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Una donna normale

Allora, cosa volete che vi dica? la mia prima esperienza in chat mi aveva sconvolto, per tutta la notte dormii agitata, ricordo però di aver sognato tra l’altro di un uomo che mi leccava avidamente il culo, venni nel sogno, e la giornata la passai sempre con il pensiero rivolto a quanto era accaduto la sera prima in uno stato di eccitazione continuo.
Ogni occasione era buona, in ufficio, per sfiorarmi la passerina, sempre in calore, piena di formicolii, accavallavo in continuazione le gambe, perché così sfregandomi le cosce, senza farmi accorgere dai colleghi, mantenevo l’eccitazione ad un livello altissimo, in attesa di arrivare a casa, sperando di avere di nuovo l’occasione di rimanere sola al computer.
Ma non fu così, Carlo mi attendeva già pronto per portarmi al cinema, mi cambiai in fretta e controvoglia, decisa a far pagare a l’unico responsabile delle mie insoddisfazioni un prezzo salato.
Ero molto provocante con tacchi alti, pantaloni a vita bassa e maglietta corta che lasciava il mio pancino scoperto, guardandomi allo specchio il mio sederino, avvolto da un ridottissimo tanga, avrebbe attratto lo sguardo di tutti gli uomini presenti nel cinema, e Carlo si sarebbe ingelosito parecchio, poi forse nell’intimità del nostro letto sarebbe diventata un’occasione per eccitarci, ma al momento ne avrebbe sicuramente sofferto.
Giunti al cinema, notai subito lo sguardo che mi lanciarono alcuni ragazzi, mi sembrava oltretutto che facessero allusioni abbastanza esplicite tra loro sulla mia presunta professione, forse avevo esagerato nel trucco appesantendolo più del solito, ma avevo addosso una carica erotica che si protraeva ormai da 24 ore che trasudava da tutto il mio corpo, mi sembrava quasi di sentire l’odore della mia eccitazione che si diffondeva nella sala, che tutti ne percepissero la fragranza, e sedutami nella poltrona, strette leggermente le gambe costatai con piacere di avere ancora la fica bagnata.
Iniziò il film, Carlo ne seguiva con attenzione lo svolgimento, io ero presa dai miei pensieri, dalle mie fantasie, quando mi sentii sfiorare la gamba dal vicino alla mia destra, poteva essere un normale contatto ma nello stato in cui mi trovavo tutto veniva percepito in modo amplificato, non spostai minimamente il piede, rimanemmo alcuni istanti così vicini ed io ebbi la possibilità di registrare ogni più piccolo spostamento ogni ulteriore pressione da parte sua. 
Mi voltai verso di lui, e nell’oscurità riuscii a scorgere i lineamenti di un ragazzo particolarmente giovane 20 anni o giù di li, e dal fisico abbastanza imponente.
Cercai di recuperare un po’ della mia freddezza, per ricondurre i miei comportamenti alla normalità che erano stati una costante della mia vita, ma non potevo farlo, non certo quella sera, fui io in seguito, con movimenti impercettibili, ad avvicinarmi a lui, con la gamba e con il braccio lo sfiorai e senza voltarmi sentii il suo sguardo posarsi su di me. 
Avevo ancora la possibilità di fermarmi, potevo simulare una mia distrazione, ma non lo feci.
Tenni per diversi secondi il gomito contro il suo, la gamba attaccata contro e anche lui non accennava a scansarsi. 
Mi sembrava di rivivere uno dei giochi di fantasia che con Carlo riempivano le nostre ore di sesso, ora che la pressione che esercitavamo con le gambe andava aumentando, era una sfida ad osare di più, con Carlo vicino ignaro di quanto avveniva. 
Il vicino si tolse il giubbotto e se l’appoggio sulle gambe, le mani sparirono sotto di lui, e il pensiero che se le fosse portate sul suo cazzo, mi provocò una dolorosa fitta al basso ventre, spostai il gomito fino ad urtare il suo, era un messaggio esplicito: toccati dai, fammi vedere come te lo meni! 
Per un attimo ebbi l’impressione di vederlo sorridere, quando Carlo attirò la mia attenzione verso una scena sullo schermo, fu così che voltandomi verso di lui, l’altro colse l’occasione per posare la sua mano nella parte della poltrona rimasta vuota. 
Non riuscii a trattenere un sobbalzo, Carlo incuriosito mi chiese cosa mi succedeva, io paralizzata dalla paura, con il fiato corto, feci finta di nulla, in attesa di ulteriori sviluppi della situazione, che non tardarono ad arrivare. 
Ebbi fortissimo l’impulso di avvicinarmi alla sua mano, maledii la scelta di non indossare una gonna quella sera, chissà che emozione sentire la sua mano risalire le mie cosce nude, potergli far sentire quanto bagnate fossero in prossimità della mia fica; in ogni modo la sua mano toccava ormai il mio culo, lo palpava con forza e io non disdegnavo simili approcci, nonostante cercassi di celare il piacere che provavo, limitando i miei movimenti che tendevano ad assecondare i suoi. 
Tentavo di vedere se nel frattempo, lui continuava a toccarsi sotto la giacca, fu cosi che con noncuranza, mentre guardavo dalla parte di Carlo, allungai la mano verso il ragazzo nel disperato tentativo di toccarlo, arrivai fino a sfiorargli un fianco, ma non riuscivo a sporgermi oltre, se non volevo rischiare che tutta la sala, non solo Carlo, si accorgesse di quello che stava accadendo. 
Poi all’improvviso mi sentii bloccare il braccio e venni tirata con forza, ormai spavaldo e sicuro di se, l’altro infilò la mia mano sotto il suo giubbotto, aveva i pantaloni sbottonati e mi fu facile infilare alcuna dita nelle sue mutande. 
Appena toccai il suo cazzone, emisi un flebile lamento, iniziai a leccarmi le labbra semiaperte, a mordermele. 
Carlo che mi osservava con curiosità, mi chiese se mi sentivo bene, lo tranquillizzai con il massimo della calma che la situazione mi permetteva, mentre l’altro non mollava la presa, avevo ormai la mano completamente nei suoi pantaloni, incredibilmente ero in un cinema intenta a masturbare un ragazzino, come non mi capitava da tempo immemorabile, aveva un bel cazzo, grosso, dolce, buono, mentre lo accarezzavo mi chiesi come sarebbe stato eccitante prenderglielo in bocca, ne assaporai quasi il sapore, oscillavo lentamente sulla poltrona, in modo che la mia fica fosse stretta dalla sua mano che intanto massaggiava il mio buchetto posteriore. 
Poi Carlo si alzò avvertendomi di dover raggiungere il bagno, colsi l’occasione per slacciarmi leggermente i pantaloni, volevo farmi toccare la fica ma non riuscii nell’intento: troppo stretti maledizione! 
Sentivo il suo cazzo sempre più gonfio e sempre più prossimo al momento in cui non riuscendo più a trattenersi sarebbe venuto nella mia mano, piena di sperma me la sarei leccata avidamente e poi passata sulla fica alla prima occasione, però che immaginazione ragazzi, ma non erano questi i piani del ragazzo che bloccatami la mano, sottovoce mi intimò di alzarmi e raggiungere i bagni, non potevo entrare all’interno c’era Carlo! 
Mi rassicurò, andò a controllare con attenzione, poi senza essere visti ci infilammo in un bagno libero, e per la prima volta lo vidi alla luce dei neon: era un bel ragazzino che forse non aveva nemmeno l’età che aveva prima presunto. 
Gli chiesi perché aveva avvicinato proprio me, una donna molto più grande di lui, non rispose nemmeno mi fece segno di parlare sottovoce, nel bagno accanto c’era il mio uomo e perciò era meglio tacere. 
Mi assalì con foga giovanile, le sue mani cercavano con disperazione la mia carne, sentivo la sua eccitazione attraverso il tessuto dei suoi jeans, aveva il cazzo durissimo, cercai di calmarlo, mancava certamente di esperienza, gli sbottonai con cura i pantaloni, lo presi tra le mani, lo scappellai con dolcezza, e me lo infilai fino in fondo alla gola, finalmente potevo assaporare il suo sesso di bambino cresciuto, lo leccai con passione, ne gustai il gusto salato, dimentica di dove mi trovavo e in quale incredibile situazione mi ero venuta trovare, mi fermai appena in tempo per bloccare la sua prematura sborrata e per ascoltare nel bagno adiacente Carlo che usciva per tornare alla sua poltrona; cosa avrebbe pensato non trovandomi? 
Non ebbi modo di occuparmi del problema, perché il bel cazzo davanti a me richiedeva le mie attenzioni, mi tirai giù la lampo dei pantaloni, e toccandomi le tette diedi le spalle al ragazzo che si affannò nella ricerca di infilarmelo nel culo.
- Buono! – 
Gli dissi, non è certo così che riuscirai ad infilarlo, con pazienza me lo portai sulla fica, me lo passai avanti e indietro diverse volte fino a quando madido dei miei umori scivolò facilmente nella mia passera, godevo come da anni non mi capitava, sentivo il suo cazzo sbattermi fino in fondo con violenza ma ebbi paura di farmelo venire dentro 
- ti prego, fermo non venire, non dentro è pericoloso! Ti faccio venire dove vuoi – gli dissi. 
Come immaginavamo prediligeva il mio culo, cercò il buchetto posteriore, ma non riusciva ancora a farlo entrare, né l’angusto spazio in cui ci trovavamo facilitava l’operazione. 
- Me lo devi leccare – gli dissi, pregustando il dolce piacere che mi avrebbe dato sentire la sua lingua a contatto con il mio culo, sentirla scivolare all’interno, inzupparmi il solco, mi avrebbe provocato orgasmi a ripetizione, quando Carlo me lo leccava perdevo la testa, dopo riusciva ad infilarci dentro anche quattro dita, e spesso oggetti abbastanza voluminosi, era per me un piacere sconvolgente e perverso. 
Lo sentii inginocchiarsi e iniziò timidamente a sondare con la lingua l’interno delle chiappe, avevo il tanga ancora infilato e scostato per permettergli di raggiungere il buco, mi lasciai pervadere dalle magnifiche sensazioni che stavo provando, cominciai ad ansimare, non trattenni un’incitazione a proseguire, mentre protendevo il culo verso il suo viso spingevo le mie dita con forza nella fica. 
Avvenne così l’irreparabile, la porta si spalancò all’improvviso, qualcuno si introdusse nel bagno senza che io riuscissi a vedere chi fosse, costretta in quella posizione mi incularono a vicenda per circa mezz’ora, distrutta e spossata, con la morte nel cuore per l’affronto subito, non però a rifiutare al mio corpo di godere di quelle penetrazioni continue, avevo il culo pieno di sperma, lo sentivo scendere tra le cosce, ne raccoglievo una parte con la mano e lo portavo alla bocca, leccandomi le dita, stavo impazzendo si, m di piacere, la mia vita stava prendendo una svolta imprevista, traumatica, dalla quale non sarei più potuta tornare indietro, il pensiero mi corse a Carlo, da quanto aveva cominciato a cercarmi? 
E come mai non aveva pensato di passare dai bagni? 
D’altronde forse era meglio così, come avrei potuto sostenere il suo sguardo dopo che mi aveva vista in compagni di due sconosciuti che continuavano a pistonarmi nel culo? 
Con la faccia appoggiata alle piastrelle del bagno e gli occhi chiusi attendevo il momento in cui i due mi avrebbero concesso di andar via, lontano da quel cinema, per andare non so dove, con la fica gocciolante e il buco del culo aperto e dolorante.
- Ora voltati troia!- mi intimò uno dei due con un accento stranamente familiare, aprii gli occhi e con stupore vidi Carlo e il ragazzo davanti a me con ancora il cazzo in mano, fui travolta da una collera terribile, cercai di avventarmi su di loro, ma fui colpita da uno schiaffo violento che bloccò ogni atro tentativo di resistenza.
- E così pensavi che non me ne sarei accorto vero?- mi disse Carlo – devi imparare ad usarlo il computer se vuoi fare i tuoi giochini di nascosto da me, con chi hai chattato, l’altra sera? Ti ha fatto godere vero? Sei una vera troia lo sai? E questa di stasera è solo la prima punizione che ti meriti, ne riceverai altre, ti farò chiavare da negri dal cazzo asinino, e pisciare in faccia, ti farò legare ad un albero e ti farò scopare da tutti i passanti, ed ora finisci il lavoro, puliscici il cazzo con la lingua e fallo bene se non vuoi che chiami qualcun altro per farti sfondare in tutti buchi contemporaneamente -. 
Fui costretta a spominarli e a bere la loro sborra che pareva inesauribile, poi mestamente cercai di ricompormi in maniera almeno decente, ero tutta appiccicosa, sul viso, sui capelli, e tra le cosce lo sperma si univa ai miei umori, alla mia saliva. 
Tornando a casa non scambiammo nemmeno una parola, forse con il tempo saremmo potuti tornare alla normalità di pochi giorni prima, lo speravo, ma un po’ lo temevo, in fondo avevo conosciuto, quella sera, un piacere per me ignoto, assoluto devastante, qualche altra punizione forse la meritavo, io immaginavo di sì e voi cosa ne dite?

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