace il mio cazzo, vero?”, lei tra i singulti rispondeva “Si…mi piace tanto…è duro e la tua cappella ruvida mi massaggia tutta la fica (sono circonciso…), spingiiiiii, spingiiiiii, fammi godere…sono la tua vacca da monta…oh dio…godo….godo…daiiiiiii!!!!” Un altro orgasmo la colse (…ne aveva di fame arretrata…), mentre stringeva le gambe continuavo a scoparmela finchè disse “basta, lasciami riposare un pò”. L’accontentai e me ne uscii ancora duro..Me lo prese in mano, poi in bocca mentre le titillavo il clitoride indurito col medio e l’anulare il buchino del culo. Pensai “chissa come sarebbe sfondarglielo…magari ci provo”…iniziai a lublrificare il buchino con i suoi umori mentre mi succhiava, misi prima un dito, poi due e lo trovai molto ricettivo anche se strettissimo…Me la girai a pecorina e le infilzai la fica gonfia di piacere..Di nuovo godette ondeggiando la testa a destra e a sinistra dicendo parole sconnesse…era rilassata e allora provai il secondo canale. Il tempo di appoggiare la cappella e spingere e il mio cazzo ne vene risucchiato…Un urlo disumano fu attutito dalla mia mano che nel frattempo avevo provveduto a metterle sulla bocca…tentava di divincolarsi da questa nuova presenza, ma io la tenevo bloccata. Mi fermai per lasciarla abituare…si rilassò leggermente e le tolsi la mano dalla bocca…girò la testa e mi disse “Brutto stronzo…lì ero vergine!!!” “Macchè vergine, le dissi, è entrato come un coltello nel burro” “Cretino, è solo perchè ho i muscoli del corpo allenati…” Non troppo convinto iniziai un lento su e giù..aveva le gote rosse per la sofferenza, ma notavo che iniziava a piacerle perchè assecondava i miei movimenti…Mugolava, alternava ah di dolore ad ah di piacere. Con una mano le toccai la fica che trovai bagnatissima e presi a toccarle il clitoride…iniziò a godere…”dai porco….fammi il culo….sfondami…” con movimenti sempre più veloci me la inculai di brutto…sembrava che il mio cazzo potesse squartarla da un momento all’altro, tanto aveva il culo piccolo. Ma lo riceveva bene..le afferrai le anche e con potenti stoccate mi scaricai nel suo culetto. Lo sfilai piano baciandole la schiena e ci stendemmo…La nostra maratona era durata tre ore e lei doveva tornare a casa. Ci ripulimmo alla meglio, lei mise un assorbente perchè mi disse che voleva portarsi a casa il mio odore. L’indomani mattina non la vidi e oramai all’annuncio non ci pensavo più, si fece viva nel pomeriggio, poco prima di andare via. Si scusò e mi disse che era stata trattenuta in Comune. Riandammo su e ciò che ottenni fu un fantastico pompino, anche perchè dovevo andare via. Ci scambiammo i numeri di telefono e una volta scesi giù ci salutammo con la mano da buoni amici, si accostò al mio orecchio e mi sussurrò “SCUSI, MI ACCENDEREBBE UNA SIGARETTA?”.
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