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Ultimo round

Marco si trovava nello spogliatoio, a farsi praticare un massaggio dalla sua assistente Monica. Il combattimento era previsto tra dieci minuti, e l’avversario che doveva contendergli il titolo di campione del circolo nella categoria dei pesi medi era Ewa, la sua ex assistente ed amante. Avevano stipulato un patto, anni fa: Marco aveva promesso che, a quarantacinque anni, si sarebbe ritirato lasciandole il titolo. Nel frattempo, Ewa lo avrebbe assistito nei combattimenti e negli allenamenti, e lui gli avrebbe trasmesso il suo stile. Ma, raggiunta l’età stabilita, aveva deciso di continuare ancora un anno: Ewa si era ribellata al rinvio, e l’aveva sfidato.

Lei era una ragazza di ventotto anni, molto alta, oltre il 1.80, dal fisico slanciato e potente, 70 kg di muscoli agili e scattanti. Particolarmente temibili erano le sue gambe, capaci di esercitare una pressione non comune quando afferravano in forbice l’avversario, ma anche le lunghe braccia nascondevano un nerbo incredibile.

Marco, invece, corrispondeva alla morfologia del brevilineo: altro meno di 1.70. muscoloso ma anche un po’appesantito, aveva sempre il problema di rientrare nel limite dei 70 kg. Era da anni ormai il campione del circolo, imbattuto tra i soci della propria categoria di peso. Anche se tutti si ricordavano di quella volta che aveva affrontato la campionessa della categoria superiore, una poderoso nera di 85 kg, che lo aveva praticamente distrutto facendolo urlare di dolore prima di lasciare la presa. E di quando aveva affondato una tedesca di 20 anni, altra 1.90 per 65 kg di muscoli, che lo aveva praticamente ridicolizzato torturandolo in mille modi dopo essersi rivelata troppo forte per lui.

Monica, come leggendogli nel pensiero, lo volle rassicurare: “Guarda che muscoli, me la sento che oggi vinci facile. E ti prego di farle del male, a quella puttana: sei mesi fa, quando mi ha sconfitto, ha tentato di lussarmi la spalla.”

Ewa, nel frattempo, si stava trattenendo con il suo allenatore Alex. Era un bell’uomo biondo, non molto forte, che la donna sconfitto in un incontro francamente troppo facile che aveva avuto luogo qualche mese prima. Lui, dopo avere iniziato il massaggio, aveva cominciato a baciare quel corpo forte e bellissimo, andando a penetrare dentro la sua vulva con la lingua, tormentandole la clitoride. “Smettila, altrimenti mi estenui e dopo non riesco pi a lottare” gli fece la donna.

“Non preoccuparti: sei la pi forte, lo sovrasti, poi lui vecchio. Ormai, sul viale del tramonto.”

“Ora dobbiamo andare. Ci sarà tempo dopo” rispose Ewa alzandosi e infilandosi il costume.

Le sedie si stavano riempiendo. I soci aspettavano con ansia questo incontro tra il vecchio campione e la sua giovane ex amante, sapendo che, se Marco fosse stato sconfitto, non vi sarebbe più stata una prova d’appello, per lui.

Il giudice di gara, un signore ormai anziano, chiamò i due contendenti sulla materassina posta in nel centro della sala. Prese il microfono, e proclamò con voce stentorea: “Per il campionato di lotta mista della categoria dei pesi
medi, la sfidante. Ewa. 28 anni, 1.82 di altezza, 69 kg. Il suo record: 15 incontri, tutti vinti. Contro di lei il campione, 45 anni, 1.70, 70 kg di peso. Marco. Marco ha affrontato 39 incontri, 35 vinti, 2 no contest, 2 sconfitte. L’incontro si decide al meglio delle due sottomissioni”.

I due contendenti raggiunsero il centro della materassina e si strinsero la mano. “Ti pentirai di non esserti ritirato, vecchio!” sibil Ewa. “Per battere una troia come te non ho problemi. il tuo mestiere è fare la puttana, non la lottatrice!” replic Marco.

Al gong, si girarono attorno guardinghi. Marco tentò di afferrare il collo della donna, ma le braccia di Ewa erano troppo lunghe per consentire il suo attacco. La femmina sfruttava la sua altezza ed il suo nerbo per tenerlo lontano, poi riuscì a sgambettarlo a terra, andandogli sopra. Il pubblico rumoreggi di stupore. L’uomo provò a divincolarsi con tutte le sue forze, ma la donna gli si sedette sul petto, in un’umiliante “schoolboy pin”. Marco riuscì infine a liberarsi in ponte, e rovesciò la situazione prendendo in una stretta il collo della donna, pressandolo tra le forti braccia. La pressione era troppo forte per resistere, e Ewa batté la mano al suolo in segno di resa.

Si rialzarono, tra gli applausi, raggiungendo i loro angoli. Marco sembrava risollevato, e scherzò con la sua assistente. Ewa, per contro, appariva nervosissima. “Non posso perdere, contro quel vecchio bastardo” fece ad Alex.
“Devo farcela.”

Il secondo round vide un ultraconfidente Marco affrontare rilassato la donna. Ma stavolta Ewa attaccò dal primo momento, afferrandolo in una presa al collo e poi gettandolo a terra con un colpo d’anca. Lottarono a terra, con furia, sin quando la femmina non riuscì a portare una forbice di gambe al torace dell’avversario. Le gambe possenti da giocatrice di basket si serrarono attorno alle costole dell’uomo, mentre con le mani gli afferrava il mento girandolo verso l’indietro. E fu Marco, dopo una disperata resistenza, che si arrese.

Il terzo round cominciò con i due contendenti che si giravano attorno guardinghi. Fu Marco ad attaccare per prima, afferrando le gambe della donna e facendola cadere per terra. Le fu sopra, tentando di immobilizzarla, ma il suo
collo venne intrappolato tra le gambe dell’avversaria. Tentò disperatamente di dibattersi, il volto che diveniva carminio, poi bluastro. Infine, svenne.

Ewa si rialzò festante. Si tolse il costume, ostentando agli spettatori il suo corpo nudo. Poi si sedette sul volto dell’uomo, che era stato fatto rinvenire, e si fece leccare la figa. Chiamò quindi il suo assistente, Alex: “Ora inculalo, possiedilo per me.”

Gli spettatori guardavano rapiti il grosso cazzo dell’uomo entrare ed uscire come uno stantuffo dall’ano dell’ex campione sconfitto.

Marco rinvenne con un forte dolore al culo, camminava a gambe larghe, aveva subito una sconfitta “bruciante” e ne portava evidenti segni…

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