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Una semplice avventura tra compagni di classe

Ecco, ora tocca a me narrarvi una storiella carina 🙂 avvenuta e scritta 3 anni fa, quando avevo 15 anni ed ero al secondo anno di liceo classico 🙂

Ho 15 anni e poca esperienza nel campo del sesso. Come quasi tutte le mie coetanee, sono cotta del bello della scuola, il mio compagno di classe Francesco. Dopo un piccante scambio di SMS in cui metto in dubbio quanta “sostanza” ci sia nei suoi pantaloni, mi invita a provare di persona.

Qualche giorno dopo facciamo il compito di Latino. Io sono la prima a consegnare e la prof mi manda fuori dalla classe, per evitare che suggerissi agli altri. Francesco mi segue a ruota, consegnando in bianco. Fuori dalla classe mi prende per mano, chiedendomi se dubito ancora della sua virilità. Alla mia risposta affermativa, mi trascina in una classe vuota là vicino, chiudendosi la porta alle spalle.

Sono incuriosita ed eccitata, sento una voglia crescente di toccare Francesco, di baciarlo, di strusciarmi a lui. Mentre penso tutte queste cose, lui mi prende la mano e me la poggia sui suoi jeans. Il membro duro pulsa contro la stoffa spessa, supplicando di uscire. Mi eccito ancora di più e, dopo averlo baciato con grande passione, gli slaccio i jeans. Davanti allo slip mi blocco un istante: sono inesperta, questo è vero, ma non così tanto da non accorgermi che Francesco non è solo un ragazzo stupendo, ma è anche un superdotato. Davanti alla mia incertezza, guida la mia mano nei suoi slip e, finalmente, prendo il mano il suo cazzo.

È caldo e durissimo, lo accarezzo con voglia crescente, fino a che, non resistendo più, mi metto in ginocchio ed inizio a leccargli la cappella. È il mio primo pompino e non so minimamente cosa fare, ma la voglia vince ogni altra barriera e lo faccio d’istinto. Prima lecco ben bene tutta l’asta, mentre con una mano massaggio i testicoli, dopodiché prendo in bocca quasi la metà del cazzo (considerando che era lungo circa una ventina di centimetri) e lo succhio con forza, muovendo la testa avanti e indietro, mentre con la punta della lingua disegno dei piccoli cerchi sulla cappella.

Dei passi interrompono la nostra attività: Francesco si tira su i Jeans e si struscia su di me, mentre una bidella passa davanti alla classe dove io e lui ci troviamo e ci supera canticchiando. Ora il cazzo di Francesco preme direttamente contro la mia figa, e ciò che li separa è soltanto qualche strato di stoffa. Lui percepisce la mia eccitazione e continua a strusciarsi, tanto forte che sono costretta a tirarmi giù a mia volta i pantaloni e farmi un ditalino davanti ai suoi occhi stupefatti. Toglie la mia mano dalla figa e ci infila due dita,facendo pressione con forza.

Sono eccitatissima e accaldata e, mentre lui mi penetra con due dita, io accarezzo il clitoride per moltiplicare l’orgasmo. Nel pieno dell eccitazione, un unica idea mi passa per la testa e la dico ad alta voce, senza pensarci su: ”mettimelo dietro!”.
Francesco si ferma, sotto shock, “cosa?”
Al posto di rispondere, mi poggio con i gomiti sulla cattedra, piegandomi a 90 gradi, in modo da illustrare esplicitamente cosa voglio.
“Potrei farti male” Dice lui preoccupato, “dovrò fare piano”
“No” replico io convinta. “Tutto in una volta, tutto dentro in una sola spinta, e spingi con forza”
Vorrebbe dirmi di no, forse, ma è troppo eccitato per dare ascolto al suo cervello. Si posiziona dietro di me e infila il suo membro enorme dentro di me, con una sola spinta come gli ho ordinato di fare. Il dolore è forte, ma è coperto dal piacere che sento quando inizia a fare avanti e indietro dentro di me, dandomi di tanto in tanto qualche schiaffo sulle natiche. Mentre lui è impegnato a penetrarmi da dietro io continuo a farmi un ditalino, ansimando. Ancora una volta la bidella passa davanti alla classe, ma questa volta siamo troppo impegnati per smettere e soprattutto, la paura di essere scoperti ci eccita ancora di più. Sento i gemiti di Francesco farsi più forti, capisco che sta per venire e mi stacco da lui.
“Vienimi in bocca” dico, decisa. Questa volta nemmeno prova a controbattere, si avvicina alla mia bocca ed io inizio a leccargli la cappella, finché non sento un getto caldo e salato sulla lingua. Dopo aver ingoiato mi rialzo, come se nulla fosse successo e mi tiro su i pantaloni. Lui mi guarda stupefatto “Sei una porca…”
“Lo so, ma non penso che ti sia dispiaciuto” dico con un sorriso malizzioso, avvicinandomi alla porta.
“Quando lo rifacciamo?”chiede lui supplicando.
Sono più che soddisfatta, gli sono andata dietro per mesi ed ora è lui a venire dietro a me, così esclamo, uscendo dall aula, “Non so Francy, vedremo”

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