Marica aveva accettato di buon grado l’invito di Luca per andare a mare.
“Porti con te Giovanna? Sai, piace a Claudio. ” Lei avrebbe preferito rimanere da sola col suo amore, ma sapeva dell’amicizia che lo legava all’altro ragazzo ed aveva fatto di tutto per accontentarlo. Non era stato facile, però, perché Giovanna – una ragazza un anno più piccola di lei che abitava nel suo stesso palazzo – era estremamente timida. Forse era per questo che ancora non aveva trovato un maschio tutto per lei, pensò. No che non fosse bellina, ma non faceva nulla per esaltare il suo fisico longilineo, né indossava mai vestiti che non fossero casti e informi. In ogni caso, e non senza sforzi, era riuscita a convincerla. La giornata era iniziata piacevolmente, anche se Claudio non riusciva a valicare il muro innalzato da Giovanna.
“Che ti avevo detto. Hai visto che costume ha indossato? ” Luca non aveva potuto dare torto a Marica. La ragazza si era presentata con un vestitino leggero stampato a fiori, lungo sino ai polpacci ed abbottonato sino all’ultimo bottone. Quando, poi, erano giunti in spiaggia, aveva sfoderato un costume intero a fantasia, per nulla scollato o sgambato. Un orrore! La sua Marica, invece, toltasi una minitunica aderentissima, aveva dato sfoggio di un minibikini giallo-oro da fare rabbrividire anche un gay. Per un po’ erano rimasti in spiaggia con l’altra coppia, nel tentativo di aiutarli a rompere il ghiaccio. Poi, la voglia di appartarsi aveva avuto il sopravvento e, con la scusa di un bagno, si erano allontanati, portando con loro il materassino. Luca lo gettò sull’acqua e la ragazza vi salì sopra, sdraiandosi mollemente, mentre il suo ragazzo si appoggiava al bordo inferiore ed incominciava a spingere con i piedi; in quel modo furono presto lontani dalla riva. Marica era rimasta, rilassata sul materassino, a godersi l’ondeggiare del mare, il calore del sole e le carezze di Luca che, con la scusa di appoggiare le braccia e le mani, le aveva allargato leggermente le gambe e le solleticava la pelle dalle ginocchia verso l’interno delle cosce, risalendo sempre di più. Si sentiva eccitato e i capezzoli eretti che spiccavano sotto il piccolo reggiseno del bikini gli dicevano che anche la sua donna stava subendo la stessa sorte. Decise di giocarle un brutto scherzo e, con un brusco movimento delle braccia, fece capovolgere il materassino, facendola rotolare in acqua, sedendosi al suo posto. Marica, ripresasi dalla sorpresa, ancora ansimante, si appigliò al bordo del materassino e lo guardò:
“Ma sei scemo? Vuoi la guerra? ” gli chiese con aria allusiva, guardandolo tra le gambe. Allungò una mano per sfiorargli il membro con una carezza. Lui la lasciò fare, convinto che non avrebbe proseguito, ed invece lei glielo afferrò da sopra i boxer da mare e iniziò a muoverlo freneticamente. Poi, incurante se potessero vederla dalla spiaggia, lo estrasse dal costume mentre si alzava col busto sul materassino; avvicinò il viso ed iniziò a succhiare con foga. Continuava a leccare, dal glande ai testicoli, senza perdere neanche un centimetro fin quando Luca non capì che sarebbe stato meglio scivolare nell’acqua trasparente.
“Stai ferma così” le chiese. Le passò una mano intorno alla vita, mentre lei apriva le gambe per accoglierlo. Lui appoggiò il membro duro ed eretto sopra il buco posteriore, sorprendendola, e con leggeri colpi di reni lo introdusse. Nella posizione che avevano assunto Marica era praticamente immobilizzata, riusciva solo a protendere le natiche indietro per agevolare la penetrazione. Ansimava e godeva, mentre aveva la sensazione che i colpi ritmici di Luca la dovessero spaccare in due.
“Marica, Marica.. ” Sentì allora la voce che la chiamava, girò la testa per un attimo verso la riva e vide Giovanna che stava nuotando verso loro due, Claudio le stava dietro, a tre o quattro metri. Quel fatto la eccitò particolarmente. Capì che Luca stava per staccarsi, forse per ricomporsi prima dell’arrivo degli amici, ma lei voleva cogliere l’occasione per scuotere Giovanna. Iniziò col muovere furiosamente il posteriore, alzando schizzi dappertutto, in modo da non lasciare dubbi su quel che stavano facendo lei e Luca. Sapeva che era uno spettacolo eccitante e immaginava che anche una come Giovanna sarebbe rimasta turbata. Nel mentre Luca, che aveva compreso il gioco della sua donna, le aveva infilato due dita nella gnocca per aiutarla a godere sempre di più. Nel breve giro di un minuto vennero tutti e due. Poco dopo furono raggiunti dai loro amici.
“Ma…ma che facevate? ” chiese Giovanna, tutta rossa in viso.
“Tu che dici? ” le rispose Marica, sfrontata. I due ragazzi si scambiarono un’intesa con lo sguardo, rimanendo in silenzio.
“Luca perché non ti fai una bella nuotata con Cla? Mi sa che Giovanna ed io dobbiamo parlare un po’. ” Oramai si era decisa a svezzarla. Eppure in fretta! Il resto della giornata era trascorso serenamente, con una leggera variante. Marica aveva convinto l’amica a cambiare atteggiamento, iniziando dal look. Avevano approfittato delle boutique aldilà della litoranea per sostituire l’orrendo costume intero con un due pezzi allegro che lasciava alla vista un po’ dell’incavo del seno e buona parte delle natiche. Il vestito ottocentesco aveva lasciato posto ad una mini elasticizzata e ad una camicia larga e trasparente. Inoltre, la ragazza si era sforzata di prendere parte a tutti i discorsi, sorridendo ogni volta che Claudio le diceva qualcosa di carino. Marica si sentiva soddisfatta dai risultati raggiunti, ma la prova del nove doveva ancora arrivare. Chissà se Giovanna sarebbe stata in grado di superarla. Al tramonto avevano chiuso le sacche da mare ed erano risaliti sull’automobile. Luca guidava sicuro con Marica seduta al suo fianco, mentre dietro avevano preso posto gli altri due. La macchina correva veloce sulla strada mentre i quattro ragazzi cantavano allegri sulle note che uscivano dalla radio. Il viaggio proseguiva tranquillamente quando Marica, ancora in costume, posò le mani sulla clip del reggiseno e con molta decisione lo slacciò.
“Ma voi non sentite caldo? ” Le fece eco Giovanna.
“Si. Hai ragione, c’è tanto caldo. ”
“Se vuoi apro l’aria cond.. . ” Luca rimase senza fiato nel vedere la ragazza, riflessa nello specchietto retrovisore, agire come Marica, rimanendo col seno nudo. Mostrava due mammelle sode e bianche come il latte. Voltò lo sguardo verso Cla e lo vide pallidissimo.
“Ma che fai? Ti ecciti a guardare le zinne di Giovanna? Guarda come ti è diventato. ” Marica aveva poggiato la mano sopra i boxer del suo ragazzo mentre, da dietro, Giovanna cercava di vedere esattamente ogni mossa.. Vide la mano sparire sotto i boxer da mare e ritornare fuori con un arnese lungo e scuro, era il pene di Luca. Era la prima volta che vedeva un pene dal vivo e la cosa la spaventò non poco. Vide Marica chinarsi sul grembo di Luca, schiudere le labbra ed afferrare il pene in bocca. Lei si sentiva un fuoco per la vergogna. Non riusciva a capire se tutto quello che stavano vedendo i suoi occhi era vero o era tutto un sogno. Intanto l’amica aveva appoggiato le mani sulle gambe di Luca, cominciando ad oscillare! freneticamente con la testa. Andava giù e poi subito su. Poi lo sfilò dalla bocca per passare la lingua su tutta la superficie. Non mollò quel pene per almeno cinque minuti ed il ritmo che riusciva a sostenere con la testa era elevato. Giovanna era terrorizzata. Era l’unica a sapere perché Marica stava regalando quel pompino al suo uomo davanti a lei ed a Claudio. Ed infatti non passò molto tempo che Marica si fermasse per un attimo, accendendo le proteste di Luca. Si voltò verso i sedili posteriori.
“Allora? Non vedi com’è ridotto quel poverino? Che aspetti? ” Attese che Giovanna vincesse se stessa prima di tornare a dedicarsi al suo bastone preferito (non era l’unico che poteva godere delle sue attenzioni, ma non era il caso di informarne Luca). La vide diventare bianca come un lenzuolo, chiudere gli occhi stringendoli e .. . buttarsi di peso in mezzo alle gambe di Claudio. Era talmente frenetica nel suo agire che non riuscì ad afferrare il pene del ragazzo, benchè fosse già in piena erezione, distinguibilissimo sotto il tessuto del costume. Fu lui a fermarla, mentre continuava a baciare e stringere nelle mani quel che le stava a portata, per sfilarsi il boxer.
“Davvero vuoi? ” lei calò la testa affermativamente e, incantata dal cazzo eretto che le stava di fronte scese per accoglierlo in bocca. Fece due grandi respiri, facendo sorridere gli altri tre, schiuse le labbra come se dovesse imboccare una mela intera e scese giù. A quel punto Marica tornò al suo uomo. Dieci minuti dopo, Giovanna si succhiava le dita sporche dello sperma di Cla mentre lui le stava regalando il suo primo ditalino.