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Stefania

Era una calda mattina di giugno ed io stavo solo a casa mia facendo un po’ di ordine sui mobili in camera mia.
 Essendo dei mobili abbastanza alti ero in piedi sulla scala, ed essendo solo avevo solamente una maglietta e dei pantaloncini corti abbastanza comodi. 
Ero già da un po’ di tempo in quella posizione ed avevo infatti quasi finito quando bussò la porta.
 Scesi dalla scala ed andai ad aprire la porta.


Era mia cugina Stefania (quasi mia coetanea, 27 lei, 26 io) che era venuta per portare delle cose a mia madre. 
Essendo in buoni rapporti con lei ed essendo lei veramente molto carina (anzi devo dire molto bella: è alta 1, 75m capelli ed occhi scuri, carnagione scura, fisico atletico con due gambe ed un sederino che ho sempre ammirato per la loro bellezza) la invitai ad entrare dicendole che mia madre non c’era, ma che se voleva poteva farmi un po’ di compagnia mentre finivo di rimettere a posto.

Fortunatamente accettò di buon grado ed andammo in camera mia. Incominciammo così a parlare del più e del meno mentre io risalivo sulla scala a riprendere i miei servizi.
Mentre parlavamo vidi che mia cugina si era sistemata sotto la scala e notai che ogni tanto era, come dire, un po’ “distratta”.

La ragione era che avendo io i pantaloncini abbastanza larghi alle gambe, lei poteva vedere tutto il mio sesso.

All’improvviso me lo sentii afferrare dal basso.
Stefania incominciò dapprima ad accarezzarlo e poi sentendolo sempre più duro lo prese tra le dita con una mano e con l’altra incominciò a toccarmi le palle.
 Io oramai mi stavo eccitando anche perché una cosa del genere avevo sempre sperato che accadesse, chi non ha mai sognato una scena simile…

Scesi lentamente dalla scala, sempre con il mio membro nella sua mano, appena fui di fronte a lei mi disse “non dirmi niente”, si inginocchiò, mi abbassò il pantaloncino e lo prese in bocca il mio cazzo leccandolo e succhiandolo.

Io le presi la testa fra le mie mani e ritmicamente gliela muovevo avanti e dietro. 
Stavo godendo come un pazzo e di lì a poco le sborrai tutto in bocca, cosa che non le dispiacque, tanto che la bevve tutta fino all’ultima goccia.
Rialzandosi si leccava le labbra per assaporare ancora il gusto e questo mi rifece eccitare e le incomincia a palpare i suoi morbidi seni per poi far scendere le mani sul suo stupendo sedere.

Con un’abile mossa le abbassai i suoi pantaloni e la sua mutandina dicendole “ora tocca a te”.
Stavolta mi abbassai io fra le sue gambe ed incominciai dapprima a leccarle la sua già bagnatissima fichetta e poi passai direttamente a leccarle il clitoride. 
Con una mano le toccavo le grandi lebbra e con l’altra le percorrevo tutto il solco del suo sedere.

Ad un tratto le infilai due dita nella fichetta ed incominciò a gemere, ma fu niente in confronto a come gemette quando le infilai anche il medio della mia sinistra nel suo culetto.
Stefania oramai gemeva ed era anche prossima all’orgasmo quando mi rialzai e stesso lì all’impiedi, appoggiati al mobile la penetrai con il mio cazzo che aveva raggiunto dimensioni spropositate.

Stefania venne dopo poco, eccitata come era in un doppio orgasmo consecutivo ed estratto il mio cazzo ancora bagnato dai suoi abbondanti umori se lo ricacciò in bocca succhiandolo se possibile ancora meglio di prima.
Anche questa volta le venni in bocca e lei inghiottì tutto il mio sperma in due sorsi e poi prese a leccarmi il mio cazzo per non lasciarsi sfuggire nemmeno una goccia.

Esausti ma contenti ci rivestimmo lentamente, anche perché potevano tornare i miei.


La accompagnai alla porta e le dissi “mi hai detto prima di non dirti niente, ma mi dispiace qualcosa devo dirtela: domani rivienimi a trovare che i miei non ci sono per tutto il pomeriggio e ci potremmo fare un bel bagno insieme nella mia vasca da bagno”.

Lei mi rispose “ho sempre sospettato che il mio cuginetto fosse ben fornito, diciamo che ho preso l’occasione…in mano…domani aspettami in vasca…”, fece scivolare una accarezza fino all’altezza del mio cazzo e diede una bella palpata vigorosa, fece un sorrisino, si voltò e sculettò verso l’uscita…

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