Credetemi non è una delle tante storie quella che vi sto raccontando e che riguarda quello che mi è successo qualche sera fà.
Premetto che sono un trentenne felicemente sposato e che, con noi in casa, abita anche mia suocera: una cinquantenne che è ancora una gran bella donna! L’altra sera mia moglie era fuori per lavoro e dopo cena stavo guardando la TV. Ad ora un pò tarda, mentre stavo facendo zapping tra i vari canali, mi imbattei in film ad alta tensione erotica…non un porno, ma quasi. Mentre mi stavo godendo lo spettacolo, è entrata a sorpresa mia suocera e, rivolgendomi un sorrisino malizioso, si è seduta accanto a me per nulla imbarazzata da quella visione. Dopo i primi momenti di imbarazzo, anche perché il rapporto con lei è sempre stato ispirato alla massima stima e rispetto, ho notato che vedendo quelle immagini si stava notevolmente eccitando: con una mano già si accarezzava l’inguine mentre con l’altra si stuzzicava un seno facendo inturgidire un capezzolo di notevoli dimensioni. Sinceramente non sapevo più che fare, ma decisi di farmi avanti.
Incomincia a baciarla sul collo leccandola e mordicchiandola e vedendo che non si ritraeva ma, anzi, che i suoi sospiri crescevano di intensità, le slacciai i bottoni della camicetta facendo uscire le tette, due stupende tette ancora sode con due capezzoli ritti e durissimi. Mentre con la lingua li tornivo e li succhiavo, colpito da quel turgore, le mani si facevano strada sotto la gonna sino a raggiungere la fessura che, ricoperta da un serico e folto vello, lasciava sgorgare un rivolo di caldi umori. Le feci scivolare dentro un dito, poi due fino ad arrivare a tre: il numero perfetto per quella fica; le lavorai le piccole labbra e il clitoride sia con le mani che con la lingua, prosciugandole quella cascata continua di liquido femminile profumato ed incredibilmente caldo. Ebbe un primo orgasmo che la obbligò a mordersi le dita per non urlare, trattenendo un piacere incontenibile. Le diedi un pò di tregua, giusto il tempo di tirare fuori il mio uccello che ormai si era gonfiato a dismisura dandomi la sensazione che la cappella stesse per esplodere. Lo prese subito in bocca, lavorandolo con grande perizia e dolcezza, dimostrandosi davvero brava a leccare l’asta e succhiare il glande. Le sfliai comletamente le mutandine ed iniziai a chiavarla con una foga inaudita, la presi in tutte le posizioni spingendole l’uccello a fondo e facendole sentire le mie palle doloranti sul buco del culo. Lei si dimenava come una giumenta in calore, sussurrando frasi oscene e di incitamento. Quando sentii che il mio piacere stava per esplodere, lo tirai fuori dal suo bocciolo ricolmo di rugiada bollente, spruzzando una serie interminabile di getti di sperma che la ricoprirono presto, sul viso sulle tette e sul folto cespuglio nero, di un bianco abbondante e denso piacere maschile. Non finì così quella sera: sapendo di essere soli per l’intera notte continuammo, a letto, quella nuova eccitante esperienza.