Il tango. Due corpi stretti l’uno all’altro che si muovono insieme. Il ritmo denso, strascicato, potente, come i passi felpati di un gatto. Come il sesso. Una serata di tango. Lui, pelle dorata, capelli di seta, mani sottili. Lei, gambe infinite, occhi di miele, odore di mandorle dolci. Ballano. Tutta la sera. Non si conoscono, ma danzano come incatenati, come se la sala fosse solo per loro. Perfetti. E la trovano una stanza per loro, appena la sera lascia il posto alla notte. Notte serena, aria fredda come cristallo. La finestra è aperta. In piedi davanti al letto, l’uno davanti all’altra. Lei trema un po’ nel vestito scollato. Chissà se è per il freddo. Gli occhi cercano gli occhi, si trovano, non si lasciano più. Si avvicinano. Viene naturale, come è stato tutta la sera. Ballano nel silenzio, stretti, intrecciano le dita, mescolano i respiri. Una gamba di lei risale in un brivido il suo corpo, coscia, vita, petto. Girano rapidi, lei cade bocconi sulle coperte e non si muove. Lo spacco del vestito si è aperto. È quasi buio, ma un po’ di luna filtra attraverso i vetri. Lui resta per qualche istante immobile, contempla la bianca rotondità di una natica ancora mezza coperta da un lembo di stoffa. Poi si avvicina lentamente, le lunghe dita da pianista si insinuano tra le pieghe dell’abito, su lungo le gambe nude, rapide, agilissime. La accarezza con una mano soltanto, la assapora piano piano, delicato, è morbidissima. Le punte delle dita scorrono fino a sentire qualcosa di caldo e umido, lei si lascia sfuggire un sospiro. Allora con l’altra mano va a cercare il suo viso, le altre labbra di lei, la gira, la bacia con forza mentre le solleva la veste, la sfila, sotto non porta niente. Distesa così sul letto, gli occhi chiusi, nuda e bianchissima sembra la donna eterea e irreale di un quadro, un’Ofelia nelle acque del fiume. Ma si sente viva, vivissima, le mani di lui viaggiano su tutto il suo corpo, sente il suo fiato e il suo odore, e le labbra sfiorano il viso, il collo, il petto, trovano il suo seno piccolo e sodo come da bambina. E proprio come un bimbo le bacia i capezzoli rosa, li accarezza con la lingua in un turbine sempre più forte, e le mani giocano in lunghi brividi lungo la schiena, poi la bocca assetata di lui scende solleticandole il ventre, lento, troppo lento, e finalmente arriva là dove lei crede di impazzire. E qui è ora calmo ora mobilissimo, la trascina in uno stato di abbandono totale, sente farsi grosso il suo stesso respiro, ma lui all’improvviso si stacca, la lascia sospesa come sull’orlo di un gradino, in equilibrio precario, senza fiato, ma è un attimo: perché è nudo anche lui adesso, le lunghe dita cercano ancora una volta il suo miele, la dischiudono appena e all’improvviso lei sente tutto il suo peso premere su di lei, lui la penetra con un solo movimento fluido, si ferma, trattiene un momento il respiro. Allora lei apre gli occhi e vede il suo viso stravolto, ma bellissimo, lo sente parte di sé, si riscuote e tocca a lei dirigere il gioco adesso, lo stringe tra le gambe, si rotola in fretta, comincia la sua sensualissima danza e intanto lo guarda, è steso sotto di lei, gli occhi che brillano attraverso le ciglia. Perde di nuovo il senso del tempo e lascia fare al suo corpo. Sono fusi insieme in un ritmo perfetto, girano, si inseguono, giocano, si guardano, si stringono. Proprio come in un tango…